IL REGNANTE (OSWALD VS ORTENSIA) /// DISNEY

Il ring vedeva le sue corde tese da due mani nere intente a mostrare l'eccitazione del proprietario, Oswald, un coniglio dal pelo nero fatta eccezione per la faccia bianca sulla quale si poteva notare il naso nero, indossava dei pantaloncini blu mentre sulle guance si notava un rosso acceso dovuto alla gatta all'angolo opposto. 

Ortensia lo fissava con le braccia sui cordoni mentre sorrideva con il pelo nero come la pece e la faccia bianca come il gesso, una gonna rosa le copriva le cosce mentre quel sorriso colorava le guance del coniglio come un pastello.

"Sei pronta Orty?"

Chiese Oswald mentre mostrava le braccia come fossero gonfie per i muscoli allenati ma invece erano secche tuttavia bastò per far scappare una risata alla felina.

"Sempre Ossy".

I due risero per poi arrossire in contemporanea: quei soprannomi li accompagnavano dall'infanzia, un'infanzia segnata da uno strano gioco.

Il Regnante.

Una corona di legno consumata dal tempo era poggiata sul tavolino nero appena fuori dal ring, sin da piccoli quell'oggetto era il centro di un'eterna competizione fra i due.

Consisteva in una lista infinita di sfide, come: trattenere il respiro più a lungo possibile, mangiare l'insetto più orrendo, lasciare la mano nel ghiaccio più tempo e così via.

Il vincitore otteneva quella corona fino alla prossima sfida e oggi i due erano sul quadrato per l'ennesima di esse, un match di wrestling.

Gli occasionali lottatori si portarono al centro del ring e assunsero una posizione di attacco idonea alla disciplina.

"Prima le signore".

Disse il coniglio mentre iniziava a girare come la sua avversaria.

"Ma io sono una signorina".

Ortensia fece la finta offesa mentre i suoi occhi assumevano un'aria innocente e il rossore spuntava nuovamente su Oswald, poco dopo anche la gatta arrossì ed entrambi distolsero lo sguardo.

I loro cuori battevano forte l'uno per l'altra da anni ma restavano amici per la timidezza alta come una montagna difficile da scalare.

"I-iniziamo?"

Il coniglio deglutì per far diminuire il battito cardiaco mentre l'amica annuiva.

"VIA!"

Gridarono insieme per poi afferrarsi le mani a vicenda con le dita incastrate fra le fessure che dividevano esse.

Iniziò una lotta di forza che vide Oswald vincitore infatti sollevò la gatta e la lanciò contro l'imbottitura, finì sottosopra con la schiena aderente al palo e uno stordimento momentaneo alto.

"Già stanca Orty?"

Chiese con un velo di ironia come quando erano bambini mentre la felina tornava in piedi tramite le corde.

"Ti davo un po' di vantaggio Ossy".

Ortensia saltò addosso all'amico e i due finirono sul tappeto: Oswald strinse i denti mentre l'avversaria gli alzava le gambe seduta sulla sua schiena mentre tirava a sé gli arti inferiori.

Tuttavia le gambe sfuggirono alla presa e la gatta sentì le braccia avversarie sotto le ascelle poco dopo la testa urtò sul tappeto e lo stordimento tornò mentre l'avversario le afferrava le gambe per poi farla girare più volte infine mollò la presa e la felina sbatté nuovamente sul palo imbottito.

Si alzò tremante a causa della testa che girava e assunse la stessa posizione mostrata prima dell'inizio del match.

Gonfiò le guance quando un pugno le fece pressione sulla pancia, il dolore le fece poggiare la fronte sul petto.

Oswald sentì il suo cuore fermarsi quando avvenne il tocco fisico, Ortensia sentì lo stesso, se era possibile sarebbe rimasta così per ore ma erano lì per un motivo preciso.

Diede uno schiaffo all'amico che mostrò un rossore sulla guancia colpita.

"Ahi!"

Si massaggiò il rosso assai visibile sul bianco mentre una piccola risata partiva dall'avversaria per la faccia da cucciolo che mostrava.

Oswald reagì e l'amica si ritrovò con le guance tirate e gli occhi lucidi ma quest'ultima tappò il naso all'amico.

I due si separarono con uno scatto all'indietro che li portò a cadere di schiena, si alzarono poco dopo per poi correre nuovamente l'uno verso l'altra.

I due si scontrarono come il fulmine quando toccava la terra durante un temporale, il coniglio restò in piedi con la fronte rossa mentre l'amica era stesa sul tappeto con il fiatone e il naso dolorante.

Poco dopo l'amico la sollevò per poi buttarla sul tappeto, ripeté il procedimento altre tre volte, l'ennesima volta in cui l'alzò la gatta quest'ultima gli tirò le orecchie.

"Ehy!"

I due finirono sul tappeto nuovamente mentre Ortensia sentiva la schiena dolorante se poi si aggiungeva lo stordimento ormai più alto delle stelle.

"Ti arrendi?"

Chiese il coniglio mentre teneva un occhio chiuso per il dolore alle orecchie.

"S-si".

"Be' visto che sei così for...aspetta cosa?!"

Oswald si chinò preoccupato verso l'amica, era una persona che non mollava mai.

"Tutto bene?"

"Mi gira la testa".

Sussurrò come una bambina con la febbre mentre veniva sollevata come una sposa in modo delicato.

Il coniglio scese dal ring e superò la corona senza degnarla di uno sguardo.

"Non prendi la corona?"

Chiese Ortensia mentre poggiava la testa sulla spalla dell'amico.

"Oggi no".

Sorrise mentre guardava la vera corona che desiderava stretta nelle braccia ma ancora lontana da lui.

Per averla avrebbe dovuto compiere la più dura delle imprese...confessarle il suo amore.

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