Vieni con me

Free day

DAY 7: STARRY NIGHT


Con gli avambracci poggiati contro il parapetto, Hakuji osservava il sole sparire lento lungo la linea dell'orizzonte, i capelli mossi lievemente dalla brezza marina e il dolce suono delle onde – che s'infrangevano placide contro le pertiche di legno della palafitta in cui si trovava – come sottofondo. Lui e Kyojuro si erano recati in quell'angolo di paradiso che erano le Maldive per concludere un affare con uno dei più importanti soci dell'azienda, approfittandone per pernottare nel più bel resort della zona. La vista, dal balcone privato del piccolo appartamento sospeso sull'acqua, era meravigliosa: il mare limpido aveva assunto i colori del tramonto, tingendosi di rosso e arancione, la sabbia bianca era diventata bruna, mentre le fronde delle palme si muovevano grazie alla brezza, stagliandosi contro il cielo variopinto.

Seguì il sole con lo sguardo finché non lo vide sparire del tutto e lasciare, poco alla volta, il posto alla luna e alle prime stelle tremule. Un alito di vento lievemente più fresco gli accarezzò la pelle accaldata, facendolo rabbrividire e portandolo a strofinare i palmi sui bicipiti tatuati lasciati scoperti dalla leggera canotta che indossava in quel momento. Era sul punto di rincasare, quando due braccia forti gli circondarono la vita, facendolo finire con la schiena contro il petto dell'uomo dietro di sé. Ormai conosceva benissimo quel contatto, cosa che gli evitò di mettersi in allerta o scattare sulla difensiva.

«Se resti qui fuori, ti prenderai un malanno.» Disse Kyojuro, poggiando il mento sulla spalla di Hakuji.

«Non sono così debole. Ormai dovresti saperlo.» Rispose Akaza, sbuffando appena e facendo ridacchiare l'altro che si divertiva sempre a stuzzicarlo. «Com'è andata la trattativa?» Gli chiese curioso di sapere come fosse andato l'incontro per il quale si erano recati lì, mentre si rigirava in quell'abbraccio per poterlo guardare dritto negli occhi.

«È andata bene. Abbiamo concluso l'affare.» Rispose Rengoku con un grosso sorriso sulle labbra.

«Mi fa piacere saperlo. È un'ottima opportunità per la nostra azienda. Anche se sarei dovuto essere lì con te, anziché stare qui a non fare niente per tutto il giorno. In fondo, sono il tuo segretario.» Disse Hakuji, afferrando una delle ciocche bionde che circondavano il viso di Kyojuro per girarla appena tra le dita.

«Lo sai che il signor Ubuyashiki preferisce trattare direttamente con me, in privato.»

«E allora perché mi hai portato qui se la mia presenza non era necessaria?» Chiese con un sopracciglio alzato, smettendo di giocare con i capelli dell'altro.

«Perché volevo passare del tempo insieme a te, lontano da tutto e da tutti.» Sussurrò Kyojuro, prima di sporgersi in avanti e baciare una guancia al suo segretario. «Andare al mare, fare il bagno insieme, divertirci, guardare il tramonto, andare in giro per i negozi. Un po' come se fossimo in vacanza.» Concluse, mentre depositava altri baci lungo la mascella e gli zigomi di Hakuji.

«Eppure non abbiamo fatto niente di tutto questo e non abbiamo il tempo di farlo, dato che sei stato impegnato tutto il giorno e domani ripartiamo.» Rispose Akaza, scuotendo appena la testa con un mezzo sorriso sulle labbra, concentrato sulla bocca del suo superiore che era scesa a lambirgli la pelle del collo.

Era rimasto solo tutto il giorno, chiuso in quella elegante palafitta. Non era andato in spiaggia perché non amava particolarmente la confusione e il sole cocente sulla pelle – si scottava facilmente e odiava i bambini che correvano urlando e lanciando la sabbia in aria –, lo shopping non gli interessava e aveva preferito starsene sdraiato sul comodo divano, con l'aria condizionata accesa e la televisione a fargli compagnia. E poi, senza Kyojuro non si sarebbe divertito ad andarsene in giro per i fatti suoi.

«Ma possiamo rimediare adesso. Che ne dici?» Chiese Rengoku in un sussurro dritto contro l'orecchio di Hakuji, cosa che lo fece rabbrividire.

Non si sarebbe mai abituato all'effetto che gli faceva il suo superiore e al modo in cui il corpo rispondeva in maniera del tutto involontaria alla sua vicinanza. Erano bastati un paio di baci, sentire il suo respiro sul collo e la sua voce bassa e suadente infrangersi contro il padiglione auricolare per farlo fremere di eccitazione.

«Direi che questa è davvero un'ottima idea. Cosa proponi di fare?» Disse con un sorriso mellifluo, mormorando quelle parole a pochi millimetri di distanza dalle labbra di Kyojuro che era tornato a guardarlo con un luccichio ben evidente nelle iridi vermiglie.

«Vieni con me

Rengoku si scostò facendo alcuni passi indietro, il braccio teso in direzione di Akaza e la mano aperta; attese che gliela afferrasse, prima di trascinarlo con sé fuori dalla palafitta. Hakuji lo seguì senza chiedere dove stessero andando, fidandosi ciecamente del suo Kyojuro e pronto ad andare fino in capo al mondo, insieme a lui. Camminarono lungo il percorso che portava dritto sulla spiaggia – fermandosi in una piccola bancarella per comprare qualcosa da mangiare –, trovandola vuota per via della notte che avanzava, e si avvicinarono al bagnasciuga sul quale le onde si infrangevano. L'acqua arrivò placidamente contro i loro piedi, bagnandoli, ma nessuno dei due vi fece troppo caso.

Cominciarono a passeggiare sulla sabbia umida, l'uno di fianco all'altro, circondati dal buio che si faceva sempre più scuro e illuminati dalla luna alta nel cielo. Camminarono per lunghi minuti lungo il bagnasciuga, parlando del più e del meno, ridendo e godendosi la compagnia reciproca come fossero degli adolescenti spensierati, finché non giunsero a un'insenatura della costa. La forma a mezzaluna e le rocce della ripida parete naturale che si trovava lì rendevano quel piccolo pezzo di spiaggia intimo e appartato. Si sedettero sulla sabbia fresca, il naso all'insù e lo sguardo fisso sul cielo trapunto di stelle.

«Non sarà come guardare insieme il tramonto, ma trovo che anche l'arrivo della notte abbia il suo fascino.» Se ne uscì Kyojuro, facendo perplimere Akaza per un momento per poi farlo ridere di gusto non appena capì di cosa stesse parlando.

«Vuoi davvero fare tutto ciò che mi hai detto prima? Mi sembrava stessi scherzando.»

«Ci siamo fermati a comprare qualcosa in una bancarella, siamo al mare, ci siamo divertiti mentre venivamo qui e stiamo ammirando la notte stellata più bella di sempre. Quindi sì, voglio fare con te ciò che in questi due giorni non abbiamo potuto fare.» Disse il bel direttore, guardando il suo segretario con il sorriso sulle labbra.

Hakuji scosse la testa e continuò a ridacchiare mentre spostava l'attenzione sul cielo stellato e sul mare che rifletteva il bagliore della luna, tanto era calmo e privo di increspature. Inspirò a pieni polmoni la leggera brezza marina che sapeva di salsedine e tornò a stringersi tra le braccia. Faceva decisamente più freddo di prima e la canotta cominciava ad essere troppo leggera. Non avevano portato gli asciugamani e non avevano niente per accendere un piccolo falò: dovevano inventarsi qualcosa per riscaldarsi a vicenda e Akaza aveva già una mezza idea su cosa fare.

«Non pensi manchi qualcosa?» Chiese Hakuji, ammiccando appena e guardando Kyojuro con un sorriso sbilenco sulle labbra.

«Hai ragione.»

Akaza già pregustava ciò che sarebbe successo da lì a poco. L'atmosfera era perfetta, non c'era nessuno nei paraggi e lui aveva una voglia matta di fare l'amore con il suo uomo. Ma le cose non andarono esattamente per come le aveva immaginate. Rengoku si alzò velocemente, scuotendo la sabbia dai vestiti e lasciandolo letteralmente di sasso. Lo guardò interrogativo per un attimo, poi venne afferrato per le braccia e tirato all'impiedi. Non ebbe il tempo di capire quali fossero le sue reali intenzioni o cosa volesse fare: si ritrovò trascinato di peso fino al bagnasciuga e lanciato in acqua con tutti i vestiti.

Una volta ritornato in superficie, imprecò sonoramente, preso alla sprovvista e attraversato dai brividi di freddo causati dalla brezza a contatto con la pelle bagnata. Guardò Rengoku che se la rideva a pochi passi dalla riva e decise di vendicarsi: cominciò a schizzargli contro tutta l'acqua che riusciva a raccogliere con le mani giunte a coppa. Quando anche l'altro fu zuppo dalla testa ai piedi, scoppiarono a ridere senza ritegno, proprio come due bambini che si facevano i dispetti.

Kyojuro raggiunse Hakuji in acqua, incurante del fatto di avere ancora addosso i pantaloni del completo che aveva messo quella mattina e la camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti, ormai bagnati e appiccicati al corpo prestante. Gli si parò davanti e lo circondò con le braccia, immobilizzandolo e impedendogli di schizzargli contro altra acqua. Akaza non si dimenò per come aveva previsto, ma si lasciò abbracciare placidamente e gli diede un lieve bacio a fior di labbra.

«Non era esattamente questo, quello a cui mi riferivo.» Disse Hakuji, guardandolo dritto negli occhi mentre allungava le braccia per circondargli il bacino e tirarlo un po' più vicino a sé.

«Ah, no? Non ti riferivi al fatto che dovessimo fare il bagno insieme?» Chiese Rengoku, facendo finta di non capire cosa volesse esattamente il suo bel segretario.

Si guardarono negli occhi per un lungo istante, illuminati dalla luce lunare e lievemente cullati dal lento andirivieni delle onde. Era come se il tempo si fosse fermato in quell'esatto momento, come se il mondo circostante si fosse congelato e non esistesse altro all'infuori di loro due. Hakuji si trovò a desiderare di voler vivere per sempre attimi come quelli, con Kyojuro al proprio fianco, incuranti di tutto il resto. Era proprio una bella sensazione e lo faceva stare bene per come mai lo era stato in vita sua.

La loro relazione era iniziata quasi per gioco, da una semplice attrazione fisica che li aveva portati a incontrarsi di nascosto con maggiore frequenza, come a voler scappare dalla monotonia del lavoro e delle giornate che trascorrevano sempre uguali. Ma dopo tutti quei mesi passati insieme, a scoprirsi e appartenersi, entrambi avevano capito che qualcosa era cambiato, nei loro ritrovi dal sapore effimero. Un sentimento più profondo e più forte del semplice desiderio carnale e passionale era cresciuto nei loro cuori, travolgendoli con la sua potenza e portandoli a volere qualcosa di più oltre al sesso occasionale.

«Kyojuro...»

«Hakuji...»

Entrambi pronunciarono i rispettivi nomi con l'intento di iniziare un discorso e si ritrovarono a ridacchiare, non sapendo bene chi dei due dovesse parlare per primo.

«Parla prima tu.» Disse alla fine Rengoku, sfiorando con la punta delle dita la nuca di Akaza, facendolo fremere.

«Vieni a vivere con me.» Hakuji pronunciò quella frase senza troppi giri di parole. «Lo so che la mia può sembrarti una proposta avventata, ma è una cosa che volevo chiederti già da tempo.» Continuò prima che Kyojuro potesse dire qualcosa. «In tutti questi mesi passati con te, ho capito di amarti per come non ho mai amato nessun altro in tutta la mia vita. Mi completi, mi fai stare bene, con te posso parlare di tutto senza sentirmi strano o inadeguato. Sei praticamente l'uomo perfetto per me e non ho alcuna intenzione di lasciarti scappare. So che, sicuramente, rifiuterai per via della tua posizione e del nome della tua famiglia, ma-»

Prima che potesse finire di parlare, Akaza si ritrovò con le labbra di Rengoku posate sulle sue. Il bacio che si scambiarono fu pieno di sentimenti, di amore e passione, tanto che quando si staccarono si ritrovarono entrambi senza fiato. Era stato intenso.

«Non potrei mai rifiutare, Hakuji, perché è la stessa cosa che stavo per chiederti io.» Disse Kyojuro, poggiando la fronte contro quella dell'altro e parlando a bassa voce, come se qualcuno potesse spiarli. «Non mi importa nulla della mia posizione nella società e alla mia famiglia non interessa sapere con chi passerò il resto della mia vita. Io mi sono innamorato di te e non voglio nessun altro al mio fianco. Quindi sì, voglio vivere con te

Hakuji non attese oltre. Afferrò Kyojuro dalla camicia bagnata e se lo tirò contro per riprendere a baciarlo con più foga di prima. Era felice, tanto che sentiva il cuore battergli all'impazzata nel petto come se volesse uscirgli dalla gabbia toracica. Sentì le mani di Rengoku posarsi sui suoi fianchi e stringerli appena, facendo sì che i loro corpi potessero entrare maggiormente in contatto. L'eccitazione di entrambi era ormai palpabile, le erezioni all'interno dei loro vestiti bagnati si scontrarono, cosa che li fece gemere incontrollati.

Mentre continuavano a baciarsi, si avvicinarono appena alla riva e cominciarono a sfilarsi gli indumenti che si erano incollati addosso, per poi lanciarli sulla sabbia della spiaggia. Quando furono totalmente nudi, si spostarono un po' più verso il largo, restando comunque nella zona in cui l'acqua non era troppo alta, e ripresero a scambiarsi effusioni d'amore. Le mani di Kyojuro si posarono nuovamente sui fianchi di Akaza per tirarlo verso di sé e farlo avvinghiare con le gambe al proprio bacino, poi risalirono lente lungo la sua schiena, facendolo sospirare di desiderio. Hakuji circondò il collo di Rengoku con le braccia e si aggrappò alle sue spalle forti quando sentì le sue dita stringergli i glutei sodi e l'erezione strusciare contro l'apertura nascosta lì in mezzo. L'aveva bramato e aspettato per tutto il giorno, immaginando di consumare il loro amplesso proprio in quel modo.

Akaza spostò le mani dalle spalle ai capelli di Kyojuro, infilando le dita tra le ciocche bagnate e tirandole appena, facendolo gemere sommessamente. Sentì il suo respiro infrangersi contro la pelle umida della clavicola sinistra e rabbrividì quando avvertì i suoi denti morderlo proprio in quel punto. La sua epidermide doveva sapere di sale, ma all'altro non importava particolarmente dato che continuò a vezzeggiare quel punto con baci e leggere lappate. Rengoku seguì il disegno nero del tatuaggio con le labbra, fino ad arrivare a uno dei capezzoli di Hakuji reso turgido da quelle attenzioni e dalla brezza che gli faceva arricciare la pelle bagnata dall'acqua che si infrangeva contro i loro corpi. Lo succhiò con dedizione, beandosi degli ansimi che scappavano al controllo del suo segretario.

Lo vezzeggiò per dei lunghi attimi, facendolo fremere e vibrare come la corda di un violino. Poi, desideroso di farlo suo ancora una volta, Kyojuro si afferrò il membro eretto e lo allineò all'anello di muscoli di Akaza. Non servì alcun tipo di preparazione; l'acqua marina agevolò i suoi movimenti, facendolo sprofondare con facilità dentro il corpo dell'altro, riempiendolo fino in fondo. Hakuji tornò ad aggrapparsi con forza alle sue spalle, mentre Rengoku iniziava a muovere i fianchi e lo penetrava con ritmo cadenzato.

In quella posizione, e con l'acqua che faceva da lubrificante naturale, non fu difficile per il bel direttore trovare quel punto capace di far gemere di piacere il suo segretario. Lo colpì con movimenti calibrati, andando sempre più a fondo e cercando di aumentare la velocità con cui la sua erezione entrava e usciva dall'anello di muscoli che lo stringeva spasmodicamente. Per tutta la durata dell'amplesso, Kyojuro baciò con foga Hakuji, mordendogli appena il labbro inferiore. Quando si sentì prossimo all'orgasmo, cercò con una mano il membro eretto dell'altro per portarlo al piacere, ma venne bloccato. Lo guardò per un attimo negli occhi e capì cosa volesse fare.

Rengoku spinse per un'ultima volta i fianchi contro i glutei di Akaza, poi si tese e riversò tutto il suo seme perlaceo dentro di lui. Rimasero fermi in quella posizione per alcuni minuti, aspettando che gli ultimi tremiti dell'orgasmo sparissero per permettere a Kyojuro di muoversi con passo certo sul fondale sabbioso. Hakuji lo prese per mano e lo portò fino alla battigia, dove la sabbia formava una sorta di scalino naturale. Si misero a sedere proprio lì, riprendendo a baciarsi e a sfiorarsi, fino a finire distesi uno sopra l'altro.

Akaza sovrastò il corpo muscoloso di Rengoku, adagiandosi tra le sue gambe aperte e cominciando sin da subito a strusciarsi su di lui come se lo stesse possedendo. Era ancora eccitato, con l'erezione pulsante e insoddisfatta. Lo guardò negli occhi come a chiedergli silenziosamente il permesso, in cerca di un suo cenno di consenso, come la prima volta che lo aveva fatto suo. Quando lo vide sorridere e annuire, lo baciò con trasporto e si spinse in lui lentamente. Proprio come quando Kyojuro si era fatto strada tra le sue natiche, l'acqua agevolò quella penetrazione, facendolo sprofondare per intero e gemere senza controllo. Non si sarebbe mai abituato alla sensazione delle pareti interne dell'altro che lo accoglievano e avvolgevano calde, pulsanti e stimolanti.

Si spinse sin da subito con un ritmo serrato, sentendo il piacere scorrere liquido nelle vene, risalirgli lungo la colonna vertebrale. Rengoku gli circondò le spalle con un braccio, mentre con una mano gli stringeva e tirava appena le ciocche rosa, ansimando contro il suo orecchio. Hakuji assestò le ultime spinte, poi intrappolò le labbra di Kyojuro e si tese, raggiungendo l'orgasmo tra i glutei sodi dell'altro. Ansimanti e privi di forze, si staccarono e si distesero l'uno di fianco all'altro, lasciandosi accarezzare dalle onde che s'infrangevano proprio in quel punto.

Si guardarono negli occhi, si cercarono con le mani ancora una volta, sfiorandosi e stringendosi. Con la certezza che da quel momento in poi niente e nessuno avrebbe più potuto separarli in alcun modo, ripresero ad amarsi con più passione di prima, con la luna e le stelle come uniche spettatrici di quell'unione che suggellava la loro silenziosa promessa d'amore.




Note autrice:

Ed eccoci giunti alla fine di questa raccolta ideata per la RenKaza week.
Spero che le mie one-shot vi siano piaciute, pur non essendo perfette e con i personaggi che non rispettano il carattere originario.
Se avete consigli da darmi o critiche costruttive da farmi, sentitevi liberi di commentare la raccolta.
Alla prossima!

-Fanny.

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