Capitolo 5

Spencer anche quella mattina si alzò alle cinque e mezza.
Silenziosa, per non svegliare nessuno, si infilò in bagno e pochi minuti dopo riemerse avvolta in un accappatoio con il suo nome è il numero 7 stampati sulla schiena.
Con le ciabatte in mano si diresse verso la porta finestra che dava sul giardino.
Prima di uscire si fermò per indossare le ciabatte e poi, sempre cercano di fare meno rumore possibile, si diresse verso la piscina sul lato ovest del cortile.
Dopo essersi tolta l'accappatoio e averlo poggiato su una panchina poco distante si avvicinò al trampolino.
L'acqua cristallina ancora immacolata rifletteva la sua figura slanciata e muscolosa.
Con poche mosse indossò la cuffia e gli occhialini.
Prima di entrare in acqua si preparò psicologicamente al contatto con l'acqua sicuramente gelata.
Infatti, quando si immerse tutta in una volta, le sembrò di star morendo.
Poi, per contrastare il freddo, iniziò il riscaldamento che sapeva ormai a memoria, dopo tutti gli allenamenti fatti nel corso della sua vita.
Una serie da 4×100 a stile e una da 4×100 misti dovevano alternarsi fino a quando i muscoli non erano completamente caldi.
A quel punto cominciava il lavoro solo gambe e solo braccia.
Quando Madison si affacciò alla finestra, turbata dall'incubo da cui era uscita qualche istante prima, vide una ragazza che si tuffava dal trampolino prima di scomparire sotto l'acqua.
Non riuscendo a distinguere bene chi fosse si lavò velocemente il viso prima di vestirsi e scendere pure lei.
Arrivata alla porta si bloccò.
Aveva paura di rompere quella strana atmosfera che non aveva mai esperimentato.
Spencer stava nuotando a delfino.
Le sue braccia si aprivano verso l'esterno per poi trafiggere nuovamente l'acqua parallele alla testa.
A vederla da dietro era così poco femminile da rendere impossibile sbagliare persona.
Madison si andò a sedere sulla panchina su cui Spencer aveva poggiato il suo accappatoio.
Prese un libro e si nascose dietro ad esso facendo finta di leggere metre invece osservava rapita i movimenti della bionda.
La verità è che era attratta da tutta quella potenza concentrata in una persona.
Era quasi come un concerto Rock silenzioso.
Vederla nuotare ti faceva schizzare l'adrenalina alle stelle.
Quando si accorso che la ragazza stava uscendo dalla vasca abbassò al testa sul libro che teneva in mano.
Spencer si tolse gli occhialini e la cuffia e sciolse i capelli che le ricaddero sulle spalle.
Mentre gli strizzava si accorse della mora seduta sulla panchina.
Con passo felpato si avvicinò e mentre si metteva l'accappatoio commento saccente: -Nessuno te l'ha mai detti che i libri si leggono dritti?
Poi mentre si avviava verso la casa prese il libro che Madison aveva in mano, lo girò e glielo riporse dalla parte giusta.
Dopo essersi fatta una doccia fermò i capelli ancora umidi in una treccia e si diresse in cucina.
Poggiato sul tavolo il quaderno nero sembrava volerla attrarre.
Dopo essersi servita una porzione di cereali e una frutta si sedette al tavolo.
Aprì il diario alla prima pagina vuota e con la penna in mano pensò a cosa potesse mai scrivere.
Eppure le sembrava tutto così personale, privato, che solo dopo pochi minuti passati a riflettere poggiò la penna sul tavolo e prese in mano il cucchiaio.
Non era ancora giunto il momento giusto per aprirsi, e forse non sarebbe mai giunto.
Mentre immergeva il cucchiaio nel latte e cereali notò una pagina del diario che non aveva ancora letto.
Curiosa si immerse nella lettura.
Violet ha parlato della sua famiglia, quindi credo sia giusto che ora io vi racconti della mia.
Ho due sorelle e due fratelli.
La più grande si chiama Emily e ha diciannove anni.
È simpatica ma non ci parlo troppo, è sempre fuori con le sue amiche.
Di un anno più piccolo è Mike.
Scorbutico come pochi ma in fondo è molto dolce e protettivo.
Come quella volta che ha picchiato l'ex di Emily che ci provava ancora con lei dopo averle spezzato il cuore.
Noi lo (Mike eh) soprannominiamo l'armadio vivente perché è davvero molto alto e muscoloso.
Un poco come Spencer solo al maschile e con i muscoli fatti in palestra.
La più piccola è Mary che ha solamente dieci anni.
La adoro e dire che la vizio è inutile, lo capisce anche un cieco. Da quando è piccola ogni sera le leggo un capitolo di un libro.
All'inizio era Harry Potter ma poi quando è finito ho scelto di leggerle Percy Jackson.
Poi c'è il mio gemello.
Thomas.
È insopportabile per definizione.
Insomma chi sopporta il proprio gemello?
Però quando vuole è davvero simpatico.
Spesso giochiamo insieme ai suoi stupidi videogiochi però lui in cambio mi accompagna a tutti i raduni che voglio.
Da sola mamma non mi lascerebbe mai andare.
Mi sembra uno scambio equo.
Poi ci sono mamma e papà.
Mamma è un'insegnante e ci tiene molto alla nostra istruzione.
Non fa altro che ripeterci che dobbiamo studiare di più e giocare di meno.
Come se passassi tutto il giorno a non fare nulla.
Però almeno sa cucinare davvero bene.
Papà è avvocato e io lo adoro.
È bravissimo ad ascoltare, forse per il suo lavoro, e mi consiglia sempre le cose giuste da fare.
È lui che mi ha passato l'amore per la lettura e forse anche per questo lo adoro.
Infine c'è Felpato.
Okay immagino che nessuno abbia capito chi sia.
Comunque è il nostro cane.
È troppo bello e io lo adoro.
Stranamente non l'ho proposto io il nome ma Mary.
Eheh la nuova generazione di fangirl cresce. -J
Spencer si impose di finire di leggere.
Ma neanche alla fine le scappò un sorriso.
Lì in mezzo, nelle parole di Jane c'è qualcosa che l'aveva colpita nel profondo e non era il fatto che si essere stata paragonata a Mike.

Angolo autrice.

Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.
Mi scuso se è incentrato tutto su Spencer ma sto cercando di presentare in qualche modo tutte le ragazze meglio che posso.
Se volete scrivere una short di quelle che leggono la sera contattatemi in direct.
Ultima cosa.
Sto aggiornando molto spesso ma non vi assicuro che sarà sempre così.
Alla prossima.
Lily

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