37. SOS

Sono ancora scossa dell'accaduto. Vedere Jackson Haynes fissarmi, sorridermi, e tenere fra le mani quelle rose mi ha letteralmente bloccata.
Mi ha guardata come se volesse avvisarmi di aver scoperto tutto. Come se avesse saputo del nostro incontro, della pendrive, dei video di cui siamo in possesso. Mi ha fatto sentire in pericolo e in questo momento mi sembra di aver trovato il verso assassino di Alexander Haynes Senior: suo figlio minore.

"Posso alzarmi adesso, Riley?" mi chiede il padre di Axel guardandomi dal basso. Prima di dargli una risposta positiva controllo per bene le telecamere di sicurezza. Di suo fratello non c'è più traccia, perciò dovrebbe essere sicuro per lui adesso.
Non possiamo rischiare che venga catturato dalla polizia, soprattutto perché è innocente.
Gli tendo la mano per far leva, ma l'uomo riesce a sollevarsi da terra senza necessitare aiuto.
Si gira più volte, come se volesse controllare la situazione, e poi siede nuovamente sulla poltrona girevole.

"Da chi mi nascondevi?" domanda mentre abbassa il cappuccio della sua felpa.
"Da suo fratello" dico rabbrividendo contemporaneamente. Anche Kyle Haynes sembra sconvolto. Si gratta la testa nervosamente, spalanca gli occhi e come se non bastasse inizia a mordicchiare l'interno guancia.
"L-Lui sa..." sussurra.

Si alza di scatto, non mi da nemmeno il tempo di realizzare, e in un batter d'occhio si allontana da me.
"Si fermi!" urlo inseguendolo verso il viale principale.
"La prego! Si fermi! Venga con me, la nasconderò io."

Il padre di Axel si blocca. Si volta lentamente, il viso adesso è pallido.
A mala pena riesco ad intravedere il leggero movimento della testa.
Sta annuendo.
Si sta fidando di me.

Adesso che caspita faccio?!

***

"Perché hai chiesto ad entrambi di vederci?" mi domanda Ben prendendo posto sulla panchina in ferro.
Da quando sono arrivati Gwen non mi ha degnato di uno sguardo né mi ha rivolto la parola. Mi fa male vederla così, non vorrei mai che fosse arrabbiata con me, ma ne capisco il motivo. Avrei voluto parlare con più calma, spiegare le cose per bene, ma dopo ciò che è successo al cimitero ho bisogno di essere veloce.
Non posso permettermi di perdere tempo.

"Mi dispiace" dico. "Non avrei dovuto mettervi da parte, ma il cheerleading è sempre stato importante per me e quando mi hanno ripresa in squadra per un attimo mi sono illusa di poter coinciliare entrambe le cose."
Ben ride, come se le mie parole non lo avessero minimamente toccato.
"Il problema non è il cheerleading" esordisce finalmente la ragazza. I lunghi capelli scuri sono raccolti in uno chignon alto, con qualche ciocca arricciata, mentre il viso è completamente privo di trucco. "Il problema è che ci ha snobbato come i vecchi tempi..." spiega.
"Non ci interessa se sei una cheerleader oppure no, l'importante è che sei la Riley che abbiamo conosciuto noi" aggiunge il moro sorridendomi dolcemente.
"E a cui vogliamo tremendamente bene", la voce di Gwen è tremante. I suoi occhi sono lucidi, si riempiono lentamente di lacrime ed io non resisto di fronte a questa scena.

Con uno slancio mi fiondo nelle sue braccia. Stringo la mia migliore amica come se non la vedessi da anni.
"Mi dispiace" ripeto, cercando di farmi perdonare da lei.
Gwen annuisce soltanto, ricambia il mio abbraccio e finalmente sento di essere di nuovo allineata col mondo.

Gwen, Ben, Axel, sono le mie ancore di salvezza. Senza loro rischierei di affondare, perciò non posso proprio permettermi di perderli.

Anche Ben si avvicina per stringer entrambe, ma non appena circonda il corpo di Gwen la ragazza torna ad essere la solita impertinente.
"Ew, Ben! Te le sei lavato le ascelle? Puzzano di aglio!" esclama.
Mi scappa un sorriso quando noto la faccia sconvolta del nostro amico che, preoccupandosi davvero della puzza, avvicina il naso ad esse.
"Non puzzano!" dice, sbatte il piede a terra e so per certo che se potesse ripagherebbe con la stessa moneta la ragazza; tuttavia Ben ha un carattere ben diverso e sa bene che queste battute Gwen le fa soltanto per smorzare l'atmosfera.

"Comunque ho bisogno di dirvi una cosa importante" li interrompo prima che inizi il loro solito battibecco.
I due si voltano verso di me, notando il mio sguardo preoccupato cambiano subito atteggiamento.
"Cosa è successo?" chiede il ragazzo avvicinandosi a me.
La mia amica invece mi tende la mano che stringo nella mia.

"Lo zio di Axel sa."
"Sa cosa?" domanda Gwen aggrottando le sopracciglia. Mi guarda confusa, occhi scuri sembrano non comprendere le mie parole.
"Sa tutto. Sa che siamo in contatto con il padre di Axel" spiego.
"Cosa?!" urla Ben. Si porta le mani alle tempie ed inizia a camminare nervosamente. "Ne sei sicura? Noi non lo abbiamo detto a nessuno."
"Sicurissima" bisbiglio. "Oggi il padre di Axel è venuto al cimitero sostenendo che aveva ricevuto un messaggio da Axel, ma non sapeva nemmeno che suo figlio fosse tornato a New York e dopo poco si è presentato suo fratello all'incontro."

"

Cazzo!" sibila Gwen. "È stato lui, sono sicura che c'entra questo bastardo con tutta la storia del nonno."
"Sì, lo penso anch'io, ma adesso dobbiamo trovare il modo di nascondere Kyle."
"È qui con te?" mi chiede il giovane mentre con la mano scompiglia i suoi ricci.
Annuisco. "È in macchina, non sapevo cosa fare e l'ho portato con me."

Senza nemmeno chiedere altro ci incamminiamo verso la mia auto. Siamo tutti visibilmente scossi, in particolar modo Ben che oltre ad essere spaventato è anche pensieroso.

"Tutto ok?" domando a qualche metro dall'uscita del parco. Trattengo per la manica il mio amico cosicché possa fermarsi anche lui.
Mi guarda evidentemente scosso. I suoi occhi verdi tremano mentre cercano disperatamente di aggrapparsi nei miei. Questo suo atteggiamento mi preoccupa tremendamente.
"C'è qualcosa che non torna" dice dopo attimi di silenzio.
"Di che parli, Ben? Mi fai preoccupare", Gwen si avvicina a lui e poggia una mano sul suo braccio in modo apprensivo. Non c'è ironia nelle sue parole.
"Voi non avete parlato con nessuno, vero?" ci guarda negli occhi mentre attende una nostra risposta.

Ovviamente sia io che Gwen scuotiamo la testa, ma questo sembra impensierirlo ancora di più.
"Se noi non lo abbiamo detto a nessuno, come ha fatto lo zio di Axel a scoprirlo?" chiede. È in questo momento che realizzo cosa sta provando ad insinuare. Un paio di settimane fa l'avrei trovata una follia, avrei pensato che non sarebbe stato capace di tutto ciò, ma adesso non sembra così assurdo soprattutto se pensiamo al fatto che è sparito dalle nostre vite come se niente fosse.

"Tu credi che..." sussurro incredula, fortunatamente ci pensa Gwen a finire ciò che stavo per dire.
"Credi che sia stato Axel a raccontare tutto?" attesta con disgustante ovvietà la mia amica.
Ben non ci risponde. Si limita a guardarci negli occhi come se volesse evitare di dare confutare questa teoria.

"Pensi che ne sia capace?" chiedo. "Si tratta sempre di suo padre, Axel lo difenderebbe a spada tratta!"
"Vero, ma magari suo zio l'ha corrotto in qualche modo" ribatte. "È un uomo furbo, non sappiamo di cosa è capace."
"Vero, ma non possiamo dubitare del nostro amico" replica la ragazza riportandoci alla realtà.
Ha ragione.
Non possiamo incriminare Axel solo perché non in quest'ultimo periodo si è comportato male con noi. D'altronde è sempre il ragazzo buono d'animo che ho conosciuto, di cui mi sono quasi innamorata.
"Dobbiamo avvisarlo" dico. "È giusto che sappia."
Ben annuisce, fruga tra le tasche e si appresta a scrivere un veloce messaggio. So che sta scrivendo a lui, spero soltanto che riceva risposta.

"Adesso andiamo, vi porto da suo padre" termino il discorso così. Nessuno aggiunge altro ed io mi muovo prima dei sue ragazzi. Avevo lasciato Kyle Haynes in auto assicurandolo che sarei tornata nel giro di pochi minuti. Purtroppo ho perso più tempo del dovuto, ma spero che non sia arrabbiato per questo. Dopo tutto stiamo rischiando tutti tantissimo aiutando un latitante.

Quando sono abbastanza vicina alla mia vettura, mi trovo costretta ad incurvare le sopracciglia. Ricordo bene di aver lasciato l'uomo seduto nel lato passeggero, ma adesso quel posto è vacante. Scatto verso lo sportello che spalanco rapidamente. Guardo all'interno dell'abitacolo, silenzioso e vuoto. Del primogenito di Alexander Haynes Senior non c'è più traccia, al suo posto c'è solo un vecchio cellulare usa e getta.

"Riley! Dov'è andato?" mi chiede Ben affiancandosi.
"È scappato..." constato. Prendo fra le mani il telefono, lo rigiro fra le dita e poi lo faccio vedere ai due ragazzi.

"Ha lasciato questo."

ANGOLO AUTRICE!

Ciao a tutti! Sono tornata prima del previsto... amatemi 🥰
Visto che molte di voi mi hanno chiesto di Axel, vi volevo rassicurare che nel prossimo tornerà sicuramente il nostro amato protagonista! ❤

Che ne pensate di questo capitolo invece? I ragazzi sono tornati finalmente ad essere un gruppo, ma c'è ancora qualche dubbio su Axel. Secondo voi è possibile che sia stato lui? Oppure suo zio ha indagato autonomamente?

Ci stiamo avvicinando alla fine perciò... OCCHI APERTI! La verità potrebbe essere ben diversa da quella che ci immaginiamo 👀👀

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate un commento, una stellina e fatemi sapere cosa ne pensate! Ci vediamo al prossimo aggiornamento, baciux a tutti ❤

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