Otto
I lampi continuavano a squarciare il cielo illuminando quella catapecchia e dandole un'aria spettrale. Myriel era seduta sulla poltroncina del salotto mentre Tadiel era tornata verso la finestra sperando di veder arrivare il druido in compagnia di Sìron. Si sentiva ancora in colpa per averlo lasciato solo in mezzo a quella pioggia scrosciante. Se ne stava con la fronte incollata al vetro gelido sospirando di tanto in tanto.
«Come hai avuto quel medaglione?» chiese d'un tratto Myriel spezzando quell'aria di tensione e preoccupazione che aleggiava tra le due.
«Me lo ha regalato mia nonna poco prima di lasciarmi.» La ragazza si rabbuiò al solo ricordo. La ferita era ancora troppo fresca, cercò di cambiare argomento, «Ma cosa è successo qui? Come mai tutte queste case abbandonate?»
Myriel sembrò per un attimo pensierosa, poi tornò a puntare i suoi immensi occhi verdi in quelli dalla ragazza: «Fino a qualche secolo fa vivevamo in armonia con molti umani, tutto cresceva rigoglioso e le stagioni si alternavano. La valle era immensa, quello che ne rimane oggi non è che un piccolo angolo» affermò il druido dell'aria spostando lo sguardo altrove.
Cercò nella sua mente le parole adatte poi riprese: «Fydre è strettamente collegata alla terra, i due mondi vivono nello stesso equilibrio cosmico. I danni prodotti all'ecosistema sulla terra hanno avuto grosse ripercussioni anche sul nostro ambiente. Molti hanno dovuto abbandonare la radura prima del tempo, altri invece non sono riusciti a sopravvivere ai cambiamenti. Ad oggi la valle è circondata da un immenso deserto che ha inghiottito la prosperosa e bellissima foresta che un tempo cresceva sconfinata e a perdita d'occhio. Era impossibile stimare quante varietà di piante vi crescevano, colori, fiori, profumi o frutti di ogni genere.
Alcuni druidi e fate hanno provato a raggiungere la Terra tramite i quattro portali, ma non è servito a niente se non a perdere anche le loro tracce. I portali non si aprono se non in presenza di alcune singolari particolarità temporali: i due mondi devono trovarsi nello stesso identico punto, scontrarsi tra loro e creare una sorta di tunnel dimensionale che permetta il passaggio. Da Fydre è quasi impossibile prevedere certi fenomeni e poterli controllare: le condizioni si verificano molto di rado e ci sarebbe bisogno di una sorta di comunicazione tra i due. Molti di quelli che han tentato il passaggio sono rimasti intrappolati sul vostro pianeta senza la possibilità di tornare indietro.»
Tadiel annuì poco convinta: «Quindi è stato un caso il fatto che noi siamo arrivati qui? Eravamo nel punto di collisione?»
«No, non lo è stato! Vi erano le condizione adatte e voi in qualche modo avete aperto un portale.» Myriel si alzò avvicinandosi alla ragazza, «Questo ciondolo che porti al collo è un dono prezioso. Saperlo usare è un'arte che s'impara con il tempo, ma tu in qualche modo gli hai ridato vita. Solo un druido potrebbe farlo... tu gli lo hai attivato e lui vi ha portati qui. Nelle tue vene scorre sangue druido.»
«Ma i miei genitori...»
«La discendenza, quando unita a quella umana, salta una generazione...» la interruppe la Guardiana. «Quindi uno dei tuoi nonni era un druido.»
«Non capisco, il ciondolo era un regalo di mio nonno a mia nonna, ma io non l'ho mai conosciuto...»
«Dobbiamo capire di quale elemento tu sia portatrice, e forse riusciremo a capire anche chi era tuo nonno. Non convivono mai più druidi di uno stesso elemento.»
«Vuoi dire che...» Tadiel non finì la frase, Myriel la completò per lei.
«Sia io che Noah siamo i soli druidi dell'aria e delle acque al momento. Orion controlla la terra, Galathil invece il fuoco...»
«Non sono una di voi, non può essere! Il mio aspetto è comune, i miei nonni non avevano orecchie a punta e disegni sul volto...»
«Non è l'aspetto a renderti un druido, ma il cuore» sentenziò la ragazza dalla chioma fulva toccando il petto di Tadiel.
Dalla foresta si sentì un rumore forte, come un'esplosione. Una luce abbagliante e forte, e tutti gli animali fuggirono spaventati in mille direzioni.
«Per la madre terra! Resta qui!» affermò Myriel uscendo in fretta dalla casa e fiondandosi nella direzione del boato. La ragazza rimise il cappuccio sulla testa per proteggersi dalla pioggia battente. Gli animali fuggivano e lei correva esattamente nel senso opposto, dritta verso il luogo incriminato. Con un gesto della mano richiamò le sue fate preoccupata. Anche Tarassaco rispose al richiamo della guardiana, aveva il viso turbato. «Tu e Noah state bene?»
«Abbiamo trovato il ragazzo esattamente dove sembra essere caduto il fulmine.»
«Portami da loro!»
Myriel si rimise in corsa seguendo la piccola fatina che, come una scia luminosa, indicava il percorso. L'acqua schizzava sotto i suoi piedi e il passo era veloce ma attento, l'erba era scivolosa e il fango si attaccava sotto le suole rallentandola.
Trovò Noah inginocchiato di fianco al ragazzo. Aveva creato una barriera con cui teneva lontana la pioggia e impastava piccoli impacchi con foglie di iuruba, di solito usate per le scottature, e le poggiava sul corpo di Sìron. Quest'ultimo era steso su una porzione di terreno che pareva bruciata, in una posizione perfetta, come se stesse riposando.
Myriel si inginocchiò al lato opposto per testare le condizioni del ragazzo.
«Credo sia stato colpito dal fulmine, anche se non ha segni di bruciature o folgorazioni sul corpo.»
«Slauther, non ho dubbi! Deve essere opera sua.» Affermò in un sussurro la druida, «Devo vedere cosa riesco a fare. Però sarà meglio tornare da Tadiel.»
Si rimisero in piedi prendendo Sìron sottobraccio e trascinandolo verso la vecchia casa. Il ragazzo era ancora privo di sensi. I capelli scomposti e bagnati gli ricadevano sul viso pallido e scavato e il mantello copriva ancora il suo corpo esile e smunto. Myriel, con un gesto rapido della mano libera, richiamò le fate dandogli indicazioni su quali erbe e fiori raccoglierle, poi diede a Tarassaco il compito di raggiungere Tadiel e cominciare a liberare la tavola.
I due Guardiani arrivarono alla catapecchia zuppi dalla testa ai piedi, entrarono lateralmente mentre Tadiel faceva spazio. Stesero Sìron sul tavolo e le fate si avvicinarono verso la loro guardiana porgendole quanto chiesto.
Tadiel osservava tutto preoccupata. «Cosa gli è successo?» riuscì a pronunciare in un sussurro.
Myriel prese un mortaio da una piccola sacca che portava appesa alla cintura nascosta sotto il mantello. Iniziò ad aggiungere i vari ingredienti sminuzzando e pestando tutto con le dita, era attenta e accorta e non prendeva ogni parte dei fiori o delle foglie, ma stava ben attenta alle dosi e alla consistenza dei vari ingredienti. Tastava, assaggiava e controllava più volte ogni singolo elemento prima di inserirlo nella mistura.
«Lo abbiamo trovato così dopo il boato, credo sia stato preso dal fulmine.» Disse Noah portandosi vicino la ragazza.
«È colpa mia. Se non lo avessi spinto fuori a forza quando siete arrivati...»
Noah le appoggiò una mano sulla spalla e si sporse nelle sua direzione. «Si rimetterà. Myriel conosce ogni pianta presente su Fydre e può far risorgere anche un morto con i suoi intrugli.»
«Non esageriamo.» Replicò la Guardiana dell'aria sporgendosi in avanti e notando una piccola macchia rossa sul petto del ragazzo: non era una bruciatura, sembrava altro! Riprese uno degli impacchi preparato da Noah in precedenza e glielo porse sopra. Strofinò poi un po'del miscuglio appena preparato sopra e il resto iniziò a buttarlo giù per la gola del ragazzo. Alzò la testa e lo aiutò ad ingoiare il tutto.
«Ora ha bisogno di un po'di riposo e tranquillità. Non ha riportato nulla esternamente, questo mi fa pensare che il fulmine non lo abbia preso, ma può aver assorbito in qualche modo parte dell'elettricità sprigionata. Qualcosa comunque non mi torna...» La regina delle fate buttò di nuovo un occhio verso il ragazzo pensierosa. Poi si rivolse a Noah «Se Slauther sa già di loro abbiamo perso ogni vantaggio...»
«Chi è Slauther?» chiese Tadiel che era rimasta in silenzio accanto al tavolo sul quale poggiava Sìron.
Noah guardò storto Myriel, come per ammonirla: aveva detto anche troppo.
Si udii un nuovo boato provenire dal bosco.
«Meglio non saperlo» concluse il druido delle acque.
Nota_ Autrice
Lo so non vogliatemi male, ma dovreste averlo capito ormai, gli aggiornamenti non sono mai puntuali. Ho altri progetti a cui sto lavorando e spesso mi manca il tempo per scrivere, non so mai quale prendere sottomano e alla fine alcuni rimangono in stallo per un po'...
Giuro che piano piano e con i miei ritmi finirò ogni storia!
Questo capitolo è stato gentilmente controllato da ZDAleo
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