LA PAURA DI MINERVA
La scuola era deserta. Tutti se n'erano andati per le vacanze estive, anche la maggior parte dei professori erano andati a far visita ai parenti. Tranne lei. Non le erano mai piaciute le feste, gli si dava troppa importanza. Minerva si concesse un'uscita nel Parco di Hogwarts, per distrarsi dalla faticosa vita della scuola. Aveva una montagna di compiti da correggere, ma al momento non ne aveva assolutamente voglia. Si diresse verso il lago e si fermò a debita distanza dall'acqua. Restò a contemplare il paesaggio per alcuni minuti, poi una mano le sfiorò la spalla. Un brivido percorse la schiena di Minerva che ebbe un sussulto a quella visita inaspettata. In seguito una voce familiare la tranquillizzò che non c'era nessun pericolo.
"Minerva, pensavo fossi dentro, rinchiusa nella tua stanza a correggere montagne di compiti" disse il vecchio Preside ridacchiando. Minerva si girò infastidita dal commento e lo guardò offesa.
"Suvvia, Minerva...stavo solo scherzando!" si scusò Silente
"Permette?" chiese poi porgendole un braccio e Minerva accettò poggiando il proprio braccio sul suo e costeggiando la riva del lago. Silente si avvicinò subito all'acqua come un bambino e con una mano ne schizzò un po' verso Minerva, che si ritrasse con una smorfia irritata.
"Minerva, per amor del cielo, potresti scioglierti ogni tanto, non c'è nessuno che ti possa criticare in questo momento!" Ma non era quella la causa del suo gesto, almeno non era quella principale.
"Minerva, attenta!" Era troppo tardi. La professoressa non vide la radice di un albero e ci inciampò, cadendo in acqua. La strega si ritrasse subito spaventata e Silente le si avvicinò leggermente preoccupato.
"Tutto bene?" le chiese mentre con un gesto della bacchetta la puliva dal fango e dall'acqua. Dopo aver visto che non si era fatta niente, Silente scoppiò in una fragorosa risata. Minerva si alzò di scatto irata e stava per voltarsi le spalle e incamminarsi velocemente verso il castello, quando il Preside la trattenne per un braccio e le rivolse un sorriso tenero, per chiederle scusa. Minerva si addolcì un attimo, ma era comunque arrabbiata.
"Vuoi continuare a camminare con me?" le chiese speranzoso. Minerva esitò un attimo, non voleva che la prendesse in giro per ciò che era successo, ma nel contempo voleva stare un altro po' con lui.
"Prometto che non ti prenderò in giro!" le propose, anche se ridacchiando ancora.
"Promettilo" rispose secca, come se non avesse alternative.
"Prometto!" disse portandosi una mano al cuore con fare pomposo "Io, Albus Silente, prometto di non prendere in giro Minerva McGranitt per ciò che è appena successo" In questo modo riuscì a strappare un sorriso alla strega che si avvicinò a lui e lo prese a braccetto. Dopo un po' si rivolse a lei con fare pensoso.
"Minerva...ho visto che quando sei..." represse a stento un risolino e la professoressa lo guardò male "Che quando sei caduta nell'acqua ti sei subito alzata...quasi spaventata...mi vorresti dire che cosa ti faceva così paura?" Minerva si irrigidì e un lieve rossore le si sparse sugli zigomi.
"Niente mi faceva paura!"rispose seccata, ma poco convinta.
"Minerva...a me puoi dire qualsiasi cosa, ti assicuro che non c'è persona che sappia tenere i segreti meglio di me!" cercò di convincerla.
"Ti dico che non avevo paura di niente! E poi lo so che sai mantenere i segreti" rispose stizzita.
"Minerva..."insistette guardandola da sopra gli occhiali a mezzaluna
"Albus! Per amor del cielo, non ti mettere in mente strane idee! Non avevo paura di niente e credo che questo possa bastare!". Silente stette in silenzio per un attimo e a Minerva non piacque molto, ma non se ne preoccupò troppo. Alla fine lui la prese per un braccio e la tirò delicatamente verso l'acqua. Una volta vicini vide Minerva irrigidirsi leggermente.
"Minerva...potresti gentilmente trasformarti?" le chiese come un bambino curioso di un nuovo oggetto. Minerva guardò un attimo l'acqua ai suoi piedi e non sapendo bene cosa rispondere lo aggredì.
"E perché mai dovrei farlo?!" Silente si accorse del tono di voce della professoressa e cercò di assumerne uno dolce, quasi di supplica.
"Suvvia Minerva...un piccolo favore per un tuo vecchio amico..."
"Prima voglio una spiegazione su ciò che vuoi fare poi potrei anche decidere di trasformarmi" "Solo un piccolo esperimento...dai Minerva, te ne prego..." Minerva guardò per un ultimo istante l'acqua e chiuse gli occhi, cercando di trasformarsi in un gatto.
"Fatto, adesso sei contento? Posso ritrasformarmi?"
"No, non ancora. Potresti avvicinarti di più all'acqua, per favore?" Questo era troppo. Aveva superato il limite. Si ritrasformò immediatamente e si girò avviandosi verso il castello. Silente si era accorto di aver fatto arrabbiare la donna. La trattenne ancora per una manica e cercò di spingerla fra le sue braccia, ma lei restava ferma. Così si avvicinò lui.
"Riuscirai mai a perdonare un vecchio matto come me?" chiese con voce dolce e senza aspettare risposta si chinò su di lei e appoggiò le sue labbra su quelle della donna, per poi baciarla intensamente.
"Oh, Albus..."
"Volevo solo sapere che cosa ti turbava..." cercò di scusarsi lui, ma con un tono che lasciava intendere che voleva ancora scoprirlo.
"Albus, per una volta tanto non potresti farti gli affari tuoi?" gli chiese acida
"Non sono io che mi infilo negli affari degli altri, sono gli affari degli altri a venire da me!" rispose con un sorriso. Minerva vedendo quell'uomo così intenzionato a scoprire la verità cedette, sapendo che avrebbe perso, anche se lei era Minerva McGranitt. Sospirò pesantemente e lo guardò negli occhi.
"Vedi è che...promettimi di non dirlo a nessuno"
"Promesso!" rispose immediatamente, impaziente di sentire la risposta, come un bambino curioso che sta per ricevere il regalo tanto desiderato.
"E' che io...ho paura" rivelò con imbarazzo
"Hai paura di che cosa?" domandò anche se aveva capito bene di che cosa
"Albus, non prenderti gioco di me!"
"Cara, ti assicuro che non ti sto prendendo in giro. Proprio non capisco di che cosa tu debba aver paura! Se mai è qualcun altro ad aver paura di te!" commentò con una risatina. Minerva lo guardò ormai arresa a quelle sue stranezze.
"Albus hai capito benissimo che ho paura dell'acqua!"
"Ah, dell'acqua!" disse fingendosi stupito "E posso sapere anche il perché?"
"Non c'è un perché preciso. Ho paura e basta e adesso non voglio più parlarne" disse decisa
"Oh no no!" esclamò allarmato il Preside "Bisogna parlarne! E' l'unico modo per superare la paura" Minerva lo guardò accigliato, per una volta sperava che scoppiasse a ridere, ma lui restò impassibile aspettando che lei andasse avanti.
"Ti dico che non è alcuna voglia!"
"Vorresti ascoltare la mia teoria?" chiese speranzoso
"Non cred..." azzardò la vicepreside
"Ascoltami per lo meno!" insistette con un brillio divertito negli occhi.
"E va bene..." rispose stancamente lei
"Sai Minerva cara, credo che sia dato dalla tua straordinaria dote di poterti trasformare in uno stupendo gatto soriano!" esclamò il Preside eccitato. Minerva arrossì dall'esclamazione e abbassò lo sguardo, ma si riprese subito chiedendo:
"In che senso "dalla tua dote di poterti trasformare"?"
"Nel senso mia cara che, come tutti sanno, i gatti hanno paura dell'acqua e quindi tu, riuscendo a trasformarti in un gatto hai "ereditato" questa loro caratteristica, capisci?"
"Certo che capisco!" Lui le sorrise malizioso e per un attimo Minerva ebbe paura di ciò che aveva in mente Silente, ma non poté protestare che lui l'aveva già presa per la vita e spinta in acqua insieme a lui.
"Albus!" gridò furiosa una volta riemersa dall'acqua bassa "Ti ho appena spiegato che ho paura e tu cosa fai? Mi butti in acqua! Ma dico io, sei per caso impazzito?!? Come ti sei permesso di fare una cos..." Ma non finì la frase che lui la prese per le spalle e la baciò profondamente.
"Promettimi di non farlo più" implorò lei cercando di uscire velocemente dall'acqua.
"Non so se riuscirò a mantenere la promessa" disse prendendola per un braccio e ributtandola in acqua fra la sue braccia. Lei cercò di distaccarsi per uscire dall'acqua, ma lui la teneva forte e alla fine si arrese cercando di stare il più stretto possibile al suo petto e chiudendo gli occhi. Restarono lì, abbracciati nell'acqua fino a sera, quando iniziava ad alzarsi un vento fresco. Uscirono velocemente per asciugarsi e ritornare in fretta al castello dove li stavano aspettando. Prima di varcare la soglia, Minerva fermò Silente e gli mormorò:
"Grazie"
"Di nulla, mia cara. Quando posso essere utile!" rispose sorridendo e guardandola dolce da sopra i suoi occhiali a mezzaluna e si baciarono per un'ultima volta prima di entrare nel familiare castello.
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