Capitolo IX
Una luce infastidisce i miei occhi chiusi costringendomi ad aprirli.
Per la seconda volta mi trovo a fissare una stanza a me sconosciuta.
- Dove... sono? - chiedo a me stessa con voce impastata.
- Sei a casa nostra. - mi risponde una voce familiare.
Non è... - Lincey. - volto la testa.
- Ciao, come ti senti? - poggia una mano sulla mia fronte.
Ho la mente annebbiata.
- Come sono arrivata qui? -
- Ti ha portata Storm. -
Al suo nome la nebbia si dissipa lasciando spazio ad una scia di sangue.
Cerco di sedermi sul letto, ma la ragazza mi tiene giù.
- Non puoi! Non ti sei ancora ripresa del tutto. -
- Storm!! Dov'è? Come sta? - mi si riempiono gli occhi di lacrime.
Ricordo solo la sua ferita e io che caricavo verso Yoru.
- Sta bene. È ancora incosciente, ma è vivo. -
- Dov'è? -
- Nella stanza affianco. -
- Voglio vederlo... - porto il braccio sopra gli occhi e inizio a singhiozzare.
- Prima devi ristabilirti. Ti va di mangiare qualcosa? -
- N-No... -
- Beh... mangerai lo stesso. Altrimenti non ti lascio andare da Storm. -
Spostando il braccio la guardo.
È convinta.
Per la prima volta non c'è traccia della ragazza delicata perché troppo preoccupata per la mia salute.
- Sono tre giorni che dormi, devi mangiare. - aggiunge.
- Cosa? Tre... giorni?! - scatto.
- Già. -
- Ma... che è successo? Non ricordo nulla. - riesco finalmente a sedermi.
La ragazza mi fa cenno di aspettare un attimo.
Andata alla porta chiede al padre di portarmi qualcosa da mangiare poi torna a sedersi accanto a me.
- Eravamo andati a dormire da qualche ora quando abbiamo sentito delle gran botte sulla porta. Quando papà è sceso ha trovato Storm ferito con te in braccio. Il tempo di dirci il luogo dove stavano i molestatori e chiederci di occuparci di te che è svenuto. La ferita era grave, ma per fortuna non letale. Abbiamo subito chiamato un medico, tu eri ad un livello minimo di magia mentre Storm è stato ricucito. Ora deve stare a riposo e riposo. Veramente pure tu... il dottore diceva che probabilmente non ti saresti svegliata prima di una settimana. -
- Quindi Storm... ora sta bene? -
- Sì, sta guarendo bene. Ha solo un pochina di febbre, ma per il resto tutto ok. -
Dio... come mi sento sollevata.
Sta bene.
Sta davvero bene.
Il mio cuore è molto più leggero, ma io starò davvero in pace quando vedrò Storm.
E quando gli parlerò.
Un attimo...
- Ah! E le ragazze rapite? La gilda oscura? -
- Liberate. Dopo che Storm ci ha indicato il luogo abbiamo contattato le guardie magiche. Sono venute a catturare tutta la gilda e a liberare le ragazze. Erano ricercati da mesi, ma non riuscivano a trovare la base. Non riesco a credere che siate riusciti a sconfiggere un'intera gilda da soli. -
- Siamo di Fairy Tail. -
- Avreste però dovuto essere più attenti alla vostra salute. Non avete idea di quanto mi abbiate spaventata. Ho pensato che vi avrei visti morire. -
- Mi spiace... Lincey io... - vengo bloccata sentendo bussare.
- Entra pure papà. -
- Oh, Nashi! Che bello vederti sveglia. -
- Buongiorno. Chiedo scusa... vi abbiamo portato un sacco di disturbo... -
- Stai scherzando? Disturbo? Mi stavate per far venire un infarto! Per colpa nostra siete finiti ad affrontare una gilda intera. Sono così grato che siate tutti e due vivi... - gli si arrossano gli occhi.
- Io... mi spiace di avervi fatti preoccupare. -
- Siamo noi a dovervi chiedere scusa. - sospira pesantemente.
- No... noi... -
- Adesso basta. Papà passami la minestra di riso. Nashi devi mangiare. -
Trovandomi di fronte quel piatto fumante sento lo stomaco svegliarsi.
Ora ho un botto di fame.
Senza tante cerimonie mi accanisco sul piatto.
- Che bello! Hai appetito, vado a preparare dell'altro. - si volta verso la porta il signor Grape.
- Qualcosa di più sostanzioso, papà. -
- Certamente! -
L'istante dopo se ne va.
In meno di cinque minuti finisco il cibo.
- Il concilio della magia ci ha avvisati che al vostro ritorno dovrete passare da loro a fare un resoconto dell'accaduto. -
- Eh... ma io non ricordo nulla... -
- Proprio niente? -
- Uhm... nulla dopo la ferita di Storm. Ciò che è accaduto prima sì. -
- È già qualcosa. Quando si sveglierà scopriremo i dettagli che mancano. -
- Lincey io ti devo dire una cosa. - scatto.
Ho deciso di smettere di scappare.
Fin'ora ho girato le spalle ai miei sentimenti per paura.
Avevo paura del rifiuto di Storm e per questo vedevo solo i segnali negativi che il ragazzo mi mandava.
Ora però non mi frega più di un rifiuto.
Ho rischiato di perderlo davanti agli occhi.
Nulla può essere peggiore.
Voglio solo essere sincera e dire le cose come stanno.
E inizierò da lei.
- Non ce n'è bisogno. - mi blocca sorridendo.
- Come? Non sai nemmeno che devo dire. -
- Sì, invece. A te piace... no, sei innamorata di Storm. -
- C-Come... - avvampo.
- Sono tre giorni che sussurri il suo nome nel sonno. Devi averlo sognato molto... bei sogni, brutti... tormentati... hai cambiato un sacco di espressioni, ma il tono con cui pronunciavi il suo nome era sempre pieno d'amore. -
- Ah... -
- Avrei dovuto capirlo prima però. Era abbastanza ovvio. -
- O-Ovvio?! -
- Sì, sei la classica tsundere. -
- Uhm... - mugugno coprendomi il viso col lenzuolo.
- Oh, non neghi! Vuol dire che sei ad una svolta? -
- Non voglio negare... uhm... sì, credo di essere ad una svolta. -
- Ti dichiarerai a Storm? -
Quella possibilità mi colpisce in pieno come una racchetta in piena faccia.
- I-Io non lo so. -
- Perché? Penso che sareste una coppia bellissima. -
- Ah... oh... uhm... Storm non pensa a me in quel modo. Se mi dichiarerò so già cosa dirà. -
- Perché sei così convinta di ricevere un rifiuto? -
- Non sono certo il tipo di Storm. Lui è interessato a ragazze più come te. -
- Oh, fidati... io non sono assolutamente il suo tipo. -
- Che dici? Tu sei il tipo di tutti. Fossi un uomo saresti pure il mio probabilmente. -
- Grazie del complimento! - ridacchia - Però davvero... Storm non mi vede in quel modo. -
- Ma va. Hai visto com'era con te a cena quella sera? -
- Era solo gentilezza. -
- Ci stava provando. -
Fa male dirlo, ma è così.
- Ti dico di no. -
- Sei davvero troppo modesta. -
- Nashi. . conosci Storm meglio di me, ma non hai comunque capito quali sono i suoi gusti. - mi guarda seria.
Perché così convinta?
Sa forse qualcosa che io non so?
- Se lo dici tu. - l'accontento.
- Comunque rifiuto o meno penso che... potrei anche... dirgli ciò che provo. - avvampo al solo pensiero.
La ragazza mi afferra le mani con un ampio sorriso stampato in faccia.
- Brava! Bisogna sempre essere sinceri coi propri sentimenti. -
- Lincey io... io ho avuto davvero molta paura. -
Il sorriso si tramuta in confusione - Di cosa? -
- Quando ho visto Storm sanguinare... non ho mai avuto così tanta paura... - mi s'incrina la voce.
- Ci credo! Anche io al tuo posto mi sarei spaventata. -
- No... non capisci... non è la prima volta che veniamo feriti... che vedo qualcuno a cui tengo sanguinare... il lavoro di un mago è pericoloso. - parte il primo singhiozzo.
- Stavolta però era diverso. Era così tanto sangue... ho pensato davvero che l'avrei perso. E se fosse successo... le ultime cose che gli ho detto sono state terribili. E non ne pensavo nemmeno mezza. Ero arrabbiata e mi sono comportata da idiota. - scoppio realmente a piangere come una fontana.
- Oh, Nashi... ma Storm è vivo. E si rimetterà presto. -
- Ma se lui... -
- No, è vivo! Punto! Conta solo questo e ciò che dirai d'ora in poi. Vivi facendo si di non dover rimpiangere le parole dette. Apri il cuore... -
Riesco solo ad annuire tanto sono scossa sai singhiozzi.
- Su, su! Storm è forte, non si farà sconfiggere da un graffietto. -
- Lo so... lui è fantastico. -
- Lo so che lo sai. Dopotutto ti sei innamorata di lui, no? -
- Sì, io amo Storm. Con tutto il mio cuore. - ammetto ufficialmente a me stessa e al mondo la cosa.
- Brava! Ora vedi di farlo tuo! - mi sorride incoraggiante.
- Mi basta che stia bene... -
- Balle! Va a prenderlo. -
- Ma... - la guardo confusa.
- Niente ma. Storm è il genere di ragazzo gentile con tutte. Con tutte eccetto la ragazza che gli piace. -
- Eh?! - avvampo - N-No, Lincey sbagli! Storm si comporta così con me perché sono di famiglia. È lo stesso trattamento che riserva a sua sorella. -
- Ne sei davvero sicura? È esattamente lo stesso? -
Il suo sguardo così serio mi fa riflettere sul passato.
Davvero è lo stesso trattamento che ha con Mizu?
Mi passano in mente alcune cadute, nel mio caso, a parte rare volte sono sempre stata afferrata al volo. Mizu invece veniva lasciata a se stessa se non c'era Gavin.
O le prese in giro.
Benché siano state molte poi sapeva sempre farsi perdonare.
E il discorso sul treno, quello mi ha parecchio scombussolata.
- Uhm... ok, differenze con Mizu ci sono, però... Questo comportamento denota solo confidenza. Siamo amici d'infanzia. -
- Non sono completamente d'accordo, comunque... già che abbiate così tanta confidenza ti dà un vantaggio contro le altre. Lo conosci più di tutte. -
- Mi da anche degli svantaggi... essendo che siamo cresciuti insieme è difficile che mi veda come una possibile compagna di vita. -
- Perché? -
- Perché è abituato da sempre d'avermi intorno. -
- Proprio per questo sei in vantaggio. Tu conosci tutto... pregi e difetti. Sei una delle poche persone con cui può essere tranquillamente se stesso senza preoccuparsi. Avrai notato di certo che con gli altri cerca di fare il figo perfetto, ma di certo ha delle debolezze... tipo le carote. E tu le sai... anche se comunque tenderà a negare sa lo stesso che volendo può ammetterle a te. È bellissimo quando sai che puoi dar mostra della parte più nascosta di te ad una persona... sapendo che questa accetterà tutto, sempre. -
Il suo discorso mi trasmette un enorme coraggio.
- Forse hai ragione. -
Mi viene da piangere commossa.
Questa ragazza è un tesoro.
- Certo che ho ragione. - mi sorride.
- Posso vedere Storm ora? - scatto.
Ho un bisogno viscerale di vederlo.
Non importa se sta riposando, voglio solo stargli accanto.
Sentendo di nuovo bussare - Prima devi finire di mangiare. Papà entra pure. -
Dopo essermi nutrita per bene mi alzo.
Che palle... tre giorni di sonno hanno reso le mie gambe di gelatina.
Mi reggono appena però riesco ugualmente ad andare da Storm.
Eccolo lì...
Cielo!
Mi si blocca il fiato.
Dev'essersi agitato nel sonno e la coperta è scesa fino ai pantaloni.
Questo rende visibili le bende che gli fasciano quasi tutto il busto, la spalla e la mano destra.
Mentre lo fisso dalla soglia rifletto se avanzare o meno.
Mi sento in colpa.
Si è ferito a causa mia... era distratto dal mio immobilizzamento ed è stato attaccato alle spalle.
- Uhm... - fa una smorfia iniziando ad agitarsi.
Le mie remore si dissolvono e scatto affianco al letto.
Subito rinfresco la pezza bagnata per la fronte e gliela riposiziono.
- Nashi... - aggrotta la fronte per poi stringere le lenzuola.
Mi sta chiamando nel sonno.
Sedendomi accanto al letto gli afferro la mano - Sono qui, sono qui Storm. -
Il viso gli si rilassa e fa un profondo sospiro.
L'istante dopo schiude gli occhi - Nashi? -
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