Capitolo 27
-Hey, va tutto bene? – Mi chiede Chloe.
È senza dubbio la più buona del gruppo. Mi sono sempre trovata bene con Chloe. Abbiamo molti interessi in comune, al contrario che con Diana. Non saprei proprio dire come faccio ad essere imparentata con una come lei. La prima cosa che noti non appena la vedi, è il suo trucco a palate. Diana non ha un carattere semplice e i suoi migliori amici sono i ragazzi.
-Sì. E tu? Emozionata per il primo giorno?
-Giusto un po' nervosa. Ma è il nostro dovere, dopotutto – risponde Chloe.
Ecco qualcosa in cui invece non ci assomigliamo: lei è sempre ligie al dovere.
Lei e Diana sono in classe con me. Il numero di iscritti della nostra scuola sta superando cifre mai raggiunte prima.
Così durante l'ora di educazione fisica mi ritrovo a correre al fianco delle mie cugine a loro volta circondate da ammiratori incuriositi.
-Quindi siete parenti?
-Quanti nuovi arrivati!
-Da dove venite?
Non potendone più dell'interrogatorio e potendo fortunatamente sfuggirvi, inizio a correre più veloce, lasciandomi la folla alle spalle.
Sto correndo nel retro della scuola, distante da tutto e da tutti, quando ad un certo punto una mano mi afferra.
Mason.
Mi volto di scatto verso di lui, cercando di liberarmi dalla sua presa.
-Lasciami – gli intimo.
-Karen, ti prego.
-Non voglio sentire proprio nulla da te. C'è il tuo amico Riley con gli altri poco più indietro. Non vorrai che ti scoprano.
-Mi sono messo d'accordo con Riley. Lui sta trattenendo gli altri. Ci sono degli sviluppi.
-Che vuol dire ci sono degli sviluppi? Senti, non voglio più avere niente a che fare con te. Mi hai ingannata.
-Lo so, e mi dispiace. Sai che è così.
-Neanche ti conosco!
-Senti, è comunque inevitabile. Io e te siamo legati e tu lo sai benissimo.
-No, non lo so affatto. Per quale motivo? Perché hai sognato la canzone che ho composto tempo prima di vederci? Complimenti, sei un sensitivo.
-Non l'ho semplicemente sognato. Ce l'ho in testa costantemente, giorno dopo giorno, da anni ormai. Non può essere un caso.
Abbasso lo sguardo perché queste parole fanno comunque male. Forse, a modo mio, stavo iniziando ad affezionarmi a Mason e il fatto che mi abbia tradita ha lasciato una cicatrice più profonda di quanto immaginassi. Però, mettendomi nei suoi panni, non potrei certamente biasimarlo.
Magari anch'io mi sarei comportata esattamente come Riley e Mason. E comunque, a modo loro, in questo momento mi stanno proteggendo. A quanto pare.
-Non era di questo che dovevi parlarmi, giusto? – Gli chiedo.
Lui sospira e cerca il mio sguardo.
Non trovandolo, mi solleva il mento.
-Alcune delle fate, insieme ai loro guardiani, distruggerebbero il mondo una volta eliminate le barriere. Altri farebbero del bene, ma non possiamo fidarci neanche di questi ultimi, per ora. E' subentrato un problema, però. Alcune fate sostengono di aver visto la Grande Madre. Può voler dire solo una cosa: presto le barriere saranno eliminate. E sapendo che chi eliminerà le barriere si trova tra i cacciatori, non ci sono molte opzioni.
Deglutisco, nervosa.
-Quindi cosa posso fare?
Mason mi fissa serio.
-Fai in modo che nessuno veda il simbolo. Comportati il più normalmente possibile.
-Perché tu e Riley mi state aiutando?
-Non voglio vedere il mondo distrutto. E poi lo sai bene. Siamo legati.
-Smettila di dire così.
-Mi dispiace averti deluso. Voglio solo farti sapere che sono sempre stato me stesso, quando sono stato con te.
Lascia il mio mento e sposta la mano sulla mia guancia.
Continuo a fissare i suoi occhi feriti finché infine non si allontana.
-Stai attenta – mi dice e sembra faticare ad allontanarsi.
Lo osservo mentre rientra velocemente dentro la scuola e non mi accorgo di Jess e Mara che nel frattempo mi hanno raggiunte.
-Tutto bene, Karen? – Mi chiedono.
-Sì, va tutto bene – rispondo loro.
Voltandomi, incontro lo sguardo duro di Riley.
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