Finale alternativo.
"Papà!" urlo mentre salgo in fretta e furia le scale. I piedi già urlano pietà ed indosso i tacchi solo da un paio di muniti. "Papà!" richiamo nuovamente la sua attenzione spalancando la porta della sua camera.
Lo trovo seduto sul bordo del letto con lo sguardo fisso nel vuoto e le mani incrociate. La giacca del suo vestito elegante è già sgualcita sulle punte ed io già immagino gli occhi torvi di Samantha non appena lo vedranno.
"Tutto ok?" chiedo abbassando di qualche decibel il mio tono di voce. Mi siedo di fianco a lui, poggiando con dolcezza la testa sulla sua spalla.
"Sì, tutto ok" bisbiglia. "È solo un po' di ansia."
"State solo rinnovando i voti, non ti stai sposando di nuovo" ridacchio cercando di alleggerire la sua tensione.
Mio padre e Sam hanno deciso di rinnovare i loro voti nunziali per il loro quindicesimo anniversario di nozze ed oggi, il giorno dell'evento, mio padre ha deciso di farsi cogliere dall'ansia. Erano già un paio di giorni in cui lo vedevo nervoso, ma il culmine è stato solo un paio d'ore fa quando ha sbroccato contro Chris perché aveva sporcato di maionese la camicia del suo completo. Mio fratello, che ormai è un adolescente a tutti gli effetti, ha risposto solo come un ragazzino della sua età potrebbe fare: lo ha mandato a fanculo.
Phoebe, che ha assistito a tutta la scena con la sua solita aria da strafottente, è scoppiata in una fragorosa risata non appena ha visto il padre sclerare per così poco ed io, che nell'alto dei miei venticinque anni ho imparato a riconoscere le situazioni di conflitto, ho cacciato fuori mio padre prima che strangolasse mio fratello.
Le cose nella mia famiglia non sono cambiate, a parte il fatto che i gemelli sono diventati più saccenti di quanto non fossero già. Non essendo abituato ad avere degli adolescenti per casa mio padre non sa ancora come gestirli; a modo suo ci prova, ma non sempre ci riesce al contrario di Sam che invece è davvero un'ottima madre. A causa della separazione con mia mamma non ha mai vissuto a pieno i miei drammi da ragazzina perciò per lui è tutto nuovo. Non gli do colpe, ma a volte non sa davvero che pesci prendere.
"Io amo davvero Sam..." dice guardandomi negli occhi. Una scintilla si accende nei suoi occhi azzurri. "Mi sento proprio come quindici anni fa, innamorato e colmo di gioia."
"Allora qual è il problema?" chiedo non capendo il punto del suo discorso.
"Tuo fratello Chris mi fa impazzire!" sbuffa. "Mi fa pentire di averlo concepito a volte."
Scoppio a ridere non riuscendo più a trattenermi.
"Ovviamente sai che scherzo, avervi come figli è la cosa migliore che mi sia mai capitata" si affretta a chiarire, "tuttavia Chris è davvero ingestibile. Non so più cosa fare."
"Papà..." dico, "ha diciassette anni, potrai dire di aver fatto un buon lavoro solo se non mette incinta qualche sua compagnia di scuola."
"Se dovesse succedere potrei avere un infarto... e non scherzo!"
"Chris e Phoebe sono due adolescenti per bene, stato affrontando la fase della crescita ed è normale non saperli gestire" rifletto a voce alta cercando di rassicurarlo.
Mio padre mi guarda dritto negli occhi non sapendo cosa dire. Un mezzo sorriso sbuca sulle sue labbra, poi scuote la testa e distoglie lo sguardo. "Sei diventata una splendida giovane donna" afferma con orgoglio mentre mi lascia una carezza sul viso.
"Grazie" sussurro quasi imbarazzata. "E comunque se dovessi avere un infarto, ricordati che avrai un futuro cardiochirurgo in famiglia", e gli faccio l'occhiolino riferendomi ovviamente a me stessa.
Mio padre sorride e adesso, dopo aver ritrovato un po' di serenità, sembra pronto ad attraversare nuovamente la navata per raggiungere la sua sposa.
"Io ti aspetto giù" termino lì il discorso ed esco dalla stanza per lasciargli qualche istante ancora per riflettere. Faccio attenzione a non pestare la coda del vestito che indosso; se dovessi rovinarlo sarebbe sicuramente un disastro. Samantha e mia madre hanno girato insieme a me per settimane tutti gli atelier da cerimonia per trovare un vestito adatto all'occasione e quando mi sono finalmente innamorata di questo vestito non riuscivano a credere ai loro occhi. Difficilmente nella mia vita ho indossato abiti rossi, ma questo mi ha letteralmente stregata e non mi è importato dello scollo profondo né tantomeno dello spacco laterale sulla coscia. Con questo vestito addosso mi sento bellissima e credo che l'importante sia questo.
Sentirsi belle indossando ciò che piace.
Scendo le scale facendo attenzione a non cadere per terra considerando il mio equilibrio precario. Non appena giungo al salone, dove qualche invitato si sta intrattenendo prima della cerimonia, sento le voci dei miei fratelli provenire dalla cucina. E ovviamente non stanno dicendo cose carine.
Faccio un sorriso di cortesia allo zio Alfred che, nell'alto dei suoi ottant'anni, fortunatamente non riesce più a sentire come una volta. In questo modo si risparmia le urla dei due ragazzi.
"Hey!" li sgrido velocemente attirando la loro attenzione. Batto i piedi per terra, ricordandomi solo dopo dei tacchi a spillo che indosso, e finalmente quei due si girano verso di me. "Perché cazzo state urlando?" chiedo cercando di mantenere un certo tono autoritario.
"Papà dice di non dire le parolacce" mi riprende Phoebe incrociando le braccia al petto, come se sotto processo ci fossi io e non lei.
"Papà dice pure di non fare sesso prima del matrimonio, ma se vi facessi una domanda del genere sicuramente non sapreste cosa rispondere" incalzo aguzzando lo sguardo verso di lei. Mia sorella arrossisce, distogliendo immediatamente gli occhi, mentre Chris si limita a ridere colto in fallo.
"Mi spiegate perché litigate?" chiedo ancora, questa volta davvero in modo gentile.
"Perché è uno stronzo", Phoebe punta nuovamente il giovane Wilson che, in tutta risposta, sembra pronto ad iniziare una rissa con la sua sorellina.
Riprendono nuovamente a litigare e questa volta sono costretta a mettermi in mezzo per evitare che partano davvero schiaffi o cazzotti di ogni tipo. "Vi rendete che giorno è oggi? I vostri genitori si sposano e voi vi comportate come dei bambini" gli ricordo sperando che colpirli nella loro maturità abbia qualche effetto.
Ovviamente questo non accade e Chris, come qualsiasi altro ragazzo della sua età, si comporta da vero idiota. Fa la linguaccia a Phoebe dopo avergli mostrato il medio.
"Cogliona!" esclama inconsapevole di aver appena acceso la miccia di una bomba.
Mia sorella, che è decisamente molto più responsabile del suo gemello, inarca le sopracciglia e fa dei respiri profondi per cercare di mantenere la calma. "Non ti uccido solo perché poi dovrei farmi la galera per colpa tua e questa soddisfazione non te la do" lo minaccia come mai prima d'ora ed io, scioccata dalla sua performance, mi congratulo con lei.
"Brava Phoebe, mostrati superiore" le dico. La osservo mentre lascia la stanza, senza prima simulare uno sgozzamento al fratello, e poi mi concentro sul ragazzo. Gli do uno scappellotto sulla nuca sperando che questo basti per riaccendergli il cervello. "Smettila di fare il coglione" affermo, dopodiché mi dirigo anch'io verso il cortile esterno.
***
"È stata davvero un bella cerimonia", zia Agnes mi tiene ancora al suo fianco mentre stringe con gran forza il polso della mia mano destra. Continua ripetermi le stesse frasi da almeno dieci minuti, ma nessuno è ancora venuto a salvarmi.
"E poi sei diventata proprio splendida, assomigli così tanto a tua madre."
"Grazie Zia, è gentile da parte tua" ripeto per la centesima volta.
"Adesso dovrei andare perché Phoebe mi starà cercan-"
"E che mi dici del college? Stai studiando per diventare medico?" domanda sorridente.
Zia Agnes è una vecchia donna di circa settant'anni. È sempre stata molto dolce e comprensiva nei miei confronti, durante le cena o feste in famiglia mi regalava sempre tanti dolciumi e spesso mi difendeva quando mio padre mi sgridava per qualche marachella. Le voglio un gran bene, ma la vecchiaia l'ha resa incredibilmente chiacchierona.
"Vorrei diventare un chirurgo, ma ho ancora molto da imparare" le spiego velocemente accennando ad un sorriso.
"Senti una cosa..." bisbiglia avvicinandosi al mio orecchio.
"Ho uno strano neo sul fondo schiena, non è che potresti darci una controllata? D'altronde tu le hai studiate queste cose, no?"
Devo trattenere una risata. "Non posso Zia, dovresti andare da un dermatologo... se vuoi te ne consiglio uno" le dico velocemente cercando di essere più disponibile possibile.
Lei, probabilmente infastidita dal mio rifiuto, mi lascia andare il polso e si irrigidisce. "No, grazie" dice. "Non ne ho bisogno", dopodiché si allontana senza nemmeno rivolgermi un sorriso. Zia Agnes non cambierà mia. È sempre stata una donna gentile, ma anche egocentrica ed egoista. Credo che neanche l'età avanzata possa cambiare il suo modo di essere.
Mentre ritorno al mio tavolo, mi prendo qualche istante per osservare la sala. Sam ha fatto davvero le cose in grande, non ha badato a spese e lo dimostra il fatto di aver scelto una location di lusso per il rinnovo dei loro voti. È una villa moderna, addobbata con eleganti lampadari ricchi di brillanti. L'ambiente è luminoso grazie alle ampie vetrate che lasciano filtrare la luce naturale proveniente dall'esterno. È bella, simile ad un castello delle principesse.
Sovrappensiero urto la spalla di uno degli invitati e, a causa dello scompenso di equilibrio, caccio un urlo quando mi rendo conto di star per cadere sul parquet in legno.
Fortunatamente il mio corpo non tocca il pavimento.
Delle braccia forti mi circondano il girovita. Le mani premono sulla mia pancia ed una strana sensazione di familiarità si insinua fin sotto il tessuto del mio vestito.
Le braccia dell'uomo si flettono per aiutarmi a ritornare in una posizione comoda, ma prima di ringraziarlo a dovere devo necessariamente rimuovere i capelli che mi coprono gli occhi.
"Scusa!" dico, "sono proprio sbadata, non ti avevo..." quando noto chi ho di fronte il mio tono di voce si fa sempre più flebile.
"... non ti avevo visto."
Deglutisco a fatica. Due smeraldi verdi mi osservano come se il tempo non fosse passato. Come se non mi avessero mai perso di vista. Un mezzo sorriso spunta sulle sue labbra mostrando le fossette scavate agli angoli della sua bocca. Le spalle larghe, il viso maturo e la muscolatura del corpo hanno ben poco del giovane diciassette che ho conosciuto anni addietro.
Di fronte non ho più il ragazzino di cui mi ero innamorata ai tempi del liceo, adesso ho un uomo a tutti gli effetti.
"A-Axel!" esclamo.
Il mio cuore cessa di battere quando sorride divertito. Si inumidisce le labbra con la lingua ed io sento mancarmi il fiato. "Cosa ci fai qui?!"
"Non ci vediamo da anni e la prima cosa che mi chiedi è questa?" borbotta quasi dispiaciuto come se si aspettasse altro.
In tutta sincerità ritrovarmelo di fronte, qui ed ora, mi spiazza incredibilmente. Credevo che fossero invitati solo parenti e amici intimi perciò non mi spiego proprio come sia possibile averlo qui.
"È che... non mi aspettavo di vederti qui perciò non so bene cosa dire" mi affretto a spiegare.
"Ti lascio sempre senza parole" sussurra avvicinandosi pericolosamente al mio viso. Soffia quelle parole sulle mie labbra come se fra di noi non ci fossero trascorsi. Infastidita mi tiro indietro e pongo qualche centimetro di distanza fra noi.
"Credo che tu non voglia sentire le parole che ho riservato per te in tutti questi anni" affermo cambiando sguardo.
Sebbene avessimo deciso di iniziare una relazione a distanza, le cose non sono andate bene soprattutto quando ho deciso di frequentare il college a Los Angeles piuttosto che a New York.
Tra di noi è andata sempre peggio, fin quando lui non è completamente sparito. Stanca di aspettare un suo messaggio, ho deciso di troncare con lui. Axel immaginava che avrei preferito la NYU rispetto a tutti gli altri college solo per stare insieme a lui, ma quando ha visto che non avrei rinunciato ai miei sogni per lui probabilmente ha creduto di non essere all'altezza della situazione.
Nonostante siano passati circa cinque anni dall'ultima volta che ci siamo visti e sentiti, mi fa comunque un certo effetto averlo vicino.
Axel ride. Non sembra colpito dalla mia battuta, ma so bene che non mostra mai le sue vere emozioni.
La sua mano si allunga verso la mia, insinua le sue dita fra le mie e la stringe come se niente fosse. Sto per liberarmi della sua presa quando possia delicatamente l'altra sulla mia schiena. Mi spinge con dolcezza in avanti, fino alla pista da ballo, dove già qualche coppia si sta divertendo.
"Balliamo?" mi chiede prima di farmi fare una giravolta su me stessa. Sbatto contro il suo petto che fortunatamente riesce a sorreggermi.
"Dovevi chiedermelo prima, non dopo avermi portata qui in mezzo" gli faccio notare iniziando a muovermi a tempo di musica.
"La tua bellezza mi ha folgorato, non ho capito più nulla non appena ti ho visto" sussurra senza staccare il contatto visivo. Da ragazzina mi sarei sciolta a quelle parole, ma adesso riesco a mantenere un certo contegno.
"Sei sempre il solito" ribatto scuotendo la testa.
"No, sono cambiato in questi anni" afferma facendo scivolare la mano sul mio fianco. "Non commetto più gli errori di una volta, sono più maturo."
"A me sembri sempre il solito coglione" ripeto fingendo un sorriso. Axel ride, inebriandomi della sua risata come faceva una volta.
Non sono più innamorata di lui, ma certe abitudini stentano ad andare via e tra queste c'è sicuramente il debole per la sua risata.
"Perché sei qui?" chiedo per una terza volta, sperando di ricevere una risposta.
"Credimi quando ti dico che sono sorpreso tanto quanto te" afferma. "Di solito non partecipo mai a questi tipi di eventi, ma mio padre mi ha costretto e credo di aver capito adesso il perché di tanta insistenza."
I suoi occhi si incastrano ancora nei miei penetrando nella mia anima, scrutando ogni angolo del mio viso. Mi lascio accarezzare dal suo sguardo e per un millesimo di secondo mi sento protetta e amata come anni fa.
"Mi piacerebbe vederti di nuovo dopo oggi" sussurra al mio orecchio provocandomi la pelle d'oca.
"Perché?" chiedo mentre il fiato si fa sempre più corto.
"Perché non ho smesso di amarti e se me lo permetti vorrei provare a rimediare."
Oh Axel.
"M-mi dispiace" dico. Spingo le braccia per allontanarmi dal suo corpo e col cuore in gola pronuncio delle parole che non mi sarei mai aspettata di dire proprio a lui.
"Il mio cuore è già impegnato."
Questa volta il suo sguardo vacilla. Batte la palpebre confuso, quasi incredulo. Lo vedo deglutire, ma delle sue labbra non esce nulla. Mi allontano dalla pista da ballo e raggiungo il mio fidanzato, che nel frattempo è rimasto a chiacchierare con mia mamma e Luke.
Finn mi sorride e mi lascia un tenero bacio sulle labbra. Mi circonda il bacino col suo braccio, mi stringe a lui e poi bacia con più passione.
Sebbene mi lasci trasportare da quel gesto sento comunque gli occhi di Axel pungermi la schiena.
Quando rivolgo l'attenzione sulla pista da ballo, Axel non c'è più.
È sparito di nuovo e questa volta non credo ci sia più la possibilità di rimediare.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top