Capitolo 44

A mensa non riesco a toccare cibo. Mi sento nervosa e non so bene perché. Io e Riley non abbiamo ancora parlato. La verità? Ho paura che realmente ciò che è accaduto nella radura senza tempo resti nella radura senza tempo. Dall'altro capo della mensa mio fratello mi lancia strane occhiate, come se sappia che nascondo qualcosa. Al mio fianco Josh non apre bocca. L'ho convinto a parlare di quanto accaduto dopo scuola, a casa sua. Non è sicuro parlarne qui davanti a tutti.

Ad un certo punto vedo Riley alzarsi dal suo solito tavolo. I nostri sguardi si incrociano per la seconda volta nell'arco della giornata. Forse è una mia impressione, ma sembra che mi abbia anche fatto un cenno. Esce dalla mensa e io rimango imbambolata qualche istante a fissare la porta.

-Vado in bagno – dico a Josh.

Lui solleva un sopracciglio. Deve essersi accorto di cosa è appena successo. A Josh non sfugge mai nulla.

-Se non ci dovessimo più vedere, ti aspetto a scuola stessa dopo la fine delle lezioni – mi dice.

Mi alzo ed esco dalla mensa. Percorro i corridoi deserti guardandomi intorno, alla ricerca di Riley. Poi da un'aula aperta, delle braccia mi afferrano e mi tirano dentro. La porta viene subito chiusa alle nostre spalle e Riley mi solleva facendomi sedere su un banco prima di iniziare a baciarmi. Sorrido contro le sue labbra e circondo il suo collo con le mie braccia. Non mi sazio mai dei suoi baci, quindi continuiamo a baciarci a lungo prima che lui acquisisca l'autocontrollo necessario a staccarsi. Con il fiatone, poggia la sua fronte sulla mia, sorridendo.

-Dobbiamo parlare – dice.

-Giusto – rispondo anch'io ansimante.

Mi allontano per cercare di riacquistare un po' di lucidità. Sento il peso del suo sguardo su di me.

-Vorrei poter andare lì fuori e tenerti per mano davanti a tutti. Vorrei baciarti davanti a tutti, ma non possiamo.

Annuisco. Lo so bene. Avremmo tutti contro. Noi due contro tutti.

-E poi ... non posso fare questo a Mason – dice.

Aggrotto la fronte.

-Non gli stai facendo nessun torto. Non sono la sua ragazza, non provo nulla per lui.

-Ma lui sì.

-Mason è innamorato di un'idea, tutto qui.

Riley annuisce e io sospiro.

-Non rinunciare a me – lo supplico.

-Non lo farò. Ma dobbiamo fare attenzione.

-Quindi potrò sperare solo in incontri clandestini dalla durata di cinque minuti durante la pausa pranzo?

-Temo di sì.

Restiamo qualche istante in silenzio.

-D'accordo – rispondo.

-Se vuoi oggi dopo scuola ...

-Devo andare da Josh. Lui ... lui sa tutto. Non sa di noi, anche se temo sospetti qualcosa, ma sa chi sono io.

Riley serra le labbra.

-Sa troppe cose. Potrebbe essere un pericolo. Se una fata venisse a sapere quanto sa ... non la passerebbe liscia.

-Lo so. Oh, e prima ancora di andare da Josh l'insegnante di letteratura mi ha chiesto di trattenermi. Dice di dovermi parlare.

Le pupille di Riley si dilatano.

-Di cosa deve parlarti?

-Non ne ho idea.

-Non rimanere.

-Ormai le ho detto ...

-Lei è una fata, Karen.

-Lo sospettavo, ma se non andassi ...

-Torna a casa.

-Riley, potrei insospettire qualcuno!

-O ti salveresti semplicemente la pelle.

-Devo restare, punto.

-Sei più testarda di un mulo.

-Non saresti vivo se non lo fossi!

Riley si avvicina e mi abbraccia.

-D'accordo. Resterò nei paraggi, se dovesse esserci qualche problema.

-Non ci sarà nessun problema, garantito.

Riley mi fissa con espressione scettica, poi esce dall'aula.

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