CARPE DIEM (READER X RYUKO YOSHIDA) /// WRESTLE ANGELS

La notte è ormai calata e nel grattacielo che contiene solo uffici quasi tutte le finestre sono spente, solo una è accesa.

In quella stanza in cui lavorare è l'unico comandamento ci siete solo tu e Ryuko.

Tu sei un ragazzo moro dai capelli corti pettinati regolarmente, sei secco ma un filo di robustezza si nota sul tuo fisico, porti camicia e jeans per rispettare l'abbigliamento richiesto dal tuo capo ma proprio sull'attaccapanni tieni una sorride di soprabito marrone che sembra mischiato al nero.

Ryuko è una ragazza dai capelli castani legati con una lunga e sottile coda, il suo fisico è simile al tuo ma ti batte per la robustezza, ciò però non ti sorprende infatti in passato è stata una grande wrestler e, come ogni cosa fatta negli anni ormai sfumati, il suo mestiere le resta addosso nella sua corporatura e qualche volta nei suoi modi di fare.

Da tempo, poco più di un mese, voi due proseguite insieme in una relazione romantica anche se tu sembri una tartaruga.

Sei assai timido, i baci sono molto rari ma abbondi con abbracci e passeggiate mano nella mano.

"Finito".

Esclama la tua ragazza mentre stiracchia le braccia verso l'alto, quando torni con gli occhi sul tuo computer noti che hai finito da chissà quanto e che hai continuato a scrivere oltre il limite della tabella digitale.

Ryuko si avvicina e quando guarda il tuo schermo trattiene una risata, sarai anche timido ma non puoi negare di essere innamorato.

Cancelli il superfluo subito e ti alzi dalla sedia seria con le rotelle per poi afferrare il tuo cappotto ma la porta ha un ostacolo: una castana di bell'aspetto con braccia e gambe forzate.

"Dovremmo usarla".

Fai notare con un cucchiaio di ironia.

"È una porta un oggetto che verrà sempre aperto...".

Inizia ad avvicinarsi a te ma non si sposta dalla traiettoria della porta, sembra quasi che voglia tagliarti ogni via da fuga.

"...ma il carpe diem è una cosa rara".

Ti sussurra all'orecchio, conosci quelle parole sono in latino e significano "cogli l'attimo".

"Noi non stiamo molto insieme sopratutto per il lavoro e la tua timidezza, perciò stanotte ci prenderemo del tempo per parlare".

"Qui?"

Annuisce.

"Adesso?"

Lo fa ancora, d'istinto fai qualche passo indietro mentre senti le guance colorarsi del primo colore dell'arcobaleno.

"E-e di cosa vorresti parlare?"

Scivoli ma la sedia su cui eri seduto poco prima ti evita una caduta sul pavimento, ti senti il ragazzo imbranato protagonista di un film romantico.

"Be' visto che dovremmo aprirci prima o poi...posso parlarti della mia carriera da wrestler".

Si siede sulla scrivania proprio davanti a te.

"Non è come il pugilato, il wrestling è una lotta a tutti gli effetti: l'avversario ti arriva da davanti, alle spalle, persino dal tappeto o addirittura dall'alto...sai io penso che questo sport sia stereotipato...".

Il suo sguardo si fa quasi cupo.

"...tutti pensano che è per far divertire il pubblico o addirittura che sia finto...".

Sbatte un pugno sulla scrivania, si è sicuramente fatta male ma è più ferita nello spirito.

Sussulta quando appoggi la tua mano sulla sua, per un istante resta rigida ma poco dopo la sentì rilassata.

"...invece è uno sport serio e duro".

"Mi basta la tua parola per crederci".

Sorride e noti del rosso sulle guance.

"E poi?"

Chiedi curioso e affascinato dalla persona di fronte a te mentre le stringi la mano.

"Se vuoi ti faccio vedere".

Il suo sorriso si trasforma...senti che non ti piacerà.

Poco dopo ti poggia il ginocchio sulla schiena mentre le braccia sono tirate all'indietro, sembrano le ali di un gabbiano in volo.

Nonostante ciò non senti nulla ad eccezione dell'incendio nelle guance, è una vera professionista.

"Questa la chiamo il Volo del Gabbiano".

Poco dopo senti le sue gambe intorno al collo ma per nulla aderenti ad esso, sembri la bandiera dell'Austria al contrario, rosso al centro e bianco sopra e sotto, non eri andato oltre i baci e questi tocchi così esagerati, così inusuali, così inaspettati, aumentano in te il disagio ma allo stesso tempo senti come se ti piacessero.

"Questa è la Forbice Innocua".

Ma non sei stupido, non ti piace avere delle gambe intorno al collo ma capire che tu e Ryuko state facendo dei passi avanti.

Avete diversi modi per aprirvi e lei sta mostrando i suoi, nel mentre sta poggiando delicatamente il  braccio sul tuo collo.

"La Presa del Soccoritore".

"Abbiamo finito vero?"

La risposta arriva tramite un'altra mossa, sei in piedi e lei tiene le scarpe poggiate sulle guance mentre le mani stringono le tue caviglie.

"Semicerchio".

"La mossa più strana ha un nome normale".

Vi mettete a ridere e lei perde la presa, e con essa l'equilibrio, quando non la senti le cadi addosso di schiena.

"Tutto bene?!"

Avvicini il tuo volto al suo, sta sorridendo.

"Il mio corpo è stato una pista di atterraggio per wrestler più pesanti".

Sorridi ma in modo quasi impercettibile.

"Stai...?"

Spalanca gli occhi quando la baci.

"Sei rossa come una rosa".

Ridacchi mentre ti alzi e l'aiuti a fare lo stesso, lei sta per raggiungere la porta ma la tua mano le stringe il polso con delicatezza.

Per un attimo è spaesata come te e quando ti fissa arrossisce violentemente.

Per lei sei un libro aperto, senti che è il momento del grande passo.

"Non è il posto adatto...o il momento...o il posto".

Tu la stringi con dolcezza e senti come se quell'indecisione appena rivelata sparisca come la fiamma di una candela quando viene soffiata.

"Carpe diem".

Quella notte hai avuto la certezza che nulla porterà Ryuko lontano da te.

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