LIKE A WHISPER
ispirandomi alla canzone di Zucchero, Un Soffio Caldo che vi consiglio d'ascoltare rileggendo la Fic.
L'alba e i granai,
filtra di qua dal monte.
Piano si accende,
striscia e dà vita al cielo.
Scende e colora
vivida il fiume e il ponte.
I raggi del sole filtravano attraverso le copiose fronde degli alberi fioriti, che ombreggiavano il prato smeraldo scuro.
La tunica argentea di Albus riluceva illuminata, brillante, come una stella.
La barba bianca era legata da un elegante cordino in pelle, gli occhiali a mezzaluna velavano gli occhi chiusi, il sollevarsi del petto tradiva il respiro fievole.
Appoggiata a lui, Minerva inspirava il suo profumo a pieni polmoni.
I capelli neri erano sciolti e vagavano nell'erba, il capo era reclinato dolcemente sul torace dell'amato, gli occhi dello stesso colore del prato brillavano illuminati dal sole.
Le loro mani erano intrecciate, le dita candide e affusolate non avevano alcuna intenzione di separarsi.
Oh è tempo per noi di andare via.
Un respiro d'aria nuova.
Chiudo gli occhi e sento di già
che la stagione mia si innova.
Un soffio caldo che va,
un sogno caldo che va.
Le accarezzò i lisci capelli corvini che profumavano di gelsomino e limone e percepì il battito del suo cuore farsi più intenso.
Lei si mise a sedere, fissandolo con gli occhi felini. Smeraldo che si perdeva nello zaffiro, terra e cielo.
Albus accennò un sorriso e osservò compiaciuto il comparire di fossette infantili sulle guance scavate della donna. Si avvicinò a lui e, sospirando, sfiorò le sue labbra con un bacio leggero.
L'uomo mormorò qualcosa al suo orecchio e una risata argentina risuonò per la foresta.
Tintinnio di dolci campanelli, cinguettare d'usignoli, limpidezza d'acqua. La risata della sua Minerva.
Sogni che a volte
si infrangono al mattino;
spengono l'alba, ci spengono pà.
Ma quanti cani
mordono il nostro cammino.
Ohoh, ma i sogni sai non dormono mai.
Lo stesso scampanio lo destò.
Il viso candido dei suoi sogni, dai lineamenti sottili ed austeri, lo fissava.
Sbatté le palpebre e sorrise.
La donna lo imitò e sillabò un buongiorno con le labbra.
Posò un vassoio argentato carico di prelibatezze sulle lenzuola tiepide del loro amore.
«Dormito bene?».
«Divinamente, mia cara».
Un respiro d'aria buona.
Chiudo gli occhi e sento di già
che la stagione mia ritrova
un soffio caldo di libertà
Ohohoh, la libertà.
«Sognavi?».
«Sì, era un bellissimo sogno. Perché ho sognato te».
«Oh Albus, sei un adulatore».
«Direi che non ti rendo abbastanza giustizia», ridacchiò lui mentre riceveva lo stesso leggero bacio del sogno. Assaporò le sue labbra che sapevano di tè e biscotti. Gli stessi biscotti che Minerva conservava gelosamente nella sua scatola scozzese.
Le cinse la vita con un braccio, impendendole di alzarsi di nuovo.
«Resta ancora».
«Hogwarts sarà già in fermento. E' nostro dovere occuparci della scuola».
Il suo lato pigro emerse. «Resta con me», implorò, «Per favore».
La donna sbatté rapida le palpebre, velando gli smeraldi con le ciglia scure.
«E' un ricatto?», domandò.
Lui l'attrasse a sé, adagiandosi tra le lenzuola. «No, è un rapimento».
Sotto un cielo d'aria nuova
apro gli occhi e sento di già,
sento pace nell'aurora.
Un soffio caldo di libertà,
Un sogno caldo di libertà
ohohoh, la libertà.
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