FEMMINA ALFA (KUSHINA UZUMAKI VS MIKOTO) /// NARUTO.

Il tè caldo passava dalla teiera rovente alle tazze vuote fino a pochi secondi prima e infine, dopo aver ricevuto dei colpi di vento chiamati soffi, venne ingerito con cautela.

A bere la bevanda erano due donne molto amiche, anche se qualche volta la competizione superava l'amicizia, Kushina e Mikoto.

La prima portava i capelli rossi, lunghi e lisci, la sua corporatura era snella ma durante l'adolescenza aveva dimostrato uno spirito combattivo assai forte.

La seconda aveva dei capelli neri che portava allo stesso modo dell'amica, anche il fisico era molto simile.

Le due da poco avevano partorito dei bambini: la rossa il suo primogenito, Naruto, mentre la mora aveva dato la vita a un secondo figlio maschio, Sasuke.

Quel giorno i rispettivi mariti erano con i propri pargoli e di conseguenza le donne erano libere di passare del tempo insieme a casa di Kushina.

"...e così ho detto a Minato: tesoro il pannolino è al contrario".

Le due scoppiarono a ridere, adoravano parlare delle gaffes dei loro consorti ma sopratutto del comando che esercitavano a casa propria.

"Avresti dovuto vedere la faccia che ha fatto".

"Io una volta a mio marito ho fatto notare che aveva lavato nel modo sbagliato il bucato, mi sono dovuta mettere alla sue spalle come una maestra che osserva il suo alunno più asino fare i compiti".

Continuarono a ridere per un po', ma poi il discorso prese un'altra piega.

"È inutile cara sono io la femmina alfa a casa mia".

Mikoto aprì la strada per un argomento ovvio ma la sua sicurezza indispettì l'amica.

"Lo stesso vale per casa mia".

"Lo so cara ma...".

"Ma?"

Incitò la rossa.

"Secondo me sei troppo buona, io invece tratto con il pollice di ferro mio marito".

"A si?"

Come già detto la competitività aveva superato l'amicizia, le donne si fissavano con i piedi poggiati sul letto matrimoniale della padrona di casa, i loro vestiti erano stati sostituiti da due bikini con lo stesso colore posseduto dai capelli.

"Visto che sei la padrona di casa a lei l'onore di scegliere le regole".

Mikoto indicò con la mano aperta l'amica che per i successivi minuti avrebbe interpretato il ruolo di acerrima rivale.

"Se insisti: non ci saranno limiti di tempo e le regole non esisteranno, si perde se si cade dal letto o se ci si arrende".

Le due sorrisero mentre piegavano la schiena pronte per iniziare lo scontro che avrebbe decretato la migliore fra loro.

"Via!"

Le dita di entrambe si incastrarono negli spazi vuoti che c'erano fra quest'ultime, i loro volti erano a poca distanza abbastanza per avvertire i loro respiri affaticati misti alla determinazione.

I piedi delle donne scivolarono sulla coperta e ciò le portò a sdraiarsi a pancia giù dove la lotta di resistenza con protagoniste le mani ricominciò.

Kushina roteò su sé stessa come un coccodrillo e riuscì a far tendere le braccia dell'amica che strinse i denti in segno di dolore.

La mora si liberò con un calcio che colpì la fronte della rossa con la gamba totalmente tesa, come quando in un film uno dei personaggi calpestava un rastrello e il bastone dell'oggetto lo colpiva in faccia, la padrona di casa era in procinto di cadere all'indietro e quindi di cadere dal "terreno di gioco" ma si aggrappò con le dita alla coperta mentre le gambe strinsero il collo di Mikoto.

Quest'ultima per evitare di essere trascinata dall'amica dovette, a malincuore, trasportarla al centro del mobile dove si liberò dalla presa per poi saltare addosso alla rossa.

Le due girarono più volte sul letto e nel mentre lo disfarono finché la mora bloccò l'amica con un braccio che le aderì sul collo.

"Ti arrendi?"

Chiese sorridente ed eccessivamente sicura di una risposta affermativa, poco dopo sussultò a causa di una gomitata nel fianco sinistro seguita da altre due identiche che allentarono la morsa sulla rossa che aderì con forza la testa al mento della rivale.

Quest'ultima cadde don una mano sulla bocca mentre il punto colpito si arrossava e questo permise all'altra donna di prenderle la testa e sbatterla sul materasso.

Non era il punto più duro su cui fare questo genere di azione ma bastò per stordire l'avversaria, la girò come una bistecca cotta a fuoco lento in una padella per poi girare, con cautela, il piede destro.

"Arrenditi cara".

La donna in difficoltà immerse il volto nel cuscino per offuscare il dolore emesso dalla bocca, poco dopo ebbe un'illuminazione e usò io suo oggetto di sfogo come arma.

I cuscini divennero mazze nelle mani di Mikoto e si liberò dalla presa nemica a suon di cuscinate per poi stringerla sulla vita e sollevarla come un'asse di legno, a nulla servirono i pugni della rossa che martellarono come fruste la sua schiena, e infine si gettò sul materasso che attutì l'impatto ma di certo non cancellò il suo peso assai avvertito dall'amica che si toccò la pancia.

Si mise a cavalcioni su di lei e sbatté la testa dai cuoio rosso sul mobile diverse volte per poi scrocchiarsi le dita.

Iniziò a schiaffeggiare le guance della madre stesa come se in quel momento fosse sua figlia e ne avesse combinata una di quelle imperdonabili, le mani aperte producevano uno schiocco quando toccavano le guance di Kushina che voltava la testa sempre più spaesata.

Gli schiaffi erano l'ideale per umiliare l'amica e quindi dimostrare chi fosse la femmina alfa ma non erano efficaci quanto i pugni, infatti le mani di Mikoto avvertirono presto il dolore e smisero di colpire.

Invece la mano sinistra della padrona di casa afferrò i capelli mori e costrinse la proprietaria di essi ad abbassarsi con una smorfia dolorante accompagnata da alcuni versi prodotti dalla stessa sensazione, un pugno le colpì la guancia e la spedì contro la spalliera perfettamente seduta.

La rossa gattonò verso di lei e appena le fu davanti penetrò la sua pancia con alcuni pugni decisi prima di afferrarla per le spalle e fare una cosa assai dolorosa ma anche spettacolare per la velocità e la coordinazione dimostrate.

Portò l'amica sopra di lei e aggrovigliò le sue gambe su quelle della mora come fossero tentacoli pieni di ventose, le tirò a sé così da poter usare le ginocchia come una specie di ascensore che alzò la schiena avversaria mentre le braccia bloccavano i medesimi arti come pinze fatte di carne.

La donna trattenuta in quella presa dura e crudele spalancò gli occhi e strinse i denti in modo visibile visto che le labbra erano separate.

"Allora ti arrendi o ti spezzo la schiena?"

La pressione delle ginocchia aumentò...l'ascensore saliva verso l'ultimo piano a un ritmo assai spedito.

"MI ARRENDO!"

Tuonò la mora mentre sfogava il suo dolore in quelle parole, la rossa mollò la presa...ma non aveva ancora finito.

Successe in un solo istante.

Le sue labbra entrarono a contatto con quelle dell'amica, la forza di quel bacio era assai...come quella delle prese e dei colpi scambiati nel precedente.

Passarono diversi secondi prima che il contatto cessasse.

"Vieni qui".

Kushina alzò la mora per averla faccia a faccia in posizione eretta anche se barcollante per la stanchezza e per il "bacio" ricevuto.

"Questo per ricordarti chi è la femmina alfa".

Un pugno colpì la guancia sinistra della donna ormai sconfitta che cadde giù dal letto.

Ora non avrebbe più messo in dubbio chi fra le due era la femmina più forte.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top

Tags: #boxe#fandom