MAI ARRENDERSI (LITTLE MAC VS TIFFANY LORDS) /// PUNCH-OUT // RIVALS SCHOOL

Doveva fare presto in quanto ogni secondo passato poteva segnare la sconfitta.

Tiffany correva mentre con lo sguardo cercava il moro, la causa del suo fiatone e delle gocce di sudore che colavano fastidiose sulla fronte e sulla schiena, sembrava un radar alla continua caccia di quel suono metallico.

Lo trovò...ma non era quello sperato.

Davanti a sé un uomo con dei muscoli saldi e lo sguardo freddo fissava la bionda mentre saltellava sul posto con dei guantoni verdi, molto scuri, sopra le mani.

La ragazza scosse la testa, aveva altro a cui pensare, ma quando provò a passargli di fianco l'uomo le sbarrò il passo con il suo corpo duro come la pietra.

"Scusami".

Per la terza volta il passaggio le venne bloccato.
"Si può sapere qual è il tuo problema?!"

I guantoni rossi della bionda premtterro leggermente sui fianchi della proprietaria per segnare a gesti la sua impazienza mista alla voglia di avere fra le mani il suo obiettivo.

Poco dopo capì che il tizio era muto visto che indicò la ragazza per poi battersi il guantone sul petto e infine stese il braccio verso un ring proprio lì di fianco.

"Non adesso".

Non rifiutava mai una sfida ma come diceva il detto "mai dire mai".

Per la quarta volta il passaggio si chiuse a causa di un macigno vivente.

"Non si può fare un'altra volta?"

L'uomo scosse la testa e indicò nuovamente il quadrato per poi salirci sopra.

Va bene, sistemiamo questa faccenda.

Pensò Tiffany per poi salire sul ring e mettersi all'angolo blu, l'uomo davanti a lei indicò uno schermo gigante proprio dietro lui con scritto LITTLE MAC per poi essere sostituito dalla frase MAI ARRENDERSI.

Erano sicuramente nome e slogan del tizio.

"Tiffany Lords...e...ehm...vado di fretta".

Tirò un pugno al vuoto mentre immaginava di colpire la faccia di quel Mac decisamente poco Little.

DING!

La bionda scattò e penetrò il ventre muscoloso dell'avversario ma notò una totale assenza di reazione al colpo da parte del pugile che centrò in pieno la faccia della ragazza, quest'ultima finì seduta sul tappeto bianco mentre il naso perdeva sangue come se tutti i capillari fossero esplosi.

La slogan di Mac riapparve come se volesse incitare l'avversaria a rialzarsi e così fece.

Schivò un dritto e colpì il mento nemico con un montante che sembrò avere effetto visto che i denti del pugile erano serrati sulla protezione orale, ma ancora più effetto ebbe il guantone verde che penetrò, dal basso verso l'alto, il plesso solare della ragazza che spalancò gli occhi in quanto quel pugno sembrava una palla medica.

Un montante la spedì alle corde mentre dalla bocca colava una scia rossa che le trasferiva un sapore metallico sulla lingua.

Alzò la guardia che venne però distrutta da un gancio che le spostò le braccia come si fa con una tenda per ammirare il sole oltre il vetro di una finestra, un altro gancio le fece sputare il paradenti avvolto da saliva e sangue mentre la guancia iniziava a mostrare un intorpidimento rapido e grave.

DING!

Tiffany si sedette sulle corde mentre respirava affannosamente, era abituata ad incassare ma non dei pugni così forti sin dal primo round e da un tizio che poteva essere scambiato per un robot.

Nessuna parola, carattere freddo e pugni duri come l'acciaio.

Si sedette all'angolo dove notò un borsone nero con dentro tutto l'occorrente per la medicazione: passò il ghiaccio sulla guancia, sputò nel secchio, fermò l'emorragia dal naso, si idratò e sciacquò il paradenti per poi rimetterlo in bocca.

DING!

La ragazza tornò all'attacco con un dritto sullo stomaco, un montante e un gancio.
I colpi fecero indietreggiare Mac che scosse la testa e fece sperare alla boxer.

Infatti forse fiduciosa verso il suo bersaglio ma si ritrovò un occhio coperto da un guantone verde e il mento venne toccato con forza da un montante che la fece stendere sul tappeto con lo sguardo rivolto verso l'alto.

L'occhio centrato, il sinistro, era ormai chiuso mentre il mento sembrava essere stato dipinto di rosso, il suo avversario indicò la scritta ancora una volta e ancora una volta la studentessa si alzò.

Un gancio la rispedì nuovamente giù, stavolta stesa sulla pancia, mentre il pugile indicava la sua frase, non lo vedeva ma sapeva che lo faceva.

I guantoni rossi strinsero le corde come ganci e tirarono su il resto del corpo, ora anche l'altra guancia era intorpidita.

Il match riprese e l'uomo spinse alle corde la ragazza per poi bersagliarle la pancia con dritti all'intestino e montanti allo stomaco che costrinsero quest'ultima in clinch.

Durante l'abbraccio decise di reagire con dritti alle costole che ebbero effetto in quanto il bersaglio si contorse ad ogni pugno e permise alla ragazza di mandare a segno un dritto sul naso quando venne il momento di separarsi.

DING!

Tiffany sorrise quando notò un leggero punto rosso nella narice sinistra del suo avversario apparentemente invincibile, ma il sorriso si trasformò presto una smorfia sofferente.

La pancia era quasi nera per quei pugni durissimi, era ovvio che avrebbe retto solo per un altro round e di conseguenza doveva dare il tutto per tutto.

DING!

Caricò come un toro verso il matador ma venne respinta con un gancio che mandò sul tappeto, si rialzò subito con altro sangue che straripava dalla bocca e caricò ancora e ancora.

Finì altre volte a terra mentre il sopracciglio destro veniva coperto dal sangue causato da una ferita proprio sopra di esso e lo zigomo sinistro si ruppe con una fuoriuscita scarlatta.

Di nuovo in piedi caricò nuovamente e, schivato un dritto, fece voltare la testa del moro che reagì con un dritto che spedì la bionda alle corde.

Usò quest'ultime come una fionda e tornò dal pugile regalandogli un pugno sullo stomaco e un montante.

Un altro gancio colpì Tiffany che roteò come una ballerina per poi tornare con un gancio alle costole, visualizzato come punto debole, ne seguirono altri finché sentì un suono simile a quello che si può udire quando si calpestano i biscotti.

Un osso della gabbia toracica era rotto e ciò indebolì molto Mac che tenne un braccio basso per proteggere il lato sinistro del corpo.

Senza entrambi i guantoni i suoi colpi furono lenti e prevedibili mentre quelli della ragazza centrarono più volte il moro che finì contro le corde mentre alle sue spalle Tiffany la lesse ancora una volta.

MAI ARRENDERSI.

Un montante espulse il paradenti dalla bocca del proprietario mentre il corpo scivolava seduto e sfinito.

La vittoria era della studentessa che alzò le braccia.

"Grazie della frase amico...".

Picchiettò la sua testa con il guantone a mo di pacca.

"...ora lo imporrò come mio mantra e mai mi arrenderò".

Detto questo scavalcò le corde e riprese la sua caccia.

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