Capitolo 7
-Siamo tornati! – Esclama mio fratello appena rientriamo in casa, comunicando per la prima volta con mia madre.
-Che fine avete fatto? Mi avete spaventata! – Esclama lei dal suo nuovo studio.
-Sì, come no – risponde Colin, poi mi trascina su per le scale. –Sei un'idiota – mi dice, non appena arriviamo davanti alla mia stanza.
-Hey, ma che problemi hai?!
-Devi stare lontana da loro, mi hai capito?
-Perché? Colin, io non ti capisco proprio. Non sembrano delle cattive ragazze, anzi. E ti ricordo che fino ad un mese fa uscivi con gente di gran lunga peggiore rispetto a loro. E poi Claire è carina. Invece di impedirmi di vederla, perché non inizi a frequentarla?
Colin scuote la testa e sospira.
-Senti, promettimi solo che li eviterai.
-Perché dovrei? Dammi una ragione valida e lo farò.
-Vedi come sono allampanati? Sono dei drogati. Se entri a far parte del loro gruppo, non ne esci più.
-Ma cosa stai dicendo?!
-Fidati di me, una buona volta! Trascorri il tuo tempo con quelle due occhialute con cui pranzi, esci con gli altri, ma evita questo gruppo.
-Non li conosci, non puoi giudicarli, non è da te.
-Proprio perché non è da me dovresti ascoltarmi per una buona volta. E adesso basta – detto questo si chiude nella sua stanza, senza fornirmi nessun'altra spiegazione.
Entro a mia volta nella mia camera sbuffando e tiro fuori il cellulare, trovando due chiamate perse da parte di Loren, la mia migliore amica. Sorridendo, decido di richiamarla.
-Hey Little K, come va? – Mi risponde subito con il suo solito entusiasmo, utilizzando il nomignolo che mi ha affibbiato anni fa.
-Domanda di riserva? – Chiedo, cercando comunque di non far trapelare il cattivo umore dalla voce.
-Karen seriamente, come sta andando? – Mi chiede.
Sbuffo.
-Non lo so, Loren – almeno con una persona però dovevo pur sfogarmi. –Qui sono tutti così strani. Vedessi gli studenti: in quella scuola sono pochissimi e si conoscono tutti, però sono ognuno sulle sue e hanno dei caratteri ... non so come spiegartelo. E in più alcuni sono veramente scorbutici.
-Devo ricordarti chi sei? Sei Karen Edwards, la ragazza che non si fa mettere i piedi in faccia da nessuno. Va' da queste gallinelle e picchiale.
In realtà non è vero. Di solito nessuno provava direttamente a mettermi i piedi in faccia per via di mio fratello.
-Magari si trattasse di ragazze, sarebbe quasi normale. Sono più che altro ragazzi, anche piuttosto carini.
Istanti di silenzio dall'altro capo del telefono.
-Uhm. Cosa hai fatto per meritartele?
Mi avvicino alla finestra osservando all'esterno.
-Proprio nulla.
-Sicura?
-Cosa avrei mai potuto fare?! E poi non crederai alle tue orecchie: mio fratello è in fase misantropo.
-Scusa, ma non riesco ad associare il nome "Colin" alla parola "misantropo".
-Credimi, è così.
Con la coda dell'occhio mi sembra di scorgere un flash che proviene da fuori, in giardino.
Con la fronte aggrottata, provo a guardare meglio cercando di non sporgermi troppo.
-Senti, ora devo proprio andare. Ci sentiamo presto d'accordo? Così mi racconti come ve la state passando voi in mezzo alla vita vera.
-D'accordo Little K, a presto.
Riattacco e mi precipito giù per le scale, uscendo in giardino.
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