Questione di sostanza

Diario dell'Esploratore n.16


Visitai l'ufficio dello sceriffo il giorno dopo, e mi offrirono di diventare un poliziotto visto che avevano carenza di personale. Ma rifiutai, non volevo avere a che fare con la Legge.

Ma qualche settimana dopo, tutto cambiò.
In città iniziò a diffondersi la piaga delle droghe, legali ed illegali, che la gente iniziò a consumare a causa di depressione o dipendenza. La droga era l'unico modo per sfuggire dalla paura di essere attaccati dalle bande, ma presto divenne un feticcio. Le strade iniziarono a riempirsi di drogati e la polizia non riuscì a contrastare con efficacia la diffusione delle droghe perché era sotto organico e doveva garantire la difesa della città dai Devils.

Un giorno camminando per la città, vidi la solita pila di giovani consumati dalle sostanze, ma sentii una donna gridare disperatamente. Mi avvicinai e la donna teneva in braccio suo figlio, adolescente, magro e pallido, che era di nuovo scappato di casa per comprare le droghe. Il ragazzo aveva continui spasmi, sbavava dalla bocca e faceva fatica a respirare.
I suoi occhi erano rossi e sciupati, e continuavano a fissare la donna come se stesse cercando di dire qualcosa, suscitando nella madre ancora più tristezza.

A nulla erano servite delle infusioni di medicine, il ragazzo era morto nel marciapiedi, sotto le lacrime della mamma.
"Guarda cosa ti ha fatto quel dannato Seth Meth!" - fu ciò che disse, inveendo contro quell'uomo, che gestiva il traffico di stupefacenti in quella regione. Dipinto come un uomo crudele, senza scrupoli e ricco, vestito con giacca e cravatta.

Dopo quell'evento, quel nome divenne la mia fissazione e decisi di unirmi allo sceriffo solo per dare la caccia a quell'uomo.

Mi diressi nel suo ufficio. Davanti alla porta aperta vi era una nutrita squadra di uomini di legge, e dalla strada si sentivano le urla dello sceriffo e del sindaco.

"Te lo ripeto: devi fare qualcosa o qui perderemo tutti i mercanti!"

"Se ne vada via da qui! Pretende che io dia la caccia a questi stronzi tagliandomi i finanziamenti! Per salvare chi poi? Qualche sporco usuraio del cavolo? Che uomo di merda!"

"Risolvi il problema delle droghe o altro che tagli di finanziamenti, io ti taglierò la testa!"

Il sindaco abbandonò l'ufficio seguito dai suoi uomini, e io entrai.

Lo sceriffo era seduto con le gambe appoggiate sopra la scrivania, adornata con proiettili sparsi ovunque e vecchi manifesti di ricercati. Non era di buon umore.

"Ah, ci mancavi solo tu. Lo sai che la gente ti dà la colpa per aver fatto infuriare i Devils?"

"Lo so, ma non ci potevo fare niente. Sono qui per dare la caccia a Seth Meth. Non sono un poliziotto però, né tantomeno un uomo onorevole."

Lo sceriffo Bronson si stiracchiò e sbuffò.
"Non sei il primo pistolero disonorevole che ingaggio. In questa situazione poi, abbiamo bisogno di gente senza scrupoli."

Mi sedetti.
"Bene..."

"Bene ragazzo. Immagino tu abbia già delle armi, quindi non dovrò fornirti nulla..."

"E menomale, visto che siamo a corto di equipaggiamento."
Dalla cella si avvicinò un uomo di colore con un gilet malmesso, alto e molto robusto, con in mano una scopa. Era Bobby, l'uomo che mi aveva chiesto di venire dallo sceriffo subito dopo la morte di Jack.

Lo fissai e risposi.
"Pensavo che non vi mancassero i soldi qui..."

"Non mancano al municipio, ma noi poliziotti dobbiamo lavorare senza uniformi standardizzate e con armi vecchie. Poi conta che per ordini del sindaco abbiamo dovuto impiegare gran parte dei nostri uomini per la difesa categorica della città. E la questione delle droghe ci è sfuggita di mano."

Bronson annuì.
"Ma il sindaco non ci ha vietato di compiere retate contro i banditi, quindi..."

"Volete assaltare i mercanti di droga, no?" - domandai.

"Questa è l'idea. Proprio adesso. Dritti alla testa."

"Ottimo, dove sono i nostri uomini?"

Lo sceriffo si guardò attorno sarcasticamente.
"Sono tutti qui..."

"Volete assaltare dei banditi in tre? Non siamo in un film maledizione!"

"Non preoccuparti, siamo in tre non in due!" - disse Bobby.

"Beh, se sono riuscito a sconfiggere un predone in armatura atomica... e va bene. Dovete fare qualche giuramento o cazzate simili?"

Bronson e Bobby scoppiarono a ridere.
"Ragazzo, sono soltanto formalità. Metà degli uomini del dipartimento sono giovani scapestrati." - disse lo sceriffo.

"Come te." - aggiunse Bobby, consegnandomi una spilla da uomo di legge.

"Bene... e ora?"

"Ora..."
Bronson tirò fuori dal cassetto una cartina e indicò un punto preciso.

"Qui... qui si trova un ammasso di baracche e di tende dove risiedono i Demoni, una pericolosa banda di drogati proveniente dal Nevada. Loro hanno iniziato questo giro. Sono poco a est di noi, ma rischiano di accerchiare la città mano a mano che si espandono."

"Temete un attacco alla città per caso?"

"No, non hanno le forze per farlo, ma hanno le forze per attaccare i viandanti. Non conviene attaccare e depredare la città, non ora almeno. Finché la città sarà una meta ambita per i mercanti e i viaggiatori e una fonte di compratori, possono avere un afflusso continuo di pecorelle da sbranare. Altre decine di persone rischiano di morire, e non possiamo permetterlo."

Bobby sbuffò, rifiutando ciò che aveva detto Bronson.
"Lo sappiamo tutti che al sindaco non importa nulla di chi muore. Gli importano solo i tappi."

Bronson si mise una mentina in bocca.
"Sì, penso che sia così. Ma in ogni caso, la città ci perde. Un motivo in più per sradicare quella feccia dei demoni."

Bronson si alzò dalla sedia e poi girò la cartina verso di noi, raggiungendoci dall'altro lato della scrivania per poi piazzare il suo dito paffuto su un punto nella mappa.

"Ok, loro sono qui, in questa piccola collina. Hanno occupato questa piccola casa costruita qualche anno fa da dei coloni, uccidendoli. Da lì gestiscono lo spaccio di numerose droghe nelle campagne, legali e non. I pochi contadini che ci sono qua producono più cadaveri in overdose che grano. Da altre parti le droghe hanno causato carestie sapete?"

"Immagino..." - dissi tra me e me.

"Dunque, attaccheremo di notte, con bombe incendiarie. Probabilmente hanno un bel laboratorio pieno di sostanze chimiche e infiammabili, quindi ci aspetteranno dei bei botti."

Il dito dello sceriffo cambiò posizione.
"Ci muoveremo verso questa discesa, che per noi sarà una salita. Non se l'aspetteranno. Tutto chiaro?"

Noi rispondemmo positivamente. Lo sceriffo tirò fuori tre fucili mitragliatori Thompson con caricatori a tamburo in quantità.

"Ripensandoci, credo che qualche arma speciale ci servirà. Branditele con cura, sono le uniche armi automatiche che abbiamo. Il resto sono solo fucili a ripetizione e revolver, come se fossimo nel cazzo di Far West. Partiamo!"

Dopo aver attraversato un buon tratto di campagna semi-arida, arrivammo alla salita verso la collina e aspettammo la sera.

Arrivata la notte, iniziammo a scalarla, ma proprio all'inizio della salita ci raggiunse uno strano odore, che ci stordì per qualche secondo.

"Porca troia... stanno cucinando qualche altra merda di sostanza!" - disse Bobby.

"Prima li ammazziamo e prima ci liberiamo di questo odore." - rispose lo sceriffo.

La scalata fu meno faticosa del previsto, e arrivati in cima ci nascondemmo dietro a delle rocce. La casa, abbastanza grande, era proprio davanti a noi.

Era in condizioni buone, ma pullulante di predoni, o più precisamente, demoni.
Attorno alla casa erano presenti varie tende e baracche dove riposavano altri banditi e compratori, che stavano ovviamente facendo uso in quell'istante di droghe.


Lo sguardo dello sceriffo si fece più rabbioso.
"Sta merda ha rovinato la vita a troppe persone. Tempo di finirla qui. Bob, aggirali e attendi il mio attacco."

Bobby non rispose ma si diresse immediatamente, con circospezione, verso la posizione designata.

"Aggirali pure tu Jack. Mettiti più avanti sulla destra, bisogna colpirli da più punti possibili."

Io ubbidii e mi diressi nella posizione passando da dietro le tende.

Mentre mi muovevo una mano strinse il mio piede e io mi fermai di colpo impugnando subito il coltello.

Un anziano pallido e magro era straziato per terra visivamente assuefatto dalle droghe.

"Mister White cosa c'era in quella droga?" - farneticò.

Io rinfoderai il coltello e scrollai la sua mano dal mio piede.
"Di chi diamine stai parlando?" - borbottai.

La sua mano si levò dal mio piede e l'uomo iniziò a dormire e russare.

Raggiunsi subito la posizione e mi nascosi vicino ad uno scatolone. 

Preparai le bottiglie incendiarie e il mitra.

Bronson lanciò le sue bottiglie, seguito a ruota da Bobby. Feci la stessa cosa lanciando le tre che avevo, e la casa iniziò subito a prendere fuoco. La casa, colpita da più lati, bruciò velocemente e il fuoco si espanse ovunque, inghiottendo quasi tutta la gente che c'era, salvo qualche superstite che era riuscito ad uscire in tempo.

I demoni nelle baracche accorsero subito, e alcuni drogati iniziarono ad urlare e a scappare, mentre molti altri erano troppo storditi dagli stupefacenti per rendersi conto della situazione o alzarsi.

"Oh merda, è saltato in aria il laboratorio!" - gridò un demone, troppo fatto per capire che erano stati lanciati esplosivi sulla casa.

"Ehi, è arrivato il quattro luglio!" - gridò uno dei presenti, mentre il resto iniziò ad urlare e applaudire.

"USA! USA! USA! USA!" - gridarono i drogati.

Dalla casa in fiamme uscirono varie persone, gente che stava morendo bruciata o gente che era riuscita a salvarsi dalle fiamme, inalando però grandi quantità di fumo.

All'improvviso la casa esplose completamente a causa del laboratorio e gli animi si scaldarono... letteralmente. 

"Ehi fattoni, la volete provare una nuova droga? Si chiama piombo, servita gratis dalla Giustizia!" - gridò lo sceriffo.
Bobby e Bronson si sporsero velocemente e iniziarono a sparare, e in quel momento nella mia testa iniziò a suonare Lollipop delle Chordettes.

Incalzato dalla musica che io stesso stavo immaginando, iniziai a sparare all'impazzata contro i demoni, totalmente disorientati.
Mentre i colpi raggiungevano i demoni, i drogati continuavano a urlare e ridere, divertiti dalla carneficina.

Dopo un po', smettemmo di sparare.

Demmo un'occhiata in giro e non rimase più nessuno. Avevamo ucciso tutti, persino i normali compratori.

"Oh cazzo!" - gridai, mentre Bronson e Bobby accorrevano soddisfatti nel luogo del massacro.

Io non mi ero proprio reso conto di aver mirato alla gente sbagliata, ero quasi sicuro di aver colpito solo i demoni.

"Cazzo... abbiamo ucciso questa povera gente..." - esclamai ancora scosso.

Bronson mi ammonì.
"No, non era povera gente. Spacciavano e contribuivano a questo sistema schifoso. Morti o vivi non hanno nessun valore."

"Io però non avevo mirato a loro... siete stati voi!"

"Può darsi come non può darsi. Io ricordo di aver sparato ai demoni, ma ora che mi ci fai pensare.... Te sei sicuro al cento per cento di aver sparato a loro?" - chiese confuso Bobby.

"Io..."
Non seppi rispondere.

"Colpevoli o no nessuno ci condannerà per questo." - disse Bronson mentre si faceva strada tra i cadaveri e si guardava attorno.

Sentimmo dei rumori e ci mettemmo subito in guardia. Da una tenda uscì lo stesso vecchio di prima, con le mani in alto.

"Fermi tutti, fermi tutti! Mi arrendo, mi arrendo!"

Lo sceriffo appoggiò il fucile sopra le spalle e si accese un sigaro.

"Bene bene... te sei quello che chiamano Seth Meth... vecchio balordo! Hai causato la sofferenza di decine di persone!"

Il vecchio sembrava dispiaciuto oltre che terrorizzato.

"Io... io... ho commesso uno sbaglio, lo so..."
Balbettò, per poi inginocchiarsi.

"Ma vi giuro, io ci ho provato... ci ho provato con tutto. Ero un agricoltore, ma i Devils mi hanno distrutto la fattoria, uccidendo mia moglie, e nessuno mi ha aiutato. Ho provato a fare il mercante, ma nulla. L'operaio edile, ma niente. Ero finito in una spirale di povertà e depressione, e ho iniziato a farmi di droghe. Così mi sono destreggiato nella creazione di sostanze e sono diventato il capo di questa banda di demoni, in cerca di un leader dopo che quello precedente era morto di overdose... ho costruito una fortuna, ma sono rimasto un uomo misero... insomma guarda come sono ridotto! Ho centinaia di tappi ma nessun vestito!"

L'uomo non mi fece pena, soprattutto perché avevo ancora in mente l'immagine del ragazzo morto per via della droga.

"È diverso. Te hai centinaia di morti sulla coscienza!" - dissi.

"Lo so. Io sono stufo di tutto ciò. Mi sto arrendendo senza storie. Sbattetemi in prigione e impiccatemi. Liberatemi da questa miseria!"

Lo sceriffo fece qualche tiro col sigaro.

"E mantenerti per qualche giorno in attesa di un comodo processo e del giorno dell'esecuzione? Nah, ho una soluzione più veloce ed economica."

Bronson abbassò l'arma e smitragliò senza battere ciglio il vecchio uomo.

"Il piombo è la cura migliore contro ogni miseria." - disse lo sceriffo mentre se ne andava.

Bobby si avvicinò al cadavere e gli sparò contro per poi andarsene. Io non sentii la necessità di inveire contro un morto e me ne andai.

Qualche giorno dopo la circolazione delle droghe terminò e piano piano la città iniziò a riprendersi. Avevamo evitato una catastrofe più grande, ma il segno di quel periodo rimase impresso.

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