Capitolo 33

Trascorrono quattro giorni senza che nulla degno di nota accada.

È notte e mi giro e rigiro nel letto, nel vano tentativo di prendere sonno. O forse semplicemente di rilassarmi, dato che ogni qual volta riesco finalmente ad addormentarmi i miei sogni sono popolati da incubi.

Incubi nei quali tutta la mia famiglia è contro di me. Incubi nei quali mio fratello è mio nemico.

Sono così nervosa che non appena sento un lieve rumore mi si gela il sangue nelle vene e il mio cuore inizia a battere all'impazzata. Mi sollevo su a sedere.

La finestra è rimasta aperta tutta la notte ed entra della luce dall'esterno. Per questo riesco a distinguere un'ombra. Sto per cacciare un urlo, ma l'ombra si sposta velocissima e mi tappa la bocca. Provo invano a scalciare, a provare a liberarmi.

-Edwards, sono io – sussurra la voce al mio orecchio.

Non so perché, probabilmente mi sarei dovuta agitare ancora di più, ma mi calmo.

Riley resta fermo ancora un istante per assicurarsi che non faccia mosse azzardate, dopodiché mi lascia andare.

-Che ci fai tu qui? Come hai fatto ad entrare? – Gli chiedo.

-Dovevo parlarti.

-Chiami me incosciente e poi tu provi ad entrare in una casa popolata da cacciatori?

-E' importante. Non è una cosa di cui potrei parlarti a scuola. Anzi, sarebbe meglio se a scuola nessuno ci vedesse neanche scambiarci un'occhiataccia.

Adesso la paura sta iniziando ad acquisire concretezza.

-Cos'è successo?

Riley sospira.

-Ci hanno costretti. Pensano ci siano dei traditori – dice, passandosi una mano sul volto.

-Cosa ... chi vi ha costretto? A fare cosa?

Il mio cuore batte a mille. Immagino già un esercito di fate cattive appostato sotto casa mia, pronto a catturarmi e a costringermi a distruggere le barriere. Ma non è di questo che si tratta.

-Siamo legati. Io sono legato a Claire. Se Claire dovesse morire, morirò anch'io. Mason è legato a Jane. Tutti noi custodi siamo legati ad una fata.

Ok, questa non me l'aspettavo proprio.

-E' un loro stratagemma affinché nessuno li tradisca. Ovviamente non voglio la morte di Claire, non l'ho mai voluta, tengo molto a lei. Però ...

-Se le cose dovessero mettersi male per lei, lo saranno anche per te – completo.

Non è giusto che la vita di una persona sia legata a quella di un altro.

-Non c'è niente che tu possa fare per spezzare questo ...

-Incantesimo? No.

Restiamo qualche istante in silenzio.

-Senti, non so cosa succederà da ora in avanti. Non ne ho idea. Non conosco nemmeno i veri piani delle fate su come trovare il cacciatore che distruggerà le barriere, ma una cosa è certa: ti troveranno presto. Non so proprio cosa fare per evitarlo. L'unica soluzione è che tu vada via da Oakstone Valley.

-Andarmene? Non posso andarmene!

-Vedi un'altra soluzione?

-Cosa potrei dire alla mia famiglia? Ehm, scusate ma per colpa mia il mondo potrebbe essere invaso da potenti psicopatici, sarebbe meglio se togliessi il disturbo.

-Proprio così. Ritorna da dove sei venuta. Vai a vivere con tuo padre.

-Non posso farlo, Riley.

Lui abbassa lo sguardo sospirando.

-C'è ... c'è un'altra opzione – dice in un sussurro.

-Quale sarebbe questa opzione?

-C'è un modo per spezzare la maledizione, ma è molto pericoloso.

-Dimmi di cosa si tratta.

-L'Astargh. Trovare l'Astargh giurando di non uccidere la Grande Madre. Se il tuo cuore è puro, potrai trovarlo. E una volta trovato, potrai fare un patto con la Grande Madre.

-Che vuol dire?

-Una volta trovato l'Astargh potrai sistemare le cose. È il tuo destino distruggere le barriere, ma potrai limitare i danni facendo un patto con la Grande Madre. Però c'è un piccolo problema: per dare inizio a questo patto, dovrai utilizzare l'Astargh contro di te.

Rimango qualche istante in silenzio.

-Dovrei uccidermi?

-Pugnalarti. Se la Grande Madre accettasse le tue condizioni, sopravvivresti. Altrimenti ...

-E perché la Grande Madre dovrebbe mai accettare le condizioni di qualcuno che perseguita le fate? Di un discendente dell'uomo che ha tradito sua figlia?

-La Grande Madre è una persona giusta e saggia. Se un cacciatore ha un cuore puro e fa una scelta a fin di bene, al contrario delle fate, dovrebbe dare ascolto al cacciatore.

-Appunto, dovrebbe – dico con voce tremante.

-E' troppo rischioso, naturalmente. Per questo non se ne parla. Per questo ti ho detto che dovrai andartene da qui.

Punto lo sguardo nel vuoto, persa nei miei pensieri.

Josh ha detto che l'Astargh si trova insieme alla Grande Madre, che molti credono fatta di spirito. Che pensandoci bene, potrebbe essere la donna che popola le mie visioni: la donna del tunnel, la donna del quadro.

-Che conta? Se la Grande Madre accettasse, potremmo limitare i danni. Se non accettasse, morirei e le barriere non saranno eliminate. In ogni caso a te converrebbe – dico.

Un lampo gli attraversa gli occhi.

-Nessuno può sfuggire al suo destino, ti ho detto.

-Bene, allora la Grande Madre non mi lascerebbe morire. Dove possiamo trovarla?

-Edwards, non se ne parla.

-Per quanto paradossale, questa è l'opzione più fattibile – gli dico. –O mi dici dove posso trovarla, o inizierò le ricerche da sola.

-Certo che sei più testarda di un mulo!

-Dove, Riley?

Sospira.

-La Grande Madre può essere trovata solo da chi l'ha già vista. Lei si presenta a pochissime fate, o in questo caso persone, scelte. Tu sei una di quelle.

-Come fai a saperlo?

-Nel tunnel mi chiedesti se avevo visto la donna. Ho capito subito che si trattava di lei.

Annuisco, esortandolo a proseguire.

-C'è una strada sotterranea, molto lunga. Una volta usciti da lì, si arriva in una radura, chiamata la Radura senza tempo. Lì è come se il tempo non scorresse, è fuori dal mondo. Si dice si nascondano creature strane nella radura. Alla fine di quest'ultima, si trova la Grande Madre.

-Ma dato che posso vederla, non è come se l'abbia già trovata?

-No. Tu la vedi, ma lei ti ha raggiunta con il semplice pensiero. Non è realmente con te.

-Bene. Dove si trova questa strada sotterranea?

-E' troppo pericoloso.

-Non ho alternative, Riley. Lo sai meglio di me.

Improvvisamente, sentiamo un rumore provenire dal corridoio.

Sto per dire a Riley di andarsene, ma non appena mi volto verso di lui è già uscito dalla finestra.

Qualcuno apre la porta della mia stanza.

-Karen, tutto bene? – Chiede Colin.

-Sì, Cole. Che c'è? Sono le due di notte.

-Nulla, mi era parso di sentire delle voci.

-Tu le voci te le sogni. Buonanotte.

Non appena mio fratello chiude la porta, prendo il cellulare.

Ho bisogno di parlare con Loren, peccato che non possa dirle nulla.

"Ho un problema" le scrivo.

"Quale, Little K" è la quasi istantanea risposta.

Mantengo le dita ferme a pochi millimetri dai tasti, senza sapere con esattezza cosa digitare.

Poi sono le mie dita stesse a decidere, completamente scollegate dal cervello.

"Credo di essermi innamorata. Ed è un gran casino".

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