7-2.Hold my hand.

Ero paralizzato difronte la scena.
Harry penzolante nel vuoto, o qualche decina di metri dal pavimento.
Dipende dal punto di vista.

Con la poca forza che avevo, ero riuscito a prendere il riccio, e mantenere me all'intento del balcone.

"Ti prego Harry, afferra la mia mano! Non resisteró per molto."

Il riccio si rifiutava di reagire, e non sarei riuscito a tenerlo per molto.

Tu riesci a vedermi...?
Le sue parole risuonavano nella mia testa.
Non riuscivo a non pensarci nonostante Harry fosse in bilico tra vita e morte.
Significavano qualcosa.
Qualcosa di importante che racchiudeva la soluzione a quel problema.

O forse, invece di racchiudere la soluzione, nascondeva il problema in se.

"Harry...io ti vedo." Dissi cercando di rimanere tranquillo.

Sembrava come se quelle parole avessero smosso qualcosa in lui, perché improvvisamente i suoi occhi spenti, rivolti verso il vuoto, adesso sembravano brillare.

Alzò appena lo sguardo, incrociandolo col mio, contraendo i muscoli del braccio quasi come a farmi intuire che stavo facendo la cosa giusta.

"Cosa vedi, Louis?" disse con voce rotta un po dalla paura e un po dal pianto.
E questa fu la domanda che confermò le mie già certezze.

"Vedo... Vedo qualcosa e non vedo niente." Dissi cercando di dirgli il tutto con più tatto possibile.

"Vedo un ragazzo fantastico, gentile e altruista, pronto ad aiutare la gente, che sa amare e sa essere felice.
Ma allo stesso tempo vedo un altra persona.
Una che non ce la fa più.
Una che vuole soltanto lasciare tutto e andare via.
Prendersi una pausa da tutto e da tutti.
Una che vuole farsi conoscere per quello che è e non farsi conoscere per quello che dovrebbe essere."

Il fiato stava finendo.
Un po perché Harry era il quadruplo di me, ed era disumana la forza che stavo usando per non farlo cadere, e un po perché solo in quel momento mi resi effettivamente conto che avevamo qualcosa in comune, ma che non ci ha mai reso lo stesso tipo di persona.
Questo solo perché avevamo diverse possibilità.

Eravamo entrambi fragili e sensibili.
Con una vita un po difficile.
La differenza era che lui non poteva farsi vedere per quello che era.

Non poteva esporsi ai media.
Non poteva dire che non si sentiva pronto.
Non poteva e basta.

"Ti prego Harry,.
Ti aiuterò io, ci sarò se vorrai..Ma adesso afferra la mia mano.."

La frase non finì nemmeno che la mano del riccio era salda sul mio braccio.

Entrambi ci credemmo veramente e con qualche sforzo in più riuscì a tirarlo dentro al balcone.

Persi l'equilibrio e qualche secondo dopo, eravamo entrambi sul pavimento.

Il riccio aveva la testa sul mio petto e stava singhiozzando.
Sentivo le sue lacrime calde bagnarmi la mano che avevo messo sul suo viso poco prima di cadere.
Con l'altra mano gli stavo accarezzando la folta chioma che era più morbida di quello che pensavo.

Harry da sul canto stringeva la mia felpa come se fosse l'unica cosa che potesse salvarlo.
Come se si sentisse ancora cadere in un vuoto abissale.

"S-Scusa..." la sua voce grave e roca rotta dal pianto mi fece venire i brividi.

Sospirai abbracciandolo.
"Non fa niente..." mi limitai a dire.

Kim all'improvviso fece la sua presenza sul balcone, imprecando e maledicendosi.

Alla buon'ora.
Pensai.

Kim si abbassò verso di noi aiutando Harry ad alzarsi, portandolo poi verso il letto e facendolo calmare.

Mi provai ad avvicinare di nuovo ad Harry ma Kim mi blocco.

Mi chiese gentilmente di aspettare fuori, ma quando provai ad insistere si girò con aria al quanto scocciato.
"Vuole uscire da solo o ha bisogno di essere scortato."

Harry stava sul letto, ora steso, scosso da singhiozzi e lacrime, col viso posto dalla parte opposta alla mia.

Sospirai per poi girarmi, e avviarmi verso l'uscita, evitando i cocci di vetro e chiudendo mi la porta alle spalle.

Dopo qualche minuto fu Kim a uscire.
Quando si girò verso di me sembro al quanto sorpreso.

"Ancora qui?" disse lui alzando un sopracciglio.

Feci per chiedere come stava Harry ma fui bruscamente interrotto.

"Allora, facciamo così. Le sono grato per aver aiutato il signor Styles, però lei deve andare via. Guarda tieni questo per riconoscimento." disse poi tirando fuori un blocchetto scrivendo qualcosa su un pezzo di carta, per poi porgermelo.

Un assegno.

"Volevo solo sapere come sta, non ho bisogno che mi facciate la carità." Dissi poi sentendomi sia offeso che arrabbiato.

"Senta, vada via e non si faccia più rivedere,  Harry non ha bisogno di farsi vedere con feccia come lei." disse Kim per poi passare di lato e avanzare verso la una meta che sembrava essere il più lontano possibile da me e da quella stanza.

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