29. La lista è ancora lunga, Masy
È domenica sera e come la brava adolescente che sono, immaginate un po' cosa sto facendo!
No, non mi sto per niente preparando per il giorno di domani, dato che si ritornerà a scuola, bensì sto fantasticando alla grande sul bacio che io e Hunter ci siamo dati.
In realtà ci ho pensato tutto il giorno e percepisco ancora il suo tocco sulle mie labbra. Al solo pensiero della sua bocca calda sulla mia, vado in iperventilazione. Non è stato soltanto un contatto tra labbra contro labbra, ma è stato molto di più.
Il modo in cui mi ha baciato mi ha trasmesso più emozioni di quante io ne abbia mai provate in tutta la mia vita. È stato come se avessimo sigillato insieme una promessa.
Io non dimentico le sue parole. Spesso non ricordo nemmeno ciò che dico il giorno prima, ma certe cose rimangono impresse nella mente, nel cuore. Le sue parole sono indelebili, imparagonabili.
So che molte volte sono più importanti i fatti, ma in questo caso non posso fare finta di niente.
Ogni giorno so qualcosa di più su di lui, ed è una bellissima scoperta.
Sorrido, con lo sguardo puntato verso il soffitto, e accarezzo la testa del mio cane, che come sempre mi fa compagnia.
Non so con esattezza cosa sia l'arte per lui, non mi sono mai interessata. Ma in questo momento so soltanto che Hunter sembra un quadro di alto valore nascosto agli sguardi degli altri. Un quadro che aspetta di essere trovato e capito. E io a capire l'arte faccio un po' schifo, ma per lui farei un'eccezione.
Allo stesso modo in cui un pittore riporta sulla sua tela pennellate quasi in toni aggressivi, così appare Hunter ai miei occhi certe volte : sguardo perso, carico di rabbia, di rassegnazione e di meraviglia. Se c'è uno dei due ad essere arte, quello sicuramente è lui.
Scendo dal letto, senza smettere di sorridere, e guardo il cielo. La regina indiscussa della notte splende in tutto il suo splendore, attorniata dalle stelle, come piccoli diamanti che sembrano aumentare la loro luminosità grazie al suo riflesso. Questa felicità che provo ora è strana. A volte non c'è per niente e altre volte mi prende come un treno in faccia. E quando un treno ti prende dritto in faccia, cosa succede? Stai male.
Voglio essere felice, ma sono così abituata a stare male che ormai mi sembra che il destino mi stia prendendo in giro. Sembra un gioco, una partita a scacchi.
È come prendere un principiante e lo getti nel campo da lotta contro un campione. Non sai cosa fare, che direzione prendere, come agire. Però ti abitui. Certe volte devi prendere le botte per sapere come difenderti.
È solo che il peggio arriva quando scendi in campo per volontà propria e aspetti di essere colpito fino a morte.
Sento Sir Lancillotto abbaiare e gli scocco un'occhiata di rimprovero, intimandogli di stare zitto.
Osservo il giardino della signora Thompson, illuminato da un lampione, e poi giro lo sguardo verso la finestra, attraverso la quale vedo la luce tenue emessa dalla lampada illuminare di poco la sua stanza. E in momenti del genere non vedo più la donna che mi incute timore con le sue allucinazioni, bensì una donna triste che se ne sta sul bordo del letto con una foto tra le mani.
Tiro la tenda e mi rimetto a letto, ma lo stridere delle ruote sull'asfalto e una canzone, che sembra una di quelle che mettono in discoteca, attirano la mia attenzione. Saranno i soliti teppistelli che fanno casino.
Il cellulare vibra sopra il comodino e mi affretto a prenderlo, con il cuore che inizia a battermi a mille non appena leggo il suo nome.
Hunter: Vieni con noi, Masy! Esci in strada.
L'emozione di saperlo qui viene quasi sostituita dall'ansia. Decido di rispondergli e chiedergli qualche spiegazione.
Io: Che cosa intendi?
Hunter: Se esci, lo scoprirai!
Scosto quasi violentemente la tenda e guardo in strada, osservando il pick-up fermo davanti a casa mia. Oh, cazzo. Inizio a saltare quasi come una trottola per la stanza mentre cerco di infilarmi le converse senza inciampare. Do un'occhiata veloce allo specchio, la siccome so di avere la faccia che ho tutti i giorni, decido di non truccarmi ed esco così, scendendo le scale due alla volte.
«Hayra, quante volte ti ho detto di non correre sulle scale? Non hai più cinque anni!» grida mia madre dalla cucina. Alzo gli occhi al cielo e mi affaccio per salutarla e chiederle il permesso di uscire.
«Sono le nove, dove dovresti andare a quest'ora?» chiede, smettendo di tagliare la mela a pezzi, concentrandosi su di me.
«Con amici, mamma. Fuori, a farmi un giro.» rispondo, ma la trepidante attesa di uscire fuori da questa casa e fiondarmi in strada è straziante.
«Non mi sembra il caso che tu-» inizia a dire, ma la interrompo.
«Mamma, ti ricordo che Ethan è fuori! Torna sempre tardi, a lui non dici mai niente!» le faccio presente, sperando che non se ne esca con un'altra cavolata. Sono le nove di sera mica mezzanotte!
«Ma tu sei una ragazza, è diverso.» ribatte, guardandomi torva.
Deglutisco e la guarda supplicandola con gli occhi.
«Va bene, hai il coprifuoco. A mezzanotte devi essere a casa.» dice sospirando, quasi come se avesse fatto la scelta più difficile della sua vita. Le sorrido e poi corro fuori, dirigendomi velocemente verso la macchina. Guardo nel rimorchio e vedo anche Stacy, Hunter, Kayden, Bella e Scott. Garrett sta guidando e accanto a lui c'è Rachel, che muove freneticamente una mano per salutarmi.
«Cosa succede?» chiedo e Hunter allunga il braccio verso di me per aiutarmi a salire accanto a loro.
«Ti sei mai intrufolata ad una festa... enorme?» chiede Stacy, con occhi che brillano d'eccitazione.
Batto le palpebre, chiedendomi se ho sentito bene oppure se è uno scherzo di cattivo gusto. «Come, scusa?» domando, sentendo già l'ansia espandersi doppiamente nel mio corpo.
I ragazzi si scambiano uno sguardo complice e si limitano a sorridere. Kayden ha un sorriso beffardo sul viso, mi fa l'occhiolino e mi fa cenno di sedermi accanto a Hunter.
«Finiremo nei guai?» chiedo, il tono di voce insicuro.
«Non so e non mi interessa. Dove sarebbe il bello, altrimenti?» dice Kayden, allungando le gambe verso le mie. In che casino mi metteranno?
Hunter apre il piccolo finestrino e dice a Garrett: «Rimetti la musica, idiota!»
Ed è così che si susseguono un insieme di corroboranti risate e versi della canzone di Bon Jovi, You give love a bad name. Questa canzone la sentiva spesso mio padre, penso sia una tra le sue preferite.
Ma in questo momento non voglio pensare a lui. Non voglio pensare alla mia vecchia vita, altrimenti so che permetterei ai ricordi di farmi male di nuovo.
Hunter fa l'idiota accanto a me facendomi ridere, anche se fino a qualche secondo fa ho cercato di rimanere seria. Muove le spalle in modo buffo, spingendo poi la sua testa contro la mia. Il suo respiro caldo mi accarezza il collo e la guancia soltanto per un secondo; sentirlo così vicino basta per farmi sorridere ancora di più.
Stacy e Scott cantano e al contempo muovono le braccia in modo impacciato, colpendo quasi in testa Kayden, il quale alza gli occhi al cielo e poi mi guarda, facendo un piccolo sorriso.
Ci guardiamo in faccia, sento i miei occhi velarsi dalle lacrime di gioia, ma sollevo lo sguardo per non farle cadere. Kayden mi colpisce il piede con il suo per attirare nuovamente la mia attenzione e quando riporto lo sguardo su di lui, mima con le labbra: «Sorridi.»
Assento e sento le mie guance prendere fuoco non appena Hunter allunga un braccio per circondarmi le spalle e gridare al mio orecchio un verso, questa volta, della canzone Say Amen (Saturday night), dei Panic! At the Disco.
Ma a scatenarsi ancora di più è Bella, che a parte mostrarsi più bella che mai, mette alla luce una parte di lei che non avevo mai visto.
E tutto continua così per tutto il tragitto. Ho scoperto che la felicità porta anche il nome di alcune persone.
***
Se mi avessero avvisata almeno mezz'ora prima che ci saremmo intrufolati ad una festa in una villa enorme, mi sarei vestita in modo più carino.
In confronto alle altre io faccio un po' schifo.
Insomma, si capisce che sono capitata qui per sbaglio. Sembro un'invasata.
Prima di scendere dalla macchina, Bella mi trattiene per il braccio e alza un sopracciglio, sorridendomi in un modo strano, come se volesse dirmi "Non penserai mica di andare così?". Ecco, in effetti sapevo che non sarebbe venuta qui sprovveduta. La luce del lampione che colpisce il suo viso fa brillare il lucidalabbra, che mette in risalto la sua bocca, e gli occhi marcati da lunghe sopracciglia nere e ombretto di un rosa che non riesco a capire, sulle palpebre.
Tira fuori dalla sua borsetta il mascara, la matita e della cipria e mi fa l'occhiolino.
«Per me sta bene anche così.» mormora Hunter dietro di me, mettendomi leggermente in imbarazzo.
«Siamo ad una festa, Black. Guardati intorno.» dice in tono poco gentile.
«Qualcuno mi faccia i codini, vi prego, muoio dalla voglia di sembrare più gay di quanto io non lo sia già.» dice Kayden sfoggiando un sorriso autoironico.
Ridacchio a bassa voce e il suo sorriso diventa ancora più ampio.
«Magari Hunter, Garrett e Scott potrebbero togliersi quelle orribili magliette di dosso e fare finta di essere stati incaricati in qualità di spogliarellisti.» propone Stacy e Kayden incrocia le braccia al petto, indispettito.
«Che c'è, mento a culo? Non ho abbastanza muscoli da mostrare?» le chiede con il suo solito tono sarcastico.
«Ehi ehi, piccolo Black! Quasi ci eravamo dimenticati delle tue risposte pungenti.» dice in tono stuzzicante Garrett, dando una gomitata a Hunter.
«Io mi ero quasi dimenticato della vostra esistenza. Che tragedia! Dovremmo sul serio rimediare a tale disastro, non pensate?» esclama Kayden, aprendo le braccia. Nel frattempo Bella continua a truccarmi come meglio le riesce.
«Non vorrai mica fare qualche cosa stupida.» dice il fratello in tono indagatore.
«Io faccio solo cose stupide. Svegliatevi!» ribatte Kayden, per poi sbuffare. E non so che cosa capiscono loro per "cose stupide", ma so di aver capito una cosa totalmente diversa.
Kayden si avvicina al cancello, imbattendosi in un ragazzo mezzo ubriaco. «E tu chi sei?!» gli chiede lo sconosciuto, cercando di focalizzare l'attenzione su di lui.
«Lo scopamico della festeggiata. Ti vuoi unire ad una cosa a tre?» gli chiede Kayden e d'istinto tutti noi ci copriamo la faccia con una mano.
«Cioè me la posso scopare tranquillamente?» chiede il ragazzo, stringendo il bicchiere rosso tra le mani, riducendo gli occhi in due fessure.
«Sì, tu ti scopi lei, e io mi scopo te.» Kayden gli dà una pacca sul braccio e poi ci fa segno di seguirlo. Cosa diavolo ha appena combinato? Perfino quel ragazzo ci è rimasto di stucco.
«Ho un brutto presentimento...» dice Rachel in un bisbiglio.
«Cazzo, è terribile!» strilla Stacy, stringendo con forza il braccio di Scott.
«E perché?» chiede Garrett, accigliandosi.
«Ogni volta che Rachel ha un brutto presentimento, puntualmente succede qualcosa di male.» spiega Bella, con aria indifferente.
«Peccato non abbia avuto un brutto presentimento quando siamo andati a letto.» mormora Garrett, beccandosi poi un ceffone da parte di Rachel.
«Smettila di colpirmi!» si lamenta lui.
«Che la festa abbia inizio, ragazzi miei!» grida Hunter, sistemandosi il colletto della giacca di pelle, in modo teatrale. Sorrido e scuoto la testa, seguendoli tra le altre persone.
Questa casa è davvero enorme, non so nemmeno chi ci vive, ma il giardino è decorato quasi in modo impeccabile. Mille lucine illuminano il buio e la moltitudine di persone disseminate fuori fa in modo che ci confondiamo tra di loro, passando inosservati.
Il modo in cui è vestito Hunter, questa sera, mi ricorda quasi Danny di Grease. Quella giacca nera di pelle ha un suo fascino su di lui.
Mi porta un bicchiere di birra e mi sorride allegramente.
«Ciao, Masy. Come stai?» chiede e bevo subito un sorso.
«Bene.» sorrido. Dopo un paio di secondi, aggiungo: «Cioè, molto bene.» trovo il coraggio di guardarlo negli occhi. «E tu, Hunter?»
Lui beve un sorso di birra, si lecca le labbra e si schiarisce la gola. «Lascia che te lo dica tra un paio di secondi.» mormora, avvicinandosi di più a me.
Con un sorriso da ebete un faccia, si fionda sulla mia bocca, premendo la mano sulla mia schiena, spingendomi di più verso il suo corpo. Dato che entrambi abbiamo una mano occupata, visto che abbiamo il bicchiere di birra, allungo quella libera verso il suo viso, accarezzandogli la guancia, mentre il sapore di birra si mischia al nostro bacio appassionato e dolce allo stesso tempo.
Dopo un po' si allontana, prende un sorso di birra e sorride, rivolgendosi a me: «Ora sto dannatamente bene.»
«Anche io.» dico, mordendomi il labbro. Lui osserva il mio gesto con occhi colmi di lussuria e gli angoli della sua bocca si sollevano fino a formare un piccolo sorriso.
«La lista è ancora lunga, Masy.» mi fa l'occhiolino, senza distogliere lo sguardo.
E mi viene subito un lampo di genio. «L'hai fatto per me, tutto questo?»
Fa spallucce, facendo il vago per un paio di secondi. «La paura va via soltanto se l'affronti. Che sapore ha la felicità, adesso?»
«Non vorresti saperlo.» un sorriso tentatore si fa spazio sul mio viso.
***
Tre ore più tardi sono un po' brilla, ho riso per minuti interi e ora mi è venuto il mal di pancia. Mi asciugo le lacrime agli angoli degli occhi e continuiamo a ridere a bassa voce.
Solo che, ad un certo punto, le lacrime provocate dalle risate sono aumentate per altri motivi.
Nelle ultime ore ho assistito alle scene più buffe di sempre. La più bella è stata quando una ragazza ha cercato di rimorchiare Kayden. Quest'ultimo ha declinato l'invito di andare in una delle stanze, con un gentile "Non sono etero al momento, ritorna tra mille anni", dandole poi una pacca sulla spalla.
Poi Rachel in un impeto di rabbia ha spinto Garrett in acqua, il quale poi l'ha trascinata con lui.
Stacy e Scott hanno avuto mezzo litigio perché hanno giocato a ping pong e lei lo ha accusato di aver barrato.
Infine, Bella è riuscita a rimorchiare un ragazzo, lui le ha dato il numero, ma quando Bella è tornata da noi ha confessato di non averlo salvato in rubrica, perché il ragazzo le ha detto di avere un feticismo per le ragazze che ruttano.
Io e Hunter abbiamo passato del tempo insieme, mi ha raccontato alcune delle sue peripezie di quando era più piccolo e mi ha fatto ridere un sacco. E ultimamente succede quasi sempre: mi arrendo al suo sguardo che esercita una forza quasi innaturale su di me. Ha la capacità di farmi sorridere in un nanosecondo, senza un apparente motivo.
«Mi sto divertendo un sacco e mi viene da piangere.» ammetto, nascondendomi la faccia tra le mani.
Hunter si protende verso di me e me le sposta, guardandomi negli occhi.
«Non pensavo che la felicità ti facesse così tanta paura.» la sua voce mi fa innamorare sempre di più. «Ora ti dico una cosa.» mi fa sapere, abbassando lo sguardo, deglutendo rumorosamente.
Aspetto mentre alcune persone ci passano accanto, e lui si acciglia, incerto se iniziare o no.
Sì alza e tende il braccio verso di me, spingendomi ad afferrarlo.
Lo seguo, mentre passiamo accanto ad un tavolo, e afferra un piatto con degli stuzzichini, poi ci spostiamo quasi sul retro della casa.
«Forse mangiando sarà meno strano.» mi dice, sedendosi per terra. Mi fa ridere.
Mi siedo accanto a lui e sposto i capelli dall'altro lato per riuscire a guardarlo meglio.
«Mi piaci.» sbotta, assumendo subito un'espressione incredula, come se fosse meravigliato dalle sue stesse parole. «Cioè, ovvio che mi piaci, si era capito, giusto?» si gira verso di me, gli occhi pieni di confusione. Non so perché questa visione mi fa un po' di tenerezza.
Annuisco, cercando di non sorridere e metterlo in imbarazzo. «Vabbè, volevo soltanto che tu lo sapessi. So che sei insicura, so che hai paura di ogni cosa, ed è per questo che ci tengo a dirti che non mi interessa se non ti consideri la ragazza più bella, perché mi piace, prima di tutto, la tua mente.»
«Non c'è niente di bello nella mia mente, Hunter. Se tu sapessi soltanto cosa immagino giorno e notte, i miei pensieri più macabri, quelli che non direi mai ad alta voce, non la diresti più una cosa del genere.» gli dico, sentendo già i muscoli del mio viso rilassarsi così tanto fino a sentire perfino le palpebre abbassarsi dalla tristezza.
«Ti sbagli, mi piaci così come sei. Mi piaci come persona, intendo...» si schiarisce la gola, poi si sposta di qualche centimetro in modo impacciato. Aspetta, cosa vorrebbe dire? Che gli piaccio in quel senso più... intimo, o gli piaccio soltanto come persona?
«Cioè, vorresti dire che... sono una buona compagnia e basta?»
Lui sorride, guardandosi le punte delle scarpe. «Non spiego i sentimenti con le parole, ma con i gesti.» mi fa sapere, poi solleva lo sguardo, senza togliersi quel sorriso mozzafiato e si protende verso di me, posando dolcemente la mano sulla mia nuca per attirarmi piano a sé. E mi bacia per la seconda volta questa sera, dandomi tutte le risposte alle domande che mi frullano per la testa. A nessuno dei due piace spiegare ciò che proviamo, ma ad entrambi piace buttarci in situazioni del genere e vivercela.
Questa volta il suo bacio è quasi come il tocco di una piuma sulle mie labbra; un tocco così delicato, un bacio così puro, così semplice, ma è proprio in questa semplicità che si nasconde il mondo.
Si separa da me, sorride e poi dice all'improvviso: «Lo vuoi il corn dog?»
Sbatto le palpebre, confusa. «Corn dog...?»
«Sì, lo vuoi?» continua a chiedere, trattenendosi dallo scoppiare a ridere.
«C'è qualche doppio senso?» gli chiedo, un cipiglio mi dipinge il viso già solcato da una smorfia.
Lui solleva un sopracciglio guardandomi come se volesse intendere "Hai ancora dei dubbi?". Quando sto per aprire bocca e ribattere, Hunter mi sventola davanti un corn dog. «Lo vuoi?» chiede e lo afferro con forza, dandogli un colpetto sul braccio.
«Sei un idiota.» gli dico, guadagnandomi da parte sua un bacio sulla guancia. «Ti ho fatto ridere.» sussurra, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Che diavolo state facendo, qui?» chiede Kayden alle nostre spalle e prendiamo subito le distanze.
«Mangio... Un corn dog.» rispondo, cercando di non balbettare.
«Quello di mio fratello o quello che hai in mano?» chiede e mi giro verso di lui, fulminandolo con lo sguardo. «Intendevo quello che ha mio fratello in mano, sciocchina. Sempre a pensare male, eh...» dice con aria innocente.
«Simpatico. Si vede che siete fratelli.» borbotto, iniziando a mangiare. Kayden si siede accanto a me e mi frega il corn dog, dicendomi: «Che bello, abbiamo una cosa in comune: entrambi amiamo i würstel.» dice, scompigliandomi i capelli come se fossi una bambina.
«Aspetta, intendi davvero il cibo, oppure...» inclino la testa e lo guardo confusamente. Sento i due fratelli esclamare, quasi con aria scocciata: «Sveglia, Mason!»
Scoppio a ridere e gli do un colpetto nelle costole. I fratelli mi abbracciano e io mi sento per la prima volta come se fossi a casa; forse la prima volta in cui non mi manca niente, nemmeno la felicità.
Ecco il nuovo capitolo. ❤️ Mi sono sentita emozionata mentre lo scrivevo, forse ad un certo punto mi è scesa qualche lacrima, perché ho pensato a Hayra come se fosse una persona vera, e sono felice quando lei si gode piccoli attimi di felicità.
Sono in vacanza per qualche settimana, quindi non so quando aggiornerò di preciso, vi prego di non tartassarmi con "aggiorna". 🌺
Com'è stato il rientro a scuola? Felici o tristi? Andate d'accordo con i vostri compagni? I miei mi stavano sulle palle 😂
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