6.Last First Kiss.
Era tutto fin troppo stressante.
Il fatto che non sapevo che cosa fosse successo a Niall mi rendeva ancora più nervoso.
Dico io, tutto poteva capitare, ma dovevo proprio ritrovarmi un riccio borghese dall'aria strana che mi invitava a prendere un tea?
Ma cristo santo...ho un labbro spaccato e un amico probabilmente in ospedale, più che un ricco presuntuoso mi serve un paramedico.
Camminai ansioso fino al luogo dell'appuntamento.
Fortunatamente mi aveva invitato a prendere un tea alla mensa fuori l'Università.
Almeno potei approfittare della situazione per poter prenotare una camera all'interno dell'Università.
Sarebbe stato tutto più facile così.
Non avrei dovuto prendere la patente, o i mezzi pubblici.
In orario alle lezioni e sopratutto, il poter stare insieme a Niall il più tempo possibile.
"Ciao pianista!" una voce mi risvegliò dai miei pensieri.
Il riccio stava arrivando all'entrata della caffetteria con cappuccio alzato e occhiali da sole.
I suoi soliti skinny sembravano più aderenti del solito e i suoi stivaletti dorati sbrilluccicavano al sole.
"Prima cosa, a meno che mio padre all'anagrafe abbia fatto la puttanate di formarmi a nome di 'pianista' ho un nome.
Seconda cosa..." Dissi guardandolo di sbiego.
"Perché sembri appena uscito da un film di spionaggio?"
Il riccio rise rumorosamente per poi avvicinarsi a me e darmi un bacio sulla guancia.
Arrossii leggermente per poi sospirare.
"Allora? Mi rispondi?"
Non volevo sembrare troppo alla mano.
Magari si sarebbe approfittato della mia gentilezza per diventare invasivo.
"Louis, quando sei una persona importante, devi imparare a preservare la tua privacy."
Disse poi togliendosi gli occhiali lasciando ampia visuale dei suoi meravigliosi occhi.
Mi si formò un groppo in gola che subito buttai giù.
"Capisco, ma con gli stivaletti che hai addosso è un po difficile non essere notato."
Dissi sbuffando una risatina.
"Stai criticando Lewis Vuitton?" disse lui con un accento francese quasi perfetto.
Alzai gli occhi al cielo per poi girarmi di spalle e aprire la porta della caffetteria.
"No, sto solo criticando il tuo modo di vestire."
-
"Quindi, perché mi hai chiesto di venire qui?" chiesi sorseggiando lo Yorkshire tea che il riccio mi aveva gentilmente offerto.
"Perché voglio assicurarmi che tu stia bene, e Niall mi ha detto che non sei proprio in una situazione decente ora come ora." disse cercando di squadrarmi meglio.
Tutto il tempo che avevamo passato insieme, avevo accuratamente tenuto la testa bassa o la faccia poggiata sulla mano, per evitare di far notare i lividi o il labbro spaccato procuratomi un paio di ore prima.
"Aspetta, Niall? Come fai a conoscere Niall?" Dissi tra l'amareggiato e il sorpreso.
Il riccio sembrò prendersi un colpo quando mi vide in faccia.
Per sbaglio mi ero scoperto agli occhi del riccio, ed ora non potevo piu nascondergli niente.
"Louis...che ti hanno fatto...sembri messo male." disse avvicinandosi a me e passando delicatamente il pollice sulle mie labbra.
Sussultai a quel contatto inaspettato per poi tirarmi indietro.
"Non si risponde ad una domanda con un altra domanda."
Cercai di sviare il discorso, e spostare l'attenzione su Niall.
"Conoscevo Niall da un po di tempo. Diciamo che essendo ex rappresentate del comitato studentesco, aveva organizzato una riunione il primo giorno delle lezioni con i ragazzi usciti da quell'università.." disse sospirando.
Sembrava dire la verità...anche perché una cazzata del genere non c'è la si inventa su due piedi.
"Ok, ciò non toglie che comunque hai il mio numero, te lo ha dato sempre lui?" dico io passandomi la lingua sul labbro, che sembrava stesse iniziando a bruciare.
"Si, oggi stesso. Ero andato a prendere delle analisi, e l'ho visto arrivare malconcio su un autoambulanza, mi son fermato a parlare un attimo e mi ha chiesto se potevo parlarti, così mi ha dato il suo numero..."
Si sistemo il ciuffo in un modo terribilmente sexy, per poi guardarmi negli occhi e sorridere, notando che lo stavo osservando con una certa attenzione.
"... però il ragazzo che lo accompagnava era un paparazzo armato di Nikon, e non c'è voluto molto prima che chiamasse un intera armata di fotografi. Quindi me ne sono scappato."
Era tutto fin troppo plausibile.
Sarebbe stati da sciocchi non starlo ad ascoltare.
"Ok, grazie. Mi sei stato di grande aiuto, ma adesso devo andare." Dissi io posando la tazzina e alzandomi, iniziando a vedere tutto nero.
Ero ancora un po scosso per quello che era successo a casa di Michael, e la testa mi faceva ancora molto male.
Mi presi il setto nasale tra le dita per poi spalancare gli occhi il più possibile per paura di svenire.
"Tutto ok?" il riccio sembrava stranito e preoccupato allo stesso tempo, infatti ci voleva poco che scattasse verso di me pronto a prendermi, di nuovo, prima di cascare a terra.
"Si, era solo...un giramento di testa." Dissi per poi sospirare e incamminarmi verso l'uscita.
"Che fai pianista?" disse poi il riccio alzandosi, raggiungendomi in pochi passi.
"Senti sei stato molto di aiuto, veramente, ma adesso devo andare a casa, e non chiamarmi pianista." Dissi io sospirando.
"Lascia almeno che ti accompagni..."
Il riccio mise su un broncio troppo adorabile al quale non seppi resistere.
"Cristo ok! Va bene!" Dissi alzando gli occhi al cielo.
Sembrò irrigidirsi visibilmente per poi sospirare.
"Non essere volgare...n-non mi piace." disse poi rompendo il contatto visivo che si era creato per poi prendermi per mano e uscire dalla caffetteria.
"Hei...Harry fino a prova contraria so come si cammina." Dissi strattonando appena la mano.
Quel contatto non mi dispiacque per niente.
Infondo,che male c'era se tenevo la mano ad un ragazzo?
Un rumore attirò la mia attenzione, come un fruscio o un click.
Mi fermai, iniziando a girare su me stesso, scrutando ogni angolo.
"Cosa c'è?" disse il riccio stringendo di più la mia mano.
Improvvisamente il cuore fece una capriolo e il mio stomaco sembrò attorcigliarsi su se stesso.
"Emh...niente. Per la cronaca, riesco a camminare anche da solo." Dissi arrossendo leggermente.
"Louis lo hai già detto. Sei adorabile quanto monotono." disse lui facendo poi spallucce.
ADORABILE.
A.DO.RA.BI.LE
HA DETTO CHE SEI ADORABILE!
A DI O ERRE....ABILEEEEE.
Sentivo che stavo per impazzire.
Era così dolce, ma allo stesso tempo mi metteva soggezione...mi faceva sentire come se dovessi stare sempre allerta.
"Cristo Louis, non ti posso lasciare un momento solo che subito vai a trovare qualcuno per consolarti? Sei una lurida puttana!"
Michael era in macchina con il finestrino abbassato.
Come faceva a trovarmi sempre? Non potevo stare tranquillo cinque minuti.
"E questo chi è?" chiese il riccio con un aria seria.
Sembrava cupo in viso, ed era serio come mai lo avevo visto prima.
Anche se lo avevo visto un paio di volte in tutta la mia vita.
"Per la cronaca sarei il suo ragazzo." disse poi Michael scendendo dalla macchina.
No,no,no,no ti prego non ancora....
Mi nascosi dietro il riccio sembrando un cucciolo indifeso.
Mi aggrappai al suo braccio stringendolo appena, e il riccio sembrò percepire la mia ansia.
"Mh, ah si? Devi amarlo veramente tanto se lo riduci in questo stato." disse poi il riccio riferendosi ai lividi e il labbro spaccato.
Non riuscivo a guardare in faccia Michael, avevo paura che potesse picchiarmi ancora una volta, o peggio aggredire Harry.
Ma sembrava spiazzato.
Harry aveva un aria severa e impostata, e sembrava anche essere più alto e più forte di lui.
Forse un briciolo di intelligenza la aveva.
Forse sapeva che non sarebbe finita bene per lui per una volta.
"E tu spilungone? Chi sei per venire a giudicare me?"
Michael sembrava voler reagire a parole e provare a ragionare, anche se sapeva benissimo che senza violenza avrebbe avuto scarsi risultati.
"Io, per tua informazione..." disse il riccio sospirando e avvicinandosi a lui.
"Sono il suo vero ragazzo."
Rimasi scioccato dalle parole del riccio.
Insomma, voleva veramente proteggermi a tal punto?
Veramente avrebbe mentito per me?
Per una persona che conosce appena?
"Cristo non me la bevo! Conosco bene Louis e so come è fatto. Non mi ha mai parlato di te e non sarebbe mai in grado di mentire a nessuno!"
Da una parte Michael aveva ragione.
Non ero bravo a mentire.
Ma la cosa più ironica di quel momento fu che il riccio si ritrovò veramente spiazzato.
Non mi conosceva, non poteva contrabbattere a parole....forse è per questo che decise di usare i fatti.
Harry mi si girò violentemente togliendosi gli occhiali, mise una mano appena sopra il mio fondoschiena e mi attirò a se posando le sue labbra sulle mie.
Mi misi automaticamente in punta di piedi, senza nemmeno pensarci e sgranai gli occhi.
Le sue labbra erano fantastiche, sapevano di ciliegia, ed erano anche carnose e calde.
O forse ero io che ero accaldato, ma poco contava, dovevo sembrare credibile.
Misi il mio braccio libero dietro il collo del riccio inclinando appena la testa e chiudendo gli occhi, godendomi a pieno quello che sperai fosse il mio ultimo vero primo bacio.
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