▷ dodici

Durante la lezione della Keating non avevo fatto altro che scarabocchiare il mio quaderno con possibili piani per vendicarmi di quei due e torturare il mio povero labbro inferiore coi denti.

Ero riuscita ad ideare un piano perfetto che implicava il giornalino della scuola e la fotografia di mio fratello e James che si baciavano e che sapevo Morgan aveva ancora sul suo cellulare quindi sì, anche lui era stato implicato nell'idea.

Non appena sentii la campanella suonare per il cambio d'ora, schizzai fuori dall'aula, senza aspettare le mie amiche e mi diressi come una furia alla ricerca di Morgan.

Zigzagai tra i miei compagni poi finalmente lo vidi che stava discutendo con Travis di qualcosa che aveva acceso una furiosa discussione fra loro.

Deglutii ansiosamente poi scrollando le spalle, mi diressi verso di loro con passi veloci.

«Cooper, posso parlarti in privato?», chiesi subito, evitando così di dovermi subire battutine stupide, anche se probabilmente le avrebbero fatte lo stesso.

Morgan mi mostrò un sorrisetto furbo poi annuì mentre Travis fece percorrere il suo sguardo su tutto il mio corpo, facendomi venire dei brividi di ribrezzo lungo la spina dorsale.

«Certo. Tutto quello che vuoi, bambola», replicò Travis al posto di Morgan, passandosi la lingua sul labbro inferiore.

Emisi un verso disgustato poi alzai gli occhi al cielo, schifata, «Perché non giri i tacchi e te ne vai a fare in culo, Travis?», sbottai nervosamente.

Sentii un braccio di Morgan avvolgersi intorno alla mia vita per poi tirarmi verso di lui e farmi finire contro il suo fianco, togliendomi il fiato.

Cosa credeva di fare quel rincoglionito?

«Travis, devi stare lontano da Mavis, hai capito? Sennò la prossima volta ti ridurrò la faccia in uno stato così pietoso che nemmeno tua madre sarà in grado di riconoscerti», ruggì Morgan con rabbia, dilatando le narici e stringendo con più pressione le sue dita intorno alla mia vita, come se facendo così riuscisse a proteggermi da Travis.

Travis fece spallucce, puntando un'ultima volta i suoi occhi verdi, ora molto scuri e quasi spaventosi, su di me poi scrollando le spalle, si allontanò da noi.

Una volta sola, incominciai a sentirmi meno nervosa, ma il braccio di Morgan ancora stretto intorno a me, mi stava imbarazzando parecchio.

«Di cosa dovevi parlarmi?», si staccò da me poi prese ad analizzare il mio aspetto.

Arricciai le labbra, scocciata poi gli pestai un piede per spostare la sua attenzione dal mio corpo ai miei occhi.

«Mi, ci vendicheremo di mio fratello e James e tu non puoi assolutamente opporti, dato che mi hai baciato senza il mio consenso durante la prima sfida», gli puntai un dito contro al petto, alzando di poco il mento in segno di sfida, che lui colse all'istante poiché sul suo viso nacque un ghigno pieno di compiacimento.

Strinse le braccia al petto e i muscoli si tesero sotto alla stoffa della maglietta nera che indossava, «Come vorresti vendicarti? Forza, sentiamo.»

Lo fissai di sottecchi poi scrollai le spalle, «Pubblicherò un articolo sul giornalino della scuola.»

Morgan inarcò un sopracciglio, «Di che genere?»

Sentendo quella domanda, un ghigno perfido nacque sulle mie labbra. Mi sarei divertita un mondo a fare quello scherzo.

«Della loro relazione amorosa segreta», risposi con un tono di voce vendicativo.

Vidi gli occhi color nocciola di Morgan spalancarsi poi di punto e in bianco scoppiò a ridere, dandomi una manata sulla spalla che mi fece dondolare all'indietro.

Si sentiva bene? Si era per caso fatto di qualche sostanza? Che cazzo aveva da ridere esattamente?

«Io ci sto.»

Oh... Rideva per quello.

«Be', anche se non ci fossi stato, ti avrei obbligato ad aiutarmi col mio piano», gli feci l'occhiolino poi afferrandogli un polso, lo trascinai sino all'aula d'informatica per scrivere l'articolo.

Sul Gold & Blue ― il giornalino scolastico ― chiunque poteva postare un proprio articolo. Bastava scriverlo e postarlo sulla bacheca del sito del giornalino e puft, a tutti ― o almeno a chi aveva l'app installata sul cellulare ― arrivava la notifica di un nuovo articolo da leggere. Ed era quello che avrei fatto io con tanto di foto col bacio.

Volevo precisare che non avevo assolutamente niente contro gli omosessuali, anzi io stessa facevo parte della LGBT+ community, in quanto sostenitrice dei loro diritti quindi quello scherzo era semplicemente un modo per vendicarmi di mio fratello, James, ma anche di Brittany per tutte le cose che mi aveva fatto passare in passato.

«Ci avrei scommesso», Morgan mi diede un buffetto sul naso e istintivamente lo arricciai.

L'aula d'informatica era sempre aperta quindi fu facile per noi entrare e posizionarci davanti al computer in fondo alla classe.

Lo accesi poi inserii i miei dati sul sito del Gold & Blue, tendendo, ogni due secondi, l'orecchio per sentire quello che stava succedendo fuori e se qualcuno stesse per entrare nell'aula, così da fare il tutto più in fretta.

«Vuoi davvero scriverlo col tuo account?», udii lo stupore nella voce di Morgan nel vedermi accedere al mio profilo, cosa che mi fece ridacchiare.

«Mi sembra ovvio. Deve sapere che sono stata io e be', anche tu», replicai, incominciando a digitare sulla tastiera.

― Volete sapere il nome della nuova coppia del momento? Non siete ansiosi saperlo?

Ebbene, la coppia di cui voglio parlarvi ha purtroppo una relazione segreta perché be'... Ve lo dirò solamente dopo avervi annunciato chi sono i due ragazzi! Si avete capito bene! RAGAZZI!

Sono fidanzati e, hanno tutto il mio appoggio come quello del mio compare al mio fianco.

La coppia è nientepopodimeno che Jeremy Hopkins e James Sullivan, signori e signore!!!

Questa coppia ha una relazione da qualche anno e la povera Brittany è sempre stata all'oscuro di questa cosa. Povera e stupida ricca viziata...

Il nostro caro Jeremy sta tradendo la sua ragazza con James Sullivan, nonché amico di vecchia data o dovrei dire "amore di vecchia data"?

Deve essere dura nascondere per così tanto tempo una relazione e fingere persino di amare un'altra persona...

Aspettate, ma non è la loro specialità? Soprattutto di Brittany Brown??

Be', ora che il loro segreto è stato svelato, potranno essere liberi di amarsi alla luce del sole!

Spero accetterete e augurerete il meglio a questa coppia, come è giusto che sia.

[Foto allegata del bacio]

Articolo di: Mavis Hopkins e Morgan Cooper. ―

Morgan lesse con attenzione quanto avevo scritto poi scoppiò a ridere di punto in bianco, «È fantastico! A tuo fratello verrà un colpo.»

Scrollai le spalle con sufficienza, «Be', se lo merita», replicai con un tono di voce incattivito.

Sapevo di poter sembrare infantile, ma era la sfida che richiedeva uno scherzo quindi perché non prendere la palla al balzo e vendicarmi di loro?

Era giusto. Mio fratello non aveva fatto altro che farmi scherzi sin da quando eravamo bambini. James si era preso gioco di me alla festa, facendomi capire che sapeva della mia cotta ― che in tutta onestà stava pian piano scemando. E Brittany, be', lei aveva cercato in ogni modo di rovinarmi la vita scolastica quindi quel piccolo scherzetto ci stava pure.

Non vedevo l'ora di vederli dare di matto.

«Premo invio?»

«Premi», Morgan si accasciò sulla poltrona appena ebbi premuto l'invio sulla testiera del computer.

«Tra non molto verrò invasa di messaggi», mormorai, sedendomi al suo fianco ed emettendo un sospiro.

I primi commenti incominciarono ad arrivare, come una pioggia improvvisa.

«James sarà incazzato nero», commentò il mio compagno di challenge, scrollando verso l'alto sullo schermo del suo cellulare.

Starà sicuramente leggendo i commenti che i nostri compagni stavano lasciando sulla bacheca del sito e che io non stavo nemmeno controllando perché stavo semplicemente aspettando l'arrivo del messaggio di mio fratello.

«E pensi me ne fotta qualcosa?»

«No, ma se lo merita.»

Risi, alzando gli occhi al cielo. «Ma non prendermi per il culo! Tu che non difendi il tuo migliore amico e mi dici pure che se lo merita? Ma dai!»

Morgan fece spallucce, voltando il viso verso di me e in quel momento notai i suoi occhi farsi più scuri e spaventosi. Trasalii poi abbassai lo sguardo verso il cellulare che avevo appoggiato in mezzo alle cosce, sopra al vestito a fiori.

«James è veramente uno stronzo, ma uno di quelli che è meglio avere come amico piuttosto che come nemico. E vuoi sapere perché? Perché riesce sempre a scovare il punto debole di chiunque e ad usarlo contro di loro per avere quello che vuole.»

«Ha fatto così anche con te?», gli domandai senza peli sulla lingua.

Mi capitava molto spesso di fare domande inopportune, ma ero una persona molto curiosa, anche se non lo davo mai a vedere.

Mi piaceva conoscere i segreti degli altri, ma non sopportavo quando gli altri venivano a conoscenza dei miei.

Lui incominciò a tamburellare un dito sul banco dalla superficie bianca e lucida mentre i suoni delle continue notifiche sul computer facevano da sottofondo.

«Sì, sa delle cose che vorrei restassero segrete, ma almeno per adesso non le ha mai usate contro di me per avere ciò che desidera. So, però che quel giorno arriverà e non sono pronto.»

«Non voglio mettermi nei casini per lui», concluse infine, emettendo un sospiro fiacco.

Quindi James era davvero una persona cattiva. Ciò voleva dire che tutte le volte che si era mostrato gentile con me era stato perché voleva scoprire qualcosa su di me da ritorcermi contro?

Bastardo.

Contrassi la mascella per il nervoso causato da quei pensieri poi sussultai quando sentii Morgan sfiorarmi una guancia coi suoi polpastrelli caldi.

«Non ha nulla contro di te, Mavs quindi stai tranquilla che quell'espressione da cane rabbioso non ti dona», tracciò col pollice un mio zigomo e le mie guance presero improvvisamente fuoco.

E invece aveva qualcosa contro di me...

«Senti, Morgan "sono figo solo io" potresti togliere quella mano dal mio viso, prima che te la stacco a morsi? E non provare mai più a darmi del cane rabbioso, stronzo», gli mostrai il dito medio poi tornai con lo sguardo verso il computer, leggendo qualche commento, così da non pensare più a James o a Morgan.

Morgan sghignazzò poi roteò gli occhi, quando vide che gli avevo puntato contro una matita appuntita.

«Brittany ha commentato!», scoppiai in una fragorosa risata, rileggendo ancora il suo commento.

«"Mavis, sei patetica. Il tuo stupido tentativo di far lasciare me e tuo fratello è fallito. Fatti una vita tua"», lo lessi ad alta voce con le lacrime agli occhi poi esalai un profondo respiro per calmarmi, «"Non tutto gira intorno a te, Brittany"», digitai velocemente i tasti poi inviai la mia risposta.

Morgan emise un ridacchio piuttosto compiaciuto poi stiracchiandosi le braccia, si alzò dalla poltrona.

«Direi di tornare in classe ora.»

«Morgan, posso farti una domanda?», lo fermai, afferrandolo per un polso. Lui si voltò verso di me poi mi fissò di sottecchi, leccandosi sensualmente il labbro inferiore e per quello dovetti distogliere lo sguardo, dato che sentii il viso bruciare.

«Dimmi tutto, Mavs.»

Non provai nemmeno a ribattere, dicendogli che solo gli amici potevano chiamarmi così perché tanto non mi avrebbe ascoltato quindi alzai semplicemente gli occhi al cielo.

«Perché sei gentile con me? E perché quando voglio sapere qualcosa di te, tranne in questo caso che me ne hai parlato subito, cosa molto strana, mi tratti di merda?», non lasciai la presa intorno al suo polso, anzi, strinsi con maggior forza le dita intorno mentre lui si lasciò sfuggire dalle labbra carnose un sospiro.

La sua espressione cambiò nel giro di due secondi e ora sul suo volto vi era un sorrisetto malizioso e i suoi occhi si erano fatto più scuri, tanto da sembrare quasi neri.

Feci per aprire bocca, ma lui mi spinse contro il banco alle mie spalle, facendomi sfuggire dalle labbra un verso sorpreso poi appoggiò una mano sulla mia clavicola e incominciò a risalire sino al mio collo, dove poi prese a lasciare lente carezze.

Il mio corpo venne scosso dai forti brividi e divenne più rigido di un manico di scopa.

Morgan, invece continuò a distrarmi con i suoi gesti a cui il mio corpo stava reagendo in un modo che non mi piaceva per niente. Il mio cuore batteva in modo spropositato nella gabbia toracica, tamburellando come impazzito anche nelle mie orecchie.

Sì, perché era questo quello che stava cercando di fare. Distrarmi dalla domanda che gli avevo fatto e il mio corpo di certo non era d'aiuto, così come il mio cuore che sembrava impazzito.

Notai il suo viso farsi sempre vicino al mio, sino a sentire la mia bocca venir sfiorata dal suo respiro caldo, facendomi provare altri mille brividi in tutto il corpo.

Il fiato mi si mozzò in gola mentre provai a mandar giù quel groppo di nervosismo che mi stava soffocando violentemente.

Il mio volto andò leggermente a fuoco. Avevo bisogno d'aria e di allontanarmi da lui.

«È questo che vuoi non è vero? Vuoi che ti bacio, Mavs? Se è così, dillo subito», soffiò sulle mie labbra dischiuse.

In quel momento spalancai gli occhi per la rabbia e perché era riuscito ad abbindolarmi con quei stupidi gesti. Con entrambe le mani lo spinsi lontano da me, ritornando a respirare normalmente poi lo fissai con freddezza.

«Sei solo un coglione, Morgan Cooper», sbraitai furiosa poi afferrando il mio zaino con violenza, uscii dall'aula d'informatica e per la seconda volta in quella giornata, mi scontrai contro qualcuno, ma per fortuna non caddi nuovamente a terra.

«Mavis!», esclamò Tyler, tenendomi incollato a lui, grazie al braccio che aveva avvolto intorno alla mia vita per non farmi cadere.

«Tyler, ehi, ci scontriamo ancora eh?», provai a ridacchiare, ma sembrai più una scrofa col raffreddore per via del fatto che fossi nervosa.

«Già. Io e mia sorella abbiamo appena finito di parlare con il preside e adesso Cassidy sta accompagnando Amy in segreteria per gli orari e gli armadietti», mi raccontò lui, dopo essersi staccato da me con grazia poi controllò l'orario sul suo orologio da polso e sbuffò.

«A quanto pare perderemo anche la seconda ora», borbottò, sistemandosi meglio lo zaino in spalla.

Lanciai un'occhiata verso l'aula d'informatica, ma a quanto pare Morgan non aveva alcuna intenzione di uscire da lì. Be', cavoli suoi.

«È meglio se entri direttamente alla terza ora, così tu ed Amy vi presentate alla classe.»

Tyler mi sorrise poi mi guardò il vestito e arricciò il naso, «Scusa se te lo dico, ma questo vestito ti, come dire, taglia le gambe. Ti fa più bassa», vidi le sue guance divenire rosse per l'imbarazzo dopo aver detto quella cosa. Forse pensava di avermi offesa.

«Oh, lo so! Il vestito non è mio. Una mia amica me lo ha prestato perché... Ah, lasciamo perdere. Lo scoprirai tu stesso. Questa scuola è una gabbia di matti», ridacchiai nel vedere i suoi occhi verdi come l'erba spalancarsi di colpo.

«Ho già paura», sghignazzò lui, fingendo di tremolare. Gli diedi una leggera spinta per farlo smettere.

«Guarda che dico sul serio. Ad esempio: io non penso di arrivare a fine giornata, nel senso... Mio fratello mi ammazzerà per via dello scherzo che gli ho fatto», alzai le spalle con nonchalance poi sorrisi divertita, guardando i suoi continui cambi di espressione.

«C-che?»

«Lo scoprirai a tue spese, caro Tyler Monaghan, soprattutto adesso che tu e tua sorella siete i nuovi arrivati nel nostro manicomio», gli strizzai il naso quando rimase a fissarmi come uno stoccafisso.

Perché con Tyler riuscivo a comportarmi normalmente? Il bello era che lo conoscevo da neanche due ore.

Non riuscivo a capirlo, ma mi trasmetteva sicurezza e simpatia. Non sembrava avere secondi fini con me quindi mi pareva quasi di parlare con un amico di vecchia data.

Tyler mugugno poi staccò la mia mano dal suo volto e si massaggiò il naso, «Dopo scuola ti andrebbe di uscire? Almeno così mi racconti un po' di questa scuola e di come sono i ragazzi e le ragazze di questo liceo.»

Mi aveva appena chiesto di uscire? Sì, cretina!

Ero davvero appena stata invitata ad uscire da un ragazzo così bello e all'apparenza gentile? Oh santo cielo!

«Cert―»

«Lei sta con me quindi smamma, cretino.»

Ecco a voi il "per nulla unico" esemplare di cretino allo stato puro che al posto di farsi i fatti suoi, sbucava dal nulla e mandava a monte la mia uscita.

«Non ho intenzione di pro―», provò a giustificarsi Tyler, ma Morgan lo aveva già afferrato dal colletto e lo aveva fatto tacere.

La cosa divertente era che Morgan era in punta di piedi mentre cercava di minacciare Tyler. Il moro lo aveva proprio sopraffatto in altezza di quasi una quindicina di centimetri.

«Morgan lascialo andare immediatamente!», sbottai, afferrandolo da un lembo della maglietta per poi staccarlo da Tyler che non sembrava minimamente intimorito da lui.

«Tu non ci esci con lui», mi minacciò Morgan, dilatando le narici dalla rabbia.

Scoccai la lingua contro il palato per il nervoso poi arricciai le labbra, seccata.

«Cooper, io non sono la tua ragazza e non sono una tua amica quindi posso uscire con chi cazzo voglio. E vorrei ricordarti che hai una fidanzata quindi smettila di stressarmi. Ora vattene», sibilai aspramente verso di lui per poi spingerlo leggermente all'indietro per fargli capire che doveva andarsene.

Mi guardò un'ultima volta con disprezzo poi si voltò e dopo aver dato una spallata abbastanza forte a Tyler che sogghignò compiaciuto, se ne andò una volta per tutte.

«Scusami per questa stupida scenata. Morgan ha il ciclo, povero idiota», borbottai, continuando a sentirmi infastidita dal comportamento di Morgan.

Tyler emise una breve risata, «Tranquilla, non è un problema. Sono abituato a cretini come lui quindi per l'uscita?»

«Appena suona l'ultima campanella della giornata vieni qui poi andremo a farci un giro, va bene?», gli sorrisi, spostandomi una ciocca immaginaria dietro all'orecchio.

Okay, ero leggermente in imbarazzo, dopotutto era la prima volta che uscivo con un ragazzo dopo quasi un anno dall'ultimo, ma potevo sopportare quel subbuglio che avevo nello stomaco perché sapevo che alla fine mi sarei divertita con lui.

«Quindi è un sì?»

«Esattamente, Tyler.»

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