Capitolo V
Ho pensato alle parole di Erza quasi per tutta la notte.
Sono riuscito a dormire davvero poco.
Eppure non sono riuscito a venirne a capo.
Se Erza mi avesse risposto ora avrei molte più ore di sonno alle spalle.
Ormai però è andata così, devo prepararmi per andare al dormitorio.
- Adesso ti chiamo Erza. - mi sorride la responsabile, appena mi presento davanti a lei.
- Abbiamo fatto i turni per tener d'occhio Juvia. -
- Vi ringrazio. -
Qualche attimo dopo scende Erza con indosso un accappatoio rosa, con ai piedi delle ciabatte pelose abbinate. Sul capo una mascherina con degli occhi aperti stampati.
- Juvia non si è mossa dalla sua stanza, ma penso che tra poco si sveglierà. È ora di colazione. - mi avvisa.
- Perfetto. Io allora... che faccio? Sono venuto qui, ma non posso far colazione con voi. Inoltre se Juvia mi vedesse si indisporrebbe. -
- Vado a chiamarla. Le chiedo se vuole andare a mangiare fuori con noi. Lascia fare a me. - alza il pollice in segno di vittoria anticipata.
Me la vedo già risponderle qualcosa del tipo "Perché mai Juvia dovrebbe?"
Purtroppo però la mia previsione era molto più rosea della realtà.
Erza arriva di corsa verso me e la responsabile - Juvia è sparita! - urla agitata.
- Ma abbiamo solo un'uscita. Come... -
- È una maga, non è certo difficile fare una cosa del genere. Me la sono fatta scappare sotto il naso. - Erza serra i pugni lungo i fianchi arrabbiata con se stessa.
- Dobbiamo trovarla. - scatto verso la porta.
- Aspetta Gray. Dividiamoci la zona. -
- Tu vai a sud io a nord. - e senza aggiungere altro corro senza sapere dove cercare.
Perché se n'è andata senza dire nulla?
Vuole abbandonare la gilda?
Come può un incantesimo manipolare così tanto una persona?
Juvia ama Fairy Tail.
È la sua famiglia tanto quanto è la nostra.
Lei non è affezionata solo a me, anche se fatica ad ammetterlo.
Adora tutti i nostri compagni. Pure Lucy.
Anche se la tratta come una rivale, in realtà le vuole molto bene.
Nell'anno in cui la gilda è stata sciolta ricordo bene il libro che teneva sempre sul comodino.
All'inizio non voleva dirmi da dove venisse, ma un giorno in cui la nostalgia la travolse mi confessò che era un regalo di Lucy.
Lo teneva con gran cura e spesso lo sfogliava sospirando.
Juvia vuole bene a tutti i nostri amici.
Come può averlo completamente dimenticato?
Non può. Non posso crederci.
Da qualche parte, in lei, quei sentimenti sono ancora forti come al solito.
- Juvia!!! Juvia!!!!! - urlo per le strade.
Come se mi rispondesse...
Gray, in questo momento lei ti odia.
Se ti sente finirà per nascondersi.
Ma che altro posso fare?
Ad un certo punto, quando ormai iniziavo a perdere le speranze, la vedo seduta su un muretto.
- Juvia... che fai qui? -
La ragazza sta col capo chino ed il suo ombrello tra le mani.
- Juvia vuole andarsene. - risponde senza guardarmi.
- Perché? Questa è casa tua... -
- Juvia non lo sa... - la sua voce si fa più triste.
- Non temere. Presto andrà tutto a posto. - poggio una mano sulla sua spalla.
A quel gesto scatta in piedi come una molla.
Punta lo sguardo furente nel mio - Come fai a dirlo?! E poi... a posto cosa? È tutto così strano. Juvia sente come se mancasse qualcosa, ma non capisce cosa. Juvia vuole andare via così forse... la sua testa smetterà di pulsare e il suo cuore potrà sentirsi più leggero. -
La sua espressione frustrata mi ferisce molto.
- Juvia... non pensi invece che sia meglio affrontare di petto questa strana sensazione? Andandotene la metterai solo da parte, un giorno tornerà. Più forte di prima. E nessun luogo ti salverà. Per questo devi rimanere. Non sei sola. -
- Come dovrebbe fare, Juvia, ad affrontare di petto questa cosa? Juvia nemmeno sa di cosa si tratta. -
Prendendo un bel respiro decido di raccontarle la situazione.
Spero che mi creda.
- Sei sotto un incantesimo. Ricordi l'incarico al matrimonio? -
Subito annuisce.
- Un tipo, che ce l'aveva con la sposa, ha avvelenato la sua fetta di torta. Dolce che però è stato mangiato da te. In questo momento, alcune delle nostre compagne, stanno cercando gli ingredienti per l'antidoto. -
- Juvia è stata incantata? - aggrotta la fronte.
- Sì. -
- È per questo che non ricorda più i momenti passati con i suoi compagni? - si afferra la testa tra le mani.
- Che intendi? - chiedo confuso.
- Juvia è da anni in Fairy Tail... eppure non ricorda nulla. Nella sua stanza c'erano un sacco di peluche uguali a te, ma... Juvia non ricorda di averli cuciti. Se prova a pensare al passato è come se tutto fosse avvolto da una fitta nebbia. -
- È terribile... - mi blocco sul posto.
Che merda di roba voleva dare alla sposa quel pazzo?
Lo troverò e lo farò a pezzi.
Tutti i ricordi felici di Juvia sono stati oscurati.
Lei è sempre stata così... dolce.
Strana, ma tenera.
Anche se pensava di avermelo tenuto nascosto, io sapevo della sua scatola segreta.
Un contenitore pieno di piccoli oggetti, ognuno arrivato da un'esperienza differente con un membro diverso della gilda.
Se penso che ora, probabilmente, non riconosce mezzo oggetto... che rabbia.
- Quindi Juvia cosa dovrebbe fare? - mi guarda con occhi frustrati.
- Dobbiamo attendere che le ragazze ritornino. Non ci metteranno molto. - le porgo una mano.
Titubante l'afferra - Juvia si scusa. -
- Per cosa? - l'osservo perplesso.
- Juvia è stata molto sgarbata con te, ma non capiva cosa c'era nella sua testa. Quando ti guardava sentiva una sorta di rabbia, ma la sua camera era piena di cose su di te... è stato davvero strano e fastidioso non capire tutto ciò che la circondava. -
- Immagino. Ora è meglio se andiamo a recuperare Erza, ti sta cercando. -
- Juvia è molto dispiaciuta. Sta dando un sacco di problemi a tutti. -
È colpa mia... non tua.
Accidenti.
Sono così idiota da non riuscire nemmeno ad ammetterlo.
Se fossi stato più attento a quel tipo, ma soprattutto... se avessi parlato subito.
Invece volevo star tranquillo.
Tranquillo?
Mi sono agitato di più in questo periodo con Juvia fredda che non quando mi sta addosso.
Posso essere più stupido di così?
- Non è colpa tua Juvia. E poi non sei un fastidio, lo stiamo facendo perché teniamo a te e rivogliamo la nostra compagna. - cerco di confortarla.
- Juvia non può davvero far nulla? - insiste.
- Smetterla di provare a scappare e dire che vuoi uscire dalla gilda. -
- Juvia può farlo. - annuisce abbozzando un sorriso.
- Erza! L'ho trovata! - urlo agitando una mano, appena vedo la rossa in lontananza.
Come una furia corre verso di noi e getta le braccia attorno a Juvia.
- Dannazione. Mi hai fatto prendere un colpo atroce. Non farlo mai più. - la stringe facendole affondare la faccia nel petto.
- E-Erza-san... Juvia sta per soffocare. -
Al che la libera - Scusami. Però... dove diavolo ti eri cacciata?! -
- L'ho trovata quasi al confine. -
- Perché? -
- Juvia voleva andarsene... - si tortura le mani.
- Oh, tesoro... tranquilla. Prima che tu te ne renda conto sarà tutto risolto. - le accarezza il capo.
- Beh... ora che non rischiamo più la tua fuga... posso lasciarti nelle mani di Gray. - conclude poi in fine.
- Cosa? Non dicevi di voler andare a colazione tutti e tre insieme? - mi agito senza capirne il motivo.
- Ho altro da fare. E poi io avevo già fatto colazione. Andate voi due. Tu avrai fame, sei corso a cercare Juvia subito dopo esserti alzato. - liquida il mio tentativo di protestare.
Senza aggiungere altro se ne va piantandomi solo con Juvia.
- Anche Juvia non ha fatto colazione. Voleva solo andare via. - si dondola sul posto.
Guardandola di sottecchi - Allora andiamo. A proposito... alla fine cosa ti ha fermata dall'andare? Dicevi di volerti sentire più leggera. -
- Appena Juvia è stata sulla linea del confine... il suo cuore ha iniziato a sentirsi ancora più pesante. Juvia ha provato più volte ad andarsene, ma stava sempre peggio. Così in fine si è seduta aspettando. - sospira.
- Aspettando cosa? -
- Juvia non lo sa... - i suoi dolci occhi si posano sui miei.
Quello sguardo lo conosco bene.
È la speranza che ha sempre quando mi guarda.
La speranza di ricevere qualcosa da parte mia, anche un semplice complimento.
- In ogni caso... per ora non pensiamoci.
Cosa ti va di mangiare? - mi avvio di fronte a lei.
Che altro dovrei fare o dire?
- Delle frittelle. Con la cioccolata. - scatta con quella voce cristallina che riconosco subito.
La usa quando parla di qualcosa che le piace in maniera particolare.
Sorridendo tra me - E frittelle siano. -
Almeno un po' mi sembra di aver a che fare con la solita Juvia.
Non pensavo potesse essere una cosa così rassicurante.
Mi mancava stare così con lei.
Che cosa folle.
Non sono mica passati mesi dall'ultima volta in cui abbiamo passato del tempo insieme, eppure...
Averla qui accanto mi fa star bene.
- Gray-san? - la sento chiamarmi ad un tratto.
Questo nuovo modo di nominarmi ancora mi fa rabbrividire.
Eppure ho sempre detestato il -sama. Non sono il suo signore, il suo padrone. E nemmeno qualcuno con chissà quale status sociale elevato.
Però il -san mi mette ansia.
È come se mi tenesse a distanza.
- Sì? - rispondo in fine voltandomi a guardarla.
- Juvia vorrebbe che le lasciassi la mano. Sente salire l'irritazione a star così vicini. - mi osserva più distante con lo sguardo.
A quel punto noto che le nostre mani sono strette l'una nell'altra.
Lasciandola di scatto mi sento avvampare - S-Scusa! -
Perché la stavo tenendo per mano?
Non ho più timore che fugga.
Però... è stato un gesto così naturale, quasi quanto i miei denudamenti.
Ma che diavolo di paragoni faccio?!
Ah... mi sento confuso quanto Juvia, solo che lei ha la scusa di essere stata stregata, mentre io... io cosa?
Forse è su questo che Erza voleva farmi riflettere?
Uffa!!
Non ci capisco niente. Perché?
Sono davvero tardo tanto quanto Natsu?
Se c'era qualcosa che mi sollevava era l'idea di essere più sveglio di lui, ma ora inizio a dubitare io stesso di esserlo davvero.
- Juvia spera di poter risolvere presto, così da non aver più questo strano caos dentro. E spera pure di far sparire questo... odio quando ti guarda. -
Sa di essere sotto incanto, ma non può contrastare gli effetti e questo odio nei miei confronti è uno di essi.
- Andrà tutto bene. - mi volto tornando a camminare.
Andrà tutto bene... spero.
Lo sguardo mi cade sulla mano che teneva stretta la sua e sento un gran peso sul cuore.
Ragazze... per favore. Fate in fretta.
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