-Quanto tempo ci vuole ancora? – Domando ad un certo punto a Riley.
Sembrano passate ore che siamo chiusi dentro questo tunnel.
-Non ne ho idea – risponde abbassandosi per poter proseguire.
Sono costretta a fare altrettanto e a continuare a camminare per un tratto quasi a gattoni.
-Come non ne hai idea?
-Sai, non sono mai stato qui dentro prima d'ora. E non conosco nessuno vivo che ci sia stato.
Sbuffo continuando a seguirlo.
È a quel punto che inizio a sentire un debole suono che rompe il silenzio tombale del tunnel. Tendo l'orecchio per captare meglio.
-C'è dell'acqua qui vicino – dico.
La temperatura si sta abbassando notevolmente e rabbrividisco per il freddo.
Sistemo meglio lo zaino con qualche scorta di cibo e un cambio sulla spalla, poi mi sbrigo a raggiungere Riley che nel frattempo ha continuato ad avanzare.
-Ma tu non stai congelando? – Gli domando.
-Cammina che ti passa – è la sua risposta. –Attenta, qui si scivol ...
Non finisce nemmeno di dire la frase che il mio piede scivola su una pietra bagnata e cado all'indietro. La mano di Riley afferra il mio braccio e, dopo un istante, mi tira su.
-Imbranata – dice.
-Se tu mi avessi avvisata un attimo prima – mi difendo.
Riley cela un sorrisetto divertito e continua a camminare.
Lo stretto corridoio si allarga sempre più, fino ad aprirsi in uno spiazzo.
-Oh – dico, fermandomi per osservare quanto mi circonda.
C'è un lago sotterraneo. Il fascio di luce della torcia di Riley lo rende uno specchio argentato coronato da diamanti che brillano.
Stringo le braccia attorno al petto per riscaldarmi, incantata da quella meraviglia.
-E' stupendo – dico avvicinandomi.
-Già, dimmi quanto è stupendo quando dovrai attraversarlo – dice Riley.
-Come?
-Non vedi? L'unico modo per poter proseguire è attraversare il lago.
Ha ragione. Non c'è nessun altra via.
-Non vedo una barca da nessuna parte - Dico, avvicinandomi all'acqua.
-Ferma! – Mi blocca Riley.
Mi volto verso di lui.
-Mai avvicinarsi a dell'acqua senza essere certi che non sia corrosiva – dice.
-Che diavolo di problemi hai? – Gli chiedo.
In risposta, lui prende un sasso e lo butta in acqua.
Al sasso non succede il resto di un bel niente, se non che sprofonda.
Inizio a battere lentamente le mani.
-Wow Riley, un'ottima dimostrazione.
Mi fulmina con lo sguardo.
-Non si sa mai. Quella pietra avrebbe anche potuto sciogliersi – dice.
Sollevo un sopracciglio.
-Non avrebbe avuto senso. Se questa è l'unica via per raggiungere la radura senza tempo, che senso avrebbe avuto farci sciogliere prima ancora di raggiungerla?
Riley non commenta e la prendo come una vittoria.
-Beh, come pensi di attraversare questo bel laghetto? – Domando.
-Semplice – risponde Riley, porgendomi la torcia, posando a terra il suo zaino e levando la felpa. –Nuotando.
Impiego qualche istante a riprendermi. Sono conscia di essere rimasta per qualche istante in più con la bocca semiaperta a fissare il suo addome scolpito. Sono conscia anche di essere rossa come un peperone. E infine sono conscia della follia che ha appena detto.
-Sei matto?! – Chiedo, cercando di controllare la mia voce. Mi schiarisco la gola. –Si gela. Potremmo morire assiderati. E poi, fino a quando si allunga questo lago? Quanto è profondo? Come ...
-Edwards, meno chiacchiere, più azione.
-No. Puoi scordartelo che io entri dentro quel lago. È fuori discussione.
-Vuoi fare il patto con la Grande Madre? Questa è la strada. Sei stata tu stessa a dire che non avrebbe senso farci morire prima ancora di raggiungere la radura senza tempo, no? Quindi ce la faremo.
Detesto le persone che usano le mie stesse frasi contro di me.
Sto per ribattere qualcos'altro, ma Riley inizia a togliersi i pantaloni.
"Karen, smettila di fissarlo. Karen, smettila" mi dico.
Mi volto velocemente verso il lago fingendo di cercare un altro percorso, ma sento Riley ridacchiare alle mie spalle.
-Una cacciatrice pudica, chi l'avrebbe mai detto?
-Puoi scordartelo che mi spogli davanti a te.
-Oh avanti, sono certo che ne muori dalla voglia.
Mi volto furente verso di lui. Per fortuna indossa ancora i boxer.
-Ho un cambio nello zaino. Potrò nuotare con i vestiti e poi cambiarmi mettendo questi ultimi ad asciugare.
Solleva le spalle.
-Fa come vuoi.
-Non potresti usare uno dei tuoi incantesimi da fatina per far spuntare un ponte magico o roba del genere? – Gli domando.
-Punto uno, non sono una fatina, ma un custode. Non ho nessun potere degno di essere definito tale, e due, vedi di darti una mossa.
-Ti ho detto che resterò con i vestiti.
-Non sei mai andata in spiaggia? Lì la gente sta esattamente come sono io in questo momento.
Il suo discorso non fa una piega, ma ammetterlo sarebbe una vittoria per lui. Per questo lo ignoro ed entro nel lago.
L'acqua è una morsa di ghiaccio. Un dolore sordo mi si irradia su per la gamba e inizio a tremare per il freddo. Non sono mai congelata così tanto in vita mia.
-Riley, fa troppo freddo. Come possiamo attraversare un lago del genere?
-Continua sempre a muoverti, non restare mai ferma o la situazione peggiorerà.
Seguo il suo consiglio. Non mi resta altro da fare. Avanzo nel lago battendo i denti, un piede davanti all'altro, finché non trovo più un punto d'appoggio. Lancio un piccolo urlo e sprofondo nel lago.
-Edwards! - Urla Riley.
Cerco di tornare in superficie, ma l'acqua intorno a me è particolarmente pesante, è tutto così strano. Poi due braccia forti mi tirano su da sotto le ascelle e riemergo tossicchiando in superficie.
-Fai più attenzione la prossima volta! - Urla Riley.
-Scusa tanto! - rispondo infuriata, cercando di fare entrare più aria nei polmoni.
A causa del freddo è difficile rimanere a galla. Anche Riley ha qualche difficoltà a muoversi, ma non appena ci riesce mi trascina con sé. Avanziamo in mezzo alle acque scure. Dall'alto proviene un debole lucore bluastro che ci consente a mala pena di vederci l'un l'altra. La torcia di Riley è nel suo zaino.
-Forza Edwards, puoi farcela - mi incita.
-No, Riley. Non ce la faccio più - dico battendo i denti.
Non ti arrendere, mi ripeto.
Presa da un'ondata di forza di volontà, inizio ad avanzare senza l'aiuto di Riley. Cerco di non pensare al freddo che mi sta paralizzando e continuo a muovermi, finché non mi accorgo che è la corrente stessa che mi sta facendo avanzate. Un momento, una corrente in un lago?
-C'è un vortice più avanti! - Grida Riley alla mia destra.
Spalanco gli occhi ed è a quel punto che l'acqua inizia a trascinarmi violentemente. Urlo e Riley prende la mia mano. Non so di preciso a cosa sia aggrappato, ma so bene che non resisterà a lungo. La corrente continua a strattonarci violentemente e la mano bagnata alla quale sono aggrappata è scivolosa.
-Riley! - Urlo forte per sovrastare il rumore dell'acqua.
-Resisti. Deve esserci un modo, dobbiamo farcela!
Deglutisco, ma so che non c'è un altro modo. Poi ho un'idea.
-Forse dovremmo lasciarci trasportare dalla corrente. Forse ci condurrà dritti nella radura - dico.
-Sì, se per "senza tempo" intendi "morte".
-Che alternativa hai?
-Aspettare che l'acqua si calmi. Quando ciò avverrà, potremo proseguire.
-Nessuno di noi due resisterà abbastanza a lungo!
Con uno strattone, Riley mi tira verso di lui e invece che tenermi per mano circonda la mia vita con il braccio tenendomi stretta.
-Così dovremmo resistere più a lungo - dice.
Mi aggrappo a mia volta a lui per rimanere più stabile e insieme attendiamo che il vortice cessi. Peccato che ciò non avvenga, anzi, sembra aumentare sempre più d'intensità, se possibile.
-Reggiti più forte che puoi - mi dice.
Circondo la sua vita con le mie gambe, ma è tutto inutile. Arriva una corrente fortissima che ci divide.
-No! - Urla Riley, ma ormai è troppo tardi.
Veniamo trascinati nel vortice. Vengo sommersa dall'acqua e non riesco più a respirare. È come se delle mani mi tirino sempre più verso il fondo. Lotto contro queste mani alla pazza ricerca di aria, ma non arrivo mai a prenderne una boccata abbastanza grande che ecco che vengo sommersa nuovamente. Finché poi non mi è più possibile tornare in superficie. Sono sott'acqua e continuo ad andare sempre più giù. Di Riley intorno a me non c'è traccia. A circondarmi, la più totale oscurità. I polmoni iniziano a bruciare. Provo ad oppormi alla forza che mi spinge verso il basso, ma non riesco a risalire. Sto per perdere i sensi, lo so. Proprio quando sto cedendo, proprio quando sto per abbandonarmi a queste acque crudeli, ecco che precipito. Non più in acqua, però. L'impatto non è molto violento e inizio a tossire e a sputare acqua. Mentre cerco di far rientrare l'aria nei polmoni, grata, mi rendo conto di trovarmi su un suolo erboso. Continuo a tossire e quando finalmente riesco a calmarmi guardo in alto: sopra di me si trova il lago. È sospeso in aria e questo prato sembra esserne il fondale.
-Che diavolo ... - sussurro con voce rauca.
L'acqua sembra avere una propria gravità. Il vortice ci ha condotti qui. Continuo ad osservare il lago sopra di me con la testa all'indietro, quando ad un certo punto mi sembra di scorgere un'enorme mano che si avvicina. Urlo indietreggiando e finisco addosso a qualcuno.
-Hey! - Si lamenta Riley quando finiamo tutti e due a terra.
-Riley! - Riesco a dire. - Stai bene?
Annuisce.
-Tu?
Annuisco a mia volta.
Restiamo qualche istante ancora sdraiati, sfiniti e fradici, con un lago sopra la nostra testa e una terra da esplorare.
Allungando lo sguardo, noto che poco più avanti l'erba lascia spazio ad un terreno secco e brullo, oltre una massa scura. Quello che dovrebbe essere il cielo, anche se ci troviamo sottoterra, è viola scuro. Sentiamo un forte boato.
-Benvenuta nella radura senza tempo - dice Riley.
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