Capitolo II
Arrivati ad Onibus iniziamo a girare in cerca della residenza del nostro mittente.
- A-Aspettate... d-devo ancora riprendermi... - trascina i piedi Natsu.
- Su, su Natsu! Siamo scesi dal treno ormai da dieci minuti. Dobbiamo muoverci. Siamo in ritardo e ho pure fame. Ci saranno pesci buoni qui intorno? - Happy osserva il luogo.
- Lucy!! Aiutami a reggermi in piedi... - si aggrappa a me.
Sospirando - Solo perché dobbiamo sbrigarci. Comunque sappi che pesi. -
- Lucy! Secondo te dove cavolo sta il nostro datore? Più camminiamo meno sembra esserci traccia. Eppure dalla mappa non stiamo sbagliando strada. - sbuffa Happy.
- Forse è meglio chiedere in giro. -
Guardandomi intorno noto una donna che sembra essere del luogo e soprattutto cordiale.
- Scusi? Posso chiederle un'informazione? - la fermo.
- Oh, certo! È per il tuo ragazzo? Non sembra avere una bella cera. - osserva preoccupata Natsu, il quale mi sta ancora addosso.
- Il mio... n-non è il mio ragazzo! - avvampo.
- Siamo maghi in missione. Lasci perdere il nostro amico, fa sempre così dopo essere sceso da un mezzo. Volevamo chiederle... sa dove si trova la residenza Hanafumi? - interviene Happy.
- Ehm... - ci fa un sorriso tirato.
- C'è qualche problema? - la osserviamo confusi.
- Ecco, ci siete affianco. - allunga la mano verso destra.
Seguendo la direzione vediamo una recinzione molto lavorata e, oltre un campo immenso, una villa.
C'è talmente tanto prato che non ci eravamo accorti della villa nel fondo e, anzi, pensavamo che questo fosse un parco non una proprietà privata.
Ci stavamo camminando affianco da un botto, siamo idioti!
- Oh, alla faccia! - commenta il gatto.
- Signora, la ringraziamo. - le sorrido.
- Se proseguite dritti ancora per un po' dovreste trovarvi al cancello. - ci avverte.
Dopo un altro ringraziamento ci avviamo.
- Salve, siamo i maghi incaricati di scortare il pacco. - ci presentiamo appena appare una cameriera al cancello.
- Seguitemi. - ribatte semplicemente.
Senza alcun aiuto finiamo per farci a piedi tutta la strada fino alla villa, ma in compenso Natsu si è ripreso bene.
- Lei sa che genere di pacco dobbiamo portare? - chiede Natsu curioso.
- Non sono a conoscenza di tali dettagli. Vi sto portando dal capo maggiordomo, lui sa i piani del signor Hanafumi. -
Detto ciò si zittisce fino a quando non ci lascia in un salottino per gli ospiti.
- Il capo maggiordomo sarà da voi tra un attimo. - sparisce subito dopo.
- Chissà perché il capo maggiordomo, l'incarico non era a nome del signor Hanafumi? - ragiona il gatto.
- Forse non vuole mischiarsi alla plebe? Dopotutto anche la villa è isolata da tutto e tutti. - rifletto.
- O forse è così brutto che non vuole farsi vedere da nessuno. Magari ha la faccia a banana! - ridacchia Natsu.
- Non esagerare! Sii educato! - lo riprendo.
- Ma non è qui, occhio non vede, cuore non duole, no? - ribecca.
Non posso rispondere che entra nella stanza un uomo vestito con un completo da maggiordomo.
- Scusate l'attesa, io sono Fin, il capo maggiordomo. - fa un inchino.
Dopo una rapida presentazione - Come mai non è qui il signor Hanafumi? - scatta subito Natsu.
- Il signor Hanafumi si trova alla città di Freesia, che è il luogo dove dovrete giungere. -
- Oh, da Onibus a Freesia, ok! Nessun problema, che pacco dobbiamo trasportare? E come mai avete chiesto aiuto alle gilde? Temete un furto? - chiedo.
Meglio sapere più dettagli possibili.
- Trasportare? Pacco? Furto? Vi prego di non riferirvi alla signorina come fosse un oggetto. - ci guarda truce.
- Eh? Signorina? - sbianco.
- Aspettate, non lo sapete? -
- Cosa dovremo sapere? - aggrotta la fronte Natsu.
Che ci siamo persi?
- L'incarico diceva che dovevamo scortare un pacco. - aggiungo.
- Dev'esserci stato un errore, non si tratta di un pacco, ma di una persona. La signorina Aiko Hanafumi, l'unica figlia del signor Hanafumi. Dovete scortarla fino al luogo dove si trova il padre. - risponde calmo.
- Oh, cielo! - esclamo sorpresa.
Questa non me l'aspettavo.
- E come mai non la scortate voi stesso? So che i capo maggiordomi e cameriere, in molte case nobili, sono ben addestrati alla lotta. Siete quasi delle armi di distruzione di massa. - commento.
- È ben informata. Effettivamente mi ritengo il migliore in zona, ma resto comunque una persona comune. E purtroppo, in questo periodo, la signorina è stata minacciata da un gruppo di maghi banditi. - sospira.
- Che vogliono da lei? - scatta Natsu.
- Non tanto da lei, ma dal padre. Con tutti gli agganci e i commerci che ha il signor Hanafumi... sono interessati a soldi, potere... cose del genere. -
- E non sarebbe più sicuro per la signorina Aiko rimanere qui fino al ritorno del padre? - osservo.
- Non vuole sentire ragioni, abbiamo provato tutti a farglielo capire, ma vuole vedere suo padre. Ormai il signor Hanafumi è via da un mese e posso capire che lei voglia incontrarlo, ma in questo periodo... è davvero rischioso. Sta per avvenire una trattativa alquanto importante e, oltre ai soliti banditi interessati ai soldi, si sono aggiunti quelli che desiderano cancellare le trattative del contratto. -
- Posso capire la signorina Aiko, avere il padre così vicino e non poterlo vedere... dev'essere dura... - Natsu fissa comprensivo il maggiordomo.
- Lo sappiamo, ma... a noi preme la sicurezza della signorina. - serra i pugni frustrato.
- Ci saremo noi con lei, non le succederà nulla! - si batte un pugno sul petto, Natsu.
Quando si tratta di padri Natsu non può non prenderla sul personale.
Sorridendo - Ha ragione, arriverà sana e salva. -
- Il signor Hanafumi ha concesso alla signorina di raggiungerlo, solo a patto di essere scortata da dei maghi. Spero capiate che è fondamentale che arrivi senza un graffio. È la preziosa figlia del mio capo. - ci fissa serio.
- Arriverà intera e imballata! - Natsu alza il pollice soddisfatto.
Al paragone con un pacco vedo il maggiordomo tremare irritato - La signorina non è un oggetto. -
- Lo scusi, stava scherzando! Natsu, scusati! - chino a forza il capo di Natsu.
- Eh? Ma era uno scherzo! Va bene, va bene! Mi scuso. - borbotta.
- Allora, signor maggiordomo... quanto ha la signorina Aiko? Tredici, dieci, sedici anni? - chiede Happy curioso.
È vero.
Non ha ancora detto l'età.
- Oh, giusto! Beh... ormai dovrebbe aver terminato la lezione di piano, ve la faccio chiamare. -
Non appena fa per aprire la porta, questa si spalanca e ne entra una bambina.
La piccola, biondissima e con gli occhi verdi corre verso il maggiordomo per poi nascondersi dietro di lui.
- Signorina Aiko. Vi ho detto che il capo ha da fare. - arriva di corsa una cameriera col fiatone.
- Capo, mi scusi. - fa subito una riverenza al maggiordomo.
- Nessun problema. Capita a proposito, stavo per farla portare qui, puoi anche andare. Ci penso io. - la esonera.
- Fin!! Quella voleva farmi fare una lezione... sup... sup... una lezione in più! - scatta stringendo i pantaloni dell'uomo.
- Signorina Aiko, è supplementare e probabilmente voleva fargliela fare perché è davvero brava col piano. - le sorride.
- Io però non voglio! Voglio andare da papà! In più... non hai detto che sarebbero arrivati i tizi che mi ci porteranno? - lo fissa truce.
Subito dopo si accorge di noi - Sono loro? - ci indica.
- Signorina... non si punta il dito contro alla gente. Non è carino, comunque sì. Sono loro che la scorteranno. -
La piccola torna a guardarci studiandoci.
È una bambina!
Una bambina piccola!
Oh cielo...
- Voi mi porterete da papà? - chiede con voce angelica e gli occhioni da cucciola.
- Certo, conta su di noi! - scatta allegro Natsu.
Lui è contento.
Adora i bambini, ma io... non sono così convinta.
Da Onibus a Freesia, considerando che non ci sono treni per tutto il tragitto, ci metteremo tre giorni.
E in uno di questi probabilmente dovremo dormire all'aperto.
Per una bambina una cosa del genere non è un po' estrema?
In più, tre giorni con persone estranee, non si sentirà sola e a disagio?
Però non possiamo mica rifiutare l'incarico ora, anche perché Natsu sembra più che convinto.
Vorrà dire che terrò per me questi dubbi, prendendola in positivo sono solo tre giorni.
Possiamo cavarcela.
Con Asuka-chan ce l'abbiamo fatta alla grande.
Beh... a parte quando lei ha cercato di far... no, non voglio ricordare!!
- Lucy? Che hai? Sei tutta rossa. - mi squadra Happy.
- Eh? Sì, sì! Tutto bene! -
- Signorina Aiko, partirete questo pomeriggio, va bene? - le chiede Fin.
- Sì, ora ho troppa fame per partire. - annuisce.
- Se volete seguirci, andiamo in sala pranzo. Si mangia tra poco. - ci fa alzare l'uomo.
Lungo la strada passiamo davanti ad una stanza con la porta aperta.
Al suo interno, al centro, ci sta un pianoforte.
Deve aver fatto lezione qui.
Notando che sto fissando quella stanza, Fin si ferma.
- Dato che manca ancora un po' perché il cibo sia pronto.. perché non suona qualcosa signorina? - chiede alla piccola.
- Eh?! Ma ho appena finito la lezione!! - scatta infastidita.
Mi ricorda un po' me.
Anche io detestavo le lezioni forzate, ma ora ammetto che mi manca un po' suonare il piano.
- Vuole forse suonare lei, signorina Lucy? -
- Sì! Così non devo suonare io!! - scatta la bimba.
- Eh? Oh... no, no! La ringrazio, di certo rischierei di rovinarvi i timpani, sono certamente arrugginita. - scuoto il capo in imbarazzo.
- Vi romperebbe il piano, Lucy non sa suonare. - ridacchia Happy.
- Non è vero! Io so suonarlo, ma sono anni che non tocco un tasto. Di certo non ricordo più nulla. - sbuffo.
- Eh?! Sai suonare il piano? E perché non ne sapevamo nulla? - sgrana gli occhi Natsu.
- Non è mai uscito il discorso, ma in una famiglia come la mia, saper suonare almeno uno strumento era d'obbligo. Ho fatto qualcosa anche di violino e arpa, ma molto più col piano. - rispondo.
- Signorina, perché non prova ugualmente? Suonare è come andare in bicicletta, dopo che si ha imparato non lo si dimentica. - mi fa accomodare nella sala il maggiordomo.
Incerta mi avvicino al piano.
È davvero bello.
Uhm... lo ammetto.
Mi piacerebbe davvero molto suonarlo.
Però... davvero ricordo ancora come si fa?
- Si sieda pure. - m'invita l'uomo.
- Ehm... non sono così convinta... - inizio a sentirmi sotto pressione.
- Dai, Lucy! Ora sono curioso di sentirti! - Natsu si siede storto su una sedia che era appoggiata al muro.
- Natsu... almeno in un posto così potresti sederti in maniera migliore. - sbuffa il gatto.
- Eh? Che c'è di male? - poggia le braccia sullo schienale della sedia.
- Lucy, muoviti! - aggiunge poi.
Sospirando mi siedo - Non aspettatevi chissà cosa però. Sono anni che non suono. -
Poggiando le mani sui tasti chiudo gli occhi prendendo un bel respiro.
Le note della mia canzone preferita iniziano ad apparire nella mia mente e prima che me ne renda conto sento le dita muoversi da sole.
Nota dopo nota vedo la melodia prendere sempre più forma e mi lascio trasportare da essa.
Al termine riapro gli occhi e sgranchendo le dita - Ah, sono proprio arrugginita. Ho sbagliato qualche passaggio. - sospiro un po' dispiaciuta.
- Già, ma essere in grado di suonare ad occhi chiusi e così dopo anni di vuoto.. è sorprendente. - mi loda Fin.
- La ringrazio... - arrossisco.
- Lucy, sei stata davvero brava! Mi è piaciuta molto! Che canzone era? - mi vola affianco Happy.
- Canon in D di Pachelbel. - gli sorrido.
Natsu invece che ne pensa?
Non ha detto nulla.
Voltandomi rimango di sasso notando che sta con gli occhi rossi e lucidi.
- Non sei stata male. - finge un colpo di tosse distogliendo lo sguardo.
Sempre fingendo fa un gesto per grattarsi sotto l'occhio, ma in realtà rimuove una lacrima fuggiasca.
- Sì, non è stata male? Ma se mentre suonava stavi per metterti a piangere! - ride il gatto.
- Ho fatto così tanto schifo? - chiedo incerta.
Addirittura farlo piangere.
Il suo orecchio fine ha captato i miei errori e ne è rimasto disgustato?
- Ma che... schifo?! È stato commovente! - scatta istintivamente Natsu.
A quelle parole il gatto sorride sornione - Ed è stata solo "non male"? - ridacchia.
Distogliendo lo sguardo - Sta zitto... - borbotta.
- La signorina Lucy è stata molto brava, ma ora direi che il pranzo dovrebbe essere pronto. Vogliamo avviarci? -
- Certo, subito! - scatta per primo il ragazzo.
E così ci avviamo.
Commosso, eh?
Istintivamente mi scappa un sorriso soddisfatto.
Forse non sono poi così arrugginita come credevo e, in più, sapere di essere riuscita a toccare il cuore di Natsu mi rende felice.
- Lucy, muoviti! - mi urlano Natsu ed Happy che già sono davanti alla porta della sala.
Osservando di sottecchi Fin ed Aiko - Vi chiedo scusa, sono troppo esagitati. - arrossisco.
- Non si preoccupi, penso che la signorina Aiko si divertirà. -
- Questo dovrei dirlo io! - sbuffa la piccola.
Guardando la piccola sento come se questa non sarà proprio un'impresa facile.
In alcuni momenti mi sembra dolce mentre in altri viziata ed altezzosa.
Speriamo bene...
Subito dopo il buon pasto ci avviamo.
- Mi raccomando signorina, ascolti le sue guardie. Devono proteggerla e hanno bisogno che lei stia a sentire cosa dicono. - l'avverte l'uomo.
- Sì, tutto chiaro! -
- Faccia la brava, tra tre giorni potrà vedere suo padre, proprio come desiderava. -
- Non vedo l'ora! - inizia a saltellare.
Che carina.
A guardarla così come si fa a non volerla aiutare?
- Bene, noi ci avviamo. - la prendo per mano.
- Ok... uhm... - ci osserva incerto Fin.
- Non si preoccupi, è in buone mani! - Natsu gli batte una mano sulla spalla.
- Anche se sembra molto spensierato, Natsu è molto serio quando si tratta di proteggere qualcuno. Non succederà nulla ad Aiko-chan. - gli sorrido per rassicurarlo.
- Mi fido. - annuisce.
Dopo un ultimo saluto ci avviamo.
Sarà un lungo viaggio per una bimba così piccola.
- Aiko-chan, se ti senti stanca diccelo che ci riposiamo. E a proposito... quanti anni hai? È il primo viaggio che fai senza Fin-san? - chiedo per far conversazione.
La piccola cambia espressione guardandomi... infastidita?
- Mollami la mano, vecchia! In più che t'importa di quanti anni ho, sono cinque, perciò sono molto più giovane e bella di te. Chi ti ha detto poi che puoi chiamarmi Aiko-chan? Al massimo Aiko-sama o Aiko-hime. - risponde schioccando pure la lingua.
Sia io che Natsu ed Happy rimaniamo di sasso a fissarla confusi.
- A-Aiko-chan? - la chiama Happy.
- Voi dovete portarmi da papà sana e salva. Non siete solo le mie guardie, ma anche i miei servi. Se non andrà tutto come voglio dirò a papà di non darvi nulla. Chiaro? - ribatte snob.
Oddio...
Aveva ragione il mio sesto senso.
Questa bimba è completamente diversa da com'era prima.
È un piccolo diavolo!
Una di quelle che cambia il carattere in base alla situazione e a chi ha davanti.
Accidenti...
Questo viaggio non sarà affatto facile.
Quasi inizio a pentirmi di aver rifiutato quello pericoloso e fangoso.
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