Capitolo 4
Kyle torna in stanza per le tre del mattino.
Non dormivo, ma avevo spento le luci.
Kyle fa un po' di confusione rientrando. Naturalmente deve aver bevuto parecchio. Sbatte contro qualcosa, probabilmente inciampa pure, poi si getta con poca delicatezza sul letto. Le molle cigolano sotto al suo peso e, dopo qualche minuto, inizia a russare.
Irritata, premo il cuscino sulla testa cercando di ignorarlo.
La mattina dopo la sveglia suona probabilmente due minuti dopo che mi sono addormentata. Ho un gran mal di testa e, senza staccare la sveglia, volto la testa verso il letto a fianco al mio.
Il viso di Kyle è rivolto nella mia direzione, ma dorme ancora beatamente. I capelli spettinati gli cadono sugli occhi e ha la bocca lievemente aperta.
-Vuoi staccare quell'essere infernale? - Mi chiede.
Bene, ciò significa che non è del tutto in uno stato comatoso.
Stacco la sveglia e mi avvio verso il bagno. Faccio una veloce doccia e indosso i vestiti. Tra mezz'ora inizieranno le lezioni.
Sistemo la parrucca in testa, ma qualche ciocca di capelli continua a fuoriuscire. Impreco più volte applicando dei fermagli, ma è inutile.
Kyle inizia a bussare insistentemente alla porta.
-Ti sbrighi? Me la sto facendo sotto! – Esclama.
Okay. Calma.
Sento Kyle sbuffare, quindi provo a sistemare la situazione meglio che posso, poi esco dal bagno.
Peccato che Kyle sia di nuovo sotto le coperte.
Recupero il cappello con la visiera e lo indosso perché so già che di questa parrucca per oggi non c'è da fidarsi, poi mi avvicino al letto di Kyle.
-Kyle... Kyle! - Esclamo scuotendolo.
-Che vuoi - mormora senza nemmeno aprire gli occhi.
-Abbiamo lezione. Devi darti una mossa - dico.
-Lezione - sussurra lentamente come assaporando la parola.
Sbuffo scocciata.
-Di certo non ti aspetterò, comunque ti consiglio vivamente di darti una mossa. Il liceo è finito, carissimo - dico.
Poi prendo lo zaino ed esco fuori dalla stanza. Non faccio colazione anche perché non ho ancora comprato nulla, ma dovrò passare al più presto da un supermercato.
Naturalmente il corridoio a quest'ora è abbastanza frequentato. Mi avvio di corsa verso l'ascensore notando che le porte di quest'ultimo stiano per chiudersi, ma faccio appena in tempo. Sistemo meglio lo zaino sulla mia spalla, lanciando una rapida occhiata al mio riflesso allo specchio. Il cappello con la visiera è al suo posto.
-Ciao - mi dice però una voce.
Mi volto verso l'altro ragazzo che aveva già preso l'ascensore.
Se possibile sembra più terrorizzato di me, ma avendomi riconosciuto come un suo simile (come uno sfigato), deve aver pensato bene di iniziare a fare conversazione.
Porta un grande paio di occhiali e indossa una camicia senza nemmeno una piega.
Niente barba, ma al suo posto a fare bella mostra ci sono una marea di lentiggini.
Ecco, questo è il tipo di ragazzo che avrei preferito come compagno di stanza. Sempre che non sia troppo invadente.
-Ciao - rispondo voltandomi dall'altro lato per mettere bene in chiaro che non ho intenzione di fare conversazione.
Così appena l'ascensore arriva al piano terra, esco prima di lui e non lo aspetto, avanzando rapidamente.
Non ho intenzione di fare amicizia né di avvicinarmi a qualcuno, a meno che questo qualcuno non sia legato alla scomparsa di mio fratello.
La struttura nella quale si tengono le lezioni non è molto distante dai dormitori e non impiego neanche molto tempo per trovare l'aula. Morale della favola: mancano dieci minuti all'inizio della lezione e non ho affatto voglia di restare in questa stanza più del necessario, soprattutto non se c'è la possibilità che qualcun altro mi si avvicini per fare conversazione.
Così decido di uscire dall'aula per prendere un caffè alle macchinette.
Ma naturalmente, nemmeno prendere un caffè può rivelarsi una facile impresa, non per me, Scarlett Andrews.
Vi avevo già parlato della nonna hippie? Beh, lei sosteneva che io fossi una calamita di guai. Ovunque mi trovassi, attiravo qualcosa. E col senno di poi, forse non aveva torto.
Così mentre mi sto dirigendo verso la macchinetta vedo di nuovo il ragazzo occhialuto, stavolta in compagnia. In realtà sembra che dei ragazzi lo stiano spingendo, facendosi beffe di lui. Anche loro matricole, mi sembra di averli visti sul mio stesso piano in dormitorio.
La logica mi dice di ignorare il tutto, passare dritta e prendere questo benedetto caffè di cui ho veramente bisogno, ma sono più tipo che segue l'istinto. Così le mie gambe si avviano ad ampie falcate verso il gruppetto.
Dovrei attirare il meno possibile l'attenzione, mi dico. Eppure non posso starmene con le mani in mano. È una cosa che proprio non riesco a fare.
-Forse a qualcuno sfugge che il liceo è finito - dico a voce abbastanza alta affinché mi sentano.
Ottengo l'effetto sperato: i tre ragazzi più tizio occhialuto si voltano verso di me, i primi due irritati, il terzo spaventato.
-Avete sentito la sveglia? - chiedo poi.
-Quale sveglia? - chiede uno dei ragazzi.
-Quella che cerca di svegliate la vostra maturità - rispondo schioccando le dita. -Andate a rompere le scatole a qualcun altro, anzi, non rompetele a nessuno. Trovatevi un altro passatempo.
Uno dei due tizi si avvicina a me, minaccioso.
-Ne vuoi anche tu, mocciosetto? - mi dice.
Lo fisso con aria annoiata, senza indietreggiare.
-Carino questo cappellino - aggiunge, sperando una mano per prendere il mio cappello.
Ed è a questo punto che mi assale il panico. Spalanco gli occhi e indietreggio.
Gustando il mio terrore, il tizio continua ad avanzare.
-Hey Bill - dice una voce alle mie spalle.
Mi volto di scatto, ritrovandomi davanti Kyle. -Che succede?
-Nulla amico, ci stavamo solo divertendo con questi due sfigati - risponde Bill.
Può sembrare un'impressione, Ma mi sembra quasi che lo sguardo di Kyle si faccia più duro.
Non mi aspettavo che sarebbe arrivato in tempo per la lezione, né tanto meno che si riprendesse quasi del tutto.
-Loro sono con me - dice poi.
Bill inarca un sopracciglio.
- Con te?
-Si. Problemi?
Bill ci osserva ancora una volta, poi scuote la testa.
-No, nessun problema.
Sembra voler aggiungere altro, poi ci ripensa e insieme al suo amico scompare lungo il corridoio.
Osservo il ragazzo occhialuto per assicurarmi che stia bene, poi mi volto verso Kyle.
-Grazie - gli dico.
E gli sono veramente grata. La mia copertura sarebbe potuta saltare prima ancora di iniziare.
- Non sopporto i bulli e chi da dello sfigato a qualcuno - si limita a dire dirigendosi verso l'aula.
Dicendo definitivamente addio al caffè, lo seguo.
- Non l'avrei mai detto - mormoro.
Kyle si volta verso di me.
-Cosa?
-Che odiassi i bulli. Ti facevo più uno di loro.
- Un tempo ero qualcosa di simile. Non esattamente un "bullo", più che altro mi prendevo gioco delle persone. Giocavo con i loro sentimenti. Finché non mi sono reso conto di quanto fosse sbagliato e che non conosciamo la storia di nessuno così bene da poterlo giudicare.
Inarco un sopracciglio.
-Wow che poetico...
-Filosofo, grazie. Dopotutto siamo iscritti in filosofia.
Mi fa l'occhiolino, dopodiché cerca un posto libero.
-Grazie per essere intervenuto - dice a quel punto occhialuto.
Mi volto verso di lui.
- Non ho fatto nulla di che.
-Oh, si invece. Nessuno mi ha mai difeso prima d'ora - dice a disagio. Poi tende la mano. - Io sono Dell.
Fisso la sua mano tesa, poi lui.
-Dell? Come i computer? - chiedo allibita.
Occhialuto alza gli occhi al cielo.
-Sì, come i computer...
Mi trattengo dallo scoppiare a ridere, Ma risulta difficile.
- Io sono Sc...
Mi blocco di scatto. Idiota, grandissima idiota.
-Io sono Fabian - gli dico stringendo la sua mano.
Angolo Freya che mangia gallette perché è a dieta
Salve albicocche. Finalmente avete conosciuto il caro Dell (Dylan O'Brien occhialuto) e niente, spero che vi innamorerete del suo personaggio e spero che la storia vi stia piacendo.
Instagram: Freya_Dakets
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