2.PrinceCharming
Erano ormai ore che la sala, adornata da tende dorate e tavoli con tovaglie bianco panna, straripava di gente, la quale non rappresentava neanche l'un quarto degli invitati.
Le dita mi dolevano, ero infatti in un angolo sperduto dell'immenso stanza a massaggiarmele, isolato da tutto e tutti, sull'uscio della porta finestra che dava sul balcone del piano.
Osservavo Niall in lontananza, muoversi con straordinaria agilita tra i tavoli, servendo alla numerosa marmaglia di persone che brindavano e discutevano di politica.
Erano tutti vestiti in modo molto stravagante.
Sembrava di essere tornati all'età vittoriana.
Merletti, gonne ampie e voluminose e decorazioni dorate e ricamate.
Si sentiva l'aria di alta borghesia fin da un chilometro di distanza.
Ed è in momenti come quello che una parte di me sentiva un richiamo quasi biologico, attratta da tutto ciò che doveva far parte della mia vita, mentre l'altra parte di me gli teneva testa cercando di convincerla di non appartenere a quel mondo.
O almeno non più.
La brezza fresca che mi accarezzava il volto mi culla a facendomi godere ancora di più quel momento di pace e di tranquillità, che sembrava non finire mai.
Il sole sembrava quasi non esserci.
Se non ci fosse stato un tenue bagliore a decorare il cielo, avrei potuto benissimo dire di essere a sera inoltrata.
Una mano toccò la mia spalla facendomi sussultare.
"Tutto ok?" il biondo mi guardò con aria tra lo stremato e il preoccupato.
"Lo dovrei chiedere io a te, dio ti stanno proprio facendo a pezzi." Dissi fissandolo negli occhi riscuotendomi dai miei pensieri, notando un leggero sollievo nella sua espressione.
"Tranquillo, ci sono abituato. Tu piuttosto, preparati qualche pezzo che si possa ballare, a quanto pare hanno intenzione di organizzare un ballo in maschera su due piedi."
(Perché, su quanti piedi lo vuoi fare un ballo? *Badum Tss*)
mi rispose poi il biondo facendo segno verso un gruppo di persone che indossavano delle maschere classicheggianti.
"Cos...ballo in maschera? Cioè, non che ci siano problemi ma...perché proprio questa cosa?" rimasi un po sbalordito poiché di balli in maschera, nonostante tutto, non ne avevo mai visti, se non in televisione.
"Già. Un bel po di gente è ventuta con delle maschere, e a quanto pare, siccome i vecchi siti di incontri e appuntamenti sono ormai out, perché non fare un ballo in maschera dove il cavaliere sceglie la dama casualmente, tra delle perfette sconosciute, per poterla invitare in una danza passionale e piena di emozioni?" una nota di ironia si celava dietro la voce del biondo, e coglierla non fu troppo difficile, sopratutto perché alla fine di quello sproloquio fece una mossa artistica, imitando un ballerino sul punto di invitare la propria dama a ballare.
Mi strappò un sorriso, come solo lui sapeva fare, e dopo avermi fatto ridere per qualche minuto abbondante, con battute su famiglie di alta borghesia, riprese la compostezza.
"Bene, Tomlinson, confido in lei e nelle sue capacità musicali per far divertire i nostri ospiti." disse il biondo serio per poi sorridere e farmi un occhiolino, girandosi e andando verso le cucine.
Andai verso il piano per poi sedermi e iniziare a fissare il gruppo di gente con le maschere.
Il piano bianco oscurava gran parte della mia vista date le mie dimensioni, ma d'altro canto riuscivo a distinguere le persone, che non sembravano nemmeno molto vecchie.
Si riusciva a capire sopratutto dai visi dei cavalieri, che erano ornati solo a mezzo viso, lasciando spazio solo ad una piccola porzione di mascella e gli occhi.
Una volta che dame e cavalieri presero posto, inizia a suonare lasciando che le mie emozioni prendessero il sopravvento
Infondo è questo la musica, così come ogni forma d'arte.
Un modo per esprimere se stessi e le proprie emozioni.
Nell'arte in generale ci sono sempre due oggetti importanti.
L'artista, e l'oggetto che fa diventare parte di se, quasi come un arto aggiuntivo.
C'è chi lo fa sporcando una tela di vernice tramite un pennello, c'è chi lo fa racchiudendo tutto nelle parole tramite una penna... io lo faccio tramite il piano.
È strano pensare quanti ricordi possano contenere una sequenza di note.
Che siano i nostri, o che siano quelli dei nostri antenati.
Tramite gli spartiti di Bach, Mozart, o anche artisti moderni come Yruma o Enaudi.
Ricordi e sentimenti impressi su carta.
Ed è fantastico come nonostante la carta sia consumata e vecchia le emozioni si rinnovino ogni volta che quella sequenza di note prende vita.
E come tu possa suonare per ore e ore crogiolandoti e viaggiando tra storie infinite e piene di amore, odio, allegria, tristezza.
I miei pensieri vennero riscossi da un biondo urlante che attraversava la pista.
"Sei soltanto una lurida meretrice, Sophie Grimshaw!" gridò Niall facendo girare l'intera sala.
-Sophie? Mia cugina?-
Mi alza con tranquillità cercando di individuarlo meglio, poiché sia io che lui non eravamo molto alti, quindi ci si perdeva facilmente.
Vidi un ciuffo biondo arrivare al centro perfetto della pista, poi solo vociare.
Non riuscì a capire perfettamente cosa stesse succedendo finché un ammasso di gente non si mosse per sventrare quella che sembrava una rissa.
Urla, imprecazioni, gente adirata pronta a scattare o rilasciare un gancio sotto il mento della prima persona che l'avesse toccata.
Pensai immediatamente a Niall e subito mi buttai nella mischia.
Non mi resi conto di quanta gente c'era fino a quando non mi ritrovai a cercare sia Niall che un posto tranquillo.
Guardandomi indietro sembrava che avessi percorso svariati metri, quando invece ero appena entrato nell'ammasso di gente.
Le persone mi spingevano e mi tiravano gomitate nello stomaco, e ne sarei rimasto sorpreso se ne fossi uscito senza un livido.
Mi spostai una ciocca di capelli dalla fronte trovando infine il biondo, o almeno, soltanto i suoi capelli, poiché ci separava un muro di un altra decina di persone.
Cercai di avanzare ma una mano serrò il mio polso in una presa troppo difficile da sciogliere.
Mi girai e notai un ammasso di capelli ricci svolazzare qualche centimetro dal mio viso.
Cercai di liberarmi in tutti i modi ma niente, lo sconosciuto era troppo forte per me, abbastanza da trascinarmi verso l'uscita di quell'inferno.
Non sapevo se ringraziarlo oppure iniziare ad insultarlo.
Da una parte mi stava salvando da un occhio nero, ma dall'altra mi stava facendo perdere di vista Niall.
"Lasciami! Ho detto lasciami devo riprendere Niall!" ma nulla.
Il riccio non si faceva pregare.
Continuava a portarmi fuori dall'ammasso di gente.
E dopo qualche secondo, tra spintoni ed altro riuscì a vedere la vetrata del balcone.
Il riccio però virò dirigendosi verso quella che sembrava essere una porta di servizio.
Dopo aver attraversato la porta ed averla chiusa ci fu un attimo di pace.
"Si può sapere chi sei? E sopratutto perché mi hai portato qui?" Dissi riprendendo fiato.
Mi era un po difficile respirare perché l'ambiente era molto ristretto e puzzava di umido.
Le scale per uscire erano illuminate dalla porta aperta al piano inferiore ed erano probabilmente l'unica fonte di areazione.
Il riccio non disse nulla, perciò mi girai a guardarlo rimanendo sorpreso.
Solo allora mi accorsi che i suoi occhi smeraldo brillavano persino al buio, e la sua mascella era ben definita.
Era alto, e magro, con una portanza elegante che allo stesso tempo ti metteva in soggezione.
Nonostante ciò non riuscivo a vedere i piccoli dettagli del viso.
Cercai di dire qualcosa ma non ci riuscivo.
Come faceva una persona ad essere così bella anche con una maschera in viso?
Il riccio camminò verso le scale senza dire una parola.
"Non posso sapere nemmeno il nome del mio cavaliere?" Dissi con aria tra l'ironico e il cortese.
Il riccio si fermò facendosi scappare una risatina, per poi scendere le scale e dileguarsi attraverso la porta.
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