Tu, il mio periodo blu / Yatora x Yotasuke

Incredibile, che come per un ragazzo in quei giorni senza ispirazioni, ora stesse seduto tutto solo in una sala di arti, a contemplare il foglio bianco e i vari colori che macchiavano la tozza. Sospirò e spostò lo sguardo verso la finestra lasciata un poco aperta, dove il sole pomeridiano di quel maggio colorava il manto blu, colorato di alcune pennellate di bianco che con la leggera corrente scorrevano come le onde di un fiume.

Ci voleva qualcosa che riuscisse ad illuminare quella speranza di poter ritrovare- anche se in un briciolo - ciò che da un paio di mesi a quella parte aveva ben perso. Rivoleva il suo periodo blu. Quel periodo dove i colori si riaccendevano, dando vita a un quadro pieno di una raggiante vita. Qualcosa che gli facesse nuovamente ritornare quella giusta ispirazione.

Alla fine decise di lasciare stare per quel giorno. Che tanto era inutile a stare lì e crogiolarsi nella speranza di poter mettere su qualche pennellata di colore. Tanto sforzarsi non sarebbe servito a nulla. Anzi, avrebbe solo peggiorato ulteriormente quella situazione.

Sospirò, dopodiché si alzò dalla sedia, stando ben attento a non farla stridere sul parquet e alla fine, in silenzio e sconsolato lasciò la stanza.

***

Quel pomeriggio Yatora decise di recarsi in un qualche museo di arti aperto. Giusto per trovare qualche ispirazione per il concorso di disegno scolastico in cui si era iscritto e per cui da giorni e mesi cercava di lavorarci su.

Girando per i corridoi, spesso si incanatava a guardare varie opere famose, immagginandosi cosa oltre in quelle pennellate si nascondesse. Che tipo di storia dietro si celasse. Cosa in quel momento, nella mente, del creatore vi fosse passato. Poteva essere un qualcosa che avesse a che fare con un loro vero e proprio fatto ? Be, poteva pure essere. Niente veniva dato per scontato.

Ma poi, presto, il suo sguardo si posò su un qualcosa che aveva attirato la sua attenzione. Qualcosa di malinconico e solo. L'espressione di quel ragazzo che sembrava essere uscito da uno di quei dipinti, che tanto lo avevano rapito, dietro molto probabilmente nascondeva qualcosa. Il ragazzo aveva una pelle delicata e bianca come il latte, incorniciata da dei corti capelli corvini, separati da due ciuffi a tenda sulla fronte, a dare più magnetismo in lui, erano anche i due grandi occhi blu.

Yatora dischiuse le labbra e strinse le mani in pugni leggeri. Voleva parlargli. Chiedergli il nome. Ma tutto ciò che fece, invece, fu soltanto rimanere in silenzio. Così quel giorno perse la possibilità di sapere quel qualcosa su quel ragazzo e si chiese se un giorno lo avrebbe più rivisto.

Che razza di imbeccille che sono
Sussurrò tra sé e se per poi molarsi una manata sulla fronte.

***

Giorni successivi...

Fu in una di quelle giornate torride, che lo rivide. Seduto a quel tavolino del bar a bere del caffè, i suoi occhi ancora per una volta ebbero la fortuna di ammaliarsi di quella bellezza autentica. Rara. Che solo in lui riusciva a intravedere. Il ragazzo dalla statura bassa se ne stava seduto in quattro tavolini più in avanti, tutto concentrato su un artbook che davanti a sè teneva aperto. Una matita " h" che teneva in una mano, lo sguardo basso e le sopracciglie corrugate. Sembra più perso in un suo mondo di confusione e indecisione. Ma perché pur non sapendo il suo nome, in mente non gli risuonava altro che il suono soave di " Yotasuke ? " Perché?

Il platinato, incrociò le braccia al petto e sospirò, lasciando che per un momento i suoi occhi si chiudessero. Indeciso se disturbarlo, oppure no. Ma quando deciso riaprì gli occhi, non scorse più quella figura.

Lui, lo sconosciuto, sembrava essersi volatilizzato nel nulla. Come se fosse stato soltanto un immaginazione. Una piccola illusione mai esistita.

Possibile che tutta quella fissazione nei suoi confronti, altro non fosse solo stato che il volere sapere chi fosse ? Possibile che tutto ciò, lo avvese soltanto portato a immaginarsi le cose ?

Alla fine, decise soltanto di andarsi a fare una passeggiata per schiarirsi un poco le idee. Ma una volta lasciati i soldi sul tavolino e l'aver preso ad avvicinarsi alla porta d'uscita. Quel artbook lasciato su quel tavolino attirò la sua attenzione. Decise di avvicinarsi e volendo sapere se sopra fosse inciso il nome, lo aprì. Nella prima pagina notò un coniglio disegnato bene. Guardandolo bene sembrava essere fatto in 3D, sembrava che a momenti potesse schizzare fuori dal foglio, ci passò sopra la mano e in fine folgorato da tanta bravura, continuò a sfogliare un po' i diversi fogli. Ma in tutti quei disegni, non c'erano altro che solo conigli. Che forse un poco quegli esserini lo rappresentassero?

E finalmente dopo tanto trovò ciò che stava cercando. Sotto al disegno, un poco sulla sinistra, trovò quel fottuto nome " Yotasuke ".

Continued...

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