27. Mezzanotte

"Ma che splendida ragazza, sei per caso la fidanzata di Mike?" un vecchia signora con un tailleur azzurro confetto, mi si avvicina con un sorriso smagliante sul volto.
"Ehm no signora mi dispiace... non conosco nessun Mike" rispondo garbatamente ricambiando il sorriso.
La donna dai capelli argento spalanca gli occhi dallo stupore. "È impossibile cara! Mike è il primogenito della festeggiata, lo conoscono tutti qui."

Il primogenito?
Non penso proprio.

"Il primogenito della festeggiata non è Mike, ma Axel Haynes" puntualizzo acidamente scostando la mano della donna che si era poggiata sul mio braccio precedentemente. "Se non lo conosce dovrebbe rinfrescarsi la memoria."
Mi allontano dai lei senza attendere nemmeno una risposta, non ho tempo da perdere con gente snob e poco affidabile.

Mike il primogenito, tsk. E Axel allora? Che cos'è? Un figlio nato per errore? Ma tu guarda che razza di vecchia impertinente.

Non appena sono fuori dal bagno noto che la maggior parte degli invitati è in piedi al centro della pista. Alcune coppie stanno ballando, ma quella che attira l'attenzione è solo ed esclusivamente una: Axel e sua madre.
La donna indossa un lungo vestito rosso dal tessuto morbido ed ampio. I capelli sono acconciati in delle piccole onde che ricordano tanto quelle del mare in tempesta e mentre balla abbracciata a suoi figlio, il trucco leggero sembra ancora più candido grazie allo splendido sorriso che ha sul volto.

Axel ovviamente non è da meno. Fasciato in quel vestito grigio antracite è una visione per i miei occhi azzurri. I capelli perfettamente sistemati dal gel, il suo fisico atletico e statuario, il sorriso dolce che riserva alla sua bellissima mamma, sono solo alcune delle tantissime cose che la maggior parte delle persone in questa stanza gli invidiano.
Costeggio la sala superando qualche invitato curioso che sta osservando la scena. Non sembrano tutti così felici nel vederli ballare e sicuramente non lo è suo zio Jackson che gli riserva sguardi di fuoco.
Quell'uomo non mi piace.
Ad inizio serata, quando si è presentato a me con un cordiale baciamano, ho subito avuto l'impressione che fosse qualcuno di cui è meglio non fidarsi e credo che anche Axel abbia lo stesso parere su suo zio. A ciò ovviamente va unita la relazione che ha con sua madre, un duro colpo da dover assimilare.

"Che ci fa una bella ragazza come te tutta sola?" sobbalzo quando sento un respiro caldo sul collo.
Mi scosto leggermente, il giusto per permettermi di allontanarmi da quel ragazzo strano che mi fissa con desiderio. I capelli corvini mi ricordano tanto quelli del mio compagno di scuola, per non parlare dei lineamenti del viso e del corpo. La grande differenza sta negli occhi, neri come la pece, e la fisicità che è esattamente la metà di quella del mio amico.
"Ti ho spaventata?" dice spalancando gli occhi. "Scusami, non era proprio mia intenzione."
"Tranquillo, non c'è problema" rispondo il più cordialmente possibile.
Anche in questo caso il mio sesto senso mi dice di non fidarmi, di scappare prima che sia troppo tardi.

Decisa nel dare ascolto al mio subconscio, gli rivolto un sorriso e poi inizio ad avviarmi verso il tavolo in cui ho il resto delle mie cose.
Mentre scanso qualche cameriere la musica si interrompe, ma è questionde di attimi prima che la band della serata riprenda a suonare qualcosa.
"Hey aspetta! Non mi hai detto il tuo nome" il ragazzo mi segue evitando di scontrarsi con i vari invitati che si mettono sulla sua strada.
"Mi chiamo Riley, ma ho davvero poco tempo per fare conversazione" esclamo continuando la mia folle corsa disperata.
D'un tratto però la sua mano stringe con forza il mio polso, mi strattona avvicinandomi a lui e al suo viso.
"Riley, eh? Davvero un bel nome" sussurra.
"Mi fai male, lasciami" intimo al ragazzo che in tutta risposta stringe ancora di più il mio braccio. Un lamento mi sfugge dalle labbra.
"Mi piacerebbe sentirti gemere per altro, tu che ne pensi?" le sue parole pungenti mi colpiscono dritto in faccia. Lo vedo avvicinarsi ancora di più a me, mentre io mi dimeno per liberarmi dalla sua presa ferrea.
Sto per urlare a squarciagola, come se fossi ad una partita di football.

D'altronde sono una cheerleader perciò di fiato ne ho molto, qualcuno mi sentirebbe nonostante la musica alta.

Schiudo leggermente le labbra per rendere realtà il mio piano d'azione, ma prima che possa emettere qualsiasi suono, una mano tatuata che riconoscerei fra mille, spinge via il mio assalitore. Il ragazzo indietreggia visibilmente colpito mentre io mi avvicino al petto di Axel che stringo spaventata.
"Axel! Finalmente ti ho trovato" esclamo. Con la mano sinistra inizio a massaggiare il polso dolorante, questo gesto non sembra passare inosservato agli occhi di Axel che per protezione appoggia la mano sulla mia spalla.

"Che cazzo vuoi Mike?" ringhia il ragazzo a cui sono avvinghiata.
Il soggetto in questione, che deve essere il tanto decantato Mike dalla vecchia signora, ci guarda con uno strano ghigno sul volto.
L'espressione che assume è agghiacciante, a dir poco spaventosa.
"Che c'è fratellone? Non vuoi condividere con me le tue conquiste?" le sue dita si poggiano sul mio mento sollevandolo di poco.
Fratellone? Lui è... suo fratello?!
Infastidita da quel contatto schiaffeggio la sua lurida mano per allontanarlo da me.
Notando il mio fastidio, Axel si libera momentaneamente della mia vicinanza e poi afferra per il colletto della camicia il suo fratellastro.
"Ti giuro su Dio, Mike!" urla colmo di rabbia. "Se provi anche solo ad avvicinarti a lei, ti farò pentire di essere nato!"

La musica attorno a noi si blocca all'improvviso. Un chiacchiericcio di sottofondo sostituisce la dolce melodia che aleggiava nell'aria fino a qualche secondo fa. Mike sembra divertirsi in tutta questa situazione, non sembra per niente dispiaciuto. È come se avesse voluto creare di proposito questo disguido. Il sorriso che ha sul volto ne è la prova. Ma perché farlo?
"Axel lascialo stare" sussurro toccando dolcemente le sue spalle con le mie mani. Non ricevendo risposta, insisto ancora un po'.
"È tutto a posto Axel, davvero... lascialo andare" questa volta la mia mano si posa sulla sua guancia e in questo modo riesco ad attirare la sua attenzione direttamente su di me.
Il ragazzo strattona un'ultima volta Mike e poi lo spinge via da noi.
"Andiamo a casa, forza" dico stringendogli il corpo col mio braccio.

Gli invitati ci osservano sbalorditi. Ognuno di loro chiacchiera con la persona che ha accanto e non ci vuole un genio per capire cosa stanno bisbigliando. Sono tutte malvagità nei nostri confronti, lo percepisco dagli sguardi disgustati che ci riservano.
Per loro probabilmente siamo solo dei teppisti, in realtà quello privo di anima e cuore è proprio il veneratissimo Mike.
Raccolgo le mie cose dal tavolo molto velocemente mentre Axel si dirige tutto solo verso l'uscita della sala. Noto in lontananza sua mamma che prova a parlare con lui, ma viene respinta in malo modo.

"Mi dispiace davvero signora" dico quando sono abbastanza vicina a lei. "Sono sicura che Axel avrebbe voluto passare una serata diversa e anch'io avrei preferito un altro finale."
La donna mi sorride affranta. "Axel ha un carattere particolare, ma lo so che non è cattivo."
"Certe volte si dicono o si fanno cose che non avremmo mai potuto immaginare, ma spesso sono dettate dalla rabbia e non dalla cattiveria" puntualizzo a favore del ragazzo. "Le auguro una buona serata" termino e poi esco dal ricevimento a testa alta, con la consapevolezza di valere il doppio delle persone qui presenti.

***

"Cazzo! Cazzo!" batte il pugno ripetutamente contro il volante, imprecando più volte fino all'estremo.
Siamo seduti nuovamente sulla sua auto, ma siamo ben lontani dal Boulevard Hotel. Axel è sfrecciato via non appena ho chiuso lo sportello, senza nemmeno darmi il tempo di allacciare la cintura. Dopo qualche isolato trascorso nel silenzio più totale, ha accostato vicino ad un Drive In e adesso siamo fermi sui da più di quindici minuti.

Il ragazzo dai capelli corvini continua a colpire con forza la sua macchina come se questo potesse calmare la sua rabbia, ma non credo che sia uno sfogo sufficiente. Non so come comportarmi in queste situazioni, in realtà non ho mai avuto modo di vivere in prima persona. Ho sempre assistito a dei litigi, ma non sono mai stata il motivo della discussione. Nonostante abbia la vaga sensazione che fra i due ci fosse già dell'odio represso, mi spiace di aver rovinato questa serata così importante per lui.
Allungo timidamente un braccio verso la sua mano destra che blocco prima che le sue nocche si rovinino ancora per i troppi colpi.

Stringo il suo pugno fra le mie mani e lo porto vicino al mio viso con cui lo accarezzo. Axel mi guarda rabbioso, ma so che questo sguardo di fuoco non è rivolto a me. Non si sottrae dal mio tocco delicato anzi, sembra rilassarsi anche se il suo corpo è sempre abbastanza teso.
Avvicino la sua mano alle mie labbra e poi gli lascio qualche tenero bacio. Le sue nocche sono ruvide, qualche lembo di pelle è persino alzato per i colpi ripetuti, ma non mi interessa.
Voglio solo che Axel stia bene.

"Ti sei calmato?" dico dopo un po'.
Lui annuisce, ma si ostina a non parlare forse perché non avrebbe parole dolci da dirmi. Forse anche per lui sono responsabile di quel litigio.
"Mi dispiace, non volevo farti litigare con tuo..." interrompo ciò che dico per qualche istante. Come devo definirlo: fratello o cugino?
Temo che se usassi un termine sbagliato, la sua ira tornerebbe ad infiammarsi.
"... con Mike" deglutisco.
Axel mi guarda dritto negli occhi con uno sguardo indecifrabile, ma che mi provoca mille brividi in tutto il corpo.
"Non è colpa tua" sussurra accarezzando il mio viso col palmo della mano. "Mike è uno stronzo, gli avrei dovuto spaccare la faccia già tempo fa."
I

l modo in cui lo dice mi fa ridere. "La nostra vita è piena di stronzi impertinenti" ridacchio coinvolgendo anche il ragazzo.

Seguono altri attimi di silenzio in cui io ed Axel ci guardiamo negli occhi mentre le sue labbra si incurvano in uno splendido mezzo sorriso.
Prende la testa fra le mani, abbandonando il mio viso che adesso risente dell'assenza del suo calore.
Con le dita si massaggia le tempie prima di scuotere la testa mentre libera un sospiro. Torna ad osservarmi con più intensità di prima e, senza che me ne possa rendere conto, slaccia la mia cintura con uno scatto deciso.
Dopo di che avvicina il mio viso al suo petto. Cinge le mie spalle desideroso si questo contatto ed io, a mia volta, ricambio l'abbraccio inebriandomi del suo bellissimo profumo.

Il mio viso è sicuramente in fiamme, ma fortunatamente in questa posizione Axel non può vederlo.
Lo sento inspirare col naso fra i miei capelli, accogliendo nelle sue narici il mio profumo di ciliegie e rose.
Le mie dita stringono il tessuto del vestito con forza, si aggrappano come se avessi paura di scivolare via da questo contatto troppo presto.
D'un tratto mi sembra che Axel mi stia sollevando lentamente dal mio posto ed io gli facilito la cosa dandomi un piccolo slancio con le gambe.
Con le mani sul punto vita, tremendamente vicino al mio seno, mi solleva per poi poggiarmi sulle sue cosce muscolose. La gonna del vestito si solleva leggermente lasciando intravedere qualche lembo in più  della mia pelle. Il viso di Axel adesso è davvero a qualche centimetro dal mio, se mi avvicinassi i nostri nasi si sfiorerebbero.

Ancora una volta la mano di Axel accarezza il mio viso per poi scendere tracciando la linea del mio collo, delle mie spalle. Le sue dita bruciano sulla mia pelle, come se lui fosse fuoco ed io ghiaccio. Raggiunge con estrema lentezza la punta della mia treccia e senza avvisare, slaccia via l'elastico che la teneva ferma. Mi scompiglia i capelli facendo attenzione a non farmi male e, quando è soddisfatto del risultato, lascia che qualche ciocca mi ricada davanti al viso.
Il suo sguardo si sposta dai miei occhi alle mie labbra e anch'io mi sento attratta allo stesso modo dalle sue.
Lentamente ci avviciniamo l'uno all'altro, come due calamite che stanno per incontrarsi dopo tanto tempo. I nostri nasi si sfiorano, il suo respiro caldo si mescola col mio dando vita ad un gioco pericoloso, ma che al tempo stesso non vedo l'ora di vivere.

"Non si torna più indietro poi" sussurra.
"Io non voglio tornare indietro" affermo e credo che questo basti ad Axel come risposta perché finalmente le nostre labbra si uniscono in un bacio dolce, ma al tempo stesso passionale.
La sua mano scivola sul mio collo, mentre la mia vaga fino ad arrivare ai suoi capelli che stringo fra le dita.
Non appena diamo vita al bacio, il mio cuore saltella dalla gioia. Lo sfarfallio allo stomaco torna a farsi presente e in un tutto il corpo si propaga un calore incontrollabile.
Le mie labbra bruciano al contatto con le sue, bramose di rimanere per sempre incollate alle sue.
Axel stringe delicatamente i miei capelli provocandomi un gemito che soffoca nelle sue labbra. Le nostre lingue danzano, si mescolano, perdendo la loro singola identità per diventare un tutt'uno.

Ci stacchiamo per riprendere fiato col cuore a mille che batte forte nel mio petto. Lui mi osserva. I suoi occhi brillano e senza preavviso mi bacia ancora. E poi ancora.
Ci baciamo così tante volte da perdere il conto. In questo momento non esiste più nessuno. Ci siamo solo io ed Axel, e penso che questo possa bastare per alleviare i nostri dolori.

Angolo autrice!

Dunque dunque dunque 🤭
Direi che c'è stato un bel bacio alla fine, che ne pensate? Ho perso la vita per scrivere questo capitolo quindi spero vi piaccia ❤
Scusate l'assenza, ma ho alcuni esami da dare per l'università quindi gli aggiornamenti avranno qualche ritardo. Mi dispiace davvero dover mettere da parte in questi giorni wattpad, ma la vita universitaria sa essere davvero difficile a volte!
Ci sentiamo al prossimo capitolo, baciux a tutti! ❤

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