Appetito
Il comandante Rabbot imprecava contro i due mozzi che avevano catturato e portato a bordo quella specie di uomo bestia. Un attimo di distrazione e gli aveva addentato la gamba di legno.
"Mettetelo in catene!" Aveva urlato rabbioso.
Charles Rabbot era un pirata perfido e vendicativo, specie con quei reietti che non sembravano nemmeno umani per quanto si erano lasciati andare. Li odiava, li catturava e li uccideva per divertimento.
Quando lo avevano trovato stretto nella TAGLIOLA per orsi, con una TUNICA addosso e completamente nudo di sotto, c'era rimasto secco per quanto era schifoso e per come grugniva e sbavava ovunque.
Non parlava, ma lo osservava con quegli strani occhi da mosca, dove si rifletteva la sua immagine.
"Cosa guardi, bastardo. È il tuo ultimo giorno di vita." Lo fissò sghignazzando. "Preparate la prua, imbecilli."
Il VASCELLO rollò improvvisamente fra le onde e gli finì contro.
"Dio, puzzi di marcio." Sputò schifato. Si scansò e si appoggiò al fusto del pennone centrale che vibrava come un'ANTENNA impiantata dritta nelle chiappe del cielo.
Se fosse stata in contatto con Dio, Rabbot lo avrebbe tirato di sotto per fargli vedere il casino che aveva combinato. Altro che bellezza del creato.
"Fottetevi tutti." Mormorò.
Raggiunse il posto dove giustiziare quello strano essere. Si stava rilassando, gli piaceva vedere la morte nel volto di quei bastardi. Prese il SIGARO e lo accese. Tirò due boccate e fu davanti allo sventurato
Già pregustava quella specie di testa da INSETTO rotolare giù dalla GHIGLIOTTINA, un vecchio regalo che gli aveva fatto Pierre, il guercio, durante una delle sue scorribande sulle coste francesi.
Diede pochi ordini ai due che governavano lo strumento di morte. Si leccò le labbra, in attesa di vedere il sangue schizzare ovunque.
Quello, sembrò fissarlo, soppesarlo. Sbavò verso di lui e si agitò.
Rabbot rimase impietrito, il mostro con una forza inaspettata, si liberò dalle catene. Nessuno si era accorto di due ali celate sulla sua schiena. Le aprì e sbilanciò i due stupidi al suo fianco. Il comandante si alzò, ma nella foga cadde e lo strano MUTANTE gli fu sopra. Il panico prese i marinai, nessuno lo aiutò.
"Ciao cibo, ho fame. Spero tu sia appetitoso. La gamba non era un granché." Spalancò una bocca enorme. Fitta di denti aguzzi.
Rabbot urlò, cercò di difendersi con le mani, un solo morso le staccò entrambe. E rimase lucido mentre lo divorava e lo masticava un pezzo per volta. Non avanzò nulla di lui, nemmeno la gamba di legno.
Il sigaro, era rotolato vicino al cordame e prese fuoco, tutta la nave bruciò. La strana bestia ghignò, si pulì la bocca. Uno bastava per oggi. Sarebbe tornato domani.
Quei pezzi di carne gustosi, si sarebbero ammassati nelle loro barchette, non doveva nemmeno cercarli. Era da secoli che adottava quella tattica, si faceva catturare e poi se li mangiava tutti. Uno alla volta.
Volò sul pennone, si appollaiò a digerire, sputò il legno della gamba di Rabbot e aspettò che gli venisse fame....
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