Capitolo II

- Leva le mani da Juvia. -

Ci metto un attimo di troppo per rendermi conto che è stata proprio lei a dire tali parole.

- Come scusa? - chiedo sconvolto.

- Cosa non comprendi? Juvia non vuole essere toccata da te. - mi guarda freddamente.

Istintivamente mi stacco da lei.

Questa cosa mi sconcerta non poco.

- E questo cos'è? - sento chiedere alle mie spalle.

Voltandomi vedo lo sposo con in mano una piccola boccetta.

- Chi era quel tizio? - raggiungo i due.

- M-Mi dispiace... io non pensavo... - balbetta la neo moglie.

- Chi era? - ripeto infastidito.

- Leopold è un mio amico d'infanzia. Qualche anno fa si è dichiarato a me, ma... per me era solo come un fratello. Non ha mai accettato questa cosa, ma non pensavo potesse arrivare a tanto. - si copre la bocca con le mani tremanti.

- Dammi quella boccetta. - allungo una mano verso il marito.

Lui subito me la cede.

Al suo interno è rimasto un quinto di contenuto.

Forse posso vedere se, alla gilda, sanno dirmi di cosa si tratta.

- Juvia? Come ti senti? - le chiedo nuovamente, guardandola solamente.

- Juvia sta a meraviglia. Tu invece sembri essere appena stato tirato sotto da un carro. - mi osserva da cima a fondo.

Il suo sguardo vuoto mi fa rabbrividire.

- Juvia? Lo sai chi sono, vero? -

- Gray-san. Facciamo parte della stessa gilda di maghi, Fairy Tail. -

- Gray-san? - domando confuso.

Non ha mai usato il -san.

Che sarà stata quella roba?

- Non è il tuo nome? -

- Certo... ma... tu non mi chiami mai così. -

- Le persone cambiano. Ora, dato che il ricevimento è terminato, vogliamo andare? - si volta dandomi le spalle.

- Juvia... - la fermo.

Ho bisogno di un'ulteriore conferma.

- Sì? -

- Ti va di cenare da me? -

La solita Juvia mi salterebbe al collo felice come non mai.

Questa invece si volta appena e, con sguardo quasi schifato, risponde - E per quale motivo? Siamo solo colleghi, non dobbiamo per forza socializzare. Poi... non sei nemmeno il tipo di Juvia. -

Non ci credo.

Sembra un'altra persona.

Senza aggiungere altro si avvia senza di me.

Rimango così a fissare la sua schiena allontanarsi.

Sono senza parole.

Devo trovare un modo per farla tornare normale.

Aspetta... perché dovrei farlo?

Juvia entra sempre in casa mia senza permesso, mi spia sia mentre dormo che per strada, mi sta sempre addosso, non ho mai respiro...

Ora invece... potrei avere la pace che mi è tanto mancata in questi ultimi anni.

Sì, potrei anche fare finta di niente.

Almeno per un po'.

Non è obbligatorio farla tornare subito normale.

Uhm... perché mi sento così tanto in colpa a fare questi pensieri?

Cacciandoli dalla mente saluto tutti prima di dirigermi verso casa.

Forse è meglio se, prima, passo alla locanda.

Devo dire a Mira che la missione è completata, così che sappia di dover attendere il nostro pagamento.

- Graaaaay!!!! - vengo travolto appena varco la soglia.

Lucy afferra il mio colletto mentre, accanto a lei, ci sono Cana, Levy, Mira e Wendy ad urlarmi contro.

- Che succede?! - cerco di liberarmi dalla presa.

- Che diavolo hai fatto a Juvia-chan?! - Cana mi tira per i capelli.

- Ahia!! Mi fai male! -

- Ti meriti anche di peggio. Che le hai fatto?! - insiste mentre Lucy continua a scuotermi.

- L'hai di nuovo rifiutata?! - Mira mi afferra un lobo dell'orecchio, tirando come una matta.

- Che cattiveria le hai detto stavolta? - domanda, in lacrime, Wendy.

- Ringrazia che Erza sia ad una missione. Se fosse qui ti avrebbe già impalato da qualche parte! - urlano in coro Lucy e Levy.

- Ohi, ohi!! Vi volete calmare? Che avete? - riesco finalmente a staccarmi dalla loro furia.

- Stamattina Juvia è venuta da me ad accettare un incarico per te e lei. Era così felice. - inizia Mira.

- Prima però era tutto fuorché felice. - Lucy mi punta contro un dito.

- Peggio! Sembrava un'altra persona! - sbotta Cana.

- Di cosa state parlando? - cerco di non far notare il mio sentore di colpa.

- Juvia-san è venuta ad avvertire della conclusione dell'incarico. Quando le abbiamo chiesto come fosse andata... ci ha detto... - Wendy non riesce a continuare a causa di uno scoppio improvviso di pianto.

- Ci ha detto che era stata completata con successo. Quando poi le abbiamo chiesto di te... ha detto di aver scelto la persona sbagliata a cui chiedere. Che sei stato utile, ma non indispensabile. - sbarra gli occhi Levy.

Ah... questa ammetto che non me l'aspettavo.

Utile, ma non indispensabile?

- E cosa dovrei dirvi? - chiedo in fine.

- Cosa. Le. Hai. Fatto??? - domandano in coro, con sguardo accusatorio.

- Io niente. -

- Ah!! Lo sapevo! È successo qualcosa. Chi è stato?? - Mira mi afferra per le spalle.

- E-Ecco... - torno a sentirmi incredibilmente sotto pressione.

- Ma lo volete lasciare stare? - ci affianca Macao.

- Silenzio! - gli urlano tutte.

- Macao ha ragione. Lasciatelo in pace, probabilmente Juvia ha solo la luna storta. Ogni tanto capita. - si accoda Wakaba.

- Luna storta? Hai mai visto Juvia fare così? - Cana gli tira dietro il suo boccale.

Deve proprio essere arrabbiata.

Non spreca mai nemmeno mezza goccia d'alcool.

- Vedrete che domani sarà la solita. - sbuffa Gajeel, stravaccato su una panca.

- Gajeel! Non dire così. Pure tu hai pensato non fosse normale quel comportamento. - lo riprende Levy.

- Gamberetto, ti preoccupi troppo. Era strana, ma Juvia lo è sempre. - liquida il tutto.

- C'era qualcosa di diverso! Perché non lo capite? -

- Lucy, non battere i piedi per terra. Sembri una bambina. - Happy la guarda storto dal bancone, mentre si mangia un pesce.

- Tu vai a far pace con quello scapestrato del tuo amico. E lascia perdere questa cosa. - lo lincia con lo sguardo.

- Aye... -

- E tu! Inizia a parlare! - torna a me iraconda.

- E cosa dovrei dirvi? -

- Hai detto che tu non c'entri. Quindi è colpa di altri. Parla. - conclude Levy.

Pressione.

Quanta pressione sanno fare le donne.

Già crollo quando Juvia si mette a piangere...

Avere tutte loro addosso è piuttosto pesante.

Troppi sguardi arrabbiati mi fissano.

Le vie di fuga mi sono bloccate, poi... se provassi a fuggire...

Non voglio nemmeno pensarci.

Mirajane potrebbe uccidermi e, a volte, fa molta più paura di Erza.

Soprattutto in situazioni del genere.

Finisco così per cedere e raccontare ogni cosa.

Al termine del mio monologo mi arriva uno schiaffo pazzesco da Lucy.

- Mai avrei pensato potessi essere così vile ed egoista. Hai pensato solo a te stesso, vergognati. -

I suoi occhi, lucidi di lacrime non versate, mi fanno molto più male di quelli di rabbia ricevuti fin'ora.

- Dammi immediatamente la boccetta di cui parlavi. - Mira ordina freddamente.

Subito eseguo senza fiatare.

- Come hai potuto fare una cosa del genere? - Levy mi guarda disgustata.

- Se Juvia non riuscirà a tornare in sé... giuro che te la farò pagare. Vado a fare una lettura delle carte... - Cana si avvia al bancone, dopo avermi lanciato lo sguardo più deluso del mondo.

Non ha mai guardato così nemmeno Gildarts.

- Povera Juvia-san... - singhiozza Wendy.

- Non volevo certo lasciarla così per sempre. Non state esagerando? - sbotto in fine.

Il senso di colpa è distruttivo.

Ho davvero sbagliato così tanto?

Dai... volevo solo un paio di giorni di pace.

Poi avrei cercato una soluzione.

- Gray, mi spiace, ma sono d'accordo con le ragazze. Sei stato davvero pessimo. - scuote il capo Macao.

- Questo comportamento è davvero scorretto. - Lily mi guarda con disapprovazione.

Guardandomi attorno noto che tutta la gilda concorda.

Nessuno è disposto a darmi man forte.

Pure Happy mi sta guardando come fossi uno schifo di persona.

Fanculo.

Lo so.

Sono consapevole di esserlo.

Sono stato un completo egoista.

Se volevo più pace avrei dovuto parlarne chiaramente con Juvia, non approfittare di una sua situazione di svantaggio.

- Che dovrei fare, ora? - serro i pugni lungo i fianchi.

- Che dovresti fare? Intanto vai a cercare Juvia. Devi tenerla sott'occhio. Non possiamo permetterci di perderla di vista. - Lucy incrocia le braccia.

- Nel mentre noi cercheremo di analizzare il contenuto della boccetta e di trovare un rimedio. Wendy, potresti chiamare Polyushka-san? - Mirajane si volta verso la ragazzina.

- Corro subito. - non se lo fa ripetere.

- Che cosa ci fai ancora qui? - Lucy mi guarda torvamente.

- O-Ok! Vado. - mi volto dando loro le spalle.

Senza nemmeno salutare esco a cercare la ragazza.

Chissà dov'è.

E se non fosse a casa sua?

Infatti, al suo appartamento, non c'è.

Anche se devo averla mancata per poco.

Ho visto i cesti dell'immondizia pieni dei peluche a mia immagine.

Accidenti...

Dove potrei cercarla?

Se fossi in lei saprei perfettamente dove trovare me, ma io... io non so nulla di lei.

A parte la sua ossessione per me.

Eppure ora questa non aiuta.

Non è alle mie spalle come al solito, oppure al mio fianco.

Dove potrebbe essere una maga dell'acqua?

No... sto sbagliando approccio.

Lei non è solo una maga dell'acqua.

È molto più di questo.

Una testarda ed entusiasta ragazza, brava a cucire e cucinare.

Parla sempre un sacco sia di ciò che le piace di me che in generale.

Solo non l'ho mai ascoltata come avrei dovuto.

Gray, pensa.

Come passa il suo tempo, quando non ti stalkera?

Acqua... c'entrava l'acqua, ma non riguardava la sua magia.

Parco... acqua...

Ora ricordo!

Una volta mi disse che si concentrava meglio a cucire sotto un albero nel parco, affianco al fiume.

Se non ricordo male, il parco in questione era quello vicino a casa di Lucy.

Per mia fortuna la mia memoria ha funzionato nel modo corretto, ho ricordato giusto.

Juvia, sta seduta con la schiena poggiata ad un albero. Gli occhi chiusi, probabilmente si è appisolata per il tepore trasmesso dal sole.

Addosso ha l'abito che indossava il giorno in cui l'ho conosciuta.

Nemmeno pensavo di poter rimembrare tale cosa, eppure...

Mi avvicino a lei con calma.

Non voglio svegliarla.

Accucciandomi di fronte inizio ad osservarla.

È così calma mentre dorme.

Tutta un'altra persona, solo che sarà così anche quando aprirà gli occhi.

- Juvia non sopporta essere guardata mentre dorme. È irritante. - apre lentamente gli occhi per puntarli gelidi nei miei.

- Scusa. - scatto come una molla.

- Cosa ci fai qui, ad osservare Juvia? - fa per alzarsi.

- Non volevo disturbarti. Non andare via. -

Per un attimo mi blocco.

Ho come un dejavù inverso.

- Però hai comunque disturbato Juvia. -

- Non puoi andare via. - l'afferro per un polso non appena cerca di alzarsi completamente.

- Molla Juvia. -

- Non mi è permesso. -

- Che vai dicendo? - mi guarda storto.

- E-Ecco... -

Non posso dirle che sono stato mandato qui dalle altre.

- Se non hai altro da dire, Juvia se ne va. -

L'attimo dopo fa diventare acqua il suo polso, così da liberarlo dalla mia stretta.

Come un ebete resto a fissarla, di nuovo, mentre si allontana.

Uno strano senso di vuoto inizia ad ingrandirsi ad ogni suo passo lontano da me.

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