Capitolo 12

All'uscita aspetto mio fratello.La cosa è strana. Da quando ci siamo trasferiti, è sempre lui ad aspettare me all'uscita, non il contrario.Speranzosa, penso che forse si sia ambientato. 

-Che fai? – Mi chiede Mara, passando con Jess al mio fianco.

 -Sto aspettando mio fratello. Lo avete visto da qualche parte? 

Scuotono entrambe la testa.

 -Però ti cercavamo poco fa – continua Jess.

 -Come mai? 

-Volevamo invitarti ad una festa. Venerdì, a casa di Miller. 

-Grazie, ma ... 

-Un rifiuto non è accettato. È famosissimo per le sue feste e ha una casa enorme!

 -Non so neanche chi sia questo Miller e non mi ha invitata. 

-Ma sono tutti invitati alle sue feste! Non hai bisogno di un invito diretto. 

-Ma ... 

-Nessun ma. Dovrai venire. 

Sospiro.-Vedo se posso – rispondo infine. 

-Benissimo! – Dice Mara entusiasta.Poi entrambe mi salutano e se ne vanno.Le seguo con lo sguardo, finché non mi sembra di scorgere qualcuno oltre la scuola.Sistemo la tracolla sulla spalla e mi dirigo verso quella direzione, sentendo il cuore battere sempre più forte. 

-Non lo ripeterò un'altra volta. Sei stato messo in guardia – sento dire ad una voce.È Riley.Poi sento un botto.Appena in tempo, vedo mio fratello che schiaccia Riley contro il muro di cinta della palestra.-Hey, che succede? – Mi intrufolo subito.Colin allenta la presa quel tanto che gli basta perché Riley possa liberarsi e assestargli un pugno allo stomaco. 

-Hey! Ma che problemi hai! – Urlo, facendo per arrivare addosso allo stronzo che ha appena attaccato mio fratello.È proprio quest'ultimo però a fermarmi. 

-Lascialo perdere, Karen. Torna a casa – mi dice. 

-Non senza di te. 

-Devo chiudere una questione – insiste lui.Trattengo una risata amara. 

-Senza di te non vado da nessuna parte. Dimmi Riley, qual è il tuo problema con i novizi di questa città?

 Riley inizia ad avvicinarsi e Colin si piazza davanti a me. 

-Lei non c'entra niente – dice. 

-Ah, no? 

-No. 

-Come potrei crederti?

 -Lo sai bene come. 

-Ok, ma è tua sorella. Non posso fidarmi comunque.

 -Di cosa diavolo state parlando? 

-Stanne fuori! – Esclamano entrambi contemporaneamente.Ma non demordo e mi piazzo tra i due.

 -Lascia in pace me e mio fratello. Non ti abbiamo fatto alcun male, né dato fastidio. Il problema evidentemente sta nella tua testa. Vedi di risolverlo senza coinvolgerci – dico a Riley.-E tu sei un idiota ce provi a discutere con uno come lui – dico a mio fratello, per poi prenderlo per il braccio e provare a trascinarlo lontano da lì. 

-Quasi mi fai pena a dover vivere ogni giorno con quest'essere insopportabile. Sai che non è finita, Edwards – dice Riley prima di voltarsi e andarsene.Ancora furente di rabbia, vorrei seguirlo e lasciare che mio fratello lo picchi, quindi per sfogarmi inizio a camminare velocemente verso casa con Colin alle calcagna. 

-Non ho mai conosciuto una persona più irritabile di quel tizio – dico mentre cammino a passo svelto.Mio fratello non risponde e mi volto a guardarlo.

 -Cosa voleva da te? 

-Solo fare un po' a botte.

 -Ha detto che non te lo ripeterà un'altra volta. Cosa non ti ripeterà un'altra volta?

 -Stupide minacce, Karen. 

-Mi da un fastidio! 

-Ti ha importunata ancora? 

-No, a parte che mi ha intimato di non avvicinarmi più a Claire e company. Cosa non molto difficile, dato che lei non mi rivolge più la parola. Giuro che se è per colpa sua io ... io ... 

-Lo farai a pezzi con le tue manine?

 -Esatto! 

Finalmente vedo comparire l'ombra di un sorriso sul viso di Colin.Affretta il passo e mi scompiglia i capelli.

 -Ti voglio bene sorellina.

 -E meno male. Ti ho appena salvato la vita. 

-Ah, perché credi che non avrei potuto averla vinta contro di lui?

 Alzo gli occhi al cielo e gli assesto una leggera gomitata.-Perché non ti ho rovinato la reputazione.Mio fratello torna a rabbuiarsi.-Non conta più la reputazione. Non qui. Qui è tutto diverso. 

Continuo a fissarlo di sottecchi. 

-Oh Colin, ti prego! Non ricominciare ... 

Invece ricomincia chiudendosi nel suo mutismo e non appena arriviamo a casa si chiude in camera sua. Mamma ha iniziato i turni anche di pomeriggio, quindi non è in casa.Non mi resta che chiudermi a mia volta nella mia stanza.Sento caldo, il che è strano dato che siamo a Febbraio. Tolgo il maglione e resto con le maniche corte.Dovrei studiare giustamente, ma il libro sul comodino inizia a chiamarmi.Studierò tra un po', il tempo di leggere giusto un capitolo ...Faccio per dirigermi alla cassapanca con il libro tra le braccia quando incontro il mio riflesso nello specchio.Con la fronte aggrottata, mi avvicino a quest'ultimo.Vedo ancora la macchia nera, solo che sta volta è più in basso, infatti riesce a sbucare oltre le maniche corte. O forse non è più in basso. Forse la macchia è cresciuta. Tiro su la manica sulla spalla e mi accorgo di aver ragione: adesso che è più grande, sono certa che non si tratti di un livido e che sembrano veramente tante linee nere che si intrecciano, scendendo per circa cinque centimetri. Ma, proprio come l'altro giorno, guardando la mia spalla e il mio braccio non noto assolutamente nulla.Forse sto impazzendo. 

-Colin – Urlo chiamando mio fratello per avere la conferma di quest'assurdità.Mio fratello però non risponde. Certamente starà ascoltando musica.Sospiro e ancora una volta decido di non perdere tempo a ragionarci.Mi avvio verso la cassapanca e faccio per sedermi. Nuovamente però c'è qualcosa che mi distoglie dalle mie attenzioni.Vicino al bosco c'è qualcuno.

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