ᴘᴀɴɪᴄ ᴀᴛᴛᴀᴄᴋ

Il giorno dopo mi svegliai molto tardi.
Saltai le lezioni perchè non era più possibile entrare a scuola alle 11:00.
Andai in bagno e feci una doccia fredda.
Avevo dormito poco, avevo un leggero mal di testa, il caldo non mollava, e la doccia fredda non era bastata a svegliarmi e a rendermi lucida.
Indossai una maglia bianca che lasciava le spalle scoperte, dei jeans neri e degli stivaletti dello stesso colore.
Legai i capelli in una coda e lasciai alcuni ciuffi ricadere lungo il mio viso.
Scesi le scale di casa mia e notai che non c'erano più gli scatoloni del giorno prima.
Mia madre aveva pensato di trasferisci subito?! Beh..probabile.
Continuai a guardare il salotto in cerca degli scatoloni fin quando mia madre si avvicinò a me.
<<Ashley?>> disse chiamandomi.
Istintivamente mi girai e notai la figura di un uomo accanto a mia madre.
Era mio padre.
Aveva sempre la sua tenuta elegante.
<<Ciao Ashley>> disse mostrando il suo sorriso.
Guardai mia madre in cerca di spiegazioni ma lei continuava a guardare mio padre.
<<Ashley>> disse l'uomo avvicinandosi a me.
Io mi allontanai, in modo di fargli capire che non doveva avvicinarsi a me. Lui si fermò e poi continuò a parlare.
<<Sei cresciuta tanto.So che questo per te è troppo, ma io e tua madre ci amiamo ancora. Lei mi ha raccontato di te e di come hai preso l'idea del trasloco..quindi ho deciso di venire io da te, in modo che tu non lasci Jughead o Veronica>> disse sorridendo.
<<Grazie>> dissi in un sussurro ma continuai a rimanere seria.
Poi, oltrepassai mio padre e mia madre e uscì fuori dal salotto.
Presi lo zaino e uscì fuori di casa.
Mentre stavo per scendere i gradini di casa, quelli che conducevano al marciapiede, qualcuno mi prese il polso.
<<Complimenti Ashley>> disse arrabbiata.
Era mia madre.
Subito tolsi il mio polso dalla sua presa.
<<Cosa vuoi che faccia? Che lo abbracci e che sorrida dopo tutto quello che ha fatto?>> dissi per poi incrociare le braccia.
<<Ashley..so che quello che ha fatto non è giusto, ma non puoi continuare così. Continuerà a vivere nella nostra casa, lo vuoi capire?>>
<<Allora me ne andrò da casa.>> dissi senza pensare
<<Davvero? Allora comincia ad andartene!>>
<<Tu preferisci quel drogato a me, giusto?>>
<<NON CHIAMARLO COSÌ, ASHLEY. TU NON SAI NIENTE. LUI NON SI È MAI DROGATO>> disse alzando la voce.
Probabilmente l'avevo ferita senza accorgemene.
Guardai a terra e cercai di prendere aria.
Lei mi guardò cercando di farmi parlare ma io non dissi nulla.
<<Grazie Ashley, proprio>> disse asciugandosi le lacrime.
Poi rientrò a casa.
Io la guardai. Che cosa avevo fatto?!
Mi sentivo una merda. Avevo fatto piangere mia madre.
"Grande Ashley".
Continuavo a ripetere quella frase nella mia mente.
Mi ero accorta adesso che faceva un po' freddo, nonostante fosse quasi ottobre.
Di solito faceva caldo fino a Settembre, lì.
Camminai da sola.
Non trovavo Jughead dato che lui era a scuola.
Camminavo lentamente senza guardami indietro.
Andai al parco. Quello stesso parco in cui io e Jughead avevamo dormito insieme.
Mi sedetti sulla riva del lago.
Ripensavo alle frasi di mia madre e di come ero riuscita a ferirla.
Chiusi forte le palpebre.
Mi raggomitolai su me stessa e iniziai a piangere.
Dopo qualche ora, che a me erano sembrati minuti, qualcuno mi abbracciò da dietro.
<<Hey Giulietta>> disse sorridendo.
Era Jughead.
Cercai di asciugare le mie lacrime il più velocemente possibile.
Ma era totalmente inutile dato che continuavano a scendere da sole.
"SMETTILA ASHLEY"
Continuavo a ripetere nella mia mente, cercando di calmarmi.
Jughead tolse il suo cappello grigio e posò il suo zaino a terra.
Si sedette vicino a me.
Io non lo guardai nemmeno in faccia. Guardavo il lago.
Mi mise un braccio sulle mie spalle e lasciò che io mi avvicinassi a lui.
Poggiai la mia testa sulle sua spalla mentre continuavo a guardare il lago.
<<Faccio schifo Jugh>> dissi, con lo sguardo perso.
<<Non è vero Ashley>> disse guardandomi
<<SI CHE È VERO>> dissi alzando la testa, in modo da poterlo guardare in faccia.<<HO APPENA FERITO I MIEI GENITORI..E QUESTA È L'UNICA COSA CHE NON DOVEVO E CHE NON VOLEVO FARE>> dissi alzando la voce, mentre lacrime scendevano lungo il mio viso.
<<Ash..>> disse Jughead cercando di calmarmi.
<<COSA JUGH?>> dissi alzandomi in piedi.
Ero talmente arrabbiata che me la stavo prendendo anche con Jughead, lui che non c'entrava niente.
Mi allontanai un po' da Jughead, che rimase lì, in piedi, a guardarmi.
Avevo un vuoto dentro, e probabilmente questa era la cosa che mi dava più fastidio.
Sentii il petto opprimersi, il respiro si fece affannoso e ogni volta che cercai di prendere una boccata d’ aria, mi sentii sempre di più soffocare.
Non riuscii più a concentrarmi, a parlare.
La gola si fece secca.
Sentii le mani che sudavano e tremavano
Avevo come la netta sensazione che tutto stava per crollare, che stavo per crollare.
Mi sembrava di non riuscire a controllare niente.
Mi sentivo immobilizzata e senza forze.
La mente si affollò  di pensieri contrastanti, mentre il cuore batteva così forte che sembrava pronto ad esplodere come una bomba.
L'unica cosa che mi venne in mente fu "Attacco di panico".
Divenni pallida e guardai Jughead che si avvicinò correndo verso di me.
<<Hey Ashley...calmati>>
Io lo guardavo piangendo, senza parlare.
Mi fece sedere a terra, lui fece la stessa cosa e mi abbracciò.
<<Jugh..>> dissi sussurando, cercando di parlare.
<<Hey hey..ci sono io..devi calmarti>> disse continuando ad abbracciarmi.
Restai lì così per minuti, che a me sembrarono ore.
Quando mi ripresi, stavo ancora tra le braccia di Jughead.
Era quasi il tramonto.
<<Dovresti andare da tua madre e scusarti, Ashley>> disse mentre il sole illuminava i suoi occhi azzurri, rendendoli più chiari.
Mi alzai e presi il mio zaino.
Jughead si avvicinò a me, e mi baciò.
<<Non piangere, Giulietta>> disse sorridendo.
Sorrisi per qualche istante e poi andai a casa, camminando lentamente.

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