Signor Akaza, lei è davvero un uomo pieno di sorprese
DAY 5: DRAGON
Una domenica di metà gennaio, dopo aver passato una notte intensa e passionale con il suo bel direttore, Hakuji si era alzato di buon umore; tanto che aveva deciso di mettere mano a scopa e paletta e anticipare le pulizie di primavera. Solitamente non si preoccupava troppo di mantenere in ordine l'appartamento, lasciando vestiti sparsi un po' ovunque e cianfrusaglie varie su ogni ripiano. Ma quella mattina si sentiva pieno di energie e aveva proprio voglia di rivoluzionare casa.
Così, mentre Kyojuro ancora dormiva beatamente, godendosi il meritato riposo della domenica, Akaza si rimboccò le maniche e cominciò a rimettere a posto il disordine che avevano creato la sera precedente in cucina e nel salone. Lavò i piatti, lucidò il piano cottura, raccolse i loro indumenti – che avevano lanciato sul pavimento nella foga di spogliarsi e appartenersi – e li piegò con cura, spazzò e lavò ogni superficie. Quando ebbe finito, decise di dedicarsi al piccolo ripostiglio presente nell'appartamento. Non gli dava un'occhiata da quando si era trasferito in quella nuova casa, limitandosi a infilarvi dentro tutto ciò che non usava più.
Aprì la porta dello sgabuzzino, accese la luce e subito venne accolto dal caos più totale: montagne di scatoloni polverosi lo sovrastavano quasi minacciosi, decorati qua e là da reti di ragnatele. Hakuji sgranò gli occhi di fronte a quella vista e decise di mettersi subito all'opera. Tirò fuori ogni singola scatola, controllando cosa vi fosse all'interno per poi decidere se continuare a conservarne il contenuto o buttarlo dritto nel primo cassonetto disponibile. Mentre frugava e attuava la sua selezione, il suo sguardo venne catturato da un contenitore con su scritto "Le Dodici Lune". Lo aprì, e quando vide cosa avesse conservato lì dentro, subito i ricordi lo colpirono come un treno in corsa.
Aveva quasi dimenticato quel periodo della sua vita in cui, giovane e arrabbiato con il mondo intero per aver perso ogni cosa, si era ritrovato a guadagnarsi da vivere lavorando in un night club gay, diventando sin da subito la star del locale. Intratteneva i clienti ballando al ritmo della musica alta che gli rimbombava dentro la cassa toracica, esibendosi sui cubi o appendendosi alle pertiche della lap dance. Quella scatola, piena dei completini succinti che usava durante le serate, gli riportò tutto alla mente, facendolo sorridere con amarezza.
Non andava molto fiero della piega che aveva preso la sua vita dopo la morte dei suoi genitori. Lavorare nel locale "Le Dodici Lune" lo aveva aiutato a non pensare troppo, facendolo entrare in un circolo vizioso fatto di alcool e sesso senza impegno. Cambiava partner ogni sera, beveva fino a non ricordare più nulla e poi vomitava anche l'anima. Non aveva nessuno a cui importasse di lui e della brutta strada che aveva imboccato. Gli unici amici che aveva erano gli altri ballerini del night che, però, lo trattavano con riverenza solo perché il capo aveva avuto sin da subito un occhio di riguardo per lui. In realtà, erano invidiosi del fatto che un novellino li avesse scavalcati con facilità diventando la punta di diamante del locale nel giro di pochissimo tempo.
Solo quando aveva toccato pericolosamente il fondo, finendo in ospedale per delle droghe che aveva deciso di provare per il semplice gusto di farlo, aveva capito di dover prendere seriamente in mano ciò che restava di sé stesso e cambiare rotta. Così aveva lasciato il night club senza dare spiegazioni e aveva ripreso a studiare, laureandosi in economia e commercio con il massimo dei voti. Aveva lavorato per diversi studi, nel corso degli anni, arricchendo il suo curriculum e amando finalmente ciò che faceva e per il quale aveva studiato duramente. Finalmente era di nuovo felice.
Guardò ancora una volta i completini piegati e riposti dentro quella scatola polverosa e, senza pensarci, allungò la mano e ne prese uno. Tirò fuori una tutina rossa – aperta in vari punti per fa sì che, una volta indossata, si vedesse quanta più pelle possibile –, accompagnata da un set di ali, coda e mascherina da drago. In un primo momento, la osservò con un sopracciglio alzato, poi un enorme sorriso gli si aprì sulle labbra quando ricordò il momento in cui l'aveva indossata per la prima volta. I clienti del night club erano andati letteralmente in visibilio e lui si era ritrovato ad ammettere di stare davvero bene, con quel completo.
Improvvisamente, un pensiero gli balenò per la mente e lo stuzzicò con fare dispettosamente attraente. Individuò un vecchio e grande specchio rotto in più punti – ci avrebbe pensato dopo, a buttarlo nella spazzatura –, indossò la tutina rossa da drago e si osservò. Gli stava un po' più stretta in quanto aveva messo su massa muscolare, con il tempo, ma era elastica e riusciva a stargli bene lo stesso. Il tessuto lo fasciava mettendo in evidenza ogni muscolo, arrivandogli fin sopra alle ginocchia e lasciandogli scoperto il ventre, il petto e i fianchi. Una striscia di elastico cucita ad altezza di sterno teneva insieme il tessuto che sarebbe scivolato facilmente con i movimenti che eseguiva quando ballava, cosa che metteva maggiormente in risalto i suoi pettorali scolpiti con gli allenamenti di Judo che faceva due volte a settimana.
Indossò anche le ali, la coda e la mascherina e non poté fare a meno di ghignare soddisfatto: quel completino gli stava decisamente meglio rispetto a quando lo indossava anni prima e si trovò a pensare che avrebbe potuto usarlo con Kyojuro durante una delle loro notti di passione.
Mentre quel pensiero prendeva forma nella sua mente, Rengoku fece capolino dalla porta dello sgabuzzino – con i fianchi coperti da un asciugamano e i capelli bagnati – e lo guardò con occhi sgranati dallo stupore. Hakuji ricambiò lo sguardo e sorrise mellifluo, godendosi lo spettacolo delle gocce d'acqua che si infrangevano su quel petto muscoloso e scendevano placidamente fino al bordo del tessuto di spugna che copriva l'inguine nudo dell'altro. Colse un movimento impercettibile proprio al di sotto dell'asciugamano e il suo sorriso si allargò sempre di più.
«Signor Akaza, lei è davvero un uomo pieno di sorprese. Da dove salta fuori quel completo?» Chiese Kyojuro, avvicinandosi ad Hakuji con fare predatorio.
«Internet?» Akaza non rispose con sincerità alla domanda. Non era ancora pronto a rivelargli quella parte della sua vita, ma si ripromise di parlargliene, un giorno.
Gli andò incontro con movimenti lenti e suadenti, cercando di ricordare le cose che faceva quando si esibiva e che mandavano in estasi il suo pubblico. Gli sfiorò il petto con la punta delle dita, fermando il passaggio ad alcune di quelle goccioline dispettose, e gli girò attorno come un gatto, con passo sensuale. Kyojuro lo seguì con sguardo pieno di desiderio, squadrandolo da capo a piedi e soffermandosi a guardargli i pettorali che sembravano più gonfi e invitanti del solito, stretti tra il tessuto tirato dall'elastico.
Quando Hakuji si riportò nuovamente davanti a lui, Rengoku non poté fare a meno di poggiare i palmi aperti proprio contro quei muscoli sodi, toccandoli e stringendoli tra le dita. Lo trovava maledettamente sexy, fasciato da quella tuta rossa, con gli accessori da drago che gli calzavano a pennello e quelle linee dritte e nere a decorargli il collo e il busto. D'impulso, posò le labbra dritte contro il tatuaggio che gli decorava la gola e ne seguì il disegno con la lingua, cosa che fece fremere e sospirare Akaza.
«Che ne dici di spostarci da qualche altra parte?» Chiese Hakuji con voce bassa e roca. «Qui dentro c'è troppa polvere e non mi sembra esattamente il luogo adatto per pomiciare.» Disse ridacchiando.
Kyojuro sorrise e, senza rispondere, afferrò Akaza dalle cosce e fece in modo che gli circondasse il bacino con le gambe. Lo trasportò in quel modo fino alla camera da letto, mentre non smetteva un attimo di baciargli il petto e il collo. Lo depositò sulle lenzuola ancora sfatte e lo sovrastò con il proprio corpo, facendogli sentire sin da subito quanto fosse eccitato. Hakuji sorrise serafico, allungò una mano e la portò direttamente sotto l'asciugamano che ancora copriva l'inguine dell'altro, stringendo le dita attorno al membro eretto e pulsante, bisognoso di attenzioni. Un gemito strozzato lasciò le labbra del direttore e un brivido di eccitazione lo attraversò da capo a piedi quando sentì quella mano calda muoversi sulla sua erezione.
Prima che Akaza potesse aumentare il ritmo con cui gli stava scuotendo il sesso e portarlo troppo vicino all'orgasmo, Kyojuro lo fermò e ricambiò il trattamento. Posò il palmo contro l'erezione che spiccava ben evidente da sotto la stoffa tesa della tutina e cominciò a massaggiarla con movimenti lenti. Hakuji si inarcò e dimenò sotto quella quelle carezze che gli sembravano più una tortura, dato che non poteva entrare direttamente in contatto con la mano di Rengoku.
«Questa tuta ha un solo, grande, difetto.» Mormorò Kyojuro mentre guardava il suo segretario muovere i fianchi per seguire il ritmo con cui lo stava toccando.
«Quale?» Mugugnò Akaza.
«Non ha una zip o un bottone che mi permetta di aprirla, proprio qui.» Disse il direttore mentre premeva l'indice dritto tra le natiche dell'altro, facendolo sussultare. «Ti dispiace se la modifico un po'?»
Hakuji lo osservò con sguardo languido, capendo immediatamente cosa volesse fare Rengoku. Un po' gli dispiaceva rovinare quella tutina, ma se dopo quell'amplesso ne fosse uscita non del tutto lacera, magari avrebbe potuto adattarla proprio per quel genere di situazione. Scosse il capo per rispondere alla domanda e si leccò le labbra, eccitato all'idea di ciò che avrebbero fatto da lì a pochi minuti.
Vide Kyojuro alzarsi dal letto per andare verso il salone e ritornare subito dopo con un paio di forbici in mano. Si mise nuovamente tra le sue gambe, afferrò un lembo di tessuto rosso e lo tagliò appena. Subito, le maglie elastiche della tutina cedettero, formando un foro proprio lì dove si trovava l'apertura nascosta tra le natiche di Akaza. Riservò lo stesso trattamento all'intimo che l'altro indossava, tagliando anche quello in modo da creare un altro buco che gli avrebbe dato accesso diretto allo stretto anello di muscoli che tanto bramava di possedere ancora una volta. Quando fu contento del risultato, poggiò le forbici sul comodino posto di fianco al letto e si fiondò dritto tra quei glutei sodi, leccando la piccola apertura e facendo gemere oscenamente Hakuji.
Non si aspettava una cosa del genere, era la prima volta che Kyojuro lo preparava usando direttamente la lingua per lubrificarlo. Rischiò di venire diverse volte, trovandosi a doversi trattenere e a cercare di pensare ad altro. Ma il piacere era davvero troppo intenso, così raggiunse l'orgasmo senza toccarsi, grazie a quel muscolo caldo e umido che scivolava dentro di lui. Rengoku si fermò in quell'esatto momento, sorridendo soddisfatto, lo sguardo fisso sulla macchia che si era formata sul tessuto della tuta. Guardò Hakuji dritto negli occhi – lo vide respirare con affanno, il petto che si alzava e abbassava frenetico –, mentre si toglieva l'asciugamano dai fianchi e metteva in mostra la sua erezione pulsante.
Senza aspettare oltre, Kyojuro si posizionò meglio tra le cosce aperte di Akaza, portò la punta umida del proprio membro a contatto con l'anello di muscoli che ancora pulsava per gli ultimi residui di orgasmo e lo penetrò con un'unica spinta, entrando in lui fino in fondo. Si mosse sin da subito con ritmo frenetico, colpendo senza pietà la prostata di Hakuji, ultra stimolandolo e facendolo urlare dal piacere intenso che sentiva scorrere nelle vene come lava incandescente. Gli afferrò i fianchi e li alzò appena, così da potersi spingere sempre più in fondo e sentire meglio quelle pareti stringerlo in una morsa ferrea.
Avvertiva le gocce dei capelli bagnati scendergli lungo il viso e sulle spalle, fino ad infrangersi sul letto e sul corpo arcuato di Hakuji. Era tutto così sexy, così intenso, che si ritrovò a gettare la testa all'indietro e gemere rocamente. Mosse le anche sempre più velocemente, con maggiore irruenza, facendo sobbalzare e ansimare Akaza senza sosta. Sentì le sue pareti interne comprimergli il sesso all'inverosimile, fino a che non lo vide tendersi come la corda di un violino e raggiungere un secondo, potente, orgasmo. Lo raggiunse nel giro di pochi attimi, stimolato dal pulsare incessante di quei muscoli che lo accoglievano cedevoli e riversando tutto il suo piacere liquido in profondità.
Kyojuro si accasciò su di Akaza, stremato. Avevano entrambi il respiro corto e il corpo pervaso da tremori incessanti. Quell'amplesso era stato il più intenso e travolgente di sempre, tanto che entrambi si trovarono a pensare di dover usare più spesso qualche completino sexy.
«Mi sa che devo fare un'altra doccia.» Disse Rengoku mentre usciva dal corpo di Akaza.
«Io direi di farla insieme, così risparmiamo sull'acqua.» Rispose Hakuji mettendo su un sorriso mellifluo che la diceva lunga su quali fossero le sue reali intenzioni.
Kyojuro scosse la testa e baciò il suo insaziabile segretario, prendendolo poi in braccio per portarlo in bagno e continuare lì ciò che avevano iniziato in camera da letto. Alle pulizie di primavera ci avrebbero pensato in un altro momento, qualche altro giorno.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top