Rosso cremisi / Ichi and Yuzu

Nel giardino delle rose, da solo osservava il colore cremisi.

Quel stesso rosso crimisi, gli ricordava vagamente al simbolo della lotta a cui il sergente Seya Ichi aveva partecipato . Stesso simbolo di perdite e tanto sangue versato dalla lotta. Simbolo di peccati da estirpare.

De peccati che comunque non aveva ripagato a prezzo costo con la sua stessa vita.

Lasciò che la codardia e il pentimento si facessero strada in lui. Come un serpente che pian piano serpeggiava dentro di te.

Codardia perché non era stato in grado di lottare, anziché, di scappare come un verme e pentimento nel non aversi fatto ammazzare quando invece l'ultima cosa che volesse era quella di vivere.

E così scomparve dalle sue amate terre per un po'. Ritornò poi lí, una volta solo che le acque si ebbero calmate.

Ma non si sarebbe mai aspettato, che al suo rientro, un ragazzino piuttosto basso, dai capelli aranciati e due grandi occhioni azzurro cielo, era ad aspettarlo davanti alla sua grande e immensa abitazione. Lui, disse soltanto che era stato mandato lí, per fargli ritornare la voglia di vivere. Con un pugno battuto al petto, quel ragazzino misterioso e apparso dal nulla giurò di prendersi cura di lui.

Ichi non poteva assolutamente credere che quel piccolo angelo fosse destinato proprio a lui. Qualcosa, nel suo cuore scalpitò. La forza di un uragano e delle quattro più potenti delle tempeste. Dentro di sé, si rinnegava che un uomo come lui, meritasse una seconda vita e di vivere .

Quante volte, gli era passato di testa l'intenzione di mettere fine a quella pura agonia. Eppure, per quanto ci pensasse, mai era riuscito a farlo.

Che quel ragazzino potesse essere la luce dopo la tempesta ?

Il piccolo lo guardò con quel suo grande sorriso e Ichi capí che sarebbe stato senza cuore non accettare quella mano d'aiuto che gli era stata tesa.

Disse solamente che avrebbe fatto del suo meglio e che non lo avrebbe deluso. Fatto stava, che forse una seconda possibilità c'era pur sempre per tutti.

Si chinò all'altezza del ragazzino e una dolce carezza gli lasciò sulla testa.

Gli prese una piccola e pallida mano nella sua, e si rialzò. Fu allora che il più piccolo sussurrò il suono nome " Yuzu ".

Nel udirlo, un piccolo e debole sorriso fece capolino sulle labbra del maggiore, che lo condusse nella sua abitazione.

In quell'istane, nel bel mezzo dei petali crimisi che col vento si lasciarono trasportare via, giurò che qualunque cosa fosse successa, si sarebbe preso cura e avrebbe protetto, amato, quel piccolo angelo.

The End.

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