Siamo uguali infondo -3-

Ti voglio raccontare un segreto: Ogni parola può diventare preziosa se coccolata dalla tenera dolcezza di una carezza che ci è sempre mancata. Ed è così, è così che ci si innamora di nuovo.
Anonimo.

Narratore esterno.

Encino, 29 agosto 1981.


Il caldo terribile tormentava la gente della piccola città. Era passato più di un mese e mezzo dalla partenza di AnnieLuise e tutti erano molto nostalgici, soprattutto nel giorno del suo compleanno, dell'arrivo di un importante cambiamento per la ragazza dalle iride scure, ovvero l'arrivo dei suoi diciotto anni.
Margaret, che sentiva terribilmente la mancanza dell'adorata figlia, aveva gentilmente chiesto sia a Max che a Stella di passare qualche ora in sua compagnia per omaggiare un po' il compleanno e per scrivere una lettera di augurio per la piccola.
"Se penso che la mia bambina oggi compie diciotto anni e non è con me mi prende un dolore allo sterno che è a dir poco atroce."
Loid toccò la spalla della giovane donna.
"Dai Margaret, non prenderla così... Pensa a tutte le incredibili avventure che sta vivendo adesso! Ci pensi che è con il gruppo più famoso del momento?"
"Ho la pelle d'oca al pensiero." Concluse Max.
"E poi..." Sarcasticamente formò uno sguardo divertito con una punta acida di malizia e si sedette davanti alla donna. "Chissà come va con Michael."
"Oh, non l'ho notato solo io allora?" Domandò la madre.
"Di che parlate?" Chiese, giustamente, Evans.
"Beh è stra evidente che ci sia un'attrazione bella forte da parte di Annie, Michael non ne ho idea, non ho avuto il piacere di vederlo ancora... Vi rendete conto? Sono una fan sfegatata di Michael Jackson e dopo tutto quello che è successo con la mia migliore amica ancora non l'ho conosciuto. Che ironia."
"Bah." Sospirò Evans. "Non vedo tutta questa attrazione."
Alzò la mora gli occhi al cielo ridendo.
"Questo perché sei idiota."
"Taci biondina."
"Idiota e pure cieco. Ti sembro bionda?"
"Hai mai sentito dire morina?"
"Ei." Si lasciò pervadere Margaret dalle risate che le procuravano quei due. "State calmi va bene? Non discutete per questo."
"Non sto discutendo Marge, soltanto non vedo tutta questa attrazione. Prima di partire ha baciato me, se non l'avessi visto." Disse l'ultima frase guardando dritto negli occhi Stella.
"Gli facevi pena."
"Tu fai pena!"
"Ragazzi, adesso basta. Vi pare un motivo logico per bisticciare?" Intervenne ancora una volta ella.
Sbuffò Stel.
"Guarda io lo dico per lui. Si fa strane idee e poi rimane deluso, tutto qui."
"Beh apprezzo il tuo interesse ma non c'è bisogno di preoccuparsi troppo. Grazie."
"Come ti pare."
Stella mise il broncio dopo aver pronunciato quest'ultima frase, Max notando l'accaduto e non volendo creare disguidi né con ella né con Margaret, cominciò a fare lo scemo.
"Ma che avrà mai poi questo Michael, voglio dire, cos'avrebbe che non ho io?"
A quel punto per Stella restare imbronciata diventò impossibile. Ridendo a crepapelle accompagnata dalla madre della ragazza in viaggio, cominciò a rispondergli quasi ovviamente.
"Un bel culo, gambe da urlo, dei capelli stupendi, il sorriso più bello che abbia mai visto, il saper ballare divinamente, la voce ultra mega magnifica. Devo continuare? Perché potrebbe volerci un bel po'."
Spalancò la bocca Max.
"Ho un bel culo anche io."

"Qualcuno che si accontenta di poco potrebbe dire così, sì."
"Stronza." Rise egli.

"Che ne dite di scrivere qualcosa per Annie e poi mangiare una fetta di torta?" Chiese Margaret facendo cessare il piccolo dibattito creatosi fra i due giovani.
"Sì, mi pare un buon piano." Ribatté Max accompagnato da Stella.

Cara Annie, buon compleanno bambina mia. Ho letto qualcosa delle tue incredibili avventure, purtroppo le lettere non arrivano mai puntuali come ben sai. Sono molto orgogliosa di te scricciolo, anzi siamo tutti molto orgogliosi di te e tuo padre non sarebbe da meno.
A proposito, sono stata a trovare tuo padre in questi giorni, ho fatto una piccola preghierina anche da parte tua.
Stella e Max sono qui con me mentre ti scrivo questa piccola lettera, sono molto felici di sapere che ti stai divertendo e loro, come me, non vedono l'ora di riabbracciarti e di sentire dal vivo tutte le tue avventure con tanto di dettagli super dettagliati.
Tesoro... Spero sia sempre più vicina la tua data di ritorno perché non sono abituata ad averti così lontana da me, mi fa strano non vederti sotto il mio stesso tetto sai? E mi fa ancora più strano non sgridarti perché rientri tardi senza dirmelo, perché dimentichi le chiavi fuori la porta o perché hai la testa fra le nuvole e non mi ascolti quando parlo. Sto piangendo mentre scrivo queste parole, accidenti come sei cresciuta in fretta piccola mia... Sembra ieri che eri solo una bambina di cinque anni che correva su e giù per la casa rompendo tutto quello che si poteva rompere e ora... Ora hai appena fatto i diciotto anni. Mi sento vecchia sai?
Ci manchi da morire.
Ah e, piccola, sii prudente mi raccomando. Mi fido di te, ma sai che devo dirtelo comunque.
Ti abbraccio forte, Stella e Max ricambiano.

"Beh? Che ne dite? Troppo sdolcinato?"
"Eh..." Intervenne Max ma fu subito zittito da una lieve pacca sulla testa di Stella.
"È perfetta Marge, Annie sarà super felice di riceverla. Ma ho un dubbio."
"Sì?"
"Cambiano hotel spesso da quel che ho capito, no? Quindi come farai ad inviarla al posto giusto?"
Rise di gusto Margaret mentre tagliava una fetta di torta per tutti e tre.
"Cara Stel, rammenta il mio lavoro, ho moltissimi agganci. Basta saperli usare." Fece l'occhiolino, posando la fetta di torta al cioccolato bianco e fragole sul piatto di ella.
"Ho sempre nutrito amore e devozione per te." Disse Loid addentando un pezzo del dolciume.
"Cara." Rise.

{...}

"È una brava donna Margaret." Disse Max mentre camminava verso la strada del ritorno al fianco di Stella. "Una mamma davvero davvero straordinaria, anche se a volte troppo iperprotettiva." Rispose Loid.
"Mmh." Acconsentì. "Mi dispiace per prima."
"Eh?" Domandò confusa.
"Dico, non volevo risponderti male forse ho esagerato."
Sgranò gli occhi sorridendo.
"Non ci credo. Mr -tuttemivogliono- mi ha appena chiesto scusa?"
"Eddai, non sono così cattivo."
"Sarà."
"Posso... Posso chiederti una cosa?" Domandò d'un tratto, mentre camminavano silenziosamente dopo l'ultima affermazione di Stella.
"Penso di sì."
"Cosa è successo ad Annie? Voglio dire, che cosa le ha fatto quell'uomo di preciso?" Si fermò d'un tratto.
"George dici?"
"Mmh mmh."
Sospirò.
"Non è una bella storia. E non so se Annie abbia a piacere di farla sapere."
"Qualcosa la so, non molto temo. So semplicemente che era un ragazzo parecchio violento e infondava molto dolore ad Annie sia fisico che psicologico. Ma non so come sia iniziata... Vorrei saperne di più ecco."
Guardò l'asfalto la giovane donna, schiarì la gola e si voltò verso il giovine.
"Perché ti interessa?"
"Perché dici?"
"Eh, perché?"
Alzò le spalle.
"Ci tengo ad Annie, sono stato molto assente per molti anni a causa di un problema familiare e non le ho nemmeno dato l'ultimo saluto quando me ne sono andato. Non sono mai stato così cattivo con nessun'altra persona e mi pento di non sapere niente della sua vita. Vorrei piano piano rientrare a farne parte, conoscere meglio la Annie di oggi e sapere quant'è cambiata. Vorrei fare un salto nel suo passato, per capire il motivo del suo essere così nel presente... Capisci no?"
"Non sei mai stato così cattivo con nessun'altra eh?" Domandò Stel, mentre mordeva il labbro inferiore ghignando istericamente. "No, non capisco. E comunque se vuoi saperlo chiedilo a lei, ti pargo il suo messaggero? O forse la sua narratrice? No. Aspetta che torni e senti lei." Ricominciò a camminare velocemente, fregandosene di tutto e lasciando il ragazzo indietro, da solo. Dopo qualche istante il giovane cominciò a correrle dietro.
"Stel!" Urlava ma ella non faceva caso al suo grido. "Stella aspetta!" Ancora niente, non le importava.
"Oh ma dove vai?" Alla fine, riuscì a raggiungerla e a bloccarle il polso costringendola ad immobilizzarsi.
"Che cazzo vuoi?"
"Mio Dio Stella ma che ti prende?"
"Ma vaffanculo." Si dimenava cercando di farsi mollare ma egli teneva ben salda la presa.
"Vuoi dirmi che succede? Se non parli io-"
"Non hai ferito nessun'altra?!" La guardava confuso. "C'ero anche io con voi Max. Non sei venuto a salutare nemmeno me quando avete preso tutto e ve ne siete andati, non sei stato presente nemmeno nella mia di vita, non sai niente del mio passato e non ti interessa saperlo. Quando sei tornato qua, non sei nemmeno venuto a salutarmi. Questo non mi ha fatto male? Hai idea di quanto io abbia sofferto quando non ti ho più visto? Quando sei uscito dalle nostre vite di punto in bianco." Sbuffò. "Cazzo Max, mi va bene se hai una cotta per Annie e mi va anche bene se ne sei innamorato. Ma non usarmi come tramite, poche volte abbiamo parlato noi due da quando sei qui e quelle volte era per Annie e prima che fai l'idiota, no, non sto facendo la gelosa, ma fa male essere solo un mezzo per la fine. Mi sei mancato davvero tanto e quando ho saputo da Annie che eri tornato dopo tanti anni ero felicissima, e ho aspettato venissi a trovare anche me. Ma non sei venuto finché non ho detto a Annie di dirtelo.
Eri il mio unico amico insieme a lei." Asciugò una lacrima salata dal volto.
"Non dire che non hai fatto male a nessun'altra, perché ti sbagli." Si girò ricominciando a camminare. Max provò a dirle qualcosa ma fu nuovamente interrotto.
"Ti prego di non seguirmi, e non dire niente. Abbiamo parlato a sufficienza stasera, non ho più voglia."
Continuò a camminare sotto lo sguardo fermo di Max che continuava ad interrogarsi sul cosa fosse appena successo, rifletteva sulle parole che aveva appena pronunciato Stella e non erano errate, non era stato in passato un buon amico per lei e non lo era tutt'ora. Le parole feroci gli avevano lasciato un senso di vuoto nel petto lacerante, facevano male. La verità fa sempre male.

Stella continuava a camminare verso la sua casa, con le lacrime agli occhi e il dolore lacerante al petto che non l'aveva abbandonata da quando aveva discusso con Max.
Davanti alla porta di casa, frugava nella borsa per cercare di recuperare le chiavi buttate a casaccio all'interno, fallendo miseramente.
"Dio mio, non è serata." Urlò esasperata mettendosi le mani fra i capelli.
"Accidenti, sembri uscita dal manicomio." Quella voce la ghiacciò. Era l'ultima persona che mai avrebbe pensato di potersi ritrovare dietro le spalle. Continuando a frugare riuscì a trovare le chiavi e lentamente si voltò verso la figura indesiderata che le poggiava dietro la schiena.
"Al manicomio dovresti andarci tu."

"Non essere così scortese Stella. Vengo in pace."
"Facile credere ad un maniaco, violento, psicopatico."
Sbuffò buttando le mani in aria in segno di arresa.
"Voglio parlare con Annie, niente di più, ma ho visto che non entra ne esce da casa sua da molto tempo." Sgranò gli occhi scioccata dell'affermazione.
"La stavi spiando?! Razza di idiota. Con che faccia tosta ti ripresenti nella vita di Annie? Meriti una cosa sola tu, la mort-"
"Eddai." La interruppe. "Non voglio farle male, devo solo parlare di una cosa molto importante. Dove si trova adesso?"
"E ti aspetti che te lo dica?!" Egli respirò con calma, cercando di non perdere la pazienza.
"Te lo chiedo un'ultima volta Stella. Dove si trova Annie?" Lei stava zitta, continuando a tenere le chiavi nella porta, girandole lentamente per non esser vista e lo sguardo a lui. "Non fare la difficile. Andrà così: io le parlerò, risolveremo questa piccola questione, prenderò ciò che mi spetta e me ne andrò. Non ho interesse nel restare."
"È in viaggio con il suo ragazzo. Non tornerà e se lo farà si parla di molti e molti mesi. Addio George."
"Ei frena, frena, frena." Bloccò con la mano la porta. Ella deglutì spaventata. "Il suo ragazzo? E sarebbe?"
"Fatti gli affari tuoi razza di idiota, psicopatico, manesco. Se non ti levi dalle palle entro due istanti chiamo la polizia non appena entrata in casa e giuro quanto è vero Dio che ti denuncio per aggressione, sequestro di persona e importunio. Annie non ha avuto la voglia di metterti con le palle al fresco, troppo buona quella ragazza ma con me non funziona. Ti faccio maledire di aver conosciuto me ed AnnieLuise. Stacci lontano porco." Sì sbrigò ella ad entrare in casa e chiudere subito la porta. Respirò a fatica ancora spaventata dalla situazione che aveva appena vissuto. Posando tutte le sue cose e, accendendo tutte le luci, si precipitò al telefono telefonando a casa di Max.

<Pronto?>
<Salve signora Evans, sono Stella Loid->
<Oh cara, mi ricordo benissimo di te. Come stai?>
<Bene, la ringrazio. Scusi se la disturbo ma Max è già rientrato? Avrei urgentemente bisogno di parlarle.>
<Max? Oh sì poco fa, te lo chiamo subito.>
<La ringrazio.>
La donna urlò il nome del ragazzo facendolo scendere, egli prese il telefono stupito e rispose.
<S-Stella?>
<Max, senti.>
<No Stella ascolta, avevi ragione su tutto sono un pessimo amico, un pessimo in tutto e->
<Fermo, fammi parlare Max->
<No, no è giusto che tu sia arrabbiata con me ma vedi, non voglio perdere nemmeno te, davvero ci tengo...>
<Max ascoltami per favore.>
<Ti prego dimmi tutto quello che posso fare per ricevere il tuo perdono e giuro che lo farò, lo prometto.>
<Max basta. Non ti ho chiamato per parlare di quello che è successo prima, ti ho chiamato perché è venuto George, cerca Annie, ed ho l'impressione che sia ancora sotto casa mia. Puoi venire per favore?>
<George? Quel George?>
<Sì quel George.>
<Che ti ha detto? Com'è successo? Che cos->
<Accidenti Max puoi venire qui? Non è un tipo stabile, ho molta paura e mia madre ha il turno notturno. Per favore ti spiego tutto quando sei qua.>
<Non dire altro, corro.>


















In questo capitolo purtroppo la presenza di Michael è minima e ahimè è un capitolo fondamentale per il continuo della storia. Ma ci tengo comunque a dedicarlo a Michael in memoria della sua morte avvenuta il 25/06/2009.
Questo giorno di tredici anni fa ci lasciava un uomo meraviglioso, e il ricordo continua a vivere dentro di noi fresco e ardente tramandando di generazione in generazione. Nessuno lo dimenticherà mai.

In memoria di Michael J. Jackson.

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