Capitolo 42

-Ciao, Karen – mi dice la fata.

Come si saluta la Grande Madre? Con un semplice "buongiorno"?

-Salve – dico.

-E' così sei riuscita a trovarmi. Non ricevo visite da molto tempo e non ne ho mai ricevuta una da un cacciatore.

Apro bocca per spiegare tutto, ma lei solleva una mano.

-So bene perché sei qui. So cosa vuoi chiedermi e conosco le tue intenzioni. Hai un cuore puro e hai superato le mie prove sul valore. Ma non sono certa di poter accordare un patto con te. Sai bene cosa dovrai fare per farlo – dice.

-Sì. So bene che devo pugnalarmi con l'Astargh. Sa che le mie intenzioni sono buone e che non userò l'arma contro di lei. Quindi ...

-L'Astargh non si trova qui – dice la donna in tono solenne.

Ed è allora che tutto intorno a me sembra crollare. Adesso sono io a dovermi reggere a Riley.

-Cosa ... che significa che l'Astargh non è qui?

-La leggenda dice che l'Astargh si trova dov'è la Grande Madre e così è. Ma questo è il posto sbagliato.

-Noi ... noi abbiamo rischiato la nostra vita per venire fin qui. Riley è quasi morto e lei adesso mi dice è stato tutto inutile?!

-Il tuo amico guarirà. Nel vostro mondo non resterà altro che una cicatrice della sua ferita.

-Ma è stato tutto inutile. questo viaggio, tutto questo ...

-Nulla è vano. Rifletti, Karen. Tu sai dove si trova l'Astargh.

-No, non lo so!

-Conosci bene il luogo.

-Non è vero. Me lo dica lei!

-Ti aspettano tempi duri, Karen Edwards.

-No, un momento ...

Tutto intorno a me inizia a dissolversi. Dagli alberi, al cielo, al suolo erboso ... Riley stringe la mia mano e la tiene ancora stretta quando riaprendo gli occhi ci ritroviamo all'ingresso del tunnel, nel campo di Oakstone Valley. Mi avvolge tra le sue braccia.

-E' stato tutto inutile ... - sussurro incredula.

Riley sospira, stringendomi più forte. Mi scosto di scatto.

-La tua ferita ... - sussurro.

Lui solleva la maglietta. In una cosa la Grande Madre aveva ragione: resta solo una piccola cicatrice. Sospiro e mi getto tra le sue braccia, l'unico luogo in cui valga la pena stare.

Il cielo è ancora buio. E' trascorsa poco più di un'ora dal nostro ingresso nella radura senza tempo e non è cambiato assolutamente nulla.

-Ti accompagno a casa – mi dice.

-Non puoi.

Se ti vedessero, potrebbero ucciderti, vorrei dirgli.

Mi dà un bacio sulla testa.

-Sei la mia ragazza. Certo che posso.

Sorrido nell'oscurità. In fin dei conti, questo viaggio non è stato poi così inutile.

-E adesso che facciamo? – Gli domando mentre camminiamo. –Non avevamo un piano B.

-I piani B fanno sempre schifo. Improvviseremo. Ce la faremo.

-La Grande Madre ha detto che so dove si trova l'Astargh, ma la verità è che non ne ho idea.

Riley riflette in silenzio per qualche istante.

-Rilassati. Prova a schiarirti la mente. Magari lo sai davvero, solo che non te ne rendi conto.

Mi appoggio a lui e sembra troppo presto quando giungiamo davanti alla tenuta Oakwest.

-Fai attenzione rientrando – mi dice.

-Anche tu.

Mi bacia un'ultima volta, un bacio che termina troppo in fretta, dopodiché mi volto per rientrare. Percepisco il suo sguardo che mi segue finché non entro in casa e continuo a percepirlo persino quando in punta di piedi raggiungo la mia stanza. Quando mi affaccio dalla finestra è ancora lì e giuro di scorgere un sorriso illuminargli il volto.

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