La Pioniera
Seduta sulla sua schiena, spingo le mani contro la sua nuca.
Si dimena ancora. I pantaloni ormai sono zuppi di acqua, gli stivali di pelle sono sporchi di sangue. Pulirli sarà particolarmente difficile.
Finalmente smette di muoversi. Il respiro scompare, il battito assente.
- Morto - mormoro, alzandomi e scavalcandolo. Mi pulisco le mani bagnate sui pantaloni, storcendo il naso.
C'è una puzza di morto ovunque.
Conto i cadaveri: cinque. Sono sparsi in giro nella pianura, l'ultimo nel fiume.
Sospiro, raccogliendo da terra il coltello e pulendo la lama sulla manica. Nick mi sta aspettando al covo, con gli altri.
Il vento si sta alzando, vengo attraversata da un brivido freddo. Spoglio uno degli uomini dal chiodo che indossa e me lo infilo, puzza di sudore acido e sangue. Con una smorfia, salgo sul fuoristrada e accendo il motore.
La statale è deserta. Siamo nel bel mezzo del nulla, ai lati della strada ci sono solo alberi e montagne. La notte ormai è nel bel mezzo del suo corso. Sotterro la paura sotto finta indifferenza.
I krunch sono in giro ormai. Ho dietro solo un coltello, e il covo è a venti chilometri da qui. Il fuoristrada fa troppo rumore, raggiunta la collina metto in folle e proseguo senza troppi rombi del motore.
Se ne incontrassi uno sarei spacciata. Frugo nelle tasche del giubbotto di pelle del tipo che ho ucciso, tiro fuori la mano piena di sigarette, un preservativo e qualche pallottola per un fucile.
- Merda - mormoro. Mancheranno quindici chilometri, e sono anche a secco. - Non ci posso credere! - Sbatto un pugno contro il volante, reinserendo la marcia.
Spengo i fari e stringo gli occhi, cercando di vedere la strada sotto lo sguardo vigile della luna.
Sul ciglio della strada intravedo un'ombra. Spingo il piede sull'acceleratore, mentre un brivido freddo mi attraversa.
Poi, sento l'odore.
Quella puzza aspra che si porta dietro un krunch.
Accelero ancora, tanto ormai mi avrà vista. Devo raggiungere il covo, mancano solo dieci chilometri. Se riesco a seminarlo, potrebbe disperdersi nella foresta e non trovarmi.
Sento un ruggito dietro di me, e dallo specchietto retrovisore vedo un'ombra gigantesca.
Mi ha puntato. Mi sta inseguendo. - Cazzo! - Se mi segue lo porterò dritto al covo, e ammazzerà tutti. Scuoto la testa, prima di sterzare di botto, verso destra. Il krunch mi segue, mentre ci inoltriamo nella foresta. Con fuoristrada calpesto diversi tronchi caduti, poi becco una buca e il fuoristrada si ribalta. Mi aggrappo al volante, mentre sento il sedere sollevarsi. Sbatto la testa contro il tettuccio della macchina, si apre un airbag che viene prontamente bucato da un ramo di un albero, entrato dal finestrino e che mi si infila nel braccio. Urlo, ma vengo sovrastata dal ruggito del krunch.
Vengo scaraventata fuori dal vetro frontale, ormai distrutto, e cado a terra tra diversi rovi, graffiandomi il volto e le braccia.
Mi assicuro di essere tutta intera, poi cerco il coltello nel fodero, lo impugno e mi guardo intorno. Vedo la carcassa del fuoristrada a tre metri da me, il motore ancora acceso.
C'è un silenzio irreale. La puzza persiste, segno che il krunch è qui.
- Dove sei? - Sussurro, puntando il coltello di fronte a me. Mi pongo in agguato, pronta a scattare al minimo rumore.
Focalizzo un'ombra. Mi alzo lentamente, guardando con attenzione, il mio respiro echeggia tra gli alberi, quindi trattengo il fiato. Compio un paio di passi, finché non schiaccio un rametto. Rimango in attesa, temendo il peggio.
Poi, sento uno scricchiolio sopra di me.
Alzo lo sguardo, verso i rami più alti. Ed eccolo.
Il krunch si lancia giù dall'albero cadendomi addosso. La sua bocca gigantesca è spalancata, sbava e i denti gialli sono già sporchi di sangue. Chi ha ammazzato?
Mi starà seguendo dalla pianura?
O viene dal covo?
La peluria marrone ricopre tutto il corpo di quest'essere a forma di rana gigante. La bocca è larga un metro e mezzo circa, e due fori ai suoi lati segnano l'apparato uditivo. Un krunch è privo di naso ed occhi, si basa sull'udito ed ha una forza estrema, micidiale.
Gli punto il coltello contro la gola, ma è completamente inutile, la sua pelle è spessa quasi trenta centimetri. La sua pancia mi schiaccia completamente tutto il corpo, ma ho le braccia libere. Se solo riuscissi a raggiungere l'ombelico, dove lo strato di pelle è più sottile, potrei raggiungere l'intestino con la lama, e incidendo con abbastanza forza potrei rompere la sacca di carne e ferirlo, ma anche in quel caso ci vorrebbero almeno un paio d'ore prima della sua morte, e la sua forza rimarrebbe immutata fino alla fine.
In poche parole, sono spacciata in qualunque modo.
Rimango immobile. Il krunch non mi percepisce più, così si muove avanti e indietro sopra di me, cercandomi e tastando il terreno cercando di calpestarmi. È il mio momento. Faccio leva sul braccio sinistro, e anche se il destro ha un ramo impiantato nell'avambraccio, mi spingo in alto e gli ficco il coltello nell'orecchio sinistro. Il krunch alza la testa verso il cielo e lancia un ulutato di dolore. Mi alzo e comincio a correre verso la statale, incespicando. Mi bruciano i polmoni, il braccio mi brucia e la bava della creatura è su tutti i capelli, è ancora calda.
Il krunch corre dietro di me, con una zampata mi fa volare e sbatto contro un albero. Mi manca il fiato e mi brucia tutto il fianco, mi accascio a terra e per un istante vedo tutto girare.
Il krunch si ferma un attimo, cercandomi.
Resto ferma, trattenendo i gemiti. Il krunch corre un po' a destra, un po' a sinistra, poi scompare nella foresta. Resto immobile per quelle che mi paiono ore, ma il sole non ci pensa a sorgere.
Sento un rumore e diversi scricchiolii, e trattengo il fiato. L'ho scampata per un pelo, ma se mi scovasse ora sarei definitivamente morta.
Poi compare Nick. Gli punto il coltello alla gola prima di riconoscerlo. Scoppio in una risata un po' rauca, poi mi azzittisco quando mi mette la mano sulla bocca.
- È ancora qui - mormora. Annuisco, lo so bene.
Percepisco dei sussurri, poi altre ombre. Sbucano tra gli alberi altri, li riconosco con sollievo. Zak, Ferdinand, Keepling, Phoebe, Barney.
Nick sorride, poi si alza. Impugna un fucile di quelli buoni, da krunch.
- HEY - urla. Mi alzo a sedere, preparandomi. Sta arrivando.
- State pronti - dice Nick guardando gli altri. - Tu scappa - mormora poi rivolto a me.
Neanche per sogno. Mi sollevo con difficoltà, mentre dai meandri della foresta sentiamo un tumulto, il krunch che scalpita correndo verso di noi.
Esce dagli alberi con un balzo di dieci metri. Qualcuno ne approfitta per sparargli nell'ombelico, la botta è così forte da sballottarlo lontano. Si rialza a fatica, pronto a riattaccare. I ragazzi partono all'attacco, Nick in testa.
Lo massacrano, spezzandogli gli arti e ferendolo in più punti. L'unico modo per uccidere un krunch è farlo morire dissanguato, aprendo ferite nei punti più sensibili che ha.
Rimango a guardare, in tensione. Seguo ogni mossa di Nick. Il ricordo della notte scorsa è ancora fresco nella mia mente, e anche se non lo ammetterei mai mi ci sono affezionata.
Come se mi avesse sentita, Nick si volta verso di me ammiccando. In quel momento il krunch lo colpisce slanciandolo lontano.
- NICK! - Mi alzo sconvolta, e anche se mi gira la testa corro verso di lui. I ragazzi si occupano del mostro, finendolo. Nick è a terra e non si muove. - No no no, cazzo Nick! - Urlo, accasciandomi di fianco a lui. Lo smuovo un po', gli tasto il petto e la testa, scovando una ferita dietro la nuca. Nulla di grave. Mi piego a percepire il suo respiro, lo sento e sospiro, decisamente sollevata.
- Serve aiuto? - Phoebe arriva verso di me. La maglietta è completamente distrutta, ha mezzo capezzolo di fuori, insanguinato. Lo nota e muove una mano inguantata - nulla di grave, solo un graffio - mormora, sedendosi di fronte a me. - È vivo?
- Certo che lo è - rispondo con troppa enfasi. Lancio un'occhiata verso il cadavere del krunch.
- I ragazzi ora lo scuoiano - mormora Phoebe accarezzando i capelli di Nick. - E così ti scopi il mio fratellino eh?
La guardo allibita, alzandomi. Mi muovo troppo veloce, barcollo mentre mi gira la testa e mi appoggio a un tronco con la schiena. - No.
- Non c'è nulla di male - Phoebe alza le braccia in segno di resa, poi sputa in faccia a Nick. Sorride maliziosa guardandomi. - Gli diremo che è bava di krunch.
Si allontana, legandosi i capelli biondi in una coda veloce. Rimango di fianco a Nick, piegandomi verso di lui e pulendogli il viso dallo sporco e dal sangue. Il viso pallido racchiude il fascino occidentale. La barba e i capelli lunghi, le ciglia lunghe e le sopracciglia scure. Le labbra carnose, gli zigomi alti. Gli scosto una ciocca di capelli dalla bocca, e lui mi afferra la mano. Sussulto, quando apre gli occhi però sorrido.
- Hey - mormoro. - Te la sei vista brutta.
- Anche tu - fa una smorfia di dolore, sollevandosi a sedere. - Ucciso gli allevatori?
Annuisco. - Tutti. È stato facile.
Accenna un mezzo sorriso. - Ne sono certo.
Arrivano i fuoristrada a caricare la carcassa del krunch e i ragazzi. Phoebe accosta il suo di fianco a noi, ammicca e spalanca la portiera posteriore. - Montate piccioncini.
Nick ridacchia, lo aiuto ad alzarsi. - Lo sputo è una vecchia trovata, Phoebe - mormora sedendosi. - Dovevi impegnarti di più.
Salgo e chiudo la portiera. Phoebe ride, cambiando marcia e inoltrandosi nella foresta. - La prossima volta ci sarà sperma.
- Come avete fatto a trovarmi? - Domando. Nick mi prende il braccio destro, mi toglie il coltello dalla mano e mi guarda, afferrando il ramo che è ancora ficcato nell'avambraccio.
- La puzza - mormora. Con un'occhiata mi da il via, poi sfila il ramo dalla ferita. Gemo dal dolore, la sua mano mi stringe il braccio poi scende all'interno coscia. - Stai bene?
Annuisco. - Avete trovato la tana? - Nick scuote la testa. - Il branco?
- Cazzo, no Akeylia. Siamo arrivati giusto in tempo per vederti quasi morire. - Phoebe mi lancia un'occhiata dallo specchietto. - Cercheremo domani.
- Me la stavo cavando. E non chiamarmi Akeylia.
Phoebe ride, sfottendomi. - Già, se per cavartela intendi spezzarti l'osso del collo.
- Ero da sola - ribatto incazzata.
- Eri in ritardo, è diverso. - Phoebe ora è seria. - Gli allevatori erano cinque, ci hai messo tutto il pomeriggio. Inizio a pensare che forse te li sei sbattuti tutti in un'orgia generale prima di sparargli in bocca, o no?
Spalanco gli occhi. - Come ti permetti, puttana!
- Smettetela di sparare minchiate - Nick si sporge in avanti, la sua guancia barbuta sfiora la mia, mentre lui si protende verso sua sorella. - Siete proprio ragazze.
Sbuffiamo entrambe.
Arriviamo al covo in un silenzio teso. Aiuto a scaricare la carcassa del krunch, mentre le porte del covo vengono chiuse. Il covo è una città sottoterra, nascosta ai krunch e agli allevatori, e apre le porte solo a chi ha intenzione di allearsi a noi, per combattere gli allevatori e il commercio di esseri umani per la "caccia alla volpe" con i krunch.
Viviamo in un mondo di merda, con mostri di merda ed esseri umani ancora più merdosi della merda.
Vado in infermeria a medicarmi l'avambraccio. Ci butto sopra del whiskey. - Ah, porca troia - mormoro. Prendo le fasce e avvolgo la ferita.
- Vuoi una mano? - Chiede Nick. È sulla soglia, indossa la camicia smanicata a quadri blu e bianca, che gli ho regalato io. È aperta sul petto nudo, i jeans a vita bassa sono strappati sulla coscia sinistra, gli stivali da cowboy sono ancora sporchi di terra.
- No - sospiro, afferrando un capo della fascia con i denti e l'altro con la mano libera. Annodo, e metto via tutto. Nick mi si avvicina, appoggiando l'inguine contro il culo.
- No? - Si sporge sfiorandomi la guancia con la bocca.
Cazzo, ancora. Non posso, non stasera.
- Io... - Mormoro, trattenendolo.
Con la mano mi sta già esplorando sotto la maglietta. Lo spingo via con forza, e fa più male a me che a lui. Le parole di Phoebe mi rimbombano in mente. - Devo andare. Devo trovare il branco del krunch, e sterminarli.
Nick si allontana e mi guarda. Lo sa cosa sto pensando, stiamo pensando esattamente la stessa cosa.
"Troia, fatti fottere"
Akeylia, la ragazza prodigio, la guerriera priva di paure, non si fa sbattere da Nick capo della resistenza.
Per paura di risultare puttana.
Sorride malizioso, e si allontana. Alla porta si ferma, si appoggia allo stipite con la mano sinistra e mi guarda. - Abbi cura di te, pioniera.
- Anche tu - mormoro.
Esce dall'infermeria. Sospiro, delusa della sua resa improvvisa e al contempo sollevata che mi abbia dato ascolto. Vado in armeria e prendo un paio di granate, un mitra, qualche revolver e un fucile a pompa. Nel giubbotto ho ancora i proiettili, le sigarette e il preservativo. Carico il fucile e inserisco la sicura, butto il preservativo e afferro una sigaretta, accendendomela.
Lascio il covo all'alba, in sella a una Harley 883, col rombo che mi scuote fin dentro le ossa. Non saluto nessuno, non ho persone care qui. Sono morti tutti.
Krunch sto arrivando.
La pioniera non vi teme.
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