Capitolo IV

Sto.

Stalkerando.

La.

Mia.

Stalker.

Davvero... non posso crederci.

Ho passato anni sentendomi pedinato ed ora sono io a pedinare.

Lo so... è per una buona causa, ma resta comunque assurdo.

Sono ad una distanza adeguata, abbastanza vicino da poterla controllare bene, ma senza dar troppo nell'occhio.

Dopo cinque minuti mi rendo conto che non sta andando verso casa.

Il suo appartamento è dalla parte opposta.

Vuole davvero lasciare Magnolia?

Mentre inizio a pensare alle peggiori eventualità la vedo entrare in un negozio.

Senza pensarci la seguo.

- E-Ecco... ha bisogno di una mano? Deve fare un regalo alla sua fidanzata? - sussulto non appena comprendo che, la commessa, sta parlando con me.

Solo in quel momento mi rendo conto di ciò che mi circonda.

Mutandine, reggiseni, calze ed ogni tipo di biancheria intima immaginabile e non.

Sono in un negozio di intimo!

Juvia, poco più distante, sta osservando gli articoli della nuova collezione.

- Posso esserle utile? - ripete, in imbarazzo, l'impiegata.

- Mi scusi, ho sbagliato negozio! - scatto come una molla, prima di correre fuori.

Rimanendo appostato controllo l'uscita e, dopo una ventina di minuti, vedo arrivare Juvia.

Tra le mani tiene un pacchetto, sorridendo tutta contenta dell'acquisto.

Chissà cos'ha comprato.

Un completo, se così si poteva chiamare, fatto interamente di nastri mi balza alla mente.

Come si fa ad indossare una roba simile?

L'immagine di Juvia fa capolino e, l'istante dopo, mi sento esplodere come un peperone.

Cosa diavolo vado a pensare?!

Juvia sta pure proseguendo per la sua strada. Rischio di perderla.

Accidenti...

Sono completamente andato.

In questi giorni mi sento caldo come le fiamme del cervello bruciato.

Non è da me tutto questo.

Sto impazzendo. Bisogna che Juvia torni in sé il più presto possibile.

E adesso dove cavolo sta andando?

Tra me sospiro vedendola fermarsi davanti ad una vetrina.

Non può tornare al suo appartamento?

Vorrei poter distendere i nervi da questo pedinamento serrato, ma... in realtà non riuscirei a calmarmi nemmeno se fossi assolutamente sicuro di saperla a casa sua. Con la certezza che non fuggirà.

Continuando a guardarla realizzo che è come incantata ad osservare qualcosa.

Dopo altri attimi interminabili la vedo sospirare per poi proseguire.

Il tempo di sbirciare nel negozio non mi viene concesso dalle sue falcate verso la successiva meta.

Non è ancora stanca?

Io mi sento sfinito.

A quanto pare lei non lo è, dato che finiamo in un parco poco lontano dalla sua residenza.

Peccato, dato che stava andando verso casa ci speravo, invece si è seduta sul bordo della fontana al centro del parco.

Dopo più di mezz'ora inizio seriamente a stancarmi, sto pure cominciando ad aver sonno.

Perché sta lì ferma?

Sta aspettando qualcuno?

Si è addormentata?

In fin dei conti è da almeno venti minuti che non la vedo muoversi.

Cosa dovrei fare?

Andare a controllare?

E poi cosa le dico?

"Sono passato per caso e ti ho vista."

No, no e no.

Verrei beccato subito.

Non è stupida.

In più, nella situazione attuale, non posso nemmeno affidarmi alla sua accondiscendenza indiscussa nei miei confronti.

Uhm... però...

Se in realtà si fosse sentita male?

Devo andare a vedere. Sì.

Senza pensarci troppo esco dal mio nascondiglio per dirigermi verso di lei.

- J-Juvia...? - la chiamo titubante.

Nessuna reazione.

- Juvia? Tutto ok? -

Non appena le tocco la spalla succede l'inaspettato. La mia mano ci affonda o meglio... affonda nell'acqua.

- Un attimo. - afferrandola la vedo sciogliersi sotto le mie mani, ma... non in modi già sperimentati.

Quella di fronte a me è un'illusione d'acqua a forma di Juvia.

Mi ha seminato.

Non posso crederci.

E dire che pensavo di essermi nascosto più che bene.

A quanto pare mi sbagliavo di grosso.

Come ho potuto credere di farla ad una stalker professionista?

Scopro così che è andata al suo appartamento, dove purtroppo i maschi, nel dormitorio, non sono ammessi.

- Mi aveva avvertita che saresti potuto passare a cercarla. - mi avvisa la responsabile.

- Posso parlarle? -

- È andata a dormire, comunque non sembrava spensierata come al solito. Oggi ha pure gettato tutti i suoi peluche. - indica un sacco di scatole ammassate nel suo ufficio.

Deve averli recuperati dal cassonetto.

- Voleva che ti riferissi un messaggio, nel caso ti avessi visto per davvero. - continua guardandomi indagatrice.

- E sarebbe? -

Perché sento che non mi piacerà?

- "Juvia non sopporta essere pedinata. Juvia è una maga che non ha bisogno di una scorta." - riferisce le sue esatte parole.

Ecco appunto.

Sapevo non sarebbe stato qualcosa di piacevole.

- Può farmi un favore? - sospiro sapendo che non mi lascerà andare ad i piani superiori.

- Dipende. Sai di non poter andare oltre questa zona. - mi scruta sempre più attentamente.

- No, no. Questo lo so. Vorrei che tenesse d'occhio Juvia, per me. Sempre se le è possibile. Inoltre, se potesse avvertirmi non appena uscirà dal dormitorio, mi farebbe un altro gran piacere. -

- Juvia non è la stessa di sempre. Farò il possibile, sento che vi state tutti impegnando per lei. Cana, Levy e Wendy non sono ancora tornate stasera e qualcosa mi dice che non torneranno. Non per ora. -

- È un'ottima osservatrice. - mi complimento.

- Ognuna delle mie residenti è come una figlia per me. Sarei una pessima madre se non mi accorgessi di certe cose. -

- La ringrazio molto per ciò che fa per le mie compagne. - le faccio un cenno col capo.

- Se vuoi davvero ringraziarmi abbi cura della mia preziosa Juvia. È una brava ragazza. -

- Lo so. E lo farò. Non l'ho fatto fin'ora ed è per questo che siamo arrivati a ciò. Non commetterò due volte lo stesso errore. - rispondo senza esitazione.

- Ora vai a dormire, caro. Ti avviso quando si sveglia. -

- La ringrazio ancora. - la saluto prima di avviarmi verso casa.

Non appena varco la mia soglia rimango di sasso.

- Perché è così buio? Ah, già... Juvia è al suo appartamento. - parlo da solo.

Sospirando vado al frigo.

A forza di controllarla ho perso la cognizione del tempo. Devo ancora cenare.

Dovrei andare a dormire, ma più del sonno ho una gran fame.

Accidenti... perché non ho nulla in frigo?

Uhm... di solito è Juvia a preparare i pasti.

Da quanto è che non faccio la spesa?

Cercando per tutta casa riesco a recuperare un paio di scatolette di tonno.

Sbuffando mangio il mio triste pasto.

Appena si risolve la situazione devo decisamente andare a comprare del cibo.

Non posso affidarmi a lei fino a questo punto. È praticamente sfruttamento.

Arrivato poi il momento di dormire mi trovo a non riuscire a chiudere occhio.

C'è troppo silenzio.

Troppo buio.

Troppo... cosa?

Maledizione...

Mi manca Juvia.

Mi manca fottutamente tanto.

E mi fa male vederla così distante.

È arrivata addirittura a creare un'illusione d'acqua per sfuggire da me.

Il karma ha iniziato a girare.

Doveva toccare a me prima o poi.

A forza di respingerla ho ottenuto questo, me lo merito alla grande.

Sto quasi per prendere sonno, colmo di amarezza, quando sento battere qualcosa contro la mia porta.

I colpi sono così forti da sembrare quasi quelli di un orso infuriato che vuole sfondare l'ostacolo di fronte a sé.

Non faccio in tempo a raggiungere la meta che sento urlare - GRAYYYY!!!! - prima di vedere il legno esplodere in mille schegge.

Davanti a me si para una scena tanto singolare quanto terrificante.

Erza è vestita da coniglietta da saloon, ma solo il costume è carino, perché il suo sguardo... un misto di ira, disgusto e delusione.

Tra le mani ha pure un enorme martello puntato contro di me, probabilmente ha distrutto la mia porta con quello.

- E-Erza... perché mi hai sfondato la porta? E... non eri in missione? - mi sento piccolo come una formica.

- Non cercare di fare l'affabile. Ho saputo tutto. - il martello viene sostituito da un'affilata spada, puntata sulla punta del mio naso.

- Tutto... cosa? - deglutisco pesantemente.

- Lo sai. La scena del finto tonto non attacca con me. - mi guarda con occhi ridotti a due fessure iraconde.

Dopo un pesante sospiro - Certo che lo so, ma cosa dovrei dirti? Che mi pento amaramente del mio egoismo? Che Juvia mi manca? Che mi sento solo e non so cosa fare? Oppure il mio sentirmi inutile a star qui, mentre le altre sono a caccia degli ingredienti per far tornare normale Juvia? -

La spada si abbassa lentamente, lo sguardo di Erza si placa un poco, prima di far sparire l'arma.

- Che cazzo. Serviva tutto questo casino per farti svegliare? - incrocia le braccia battendo un tacco a terra.

- Svegliare? Cosa intendi? - aggrotto la fronte non comprendendo bene le sue parole.

- Mi stai prendendo in giro, vero? - sbarra gli occhi.

- Su cosa? Non ti seguo. -

- Hai appena detto che Juvia ti manca! -

- Sì, quindi? -

- Quindi?! Quindi cosa vuol dire? Perché ti manca? - batte una mano sul mio povero tavolo.

Vuole forse distruggere pure quello?

- Perché è sempre con me ed ora no. Questo è strano rispetto alla mia routine. -

Erza si blocca a guardarmi con la bocca semi aperta.

- Pensavo che più tardo di Natsu non potesse esserci nessuno, dopo quella volta in cui ha scambiato Laxus per una donna. Quando il master lo ha travestito per punizione. Però tu sei al suo stesso livello, se non peggio. - scuote il capo sconvolta.

- Non paragonarmi a quel cervello bruciato! -

- Vi paragono eccome, fino a quando continuerete a competere nella categoria idiozia. - sospira portandosi una mano alla fronte - Mi sta venendo mal di testa. Povera Juvia... -

- Erza... cosa stai cercando di dirmi? Sii chiara, per favore. - sbuffo.

- Oh, no. Assolutamente no. Devi arrivarci da solo, non vale se ti spiegano tutto gli altri. -

- Erza. Che assurdità vai dicendo?! -

- Io? No, no. Sei tu quello assurdo. Si dice che gli uomini capiscano le cose sempre dopo, ma qui si esagera. -

Che due scatole...

È arrivata come una furia distruggendo la mia porta, mi ha urlato contro e minacciato con delle armi ed ora non vuole spiegarsi.

Perché devono essere così isteriche le donne?

Non possono dire chiaramente ciò che pensano?

Tipo Juvia quando esprime i suoi sentimenti per me. Lei effettivamente esprime anche troppo chiaramente il tutto.

Comunque ho capito. Erza non mi dirà nulla.

- Perché mi fissi? - chiede ad un certo punto.

Oh, stavo pensando tra me alla sua isteria e mi sono soffermato troppo a guardarla.

Questo però non posso certo dirglielo.

- Perché sei vestita da coniglietta? - domando per salvarmi.

- Ero ad una missione. -

- Che tipo di missione richiede un costume del genere? -

- Il tipo di incarico che non potresti completare, anche se sarebbe interessante vederti con addosso questo completo. -

Da quella risposta comprendo che non vuole parlarne oltre.

Dev'essere stato qualcosa di losco. Oppure non era in missione, forse era al casinò a far casino.

- No grazie, comunque... per quanto vuoi fermarti qui? Io andrei a dormire. - sospiro nuovamente.

- Uhm... penso che andrò al dormitorio. Ho sentito la responsabile e l'aiuterò a controllare Juvia. Tu tieniti pronto per domani. - mi punta contro un dito, prima di andarsene calma. I piedi che calpestano senza ritegno i resti della mia povera porta.

- Poteva almeno scusarsi... - sbuffo prima di afferrare scopa e paletta.

Non posso lasciare tutto così.

E mentre raccolgo tutto il casino, continuo a riflettere sulle parole della mia amica.

Perché mi manca Juvia?

Devo arrivarci da solo...

Se non è perché mi sono ormai abituato alla sua presenza, quale potrebbe essere il motivo?

♡♡♡Ohayou minna♡♡♡
Tantissimi Auguri di Buona Pasqua e Pasquetta ♡♡♡
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo lunedì prossimo ♡♡♡
♡♡♡Mata nee, alla prossima♡♡♡

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