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[trigger warning: depression, ocd]
yoongi accostò frettolosamente sotto casa di jin. la pioggia scendeva rumorosamente sul parabrezza, provocando un suono quasi diabolico nell'abitacolo della macchina.
non appena la macchina si fermò namjoon aprí la portiera, chiudendosela alle spalle e correndo verso il portone appena visibile, seguito a ruota da yoongi.
«come lo apriamo?»
«jin tiene le chiavi di ricambio sotto il tappeto, ormai lo sa tutto il vicinato.» yoongi alzò il tappeto e, nel mentre, namjoon prese la chiave e aprí il portone.
«terzo piano. vola, namjoon.» sussurrò yoongi.
quest'ultimo fece gli scalini di corsa, saltandoli due a due fino a quando non arrivò al portone.
«jin! jin, apri la porta!» namjoon sbattè i pugni contro la porta.
ma non ricevette nessuna risposta.
«jin? jin, apri questa fottuta porta!»
da dietro il portone non proveniva nessun rumore, e il cuore di namjoon accelerava. si sentiva responsabile dell'accaduto: in parte lo era, poiché aveva deciso di smetterla con la storia di purpleshyboi per dichiararsi finalmente a jin. ma quest'ultimo non l'aveva presa così bene, e le cose erano arrivate ad una sorta di punto di non ritorno.
namjoon si affacciò dalle scale.
«yoongi, sali per favore, jin non risponde..»
non appena yoongi fu salito, namjoon si precipitó nuovamente al campanello della porta, sperando in una risposta da parte del maggiore.
«ho paura che dovremmo buttare giù la porta.»
yoongi scosse la testa.
«non irromperò nel mezzo della notte a casa di un mio amico, con il rischio di svegliare tutto il palazzo. mi fido di jin, e so che non cercherà mai di fare cose tanto stupide come..» il tono di voce di yoongi si abbassò, mentre rivolgeva lo sguardo alle sue scarpe. «hai capito cosa intendo.»
namjoon si accasciò accanto alla porta, prendendosi la testa tra le mani.
«tutto questo casino è solo ed esclusivamente colpa mia.»
yoongi si sedette accanto a namjoon, poggiandogli una mano sulla spalla.
«mi piacerebbe contraddirti, ma le cose stanno davvero così.»
namjoon scosse la testa, mentre sentiva lo sguardo appannarsi dalle lacrime, pronte all'orlo dei suoi occhi a mandorle, che minacciavano di uscire.
«perchè sono così stupido? perché invece di dichiararmi normalmente ho fatto tutto questo casino?»
«ho creato purpleshyboi perché avevo paura di un rifiuto, e pensavo che, nascondendomi dietro a uno schermo, avessi preso con più leggerezza un imminente rifiuto da parte sua. e invece? quello stupido, ignorante e fantastico seokjin decide di rispondermi, e si ostenta a voler diventare mio amico.»
namjoon tirò su con il naso.
«kim seokjin decide che vuole diventare mio amico a tutti i costi, e si affeziona a me. non sapevo cosa fare, volevo chiudere subito la cosa perché sapevo, ero sicuro che andasse a finire male per uno dei due. pensavo fossi io quello a rimetterci, perché le persone si stufano facilmente di me.»
«ho deciso di disattivare l'account quando mi sono accorto che stavo solamente evitando la realtà. purpleshyboi non esisteva, era un'illusione mia per cercare di arrivare a jin.»
namjoon poggió la testa contro il muro, chiudendo gli occhi.
«jin non l'ha presa bene. anzi, a dirla tutta, l'ha presa malissimo. non accettava che questo misterioso sconosciuto gli avesse sbattuto in faccia le porte della loro amicizia.
e se devo essere sincero lo capisco, non avrei dovuto aspettare così tanto tempo. avevo intenzione di "dichiararmi" -si usa ancora questo termine, yoongi?- subito dopo, ma, codardo come sono, ho aspettato.»
«ho peggiorato solamente le cose. e tutto questo, tutta questa messinscena, è solo e soltanto colpa mia.»
«perché non ho fatto come una persona normale avrebbe fatto? perché ho messo su questa stronzata? ora ho fatto stare male jin, e sto male anche io. perché non sono una persona normale, yoongi? perché continuo a fare cazzate?»
yoongi stette in silenzio.
«yoon, ti prego, dí qualcosa..»
l'altro scosse la testa, sospirando.
«quando ho conosciuto hoseok, ho fatto la stessa cosa anche io. certo, non con un account fake... ma siamo giù di lì.»
«pensavo vi foste conosciuti alla scuola di danza» replicò namjoon, sorpreso.
«è quello che pensano tutti in realtà. nessuno sa che, purtroppo, sono stato io quello che ha messo in crisi hoseok non appena è arrivato nella scuola con le mie letterine da quindicenne.»
yoongi sorrise, guardando namjoon.
«non pensavo avessi un cuore.»
«e io non pensavo che tu potessi essere così stupido. vieni qui, namjoon.»
yoongi aprí le braccia, e namjoon non esitò un secondo a tuffarcisi dentro.
a volte, un abbraccio non può fare altro che migliorare le cose.
potrà sembrare strano vedere due ragazzi abbracciati, in pigiama, seduti sul pianerottolo di uno dei tanti palazzi di seoul.
ma se si osserva attentamente, se osservate attentamente, riuscirete a capire che dopotutto non è così strano vedere yoongi e namjoon abbracciati.
nessuno dei due ama il contatto fisico, nessuno dei due è sempre allegro e pronto a coccolare gli altri. ma, si sa, gli opposti si attraggono, ma amano i propri simili.
erano così yoongi e namjoon: opposti, ma simili.
uniti in amicizia nel bene e nel male, come si erano promessi tanti anni addietro.
e ora che namjoon è nei casini, yoongi è pronto ad aiutarlo, in qualsiasi maniera.
perché un amico, ogni tanto, è tutto ciò che ci serve per andare avanti.
yooo ho aggiornato dopo secoli, forgive me lmao
queso era una sorta di capitolo di passaggio, quindi perdonate la stesura un po' frettolosa ma mi sono concentrata nei capitoli successivi.
have a nice day🥰
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