Nonostante Tutto
- Bene, hai visto il mare. Ora ce ne possiamo tornare alla gilda. -
- Eh? Sei forse impazzito? - guardo allucinata Laxus.
- Affatto. Detesto le folle di gente e non c'è posto peggiore, per trovarle, del mare. - sbuffa a braccia conserte.
- Beh, ormai siamo arrivati fin qui. Sarebbe uno spreco tornare già a casa. Andiamo a divertirci! - batto le mani felice, nel tentativo di passargli un po' del mio entusiasmo.
- Tu va pure, io ti guardo. - mi scaccia agitando una mano.
- Ma cosa sei? Una mamma che osserva il bambino che gioca? Siamo venuti qui assieme, quindi muoviti. - punto i piedi.
- Su, su. Va. - insiste con quel fastidioso gesto della mano.
- Smettila di fare l'asociale. Inoltre, esci dall'ombra, sembra quasi che tu sia allergico al sole. -
- Guarda che qui, la persona bianca come un cadavere non sono certo io. - ghigna divertito.
- Non tieni conto che io non sono solo una maga, ma anche una modella. Devo prendermi cura della mia pelle. - mi avvicino a lui sorridendo maliziosa - A tal proposito, mi aiuti a mettere la crema sulla schiena? -
Al che afferra il flacone per lasciarmelo tra le mani - Arrangiati. - borbotta per poi buttarsi sugli spuntini che ho portato con noi.
Eh eh.
È davvero carino quando cerca di nascondere l'imbarazzo con un falso atteggiamento burbero.
È vero che spesso è realmente scorbutico, ma riesco a notare la differenza tra quei momenti e questi.
Dopotutto sono la sua ragazza, è naturale che mi accorga di queste piccolezze.
- Sei adorabile quando t'imbarazzi. - ridacchio arrangiandomi per davvero.
- Io non sono imbarazzato. - brontola.
Oh, sì che lo è.
Però so bene che non lo ammetterà mai.
- Oh. Santo. Cielo!! Mirajane Strauss, quella vera! - sento urlare d'un tratto, alle mie spalle.
- Ehm... sì, sono io. Piacere. - tendo la mano alla ragazza che mi sta fissando come fossi un'apparizione mistica.
- Oddio... non mi pare vero. Ho davvero incontrato la famosa modella Mirajane. - trema mentre mi stringe la mano.
- La locanda della gilda è aperta a tutti, come zona ristoro. Non è così difficile poterla incontrare. - bofonchia Laxus, ma per fortuna lei non lo sente.
- Meg! Vieni qui, guarda chi c'è! - urla alla sua amica.
Oh oh... temo che...
Ecco appunto.
In un istante veniamo accerchiati da un sacco di gente che vuole farsi foto con me, stringermi la mano od avere un autografo.
- Ci mancava solo questa. - sibila Laxus di umore più nero che mai.
Mannaggia...
Io volevo passare una piacevole giornata al mare col mio ragazzo, invece si è trasformato tutto in un caos totale.
- M-Mira... potresti autografarmi il petto? - mi si avvicina un ragazzo dall'aria abbastanza strana.
- Come, scusa? - spero di aver sentito male, ma alla sua ripetizione confermo ciò che avevo udito.
- Anch'io lo vorrei sul petto, potrei anche farmelo tatuare, dopo. - ride un altro.
- Allora io voglio che mi scriva qualcosa come "Per sempre tua". Sarebbe un tatuaggio magnifico! - si accoda un terzo.
Molto presto sento urlare vari ragazzi che cercano di ottenere il tanto desiderato autografo o frase da tatuare, ma...
Io non ho intenzione di prestarmi ad una cosa del genere.
Non scriverei mai "Per sempre tua" a nessuno al di fuori di Laxus.
Il che vuol dire che non lo scriverò davvero mai, Laxus non mi chiederebbe manco sotto tortura di fare una cosa del genere. Anche se ammetto che il mio ego si gonfierebbe non poco.
Forse però preferirei scrivere sul suo petto "Per sempre mio". Questo sì che sarebbe il massimo.
Potrei tatuarglielo di nascosto, la prossima volta che si ferma a dormire da me.
Un attimo, non è il momento per pensare a certe cose. Soprattutto ora che sono così tanto pressata dai fans.
Sto per rifiutare le loro richieste quando... - Kyaaaa!! - urlo sentendomi caricare in spalla.
La persona che si è permessa di fare una cosa del genere non è altri che il mio fidanzato, arrivato al limite di sopportazione.
Come se non bastasse mi getta pure addosso la sua T-shirt, così da coprirmi il sedere in bella vista.
Può fingere quanto vuole, ma sa essere davvero accorto.
- Sparite. - sento il suo sguardo furente impregnare la parola.
- C-Cosa vuoi tu? S-Stavamo parlando con la nostra amata Dea! - va verso il suicidio, uno dei tanti della folla.
- Lasciate stare la mia donna. Vi voglio a non meno di cinque metri da noi. - vedo delle piccole scintille uscire dal suo corpo.
- Ehi... ma questo non è Laxus Dreyar? Il Dragon Slayer del fulmine di Fairy Tail? - odo appena qualcuno mentre bisbiglia.
- Mirajane sta con lui? Oddio... meglio filare... -
- Concordo... -
Tutti stanno sussurrando perché troppo spaventati da Laxus.
- Mi dispiace, oggi non sono al mare per lavoro, ma per un appuntamento. Avrei piacere a stare tranquilla col mio ragazzo. - mi volto un poco, nel tentativo di sorridere a quelle persone.
Mi trovo però a vedere uno spiazzo completamente vuoto.
- Se ne sono già andati. - mi avvisa, prima di mettermi a terra. Beh... in realtà mi ci ha quasi gettata.
- Ehi... - borbotto senza molta convinzione.
- Avevo detto che il mare era una pessima idea. -
- Eddai. Non è andata poi così male. - mi siedo accanto a lui, sotto l'ombrellone.
- Io detesto la gente. - brontola ancora.
- E difatti sei riuscito ad allonare tutti. - gli sorrido - Dai, andiamo a divertirci? Siamo qui da quasi un'ora e non siamo ancora entrati in acqua. -
- Vai se vuoi. -
- Se non ti va di nuotare potremmo giocare a volley, a ping pong, bocce... c'è molto che si può fare in spiaggia. -
- No. -
- Eh? Hai forse intenzione di star fermo tutto il giorno? - inizio a sentir salire il nervoso.
Che cosa irritante, fino a due secondi fa ero felice.
- Esattamente. -
- Ma... come si può definire questo un appuntamento? -
- Se hai voglia di giocare perché non chiedi ad uno dei tuoi fan? -
- Aspetta! Sei ancora arrabbiato? Non è nemmeno stata colpa mia. - mi alzo di scatto.
- Figurati se mi arrabbio per così poco. -
- E invece lo sei eccome! - incrocio le braccia - Oppure... hai paura di perdere contro di me? Dopotutto sono un fenomeno coi giochi da spiaggia. - lo pungolo.
- Non riusciresti a vincere nemmeno tra un milione di anni. E... non sono arrabbiato. - ribatte fingendo calma.
Però so bene che sto colpendo i punti giusti.
- Ah? Vuoi scommettere? Sono decisamente più agile e forte di te. - lo sfido.
Lo farò alzare e giocare con me.
A costo di smuoverlo in questa maniera.
- Forse più agile, ma quanto a forza... abbassa la cresta, donna. - sogghigna.
- Chi è che ha davvero la cresta, tra noi due? Invece di parlare tanto, perché non mi mostri cosa sai fare? Sfidiamoci. -
- E cosa scommettiamo? - si alza mettendosi di fronte a me, come a voler sovrastarmi con la sua stazza.
Per riuscire a mettermi soggezione ci vuole molto più di questo.
- Cosa vuoi scommettere? -
- Se vinco io dovrai servire alla locanda, per un mese, con addosso un costume da mostro. Travestimento che sceglierò io. -
- Ma... facendo così spaventerò tutti i nuovi clienti che passeranno. -
- Ti dai già per vinta? - sorride malignamente.
- Assolutamente no! - sostengo il suo sguardo - Se vincerò io, anzi... quando vincerò io dovrai servire con me alla locanda. Per un mese, vestito da ballerina di danza classica. -
Alle mie parole lo vedo serrare le labbra - Paura? - lo incalzo.
- Nemmeno per idea. -
- Bene. -
- Ottimo. -
- A cosa vuoi giocare? -
- Poco più in là c'è una rete da volley libera, andiamo. - ci avviamo.
In un angolino remoto del mio io più profondo sento una vocina dirmi che sto sbagliando.
Che avrei dovuto parlarci con più calma.
Però ora come ora voglio solo stracciarlo per fargliela pagare. E vederlo con addosso un completo da ballerina.
Cosa gli costava giocare con me senza far tante storie?
Si comporta come un vecchio scorbutico.
- Come facciamo per i punti? - domando guardandomi attorno.
- Ehi, tu. - Laxus chiama da noi un ragazzino.
Il piccolo che, avrà poco più di dieci anni, ci raggiunge tremante.
- Sai tenere i punti? - domanda seccamente.
- Laxus, così lo spaventi! - lo rimprovero per poi guardare il ragazzino - Potresti tenere il conto dei punti della partita? Ci vogliamo sfidare e ci serve un arbitro. - gli sorrido.
- Faccio io, se non vi dispiace. Mio fratello è qui con un paio di amici, mentre io sono stato costretto a venir qui con loro e mia madre. - gli si affianca un ragazzo più grande.
- Per me è lo stesso. - accetta Laxus.
- Allora, grazie per il tuo aiuto. - sorrido anche a lui.
Inizia così la sfida, anzi... la battaglia all'ultimo sangue.
Ognuno dei due sta alle calcagna dei punti dell'altro con un distacco mai superiore al singolo punto, fino a raggiungere un fastidiosissimo stallo.
Giunti a ventiquattro per me ed altrettanti per Laxus finiamo con l'impossibilità di raggiungere la conclusione della partita.
La palla continua a passare da me a lui senza mai nemmeno sfiorare il suolo, benché entrambi ci stiamo impegnando per fare lanci sempre più complicati da ricevere.
A terminare la sfida è il pallone stesso che, a seguito di una schiacciata pazzesca, finisce per esplodere sui polsi di Laxus. Appena la riceve.
- Ehm... a chi dovrebbe andare il punto... così? - il ragazzino, Rim, ci domanda agitato.
La sua espressione sembra quella di uno che ha appena visto una coppia di mostri assetati di sangue.
Poverino, mi fa tenerezza.
- È finita in parità. - Laxus schiocca la lingua con fare seccato.
- Passiamo al ping pong? - propongo.
- Andiamo. - si riferisce più a Rim che a me.
Poco distante c'è un locale che ha vari giochi come freccette, tavoli da biliardo, da ping pong...
È stata Erza a parlamene.
Ha detto di aver passato un meraviglioso appuntamento, con Gerard.
Peccato che io invece stia per andare in quel posto solo per competere col mio ragazzo.
Le sfide successive terminano tutte nello stesso modo della prima.
Sempre parità, con conseguente distruzione di qualcosa.
Nel ping pong quattro palline.
Per le freccette il tiro a segno, spaccato esattamente a metà.
Col biliardo, la palla bianca andate in briciole, esattamente come il disco del tavolo di air hokey.
Le ore passano come i giochi, i pareggi e gli oggetti in pezzi.
- Cielo... non ne posso più... - mi accascio a terra sfinita.
- Quindi ti arrendi? - cerca di non farmi notare che anche lui è cotto.
- Nemmeno per idea. Ho solo una fame bestiale. Possiamo spostare il tutto a dopo pranzo? - mi guardo attorno in cerca di un tavolo libero.
- Va bene, ho fame anch'io. - accetta avviandosi al primo posto disponibile.
- Ora che ci penso... Rim dov'è finito? - noto solo in quel momento la sua scomparsa.
- S-Se parlate d-del ragazzino che e-era con voi... m-mi ha detto di darvi q-questo... - il cameriere ci porge, tutto tremante, un biglietto.
Perché trema?
Fa un caldo assurdo oggi, non può essere il freddo.
Anzi... a notar bene, tutti i commensali ed i dipendenti stanno tremando.
Che strano.
- Che dice il biglietto? - domanda Laxus.
- Oh... - mi sorprendo - Ci avvisa che è tornato a casa, perché si stava facendo tardi. -
- Tardi? Sono rimasti solo per la mattinata? -
- Laxus... mi sa che abbiamo perso la cognizione del tempo... - gli indico la finestra.
Il sole sta tramontando.
- Che? Ma che ore sono? - cerca sui muri un orologio - Sono quasi le sette! - ci sorprendiamo entrambi.
- Cavoli... - scuoto il capo - Abbiamo saltato il pranzo. -
- Eravamo davvero presi. - si lascia scappare una mezza risata.
- Già, per cosa poi? Non c'è stato nessun vincitore. - ridacchio a mia volta.
- In fine non è stata una giornata così fastidiosa. Anche se siamo venuti al mare. -
- Cosa odono le mie orecchie! Stai dicendo che ti sei divertito? - m'illumino.
- Sì, mi sono divertito. - mi concede la conferma.
- Vedi? Non è così difficile, basta lasciarsi un po' andare. - gli sorrido felice.
Se non si fosse ostinato tanto avremmo potuto divertirci fin dall'inizio.
- Resto comunque dell'idea che ci sono troppe persone in questi luoghi. -
Ah... che testone.
Eppure lo amo anche così.
Ha un carattere un po' contorto, ma forse è stato proprio questo ad attirarmi di lui.
- A me non importa dell'altra gente, quando sono con te è come se gli altri non ci fossero. - gli sorrido dolce.
Ed eccolo.
Uno dei suoi rari momenti d'imbarazzo potente.
Voltando il viso, il più possibile, bofonchia - Come sei melensa. -
- Mi ami anche per questo, no? - ridacchio sapendo già cosa sta per rispondere.
- Pensala come vuoi. -
Esatto, giusto questo.
Anche tradotto come "Hai ragione, ma non me lo sentirai dire in pubblico."
Afferrandogli una mano gli bacio le nocche - Sei davvero un orso, ma col cuore tenero. -
Questa giornata non è andata esattamente come speravo.
Però, alla fine, nonostante tutto la ricorderò davvero col sorriso.
Ci sono stati vari momenti che terrò nel cuore come tesori.
Come succede per ognuna delle giornate che passo col mio amato.
Siamo due soggetti davvero complicati, con caratteri super enigmatici e, più passa il tempo, più mi rendo conto che tra noi non poteva finire in altro modo.
Siamo destinati a stare insieme.
Anche se ci scontriamo spesso.
Nessun altro oltre Laxus potrebbe reggere una relazione con una come me e chi riuscirebbe a sopportare uno così?
Lui è il mio uomo come io sono la sua donna e nulla cambierà questo fatto.
Nemmeno gli stupidi litigi.
♡♡♡Ohayou minna♡♡♡
Miraxus aggiunta alla lista!
Mi sono divertita molto a scrivere questo racconto e spero che sia piaciuto anche a voi che l'avete letto ^^
Arrivata a questo punto della raccolta... direi che è giunto il momento di fermarsi. Già ritengo sia un miracolo il fatto di essere riuscita a trovare la giusta ispirazione per cinque ship, trattate con una settimana di distanza l'una dall'altra (* >ω<)
Ah... sono davvero contenta del risultato ottenuto, cioè... nel mezzo di questa raccolta c'è una Gale! (Sì, sono ancora esaltata per quello) X3
Tenete però conto che, un giorno, potrei aggiungere altre OneShots a questa raccolta. Magari quelle sulle coppie dei figli, come mi era stato suggerito da OphionTheHunter ^^
Trovo sia un'idea carina, ma servirà la giusta ispirazione e per ora... va così e basta X3
Comunque... smettendo di ciarlare, spero di tornare presto con qualcosa di nuovo (๑>ᴗ<๑)
E con un enorme GRAZIE vi saluto, augurandomi di trovarvi anche nella mia prossima opera ♡♡♡
Grazie davvero per tutto il sostegno che mi date sempre ♡♡♡
♡♡♡Arigatou gozaimasu♡♡♡
♡♡♡Mata nee, alla prossima♡♡♡
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