3.17Black.

"Ti ha licenziato?"
Ero senza parole.
Certo, Niall aveva fatto scatenare una rissa ad un ricevimento organizzato dalla regina in persona ma non pensavo che avrebbero individuato proprio la persona che lo ha fatta iniziare.

Io e il biondo camminavano per il parco che si trovava davanti alla scuola, dirigendoci verso quello che da anni ormai era il nostro posto preferito.
A quell'ora del pomeriggio il sole era abbastanza alto da eliminare qualsiasi traccia di ombra in giro, ma grazie a Niall qualche anno prima scoprimmo che, quando il parco venne ristrutturato, un piccolo gazebo con le colonne in marmo e delle ringhiere ornamentali nere, venne abbandonato a se stesso.

La scena che si presentava era al quanto artistica.
Col tempo le piante sono cresciute intorno alle colonne e dei rampicanti erano intrecciati alle sbarre nere e finemente modellate.

Gran parte del gazebo si trovava immersa nell'ombra grazie al gigantesco albero secolare cresciuto dietro.

Nessuno si era mai preoccupato di questo spettacolo della natura, o quanto meno nessuno ha mai provato a sapere quanto vecchio fosse.

Sembrava che la gente non riusciva a guardare le cose come le guardavo io.

Per me ogni cosa celava una storia.
Dalla più strana alla più normale.
Dalla più interessante alla più noiosa.
Dalla più misteriosa alla più paurosa.

"Louis mi stai sentendo?" Niall mi diede qualche colpetto per cercare di farmi riprendere.
Non c'era nessun verso.
Qualsiasi cosa era oggetto di distrazione per me.

"Come una scimmia in un campo di banane" Dissi senza accorgermi del fatto di aver parlato ad alta voce.

"Umh...si, se proprio la vuoi definire così..." il biondo alzò un sopracciglio visibilmente divertito.

"No, scusami Ni, non ti seguivo, stavo pensando ad una cosa." disse senza nessun problema.

Niall sapeva meglio di me come era difficile tenermi concentrato su un argomento, ma non gli dava fastidio.

Qualche volta si voleva far spiegare tutto, per paura che pensassi ancora alla morte dei miei genitori, o che cadessi di nuovo in depressione....ma questa è un altra storia.

"Si....amico non voglio sapere come ci siano finite scimmie e banane nella tua testa, ma stavo parlando di Sophie e del fatto che non mi vuole parlare. Dice che ho fatto una scenata inutile, che lei non è mia e non ho diritto di controllarla e bla bla bla. Pensa non mi ha detto niente per il fatto che gli ho dato della stupida meretrice." disse lui tutto di un fiato come se volesse riassumere tutto il più velocemente possibile.

Tutto ciò lo faceva stare male.
Era visibilmente afflitto e sembrava come se non parlasse molto volentieri.

"Ma sei riuscito a vedere con chi stava ballando? Cioè voglio dire, non avrai fatto mica tutto questo macello per poi rimanere con un pugno di sabbia." Dissi iniziando a calciare dei ciottoli di pietra per poi entrare nel gazebo.

"beh, ti dirò la verità non ho capito chi è... Sono solo riuscito a vedere com'era....all'incirca" disse lui portandosi l'indice alla bocca, e iniziando a torturare coi denti quel poco di pelle che contornava l'unghia.

"Beh? Com'era questo don Giovanni?"
Mi sedetti sul bordo della ringhiera aggrappandomi alla colonna.

"Beh...era...alto, si sicuramente alto, poi aveva dei capelli lunghi e ricci, e sembrava avesse gli occhi verdi...oltre questo non ricordo altro."

Mi sentì quasi girare la testa quando l'immagine che si formò nella mia mente assomigliava in tutto e per tutto al misterioso tizio mascherato che mi ha trascinato via dalla marmaglia di gente.

"Ne sei proprio sicuro?" la mia voce era instabile, ma fortunatamente riuscì a nasconderlo bene.

"Beh si... Poi non ricordo nemmeno cosa è successo dopo, è tutta una serie di immagini sconnesse e senza senso." disse scrollando le spalle.

Si avvicinò a me iniziando a tamburellare con le mani sulle mie gambe provocando probabilmente l'unico rumore nel raggio di qualche metro, oltre il frusciare intenso delle foglie dell'albero secolare.

"Ma tu ci pensi mai che forse dovremmo provare a cambiare tutto? Sai...quest'aria non fa bene ne a me ne a te."

Il biondo sembrava parlare come se stesse tenendo questa cosa dentro da tanto tempo.
Come se non gli fosse passata per la testa giusto in quel momento.

Ci avevo pensato anche io a dire la verità.
L'essere etichettato, il cercare di vivere una vita normale, il cercare di suonare il piano perché è la propria vita e non perché è una stupidissima regola.

Come si fa a non essere mai contenti di quello che si ha?

Si è diventa delle persone tristi, e ne ero consapevole.
Ma qualsiasi cosa provassi a fare per rendere ciò che mi circonda più adatto a me, sembrava rivoltarsi contro di me.

"Niall...un giorno lo faremo, te lo prometto, infondo da dopodomani inizio il mio ultimo anno di università... Dopodiché potremmo vivere la nostra vita come si deve."

Dissi senza pensarci due volte.

Tutto sembrava molto bello visto in quel momento.
Tutto quello che avevamo immaginato sembrava essere una perfetta vita.

Ma ovviamente, nessuno sa cosa ha in serbo il destino.

Qualche ora dopo

"Niall vedi di muoverti, se proprio vuoi andare a quella serata ti devi sbrigare."

Ovviamente Niall, da spirito libero che era, aveva deciso di andare alla serata del 17Black per festeggiare per un futuro prospero.

E ovviamente aveva deciso di trascinarmi con lui.

"Stai tranquillo, non esiste il ritardo in una discoteca, e poi ti ricordo che dobbiamo passare a prendere Liam e Josh"

Si era fatto già buio fuori, e le strade di Londra erano in fermento.

E per la prima volta mi sentii fortunato a dire "non ho la patente".

Ebbene si.
23 anni e non ho la patente.
Un po triste eh?

"Cristo che serata, scommetto che sono tutti studenti che escono per l'ultimo giorno di vacanze."
Il biondo quasi mi malediva per la mia scelta, ma date le circostanze, e il fatto che sono molto ansioso, girare in una città trafficata piena di pazzi decelebrati non era uno dei miei sogni proibiti.

Infatti un paio di volte Niall si ritrovò a frenare per evitare dei ragazzi che non guardavano mentre attraversavano la strada.

"Dio santissimo, non credo di riuscire a non prendere i prossimi, un po per soddisfazione personale, un po perché, devo essere sincero, mi sono rotto il cazzo, solo che poi dovrei anche pagare."

Mi scappò una risata pensando principalmente a due cose.

"Non puoi biasimare le persone che confondono "l'assicurazione sulla vita" con "Immortalità", ma più che altro, pensa al fatto che è ancora la strada per andare a prendere Josh e Liam, pensa a quando dovremo andare al 17Black."

Adesso il biondo sembrava quasi disperato, come se non ci avesse pensato prima.

Però avrebbe fatto questo ed altro per Josh, e indirettamente anche per Liam, il fratello di Josh.

Avevano fatto tanto per lui, o almeno, avevano fatto abbastanza per diventare parte fondamentale della vita di Niall.

Niall era stato affetto da sindrome della personalità multipla fino ai 17 anni.

Questo lo portava ad avere comportamenti talvolta strani e ,anche se raramente, inquietanti.
A scuola non veniva visto di buon occhio.

Veniva insultato e preso per pazzo.
Gli unici che sono stati vicini a lui per tutto il tempo eravamo io, Liam e Josh.

Dopo una terapia durata qualche anno è riuscito a stabilizzarsi, anche se tutt'ora continua ad avere degli attacchi di panico.

Certo non è frequente come una volta...
Senza rendermene conto eravamo sotto casa Payne ad aspettare i due.

"Non lo so Louis...si prospetta una serata interessante." disse vedendo i due scendere da casa con un ragazzo che non avevo mai visto.

O forse....

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