L'ictus

Era un bel giorno di sole, i raggi di luce sfondavano le finestre e i fiori coloratissimi coprivano i prati. Piena primavera e temperature quasi estive.
Daniel era nella stanza, quasi pronto ad uscire fuori. Dopo aver stretto per bene la cravatta nera sulla camicia bianca prese la giacca nera e, dopo averla indossata, andò fuori, tutto sorridente.

Strinse le mani in segno di preghiera, come tutti i presenti e fece un gran sospiro per sentire il buon odore nell'aria. "È fantastico che la cerimonia sia all'aperto!" pensò.
Sorrise più volte pensando a suo padre, di quanto questo lo avesse aiutato e a quanto lo avesse amato.
Era proprio una bella giornata, c'era tanta gente, tutti suoi amici, ed erano lì tutti per suo padre. "Che gentili" pensò sorridendo.
Ad un certo punto, una lacrima cadde dall'occhio di sua madre, che si era appoggiata alla sua spalla destra, e finì sulla sua scarpa nera provocando un "pak" che fece ridere Daniel.
"Oh, è proprio bello vedere quanto la mamma tenesse a papà, sta piangendo per lui" pensò lui sorridendo e accarezzando i capelli della madre.
Pensava a quanto fosse bello divertirsi con suo padre, da piccoli e da grandi. Tutto ciò lo faceva sorridere, il sole splendeva sui suoi denti e illuminava tutte le teste chinate dei presenti che stavano in silenzio.
Daniel era felice nel pensare a quanto suo padre gli fosse stato vicino, alcuni anni prima, all'ospedale, quando ebbe l'ictus che gli bruciò la parte del cervello che regola la tristezza, impedendogli di provarla e a quanto gli fosse stato ancora più vicino dopo.
"Ahah, è bello che la bara di papà sia così lucida e nuova, a lui sarebbe sicuramente piaciuta" pensò Daniel ridendo, ma le sue risate erano coperte dai singhiozzi della madre, mente la bara veniva calata in fondo.

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