4.Oops!
"Cazzo Louis, sei completamente andato." disse Niall ridendo con il bicchiere che per qualche miracolo divino non si stava rovesciando addosso al biondo.
Io dal mio canto ballavo senza sosta al centro della pista, col biondo, Josh e Michael che mi giravano intorno.
Quest'ultimo ogni tanto mi toccava la schiena o ballava troppo attaccato a me, e anche se il sudore e l'aria consumata mi davano fastidio, ero troppo ubriaco per lamentarmi o quanto meno accorgermene.
Liam era rimasto al bancone probabilmente a bere con Zayn, che a forza di "Offre la casa" aveva offerto anche quella, non so se mi spiego.
Dopo qualche minuto che la pista si era ormai riempita, andai verso il bagno, facendo strada a gomitate, non preoccupandomi di avvisare qualcuno.
Dopo qualche minuto, e qualche indicazione data la grandezza spaventosa di quel posto, riuscì ad arrivare alla porta del bagno degli uomini.
All'esterno sembrava un comune bagno cliché da discoteca.
Pensai subito che magari all'interno puzzava di vomito e sui vetri ci fossero scritte cazzate e numeri di telefono.
E invece quando entrai sembrava essere entrati in un altro locale.
Pareti dipinte di un color oro quasi accecante, cambine con le porte in legno d'abete intarsiato, e urinatoi splendenti.
Mi chiesi se effettivamente qualcuno fosse entrato veramente nel bagno, o se io fossi entrato nel bagno giusto.
Secondo me sono svenuto e non me ne sono accorto, e adesso inizieranno i flashback del mio subconscio malato.
Chissà, magari se apro una cambina mi ritrovo un unicorno parlante.
Avevo caldo e gli occhi lucidi.
Mi avvicinai all'enorme specchio e mi guardai meglio.
Ciocche di capelli sudate mi cadevano difronte agli occhi, e spostandole si potevano notare anche meglio le guance arrossate.
Mi girava la testa e il lavandino di ceramica con ornamenti dorati era l'unica cosa che riusciva a mantenermi in piedi.
Nel bagno non c'era nessuno, quindi imprecare fu la prima cosa che mi venne in mente di fare.
Ovviamente, cosa deve fare uno che non regge l'alcool? Bere.
E come dire ad una suora di battere ed una zoccola di farsi suora.
La coerenza, ecco cosa mi mancava.
"Louis? Stai bene?"
Michael entrò nel bagno ridendo, ma non sembrava ubriaco.
Si teneva in piedi senza nessun problema.
Non riuscivo a parlare perché la gola mi bruciava così tanto che avevo paura che anche solo aprire la bocca mi avrebbe fatto vomitare.
Michael venne dietro di me abbracciandomi.
"Cosa LouLou? Adesso sei incazzato così tanto con me che hai deciso di fare il muto?"
Cercai di scostarmi, ma le forze mi abbandonarono non appena feci un passo di lato.
"Ancora non capisco perché te ne sei andato Louis."
Sospirai cercando di far appello a tutte le mie forze.
"Michael, mentre stavi con me sei andato a letto con due ragazze! Io ti amavo, questo lo capisci? E tu nonostante questo hai deciso di tradirmi.
Ok sei libero di fare quello che vuoi, ma non ti aspettare che dopo quello che hai fatto io ritorni correndo a braccia aperte verso di te!" sbraitai tutto d'un fiato.
Mi staccai da lui con uno strattone così forte che quasi caddi a terra.
Mi prese per il braccio, e mi aiutò a rimanere in piedi.
"Louis sono cambiato! Sono tornato solo per te! Capisci? Non voglio nessun altro all'infuori di te. Ti amo Louis!",
Urlò poi lui imitando il mio tono.
Rimasi bloccato a fissare il pavimento.
Non ero sicuro delle sue parole, non ero sicuro se mi stesse mentendo ancora, ma la cosa certa è che ero stato una merda quando mi aveva lasciato, e sapevo anche che prima di tutto quel casino, io lo avevo anche amato.
Forse sapevo che mi sarei pentito di quella scelta, ma una seconda possibilità la meritavano tutti...forse...
Mi prese anche l'altro braccio ssospirando e portandomi a lui, per poi stringersi a me portando le mani appena sopra il fondo schiena.
"Dio Louis, mi sono mancati i tuoi occhi. Forse sono la cosa più bella che io abbia mai visto.." disse cercando di fare il romantico.
Non gli era mai riuscito bene, probabilmente quella se la era preparata in previsione che il suddetto Coglione gli desse una seconda possibilità.
Non dissi nulla, forse un po perché il mio corpo me lo impediva, forse un po perché la mia mente mi stava consigliando troppe cose contemporaneamente.
Una confusione più totale nella testa, ma subito venni riportato alla realtà dalle sue labbra, che si erano posate sulle mie.
Erano fredde, e non sembravano le stesse di una volta.
Non sembravano le stesse labbra di una volta.
Non erano più quelle labbra che riuscivano a trasmettersi mille emozioni e desideri.
Adesso erano fredde, e portavano rancore, malinconia, e forse anche un po di odio...
Forse più verso me stesso.
Ci staccammo l'uno dall'altro, e io, non guardandolo negli occhi, mi allontanai, per ritornare in sala.
Non sapevo bene cosa volevo fare.
Forse volevo andare da Niall, forse volevo abbracciare qualcuno che mi potesse consolare o qualcuno che mi dicesse che avevo fatto la cosa giusta.
Forse per una volta avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse che non sbaglio ogni mia scelta.
Ma non feci in tempo ad aprire la porta del bagno, che un capogiro mi assalì facendomi perdere i sensi...e per qualche strana ragione, un paio di occhi verdi mi apparsero davanti prima di vedere di nuovo tutto buio.
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La testa mi faceva male e pulsava.
Un odore di cannella mi invase le narici, quando inspirai cercando di aprire gli occhi.
Quando riuscì a farlo mi ritrovai a fissare una tendina chiusa che faceva entrare solo in parte i raggi solari.
Ero steso in un letto, sotto quattro o cinque piumoni bianchi, con addosso soltanto una canotta dei Black Sabbath e un paio di boxer.
Mi girai, e notai che nel letto a due piazze, non c'era nessuno oltre che me.
Guardandomi intorno, tra pareti dorate, e i mobili vari, riuscì a ricordare di che stanza si trattasse.
"Fa uno strano effetto rivederti in questo letto, Micetto." disse una voce fin troppo familiare.
"Michael, che ci faccio qui? E perché sono praticamente mezzo nudo? Noi abbiamo..." dissi per poi venire bruscamente interrotto.
"E se anche fosse? Ti darebbe fastidio?"
Lui era sullo stipite della porta a torso nudo, che mi guardava con aria afflitta.
Sospirai cercando di mettermi seduto nel letto, invaso improvvisamente da fitte spaventose, sia alla pancia sia alla testa.
Sembravo una donna incinta, però senza pancia.
"Vuoi un antidolorifico? Qualcosa?" disse poi Michael strisciando sul letto vicino a me.
"No, no, posso resistere anche così." Dissi passandomi una mano sul viso.
"Ho sempre ammirato la tua testardaggine, e sopratutto il fatto che tu non abbia mai preso medicine in vita sua." disse lui ridacchiando passandomi la mano sul braccio, accarezzandolo dolcemente.
"Non è cambiato per niente l'appartamento..." Dissi io rivivendo gli attimi passati li dentro...di quando ancora avevo 12 anni.
La differenza di età tra me e Michael non mi aveva mai dato fastidio.
Dieci anni non fanno la differenza se credi di amare qualcuno.
Anche se il ricordo di Niall che mi trascinava via da quell'appartamento tramortito era ancora vivido nella mia testa.
Potevo rivedere tutto passare davanti ai miei occhi.
Michael che mi sbatteva contro il muro picchiandomi, mantenermi dalla gola, tirarmi i capelli...
"Già, se qualcosa non ti piace dimmelo, magari posso cambiarlo." disse lui con molta tranquillità avvicinandosi, mettendosi a cavalcioni sopra di me.
"Questa è casa tua, non credo di avere voce in capitolo." Dissi facendomi sempre più piccolo sotto di lui.
Iniziò a baciarmi la mascella, per poi scendere al collo mordicchiando qualche lembo di pelle.
Io ero completamente immobile.
Forse gli unici movimenti che facevo erano involontari...
Forse il mio corpo voleva far intendere che voleva scappare lontano da li, da quel posto pieno di ricordi che non mi riguardavano neanche più.
Michael mise le mani sotto la mia maglietta, accarezzando l'addome e mettendole dentro i boxer strizzandomi le natiche.
"ho bisogno di una doccia." Dissi spiazzandolo, per poi scivolare fuori dal letto ed entrare in bagno.
Aprì l'acqua della doccia in modo tale che Michael non potesse sentirmi piangere, per poi accasciarmi contro la porta, e far scendere quelle lacrime silenziose che minacciavano di rigarmi il viso fin dal primo momento che ho aperto gli occhi.
Perché avevo accettato? Perché avevo dato una seconda possibilità ad una persona che non lo meritava?
Sono meglio di così, posso avere di meglio che una persona che ti usa come passatempo, posso avere una persona che mi ama e non che mi picchia quando vuole sfogarsi.
Mi ripetevo quelle parole come un mantra come se fosse l'unica mia salvezza in quel momento.
Mi appendevo a delle parole alle quali nemmeno credevo, per uscire da una situazione di merda.
Quanto potevo essere stupido?
Pensare anche solo al fatto di poter essere migliore...
Mi spogliai entrando nella doccia, sperando che della semplice acqua potesse aiutarmi a dimenticare o semplicemente a passare avanti, ancora, e ancora....
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"Puoi mettere questa, cioè è di qualche anno fa ma penso che ti vada ancora." Disse Michael porgendomi la mia vecchia felpa grigia con cappuccio.
La presi e me la misi addosso, notando che nonostante fosse un po cortina, mi andava ancora alla perfezione.
Sapevo che la mia mania di portare felpe giganti un giorno si sarebbe dimostrata utile.
Misi le scarpe che avevo la sera prima, ringraziando Michael per gli skinny a vita alta che mi aveva prestato.
"Sai, quei pantaloni ti fanno un culo fantastico Principessa..." disse con tono basso.
"Grazie Michael, ci vediamo..." Dissi prendendo il mio cellulare e attaccando le auricolari.
"Sicuro di non voler rimanere?" disse poi lui accompagnandomi alla porta.
Scossi la testa sospirando mettendo la mano sulla maniglia.
"Nemmeno un passaggio a casa?" disse poi prendendomi per il polso, forse con un po troppa forza.
"No, grazie, ma devo fare alcuni servizi e poi mi devo vedere con Niall." Dissi abbassando la maniglia ed aprendo la porta.
Un altro difetto di Michael.
Reagisce male ai no come risposta.
"Amore...non me lo dai un bacio?" chiese poi, probabilmente rassegnato.
Vaffanculo. Questo e tutto quello che avrai da me.
Mi avvicinai a lui ignorando il mio subconscio, che da una parte aveva ragione, dandogli un semplice bacio a fior di labbra.
"Ci vediamo piccolo." disse per poi chiudere la porta.
Piccolo..
Presi una strada qualunque non sapendo nemmeno dove andare, per poi notare un pullman fermarsi giusto difronte a me.
Senza pensarci due volte salì su quel mezzo di trasporto senza nemmeno voler sapere dove portava.
Volevo soltanto andare lontano da tutto e da tutti e pensare, pensare alle mie scelte e ragionarci sopra una volta ogni tanto nella mia vita.
Notai che il pullman era praticamente quasi vuoto, quindi, mi misi il più dietro possibile, rannicchiato sul sedile, col cappuccio alzato e la musica sparata nelle orecchie a tutto volume.
La musica classica mi aiutava a pensare e rilassarmi, alcune volte riusciva anche a trasmettere emozioni come malinconia, allegria, tristezza e solitudine, rinascita e solarità.
Dopo l'incidente la mia vita era cambiata radicalmente.
Sia psicologicamente che fisicamente.
Le mie giornate passavano velocemente nella monotonia, tra lavoro e tempo libero che impiegavo solitamente ad esercitarmi al piano, o a parlare difronte ad un cappuccino con Niall.
Non ero una persona molto socievole, e da quando ho iniziato ad avere problemi fisici mi sono rintanato ancora di più in me stesso.
Inizio ad affaticarmi facilmente, mi gira la testa in continuazione e rischio uno svenimento in ogni fottuto minuto della mia vita.
Non mi reggo in piedi, sono pallido e ho delle occhiaie mostruose.
Magari era per colpa del non mangiare quanto dovevo, o forse era soltanto per il caldo, ma la cosa di cui ero certo, era che non stavo per niente bene.
Dopo qualche minuto notai che il pullman stava prendendo strade a me sconosciute, quindi decisi di scendere prima di finire in Uruguay.
Mi alzai e subito dopo il pullman si fermò facendomi sobbalzare e volare letteralmente a terra.
Prima che il mio muso potesse scontrarsi col pavimento, due braccia forti ed enormi mi presero al volo.
"Oops!" Dissi io.
"Ciao." Non ci volle molto a riconoscere quella voce, e i miei sospetti furono confermati quando mi rimisi in piedi.
In confronto a quelle braccia sembravo un bambino, e l'altra cosa che notai fu che per prendere me, il riccio aveva lasciato cadere una rosa blu per terra.
"Dovremmo smetterla di incontrarci in circostanze al quanto imbarazzanti." disse poi rimettendomi in piedi, porgendomi un sorriso a 32 denti.
"Già...emh, grazie." Dissi evitando di guardarlo negli occhi, girandomi per poi scendere dal pullman.
Possibile? Non ci volevo credere.
Era la terza volta in tre giorni.
Due erano le cose.
O era uno stalker professionista o era una coincidenza fin troppo strana.
Mentre camminavo per le strade di quel quartiere sconosciuto, ripensavo al modo sgarbato in cui me ne ero andato.
Cosa dovevi fare? Dovevi ficcargli la lingua in gola per riconoscimento?
Scossi la testa per poi tornare a pensare che mi ero perso.
Le strade erano poco illuminate nonostante fosse pieno giorno.
E in giro non c'era nemmeno troppa gente.
I marciapiedi erano rotti in alcuni punti e i negozi, nonostante fossero aperti erano completamente vuoti.
In che cazzo di posto ero finito?
Iniziai a camminare più velocemente, magari per trovare un'altra fermata o magari una metropolitana.
"Non credo che una persona fine e raffinata come te dovrebbe girovagare per questo quartiere."
Senza nemmeno accorgermene sobbalzai per lo spavento notando che il riccio mi si era parato davanti.
"Porca di quella puttana che spavento!"
"Mh...questo è stato poco fine."
Gli lanciai un occhiataccia che lo fece scoppiare a ridere.
"Oh si simpatico, mi spieghi perché continui a ritrovati sulla mia strada? Cosa sei uno stalker?" dissi sospirando e continuando a camminare.
Il riccio mi seguì con passo veloce e felpato.
"Mh, credo sia soltanto una piacevole coincidenza."
Lo guardai con la coda nell'occhio e notai che nonostante non fosse ad un evento importante, manteneva comunque una certa eleganza.
Camicia bianca, skinny neri, e stivaletti avani.
Buttò la testa in avanti per poi prendersi prendere il ciuffo tra le dita e spostarlo all'indietro per sistemarlo.
Sospirai pensando che era veramente bellissimo, per poi riportare gli occhi sulla strada.
"Stalker." Dissi per poi increspare le labbra.
"Mhh le tue labbra sono strane, usi il lucidalabbra?" disse inclinando la testa.
"Cos...No!" Dissi poi fermandomi.
"Perché mi segui?" aggiunsi poi.
"Non ti sto seguendo. Soltanto le nostre strade si sono incrociate tutto qui." dice facendo spallucce.
"Ah si? E allora dove stai andando mister 'filosofo'?" Dissi pensando al fatto che ancora non sapevo il suo nome.
"Son venuto a trovare un amico."
Sorrise ancora una volta, ma ora aveva messo anche in mostra delle fossette fin troppo tenere che mi fecero ribaltare lo stomaco.
"Certo, e come si chiama?" Dissi io fermandomi e guardandolo con un sopracciglio alzato.
"Zayn, perché?" disse lui storcendo il naso.
Cristo se era adorabile.
"Mh, veramente?lo conosco anche io, non gli dispiacerá se vengo anche io!" Dissi sorridendo.
E solo dopo qualche minuti eravamo veramente difronte ad una casa, un po malandata, ma non era malaccio.
Vecchia, ma di qualche secolo.
Sembrava uscita da un vecchio film ottocentesco.
Notai con grande sorpresa che effettivamente zayn era sull'uscio, ma non era da solo.
"Mh sarà una delle tante ragazze che si porta a casa...dio una volta l'ho beccato scopare con una ragazza sul tavolo della cucina...è stato imbarazzante." disse lui ridacchiando.
"Emh...perché mi racconti queste cose?non ci conosciamo nemmeno..." dissi io spalancando gli occhi.
Dopo qualche secondo la persona sull'uscio si girò e mi venne un tuffo al cuore.
"Liam?"
"Un ragazzo?" disse il riccio sconvolto quanto me.
Entrai dal cancelletto non curandomi del riccio che mi stava seguendo.
"Liam che cazzo ci fai qui?" Dissi io quasi urlando.
Liam si girò verso di me guardandomi stranito, passandosi una mano nei capelli.
"Emh...ciao Louis, e beh...cioè si io e Zayn...."
"Abbiamo scopato, è stato divertente." disse poi Zayn fissando il riccio "Oh, ciao Harry."
Liam si girò verso zayn alzando un sopracciglio.
"Divertente?" disse poi sbalordito.
Il ragazzo probabilmente pakistano si accese una sigaretta per poi guardare Liam e il riccio alternando.
"Mh, si non avevo mai scopato con un ragazzo, e si è stato un esperimento divertente." disse tirando una boccata di fumo.
"Mi stai dicendo...che sono stato solo un esperimento?"
Liam sembrava sul punto di piangere mentre si stringeva nel suo parka avano.
"Liam, giusto per precisare..." disse Zayn.
"...io sono etero."
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