L'uomo della letteratura / Miyagi x Shinobu
Cuore puro e due occhi piccoli nascosti da dietro due lenti e spesse. Così bello e distante, che per chiunque - ed era un dato di fatto - era irraggiungibile.
Spesso si chiedeva perché parlargli era così difficile. Si ripeteva sempre che adesso ci provava. Ma poi, puntualmente, lasciava perdere.
Ma per quale motivo?
Era doloroso desiderare un qualcosa che sapevi non potevi avere. Una quasi caduta nel vuoto, del quale, sapevi che in egual modo non potevi realmente schiantarti.
Era meglio lasciar stare.
Abbassò lo sguardo e osservò il libro di letteratura che sotto ai suoi occhi aveva. Le pagine che volavano per via del vento. Era una bella giornata per aver rinunciato a prendere posto in un Deor di quel solito bar. E lo stesso dove sapeva - senza sbagliarsi - che frequentava anche quell'uomo.
Gli lanciò un ultimo sguardo e come scottato da quella assurda situazione chiuse di scatto il libro e si alzò.
Superò l'oggetto dei suoi pensieri - senza nemmeno essere guardato - e lascio i soldi alla cassa, ringraziò e se ne andò.
Solo allora - per puro strano caso - l'uomo della letteratura alzò il proprio sguardo dai propri, vari, documenti sparsi qui e la sul tavolino in legno.
Una folata di vento portò via uno dei suoi figli importanti e lo fece volare lungo la traiettoria.
Miyagi si alzò per inseguirlo. Ma nel farlo il foglio finì tra le mani di qualcuno e alzò lo sguardo verso la persona.
Un ragazzino nella media, capelli biondi e due grandi occhi celesti. Addosso un jeans, delle scarpe da ginnastica e una camicia bianca sotto a un maglioncino smanicato colore senape. Pensò, che forse fosse uno studente delle università lí vicine « Grazie » disse, avvicinandosi al ragazzino.
« Questo é tuo » Shinobu gli riconsegnò il foglio perduto, ma per sbaglio le loro mani si sfiorarono. Arrossí di un poco « Sei un professore di letteratura ? chiese.
Miyagi fece cenno di sí con la testa « Mh. Più o meno. Faccio da insegnate privato. Ho notato che eri impegnato con la letteratura. Non so come te la cavi... Ma se ne dovessi aver bisogno, potrei darti un aiuto » e prese dal taschetto della giacca nera un biglietto con sopra il suo numero e gentilmente glielo offrí.
Cosa diamine stava accadendo ? Insomma si parlava pur sempre di quel Miyagi - che ossessionatamente - aspirava soltanto da lontano e che mai aveva avuto il coraggio di avvicinarsi. Davvero quel sogno lontano si era avvicinato dal così tanto - . Tutto ciò lí sembrava così finto e impossibile.
« G - grazie » rispose il biondo e prese tra le mani il biglietto e pian piano indietreggiò, sino a voltarsi e correre via, sotto lo sguardo curioso del moro.
***
É cosí alla fine aveva ceduto alla tentazione di chiamare quel famoso numero. Nella lunga attesa il cuore aveva preso a battere all'impazzata, le mani sudavano e le gambe si fecero tremanti come gelatina.
Attese che il campanello suonasse standosene alla porta. Sospirò e con sguardo deciso a mente studiò ciò che in mente doveva fare.
Il campanello suonò e il piccolo Shinobu allungo la mano al pomello della porta e l'aprì.
L'intera figura del suo amato Miyagi si mostrò in tutta la sua possenza. Era sicuro - che in quel momento - sarebbe anche potuto andare in stand by con un piccolo attacco al cuore.
« Buona sera » salutó il più grande, sempre con i suoi amati occhiali da far trasparenza ai suoi occhi e con un gentile sorriso. In quel momento fece un passo in avanti « Posso entrare ? » chiese educatamente, la valigetta nera impugnata in una mano.
Shinobu lo guardò rosso come un pomodoro - sarebbe stata una bugia, dire se adesso non fosse intenzionato a sbilanciarsi - Tanto, alla fine della fiera, che cosa aveva da perdere ? Ormai come sarebbe andata, sarebbe andata, magari con un buon suo rifiuto era stato capace di mettere finalmente due treni su binari differenti.
« É tutto okay ? »
Chiese perplesso nel notare lo sguardo intenso del biondo.
Ma Shinobu non ripose e allungò una mano alla sua cravatta nera a strisce e lo attirò a sé. Mille scosse di brividi e per la fortuna e meraviglia del più piccolo, le loro labbra si toccarono.
A sua grande sorpresa, dopo un momento di stupore e titubanza del suo amato professore, quel bacio venne ricambiato. Era difficile da spiegarlo. Ma in quel momento sembrava che mille rose rosse - nello stesso e identico momento, tutte insieme - era sbocciate dentro di sé.
Ma le spine in queste non c'è ne erano - o erano state tagliate, oppure non erano mai esistite - . Questo però era un bene. Forse non c'era stato il pericolo di bucarsi o forse sí ?
Miyagi gli cinse la schiena con un braccio e Shinobu non mollò mai la sua cravatta - nonostante questa si fosse allentata. Il bacio si sempre più approfondito e famelico, come lo erano quelle due anime che voleva imparare a conoscersi, passo dopo passo.
E chissà se magari - fra poco tempo - sarebbe sbocciato qualcosa di più forte. Ma, in fondo, lo speravano entrambi.
The End.
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