Così Come Sono

Non ci credo, non ci credo, non ci credo!!!

Siamo al mare, siamo davvero al mare!!

Io e Gerard!

Come coppia!

Non mi pare vero!

- Erza, che ti succede? Stai fissando il tubetto della crema da cinque minuti. - mi riporta alla realtà.

- Oh... n-niente! Vuoi una mano per mettere la crema sulla schiena? -

- Eh? O-Ok. - arrossisce.

Dannato!

Se fa così mi rende tutto ancora più difficile.

Come può essere così incredibilmente carino?

- Erza ti va di giocare a palla? - mi sorride teneramente, dopo aver finito con la protezione solare.

- Certo! Vediamo chi segna più punti? Ho visto una rete poco più in là! - mi gaso non poco.

Adoro i giochi a punti.

Purtroppo, il mio entusiasmo finisce presto per scemare, di sfida in sfida. Di vittoria in vittoria.

Più gioco con Gerard più mi sento osservata dalla gente che ci circonda, ma non con sguardi ammirati o comunque positivi.

Che avranno da fissarci?

Che si siano tutti presi una cotta per Gerard?

Come dar loro torto, però è mio.

E non ho intenzione di cederlo a nessuno, dopo tutti gli anni in cui ho penato.

La realtà però è ben diversa da ciò che avevo presupposto e la scopro andando in bagno,  poco dopo.

- Hai visto la rossa con quel bel ragazzo dai capelli blu ed il tatuaggio sulla guancia? - sento la domanda di una ragazza.

Dev'essere davanti agli specchi dei bagni con qualcun'altra.

- Sì, hai visto com'era esaltata? Sembrava un mostro! -

- Hai ragione, vederla mi ha messo paura! Mancava completamente di femminilità. -

Come?

Io sono femminile!

Brutte maleducate, avessero almeno il coraggio di dirmelo in faccia!

- Povero ragazzo, deve esserne succube. Chissà, magari non è nemmeno il suo fidanzato, ma solo uno schiavetto. - continuano con le loro cattiverie.

- Oddio, sarebbe terribile! -

- Se fossi uomo non vorrei mai una ragazza del genere. Sarebbe come se le parti fossero invertite. -

A quelle parole mi blocco dal farmi vedere.

- E pensare che d'aspetto è pure bella. -

- Questa è la dimostrazione che l'apparenza non è tutto. - ridacchiano prima di uscire.

Tirando un sospiro profondo esco dal bagno in cui ero.

La mia immagine, riflessa dallo specchio di fronte, attira la mia attenzione.

- Io sarei bella, ma spaventosa? -

Sospirando nuovamente me ne torno verso Gerard.

Forse quelle due non avevano tutti i torti.

A volte mi esalto troppo diventando distruttiva quanto Natsu.

Il che non è affatto un bene.

- Erza, stai bene? - Gerard mi si piazza davanti sorridendomi.

- Oh, sì. Grazie. - cerco di sorridere.

- Ti va di giocare a freccette? Ho visto che c'è un locale che ha anche una sala giochi. Dato che manca poco a pranzo possiamo prendere due piccioni con una fava. -

- Ottima idea! - sento il buon umore tornare.

Potrei provare a fare la ragazza più femminile.

Un posto del genere mi darà la giusta occasione per testarmi.

- Da cosa vuoi cominciare? Io ho proposto le freccette, però magari t'interessa partire con altro. -

- Vanno benissimo le freccette. -

Però, solo trovandomi di fronte al tiro a segno, mi rendo conto di non sapere una cosa.

Come dovrei fare per sembrare più... una ragazza?

Forse... diventare una frana?

Io però... odio perdere.

No, no.

Questo non importa.

Non voglio che Gerard inizi ad annoiarsi con me o, peggio, a detestarmi.

- A te il primo tiro. - mi porge una freccetta rossa.

- Grazie. - gli sorrido carica.

Devo solo sbagliare lancio.

Non è difficile.

Cercando di fingere concentrazione tiro, ma... - Grande! Hai fatto un centro pieno! - si complimenta con me.

Ma io... io non ho nemmeno mirato...

- Già... - rimango a fissare la freccetta come fosse lei folle e non io.

Dai, con la prossima andrà meglio!

Almeno... quello era ciò che desideravo.

Svariati lanci dopo - Mi hai stracciato alla grande. La tua mira è qualcosa di eccezionale. - Gerard mi guarda con ammirazione.

- T-Ti va di passare al ping pong? - gli indico il tavolo.

Con quello dovrebbe essere più facile.

- Wow, la tua ragazza è un portento! Scommettere su di lei sarebbe una vincita stra facile. - ci si avvicina un signore.

La partita è appena terminata e... già, ho vinto.

Non è riuscito a segnare nemmeno mezzo punto.

Io... sono una frana totale!

Possibile che sia così tanto competitiva da non riuscire a perdere nemmeno quando lo desidero?

- Vero? È stata un asso. - Gerard gli sorride come fosse stata sua la vittoria.

Uhm... lui sì che sa come comportarsi.

Un vero principe.

Ah... che umiliazione personale.

- Se non ricordo male ti piace giocare a biliardo, vero? Là c'è un tavolo, ti va di fare un'ultima partita prima di pranzare? - propone un nuovo gioco.

- E va bene! - mi avvio rigida verso il tavolo.

Questa è l'ultima mia occasione della mattinata!

- Non ci credo che questa ragazzina sappia giocare anche a biliardo. Fin'ora è stata solo fortuna sfacciata. - veniamo raggiunti da un compare dell'uomo che prima si era complimentato.

- Ma quale fortuna, l'hai guardata bene? È stata perfetta! - lo ribecca l'amico.

Ha ragione.

Quale fortuna? Semmai sfortuna.

Io volevo toppare.

- Io sono ancora scettico. Non ci crederò finché non ci avrò a che fare direttamente. -

- Vorrebbe sfidare la mia fidanzata? - Gerard lo guarda preoccupato.

- Certamente. -

- Mi scusi, ma non credo sia una buona idea. - cerca di farlo desistere.

Ed effettivamente fa bene a provarci.

Sa perfettamente quanto io sopporti poco certe persone.

- Paura che io faccia sfigurare la tua bella? - lo guarda con aria strafottente.

- No, io... - l'uomo non lo fa continuare - Non riuscirà mai a battermi. - mi schernisce.

Oh, grosso errore.

La sua frase ha fatto scattare la giusta molla che serviva per accedere il fuoco della competizione.

- Prenda una stecca. - afferro la mia iniziando ad osservare il tutto.

- Erza, non sei obbligata. Se non vuoi... -

- Gerard, non preoccuparti. - gli sorrido - La vittoria è mia. -

- È questo che mi preoccupa... - lo sento bisbigliare.

- Signore, poi non dica che non l'avevo avvertito. - sospira per poi lasciarci spazio.

Ed è così che...

- Questa... questa non è umana! - si accascia a terra tremando.

- L'avevo detto che era un portento! Mi devi cinquecento jewels, Pepe! - ride il suo amico, ma l'altro è ancora rannicchiato a causa dello shock.

Così impara a fare l'esperto con un asso.

Non si scherza con Erza Scarlet.

- Erza... non credi di aver esagerato? Soprattutto quando, imbucando l'ultima, hai forato il tavolo. La palla lo ha colpito in pieno. -

Come un fulmine a ciel sereno le sue parole mi colpiscono, riportandomi alle chiacchiere di quelle ragazze ai bagni.

Io volevo mostrarmi più femminile...

Invece sono caduta nuovamente nelle mie pessime abitudini.

- Su, non abbatterti. Alla fine se l'era cercata e non si è nemmeno fatto troppo male. Prendiamo posto a sedere per pranzare? - nota la mia espressione abbattuta.

In silenzio ci accomodiamo ad un tavolo del terrazzo e, dopo l'ordine, inizio a perdermi in mille pensieri molto poco felici.

So di non essere perfetta, ma non credevo di sembrare così mostruosa.

Se sono così terribile... cos'è che ha attratto Gerard?

Perché gli piaccio?

- Erza? Il tuo piatto è arrivato. - mi fa notare il cameriere mentre mi porge il cibo.

Io però sono troppo interessata ad ottenere la risposta alla mia domanda - Gerard, perché ti piaccio? - vado dritta al punto, senza strani giri di parole.

- Eh? Beh... - abbassa lo sguardo arrossendo - Perché sei una forza della natura. - mi sorride dolcemente.

In un altro momento quella frase avrebbe potuto rendermi la più felice della terra, ma in questo... era tutto ciò che non volevo sentire.

Avrei desiderato sentirlo dire qualcosa come "Perché sei carina e dolce", ma... io non sono così.

Voltandomi di scatto verso il cameriere, in imbarazzo per aver assistito alla scena, scatto - Mi porti del liquore, per cortesia. Qualcosa di forte. -

- Certo signorina. - annuisce prima di andarsene.

- Erza... non credo sia il caso di bere alcolici con questo caldo. Anzi... - abbassa il tono di voce - Non credo sia il caso di bere alcool, in generale. -

- Ho bisogno di qualcosa di forte. - afferro la bottiglia portata dal cameriere, senza lasciargli il tempo di versarmi il contenuto nel bicchiere.

- E perché? È forse successo qualcosa? -

- Perché? Solo perché tu pensi che io sia una forza della natura? - bevo quasi tutto d'un sorso il primo calice.

- E quello che c'entra? Era un complimento. -

- Come no. - borbotto mangiando e bevendo con troppa foga.

Quasi subito sento il caldo aumentare a causa dell'alcool in circolo.

La lucidità comincia pure a venir meno.

- Che ti prende? È da un'ora che ti comporti in maniera strana. -

- Scusa se non shono femminile come tutte le belle ragashe là fuori. - sbiascico le parole, alzandomi di scatto.

- Eh? Di che stai parlando ora? -

- Tu shei molto più donna di me! È furustr...frustu...frustrante! - mi avvio alla porta.

- Erza! - lo sento urlare, prima di pagare di corsa per poi raggiungermi.

- Fa caldishimo oggi. Voglio nuotare! - lo ignoro.

- Prima dimmi che hai! - mi afferra per le spalle obbligandomi a guardarlo negli occhi.

Che sguardo serio.

Quant'è bello quando fa quest'espressione.

Però è ancora più carino quando sorride.

Ehi!

Che vado a pensare?

Io sono arrabbiata con lui!

Un attimo... perché sono arrabbiata?

Non lo ricordo, ma è di sicuro colpa sua.

Che caldo...

- Lasciami. Voglio nuotare. - mi libero correndo verso l'acqua.

Immergendomi fino alla testa sento la mente rinfrescarsi un po'.

Sono davvero una frana.

Non dovrebbe essere difficile essere un po' più femminile.

Dopotutto io sono una donna.

Forse dovrei comportarmi in maniera ammiccante, come fa Lucy?

Oppure essere timida e dolce come Wendy?

E se provassi ad atteggiarmi in maniera adorante, in perfetto stile Juvia?

No...

Immaginandomi con il carattere delle tre vedo un fallimento dietro l'altro.

Io sono io.

Cambiarmi è qualcosa che mi risulta impossibile.

All'improvviso, mentre sto nuotando e pensando, sento due forti braccia afferrarmi e portarmi in superficie.

- Sei forse impazzita?! - Gerard mi urla, nelle orecchie, agitato.

- Eh? Che? - lo fisso confusa.

- Volevi forse affogare? Ti sei gettata sott'acqua e non tornavi più su! - il suo sguardo ed il suo tono lasciano tasparire chiaramente il suo panico.

- Stavo solo pensando. - mugugno sentendomi colpevole.

- È pericoloso perdersi nei propri pensieri in questo modo! - mi rimprovera severamente.

- Io... ecco... - sento le lacrime pungermi gli occhi.

Che amarezza...

Per una volta che posso avere un appuntamento con lui.

È sempre così tanto occupato.

- Oh... Erza... e-ecco... - cambia improvvisamente tono.

Perché ora sembra in imbarazzo?

Si è accorto che stavo per piangere?

- I-Il costume. - mi dà le spalle, d'un tratto.

Il costume?

Al che noto essere completamente priva del pezzo sopra del mio bikini.

- Kyaaaa!! - urlo coprendomi - Ma dove cavolo è finito? - mi guardo attorno freneticamente.

- A t-te! - la sua mano mi tende il maledetto pezzo - Scusami, dev'essere stata colpa mia, quando ti ho tirata in superficie. -

- Nessun... - mi blocco sentendo la testa girare malamente.

- Erza!! - lo odo nuovamente urlare prima di finire nel buio più totale.

Quando finalmente riapro gli occhi mi ritrovo a fissare un soffitto di legno.

- Dove... sono? - sento la testa scoppiare.

- Erza, dannazione! Stai bene? - Gerard fa capolino nella mia visuale.

- Se smetti di urlare sì. - mi massaggio le tempie.

- Meriteresti di sentirmi urlare fino a domattina. - brontola.

Che gli prende?

Non l'ho mai visto con il cipiglio.

Non in questo modo.

- E perché? Comunque... davvero, dove sono? Che è successo? - guardandomi attorno mi sembra di essere in una sorta d'infermeria.

- Sei svenuta in acqua, attualmente siamo in uno degli edifici adibiti al primo soccorso dei bagnanti. Il paramedico ha detto che le cause del tuo mancamento sono molteplici. Il caldo, l'assunzione di alcolici pesanti e un calo di pressione. -

- Alla faccia. Non sono io se non faccio le cose in grande. - ironizzo, ma con quelle parole mi sono tornate in mente tutte le pare della giornata.

- Adesso voglio una spiegazione. Che ti è preso? - incrocia le braccia guardandomi con disappunto.

Accidenti... l'ho proprio fatto arrabbiare.

Stavolta è meglio ascoltarlo e rispondere per bene, ma... dopo il mio racconto...

- Sei davvero una stupida. - sospira scuotendo il capo.

- U-Una... s-stupida? - ripeto sotto shock.

- Decisamente! Io mi sono innamorato di te per ciò che sei. Non ti vorrei diversa nemmeno di una virgola. E vorrei anche aggiungere che tu sei femminile, molto. Se quelle ragazze non se ne sono rese conto è perché non sanno osservare bene. -

- Non è vero... io sono un maschiaccio. Ho più forza di un uomo ben piazzato a caso. Sono estremamente competitiva. Esagero quando mi istigano e... delle volte penso che tu sia molto più donna di me. - mi nascondo sotto il leggero lenzuolo.

- Questo mi ferisce molto. E non solo il fatto che tu mi abbia dato della donna, ma non sopporto soprattutto che tu non riesca a notare quanto sei speciale. - lo sento nuovamente sospirare - È vero che sei molto forte e tenace, ma sei anche incredibilmente tenera e dolce. -

- E dove? - sbuco solo con gli occhi.

- Dovresti guardarti ora, sei un amore. Così carina che... meglio che non lo dica. - distoglie lo sguardo diventando rosso fino alla punta delle orecchie.

- Eh? No, io voglio saperlo ora! - scatto curiosa.

- S-Sei così carina che mi viene una voglia matta di riempirti di baci. - arrossisce ancora di più, sembra quasi sul punto d'esplodere e... pure io non devo essere da meno.

- O-Ok. -

- Ah... comunque... - cerca di tornare in sé - Tu sei premurosa, accorta, leale, femminile e molto altro. Da qualunque angolazione ti si guardi sei una donna sia dentro che fuori. Vai bene esattamente così come sei. Io amo passare il tempo con l'Erza che conosco, quella che si emoziona quando ha davanti una fetta di torta con le fragole. Quella che non riesce a sbagliare mira nemmeno quando ci prova, la stessa che darebbe la vita per le persone a cui tiene. - tiene fisso lo sguardo nel mio.

- Te n'eri accorto...? - mi sento ancor di più in imbarazzo.

- Di cosa? - inarca un sopracciglio.

- Del mio tentativo... di sbagliare mira... -

- Ah, sì. Però fino ad ora non ne avevo capito il motivo. Ma... di tutto il mio bel discorso hai compreso solo quello? - si fa più divertito.

- Certo che no. Ti ho seguito e... - distolgo lo sguardo - Scusami. -

- Brava la mia piccola. - sorride accarezzandomi i capelli.

- Non sono piccola! - ribatto falsamente offesa.

- È incredibile come la famosa Erza Scarlet sembri così tanto sicura di sé, ma finisca per farsi sconvolgere da sciocchezze. Anche questo fa di te una perfetta donna. -

- Ehi! Questo è uno stereotipo bello e buono! -

- Però amo anche questo lato di te. Basta che tu non faccia più cavolate che possano mettere a rischio la tua salute. - mi ammonisce.

- Lo prometto. - bofonchio, ma in realtà non potrei essere più felice.

Lui mi ama per ciò che sono, esattamente come io amo lui per lo stesso motivo.

Sono stata davvero una stupida oggi, ma questa faccenda mi ha dato una grande lezione.

Non bisogna badare a ciò che gli altri pensano di noi.

Solo noi stessi sappiamo chi siamo veramente e, in caso ce lo scordassimo, ci sono i nostri cari pronti a ricordarcelo.

Io vado bene così come sono e non mi farò mai più influenzare.

Lo prometto a me stessa ed al mio meraviglioso amato.

♡♡♡Ohayou minna♡♡♡
Ed un'altra ship è andata, spuntata anche la Gerza! (づ ̄ ³ ̄)づ
Certo che... tra Erza e Juvia... non so chi delle due si fa più pare u.u
In ogni caso, tutto è bene quel che finisce bene (๑>ᴗ<๑)
Spero tanto che vi sia piaciuto anche questo capitolo e, anche se ormai non ne rimangono più molte, vi chiedo comunque... chi sarà, secondo voi, la prossima ship? ^^
Ci vediamo lunedì prossimo per scoprirlo, intanto... grazie di cuore per tutto ♡♡♡
♡♡♡Arigatou gozaimasu♡♡♡
♡♡♡Mata nee, alla prossima♡♡♡

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