Capitolo 43
12 messaggi da Josh.
7 chiamate perse da Josh.
3 messaggi sulla segreteria telefonica. Anche quelli da Josh, ovviamente.
È questo che trovo al mio risveglio la mattina successiva. Nei miei piani della giornata era previsto solo il letto. Avevo pensato di fingermi malata e di restare a dormire, ma poi ho pensato a Riley: lui sicuramente andrà a scuola. E io ho un bisogno fisico di vederlo.
Così mi alzo e mi dirigo a scuola come se nulla fosse, come se avessi trascorso una tranquilla nottata di sonno. Non appena metto piede nell'edificio, trovo Josh appostato al mio armadietto.
-È tutto vero? - Mi domanda a mo' di saluto.
-A cosa ti riferisci? - Chiedo trattenendo uno sbadiglio e prendendo i libri della prima lezione.
-Alla lettera. È tutto vero ciò che mi hai scritto?
-Sì, lo è.
-Oh cavolo. Perché non me l'hai mai detto? E perché scrivermelo in una lettera?
-Senti Josh, ieri notte sono accadute cose strane. Non ero certa che ne sarei uscita indenne, per questo ti ho scritto la lettera.
-Cosa è successo ieri notte? Stai bene?
Camminiamo lungo il corridoio e per un istante incrocio lo sguardo di Riley. Solo un sguardo, lungo un istante. Poi più niente.
-Hey, Karen - mi richiama Josh.
Mi riscuoto e concentro la mia attenzione su di lui.
-Sì, tutto bene.
-Allora? Cosa è successo?
Posso fidarmi di Josh? Posso realmente confidargli tutto? Beh, ormai che sa che sarò io a distruggere le barriere, sì.
-Ho cercato l'Astargh - sussurro.
-Cosa?!
-Ho trovato la Grande Madre, ma non l'arma.
-Come è possibile?
Sollevo le spalle mentre entriamo nell'aula di letteratura. Prendo posto in fondo all'aula accanto a Viola e mi sforzo con tutta me stessa di non guardare verso Riley. Non ascolto una sola parola della lezione ed è la campanella che indica la fine dell'ora a riscuotermi. Mi alzo seguendo l'onda di studenti, ma l'insegnante mi ferma.
-Edwards, alla conclusione delle lezioni del pomeriggio avrei bisogno di parlare con te. Potresti trattenerti? – Mi chiede.
Una brutta sensazione mi spinge a dire di no. L'aspetto impeccabile dell'insegnante, i suoi occhi profondi che sembrano leggerti dentro. Ma tutto quello che riesco a dire è:
-Certamente.
Ed esco dall'aula.
Spazio autrice
Se non vi siete ancora stancati di me, mi farebbe piacere se passaste a dare un'occhiata alla mia nuova storia "Unintended"
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