1 pt. 1
I capelli color castagna del ragazzo erano morbidi tra le sue dita fredde.
Caila assaporava il profumo muschiato della sua tunica, la dolcezza del miele delle sue labbra che si muovevano avide sulle sue.
Non avrebbero dovuto, lo sapevano fin troppo bene; eppure, qualcosa li spingeva a trasgredire, un sentimento che lei non aveva mai provato prima.
Si scostò un istante dal suo volto, udendo l'insistente suono del bosco ricordarle dei suoi impegni.
«Lugar, non dovremmo...»
«Lo so.»
«Quindi?»
«Non m'importa.»
Lo fissò con forza. Lei rischiava l'esilio, pena severa, dolorosa, ma lui addirittura la condanna a morte. Non voleva, non poteva pensare a Lugar in quel modo. Condannato. Morto.
«Lugar.»
Le mani del ragazzo scesero lente verso i suoi fianchi appena coperti dalla veste leggera.
Non avrebbero dovuto, eppure Caila si immerse di nuovo dentro i suoi grandi occhi verdi e le loro labbra si ricongiunsero.
Quel pensiero fisso della condanna a morte la strappò alla dolcezza di quel momento.
«Amidia mi sta aspettando.»
«Non è vero.»
Caila sorrise, un cenno mesto, abbassò lo sguardo: «Mi dispiace.»
«Lo so.» Anche lui sorrise, lo notò sollevando per un attimo il capo per guardare quanto era bello il suo amato. Le labbra rosse quanto le guance infiammate, i capelli scarmigliati, la tunica spiegazzata come dopo i loro momenti d'amore. Era bellissimo.
Si allontanò da lui. Entrambi sapevano che la sua era una scusa, la solita, ma nominare Lei era l'unico modo per tornare alla dolorosa realtà.
***
La casa delle fate era poco distante dalla casa di Lugar. A piedi, senza le sue pantofole, a stretto contatto con l'erba verde di primavera, Caila di solito si sentiva bene.
Ma quel giorno la sua mente era in subbuglio. Pensava a come fosse possibile che il principe Lugar, bellissimo e amato da tutte, si fosse innamorata di lei. Sapeva d'essere bella. Tutte le fate possedevano una loro particolare e affascinante bellezza, ma vi erano sorelle molto più belle e incantatrici di lei,vestite con abiti trasparenti e dotate di corpi più alti e snelli.
Eppure Lugar desiderava lei, e la desiderava davvero. Ne era consapevole dopo le loro prime notti d'amore sulle sponde del laghetto. La amava, addirittura, dettaglio che gli sarebbe costata la vita se Amidia l'avesse saputo.
«Sorella.»
Caila non si volse, per non essere tradita dal suo stesso sguardo innamorato e pensieroso. Impiegò quel poco tempo in cui Aily la raggiunse per tentare di tornare alla normalità.
«Sorella, ti cercavo. Dov'eri?»
Aily era pura bellezza, con l'abitino trasparente che le arrivava a metà coscia, in cui si sentiva completamente a suo agio nonostante fosse d'età minore rispetto a tutte le altre fate. Eppure quella bellezza non la rendeva narcisista, invero era il contrario. Aily era d'animo candido come l'acqua di una fonte del bosco, come una pianta alla nascita, come un fiore non ancora schiuso. Bella e pura. Aily era la perfezione.
«Perdonami sorellina, non voleva renderti un pensiero, anche se tu me ne fai molti di più.»
«Suvvia, lo sai che vado solo a girar per il bosco, Caila! Il bosco mi piace, è la nostra essenza dopotutto, no?»
«Sai anche che può essere pericolo però.»
Aily si affiancò a lei e le rivolse uno sguardo indagatore. «Ti vedo pensierosa, sorella. Qualcosa ti turba?»
«Le tue scappatelle mi turbano.»
«E le tue turbano me.»
«Ma tu sei più giovane e io ho il dovere di badare a te, non il contrario. Lo sai che Amidia mi punirà se non starai al tuo posto, Aily.» Ho già i miei problemi, pensò Caila ritornando con la mente ai baci appena scambiati con Lugar.
«Vorrà dire che usciremo di più insieme, così io vedrò le bellezze che ci circondano e tu baderai a me.» Sorrideva.
Stava scherzando, eppure Caila era preoccupata dalla sua ingenua purezza. Sapeva che la sorellina soffriva ogni qualvolta lei veniva punita per le sue uscite nel bosco, ma non poteva farne a meno. Come Caila non poteva fare a meno di amare Lugar. La poteva comprendere, dopotutto.
«Su, andiamo a casa. Amidia potrebbe chiedersi dove siamo state.»
«Io sono uscita e tu sei venuta a cercarmi.» Aily le fece l'occhiolino.
Da tempo Caila sapeva che la sorella nutriva sospetti, ma non le aveva rivelato nulla. Non voleva metterla nei guai più di quanto già non lo fosse. Non mancava molto alla maggiore età per Aily e allora sarebbe stato punita lei stessa per i suoi errori. Doveva trovare il modo di tenerla lontana dal bosco il più possibile.
Erano due grossi intoppi. E Amidia li veniva sempre a scoprire tutti.
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