Capitolo 31
-Eccoci arrivati – dice Josh.
Siamo davanti ad un'elegante villa bianca circondata da un vasto e curatissimo giardino.
Una ragazza della scuola che conosco di vista ci accoglie e ci conduce sul retro del giardino che è ancora più grande e in cui sono state sistemate delle sedie ai lati di una passerella improvvisata.
È quasi buio e ci sono molti ospiti.
La maggior parte delle persone presenti indossa abiti eleganti, tailleur, giacche.
Abbasso lo sguardo sul mio maglione e sui miei jeans scoloriti cercando di passare il più inosservata possibile.
Ci sono pochi dei nostri compagni di scuola e noto una donna in tailleur bianco che accoglie alcuni dei nuovi arrivati.
-Quella è la madre di Claire, è lei l'organizzatrice tutti gli anni – mi dice Josh a bassa voce.
Spalanco gli occhi.
-Vuoi dirmi che siamo a casa di una fata?!
-Credevo lo sapessi. Credevo fosse per questo che volevi venire. Sai, per sondare un po' il territorio ...
-No, affatto. Dobbiamo andarcene da qui.
-Ok, ma ...
-Karen. È un piacere vederti – dice qualcuno alla mia sinistra.
Mi volto e mi ritrovo davanti Jane, impeccabile nel suo vestitino rosso e i tacchi vertiginosi. I suoi capelli biondi sono raccolti, il volto è sempre impassibile e in mano ha una cartelletta. Sarà probabilmente la presentatrice della serata.
-Anche per me – rispondo.
-Perché non ti accomodi? Sarà una lunga serata, ti consiglio di trovare un posto per sederti.
-Grazie, ma ho ricordato di dover ...
Inclina leggermente la testa continuando a fissarmi e dimentico ciò che stavo per dire.
Lei mi guida verso un posto a sedere e io e Josh ci accomodiamo.
Quando mi riscuoto è ormai troppo tardi.
-Cavolo ... - sussurro. –Come diavolo ha fatto a fregarmi?
-E' la sua specialità. Ma non temere, non sarà poi così male. Non potrà accadere niente – mi rassicura Josh.
Sbuffo, ma dopotutto a ragione.
-Oddio Karen, meno male che sei qui! – Strilla Mara non appena mi vede.
Mi raggiunge nel suo lungo vestito arancione, traballante sui tacchi.
-Che succede? – Le chiedo.
-Devi venire con me, subito!
-Calmati. Che succede?
-Manca una modella, non si è presentata, ci serve qualcuno, ora!
-Ooookay, quindi?
-Vieni, ci servi tu!
-No, puoi scordartelo.
-Ti prego, Karen!
-Chiedetelo a Jane.
-Jane fa già la presentatrice. Ti prego, non abbiamo a chi altro chiedere!
-Niente da fare, mi dispiace Mara.
-Oh, per favore!
Mi guardo intorno. Cosa ci sarà mai di male?
-E va bene - dico con un sospiro.
-Grazie Karen, ti saremo tutte debitrici.
Certo, dillo a Claire o a Jane.
Scambio un ultimo sguardo con Josh, dopodiché seguo Mara che inizia a correre.
Entriamo dentro la casa e vedo subito le altre ragazze.
-Presto, abbiamo cinque minuti - dice una.
-Vai lì dentro, ti aiuto a mettere il vestito.
-Su, sbrigati!
Mi cambio indossando in fretta e furia un vestito che se avessi più tempo per ammirare definirei certamente uno dei più belli che abbia mai visto.
Il corpetto è azzurro scuro impreziosito da piccole perle e la gonna, lunga ed ampia quasi fosse un abito da corte, in chiffon di un azzurro più chiaro che va man mano a sfumare.
-Sciogliti i capelli. Tania, passami della schiuma e della lacca - dice una ragazza.
Chiudo gli occhi di scatto allo spruzzo delle varie sostanze, poi una delle ragazze mi fa girare e mi fa indossare una collana.
-Perfetta - dice con un sospiro di sollievo. - Percorri quel corridoio ed entra nella prima stanza. Troverai le altre. La sfilata inizierà tra qualche istante, sbrigati.
Mi ritrovo ad annuire e a fare quanto mi dice.
Esco dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle e mi ritrovo in un lungo ed ampio corridoio. Intercetto la porta dalla quale dovrò entrare e faccio per dirigermi verso di essa.
-Edwards?!
Mi volto di scatto verso Riley.
In un primo momento rimango colpita dal suo abbigliamento: è in smoking e beh, l'abbigliamento gli dona.
-Cosa diavolo ci fai qui?!
-Io ...
Mara esce dalla porta verso la quale ero diretta, fissandomi con aria sgomenta.
-Oh, sei qui. Stavamo per preoccuparci. Forza, stiamo iniziando! A proposito, il vestito ti sta benissimo. Ho proprio occhio.
-Dacci un secondo, Mara - dice Riley.
Al ché la mia amica ammutolisce, accorgendosi per la prima volta della sua presenza.
-Meno di un secondo. Stiamo per iniziare - replica, ma richiude la porta alle sue spalle.
-Non puoi sfilare - mi dice Riley.
-Senti, mi hanno incastrata. Figurati se vorrei ...
-Sei un'idiota. Qualcuno potrebbe già aver visto il marchio sul tuo cuore.
Caspita, non ci avevo pensato. Il vestito è abbastanza scollato da permettere di vedere il marchio. Anche se in fin dei conti Riley l'ha notato solo osservandomi bene, non è detto che qualcuno non faccia altrettanto.
-Cosa posso fare? - Chiedo spaventata.
Riley si passa una mano sul volto.
-Devi andartene. Seguimi.
Faccio come mi dice. Avanziamo lungo il corridoio diretti verso il portone, ma sentiamo dei passi.
Riley spalanca gli occhi, ma si toglie in fretta la giacca e la posa sulle mie spalle.
La madre di Claire fa capolino all'interno della casa.
-Riley. Non dovresti essere l'accompagnatore di una delle ragazze? - Chiede la donna.
-Sì, stavamo andando infatti.
-Come mai la ragazza ha la tua giacca?
-Ha freddo, si sente poco bene.
-D'accordo, ora però sbrigatevi. Jane sta finendo la presentazione.
-Subito - risponde Riley.
Mette una mano sulla mia schiena e mi guida verso la sfilata.
Gli rivolgo uno sguardo allarmato e lui risponde con una presa più salda sulla mia schiena.
Raggiungiamo gli altri ragazzi pronti per sfilare in coppie, tutti in attesa che la sfilata inizi.
-Aspettami qui. Sarò io il tuo accompagnatore, ma devo avvisare gli altri dello scambio - mi dice.
Annuisco perché non riesco a pronunciare nemmeno una parola.
Come posso essere stata così stupida? Come ho fatto a dimenticare che i custodi possono vedere il marchio sul mio cuore, oltre che le mie radici?
Mi guardo un attimo intorno cercando una via di fuga. Peccato che proprio non ce ne siano.
Frustrata, ritorno a guardare dritto davanti a me quando percepisco nuovamente la presenza di Riley al mio fianco.
-Sfilerai con la giacca - sussurra.
Mi volto verso di lui.
-Cosa?
-Non c'è alternativa. Il bello dell'abito sta nella gonna, diremo questo.
-Ma non ...
-Fidati, funzionerà.
-E se non dovesse funzionare? E se anzi insospettissi tutti i custodi? E se facessi ricadere i sospetti anche su di te?
-Non abbiamo alternative.
-Potrei fingere di svenire.
-Se ne fossi capace ...
-Se fingessi di dover andare in bagno giusto un secondo e invece scappo?
-Non ce la faresti.
-Cavolo, Riley!
-Tranquilla, andrà tutto bene. Convincerò la "stilista" di turno a dire che è stata un'idea sua perché ... Aspetta un attimo.
Mi prende per un braccio e mi tira in disparte. Saremo gli ultimi a sfilare, quindi non se n'è accorto nessuno, se non due organizzatrici poste davanti alla porta.
Riley rivolge loro un sorrisetto e mi circonda la vita con un braccio.
Gli vuole far credere che stiamo insieme e che ci stiamo appostando momentaneamente per un bacio privato? Sì, capisco ben presto.
C'è una piccola rientranza nella stanza in cui le due donne non possono vederci. Tutti gli altri ragazzi sono voltati verso la passerella dalla quale dovranno uscire.
-Togli un attimo la giacca - mi dice Riley.
Faccio come mi dice.
Lui osserva per qualche istante il corpetto del mio vestito, un po' troppo a lungo per i miei gusti tanto che sto per assestargli un pugno, dopodiché prende un punto dell'abito in corrispondenza dell'addome con tutte e due le mani e inizia a tirare forte. Sento il rumore di uno strappo e spalanco gli occhi.
Questo ragazzo è un genio del male.
Una delle organizzatrici deve aver sentito lo strano rumore perché accorre in fretta.
-Oh mio dio! - Urla.
La sua collega accorre in fretta mentre alcuni dei ragazzi si voltano verso di noi.
-Come si è strappato? Come?! - Sbraita una delle due.
-Io ... Mi dispiace, non so come ...
-È un disastro, un disastro!
-Potrebbe sfilare comunque con la mia giacca - propone Riley.
-Dio mio, sai quanto vale quel vestito?! Santo cielo, è quasi il vostro turno. Non possiamo riparare nulla. Forza, andate. Tieniti la giacca.
Riley mi tira per un braccio celando un sorriso e io faccio altrettanto.
Insieme usciamo sulla patetica passerella e sfiliamo.
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