24. Sei una bugiarda
La batteria del mio cellulare è morta. Sapevo che non sarebbe durata tutta la settimana, è tecnicamente impossibile, a meno che uno non si porti appresso come minimo due caricabatterie portatili.
Mio fratello mi ha aiutato a smontare la mia tenda. Hunter, da quando abbiamo avuto quella piccola (o grande) conversazione, ogni tanto si gira verso di me e mi sorride.
Trovo il suo gesto carino. Non sono solita far sorridere le persone senza fare o dire qualcosa di speciale. Semplicemente incontra il mio sguardo e mi sorride. E io puntualmente mi sento in imbarazzo, non per il modo in cui mi guarda, bensì per le occhiate che ci lancia mio fratello di nascosto.
Vorrebbe sapere cosa sta succedendo tra di noi, ma non lo so nemmeno io. Non penso di volerlo sapere, perché mi piace come vanno le cose al momento.
Dall'essere per lui antipatica e la sua finta ragazza per qualche giorno, ora siamo arrivati a questo.
Cliché, lo so. Ma sarebbe stupido negare il fatto di non averlo classificato come il solito ragazzo popolare e montato come sono tutti gli altri.
Poi ho capito (forse) che questa è soltanto una facciata che mostra alle persone che si fermano all'apparenza.
E non lo biasimo, perché è esattamente ciò che faccio io.
Prendo le mie borse e mi dirigo verso l'autobus, dove gli altri stanno già salendo.
«Peccato che non ti sia persa, per sbaglio, nel bosco.» sussurra Vanessa, dandomi una spallata.
«Potrei dire la stessa cosa di te.» controbatto, sentendo subito la rabbia divampare dentro di me.
«Nel tuo caso nessuno sentirebbe la tua patetica mancanza. Ti serve una dimostrazione?» chiede con il sorriso di chi è convinto di ciò che dice.
«Non mi interessa mancare a qualcuno.» rispondo, stringendo i denti.
«Dici così perché sai che ho ragione. Guardati intorno, perfino tuo fratello non ama sprecare il suo tempo con te. Scommetto che a casa ti evita.» ridacchia, poi fa un ampio sorriso, mostrandomi i suoi denti perfettamente bianchi.
«Sei davvero insensibile e stupida, Vanessa.» le dico con odio. Lei fa spallucce, con la sua solita aria da innocentina, mi fa l'occhiolino e si dirige verso gli altri.
«Idiota.» borbotto tra me e me. Vanessa si ferma di colpo e si avvicina nuovamente a me.
«Stai lontana da Hunter. E non lo dico perché è di mia proprietà, bensì perché non ha bisogno di persone come te intorno. Ha già abbastanza problemi, stanne fuori, squilibrata.» sputa le parole con così tanto disprezzo che mi fa rabbrividire. L'insensibilità di certe persone spesso mi lascia perplessa. È, forse, uno dei problemi degli adolescenti: giudicare gli altri e ferire con le parole, non curandosi minimamente del dolore altrui.
Non me ne capacito di come certe persone riescano ad avere così tanto odio dentro.
Ho capito a mie spese che non è giusto giudicare una persona e ferirla, perché non mi migliora la vita. Anzi, al massimo mi guadagno l'appellativo di "stronza insensibile". Se non ho niente di carino da dire, preferisco stare zitta e lasciar correre.
Perché non è così per tutti? Perché bisogna sempre puntare il dito e deridere?
Stringo le labbra, assorta nei miei pensieri. Non riesco a ribattere. Sono sempre abituata a rispondere con una frase sarcastica e fregarmene. Ma questa volta sono a corto di parole. Non capisco se sia così perché la sua stupidità mi ha lasciata allibita, o perché dentro di me so che ha un po' di ragione.
È vero che non mancherei a nessuno e fa ancora più schifo quando te lo ricordano. Più cerco di non fissarmi su questo, più gli altri ci pensano a ricordarmelo. Forse il brutto è proprio questo: quando pensi di riuscire a farcela, prontamente qualcuno cerca di buttarti giù.
«Ehi, tutto bene qui?» chiede Hunter, lo sguardo serio puntato su Vanessa.
«Certo! Stavo dicendo a Hayra di non stressarti ulteriormente, perché sappiamo tutti come ti senti e-» Vanessa si blocca non appena vede l'espressione furiosa di Hunter. Se fosse stato un ragazzo al posto di Vanessa, sono quasi sicura che gli avrebbe dato un pugno. Sta fumando di rabbia. Stringe i pugni lungo i fianchi, la mandibola serrata e gli occhi ridotti in due fessure.
«Come osi?» si limita a chiederle.
Vanessa appare confusa. Quella confusione stupida, dove non capisci dove hai sbagliato, perché troppo concentrata sulla propria vita per riuscire a capire gli altri.
«Beh, tesoro...», cerca di addolcire la pillola, «Sappiamo tutti di Kayden e...» Hunter alza bruscamente una mano in aria. Per un secondo ho pensato che stesse per colpirla seriamente, ma so che non è quel tipo di persone.
Le sta soltanto facendo segno di chiudere la bocca.
«Non fare finta di conoscermi. Ed evita di dire alla gente cosa fare. Parlo con chi voglio e tu non sei nessuno di importante per me, maledizione! Lo capirai che la popolarità non è tutto nella vita e che non ti appartengo?» sbotta, vedo la vena del suo collo pulsare.
«Ma Hunter, io volevo soltanto-» tenta di giustificarsi.
«No!», grida Hunter. «Non funziona così. Sei popolare, io sono popolare, ma non significa che dobbiamo stare insieme. Non siamo fatti per stare insieme. Se vorrò avere una ragazza, sarà qualcuno che non sarà scelto in base alla popolarità. Sarà qualcuno che mi vedrà per chi sono davvero.» e con ciò chiude il discorso.
Vanessa ha gli occhi lucidi. Un po' la compatisco. Hunter è stato un po' brusco, ma non gli do torto. Probabilmente si è arrabbiato di più perché ha messo suo fratello in una discussione in cui non c'entrava nulla. Anche io mi sarei arrabbiata.
Vanessa batte lentamente le palpebre e poi alza lo sguardo verso il cielo per impedire alle lacrime di cadere. Hunter viene verso di me, mantenendo sempre la stessa aria furiosa. Quando sta per afferrarmi il braccio, mi ritraggo scortesemente.
Non appena nota il mio gesto, il suo sguardo si addolcisce e so che si è pentito. Si lecca le labbra, abbassa lo sguardo e poi riprova.
Tiene il braccio allungato verso di me, ma non gli afferro la mano.
Vanessa sbuffa una risata e poi va via. Deglutisco e mi allontano anche io.
«Hayra, aspetta!» dice Hunter alle mie spalle.
«Cosa c'è?» gli chiedo, seccata.
Riduce nuovamente gli occhi in due fessure, ma non mi guarda con rabbia; non è come ha guardato Vanessa. Sembra più che mi stia analizzando. O semplicemente sembra deluso.
«Dimmi tu cosa c'è, Hayra.» stringe i denti, senza smettere di guardarmi con sospetto.
«Mi dispiace... È solo che non mi piaci quando sei così.» gesticolo, come se potesse capire. Sorride di colpo, tutta la rabbia si dissolve nel nulla.
«Quindi stai ammettendo che ti piaccio?» chiede e rido a bassa voce. Chissà perché, ma me la sentivo che avrebbe detto una frase del genere!
«Sbruffone!» lo prendo in giro, lui si avvicina di nuovo a me. Mi guarda, sorridendo come un bambino, poi dice: «Però ti ho fatto ridere di nuovo.» mi fa l'occhiolino.
«E quindi? Cos'è, il tuo nuovo obiettivo, farmi ridere?» chiedo, ironica. Lui fa finta di pensarci, poi fa spallucce.
«Mason, Black! Per caso pensate che siamo in High School Musical?» chiede il professore in lontananza.
Imbarazzata, mi avvicino all'autobus. Sento qualcuno dire: «Prof, lei ha visto High School Musical?»
«Ho dei nipoti e non sono nemmeno troppo vecchio. So cosa piace ai giovani.» commenta, facendo poi una smorfia.
Ethan mette una mano sulla mia spalla e mi ferma.
«Tutto bene? Cos'è successo prima? Non volevo disturbare te e Hunter.» dice, ma rimango delusa.
«Ma avresti potuto disturbare me e Vanessa.» mormoro, dispiaciuta.
«Ti ha detto qualcosa?» chiede, allarmato.
E anche questa volta faccio finta di niente e rispondo: «Niente di nuovo per me.»
Mettiamo le borse al loro posto, poi vado a sedermi accanto a Rachel, di nuovo, ma Hunter mi afferra il polso e mi fa segno di sedermi accanto a lui.
«E io dove diamine dovrei stare?» chiede Garrett, guardando me.
«Con Rachel.» risponde Hunter.
«Quella mi ha dato un calcio nei denti.» Garrett la guarda con finto odio.
«Te la sei pure scopata mesi fa. Sei stato il primo-» Garrett gli tappa la bocca, poi sibila: «Ho capito, stai zitto.» e poi va verso Rachel, lasciandosi cadere con poca voglia sul sedile accanto.
Un po' timorosa, mi siedo accanto a Hunter.
«Sei pronta?» chiede, sorridendomi ampiamente.
«Per cosa?» chiedo, confusa.
«Per il gioco della venti domande.» mi informa, alzando le sopracciglia. Oh no, odio questo maledetto gioco. Più che altro perché ho paura delle domande che potrebbe farmi. Quando una persona inizia ad indagare, significa che vuole avere risposta ad una sola domanda, e la otterrà soltanto facendone altre.
«Okay, sono pronta.» l'autista mette in moto e siamo pronti per tornare a casa. Non mi manca mia madre quanto mi mancano il mio cane e Kayden. Sembra davvero una cosa cattiva da dire, ma è ciò che provo.
«Cosa ti rende felice?» chiede.
E io mi blocco. Cosa mi rende davvero felice?
«Niente.» rispondo. Eppure non dice nulla.
«Qual è il tuo film preferito?» tocca a me ricevere risposta.
Lui sorride e rispondee: «Non ho un film preferito, ma mi piacciono molto quelli con Tom Cruise.»
Si tocca la punta del naso e chiede: «Hai paura di essere felice?»
Certo che fa delle domande strane. Mi aspettavo qualcosa di banale.
«Sì.» ammetto.
«Perché hai deciso di parlarmi, nonostante io non sia nessuno?» domando, continuando a torturarmi le dita.
«Per dimostrarti che sei qualcuno.» la sua risposta mi fa sorridere. Mentalmente sto sorridendo molto di più.
«Cosa ti permette di avere autocontrollo su di te?» chiede e posa la mano sul mio ginocchio. Faccio finta di ignorare questo suo gesto.
« Non lo so. Penso di aver imparato che quando la vita mi corre contro per buttarmi giù, devo farle lo sgambetto ogni tanto.» scrollo le spalle e lui fa un breve sorriso. È incredibile il modo in cui riesce a mettermi a mio agio. L'avevo sottovalutato.
«Hai mai amato?» non so perché gliel'ho chiesto, ma sono davvero curiosa di sapere se c'è stato qualcuno precedentemente che gli ha spezzato il cuore.
«No. L'amore è l'ultimo dei miei pensieri.» lo dice con una tale leggerezza che mi fa rimanere perplessa.
Non mi aspettavo questa risposta. Pensavo che uno come lui fosse anche disposto ad amare, a provarci con una persona. Forse dovrei smettere di prendermi in giro, perché mi sto palesemente illudendo.
Rimango in silenzio.
«Ma...», continua, «se un'altra persona rifletterà il suo colore su di me, al momento giusto, forse penserò anche all'amore.»
Fingo un sorriso. «Giusto. Ti auguro di trovarla.»
Lui schiocca la lingua contro il palato, guarda fuori dal finestrino e dice: «Mi piace il cielo, adesso.»
Seguo il suo sguardo e rispondo: «Ma è grigio scuro. È nuvoloso.» a me piace per un motivo. Ma a lui perché dovrebbe piacere?
«Appunto. È grigio. Mi piace.» sorride per pochi secondi.
Non so perché, ma mi sento anche un po' gelosa. Non mi sento felice quando a qualcuno inizia a piacere ciò che piace a me. O almeno, non quando si tratta di una cosa che la sento fin dentro le ossa.
Abbiamo perso anche il filo del discorso, mi sa.
«Non ti fa impazzire davvero niente? Film, qualche piatto in particolare? Le canzoni non te le chiedo, perché so cosa ti piace. Ma altro?» chiede, continuando il gioco delle domande.
Scuoto la testa. È così brutto ammettere di non avere un particolare interesse per qualcosa. Oppure è soltanto quel momento in cui tutto quanto mi fa schifo.
«Okay, Masy. Avremo un sacco di lavoro da fare, allora.» dice con un ghigno che non promette niente di buono.
«Che hai in mente?»
«Tante cose», fa il vago. «Ma ora dimmi, faresti di nuovo ciò che hai fatto?» mi scruta con i suoi occhi nocciola, che mi scavano dentro alla ricerca della verità.
«No.» e ovviamente mento. Mento perché mi vergogno ad ammetterlo. Mi vergogno e ho sempre poca fiducia nella gente, quando si tratta di queste cose.
«Bugiarda.» sussurra, in modo che lo senta solo io.
«Cosa?» gli chiedo, sorpresa.
«Sei una bugiarda. Lo so che lo rifaresti. Vorrei entrare nella tua mente almeno per pochi secondi.»
«Hunter, qui dentro», indico la mia testa, «c'è il caos più totale.»
«Ma il caos mi affascina.» ribatte subito, quasi come se avesse tenuto risposta sulla punta della lingua.
«Perché diavolo dovrebbe affascinarti?»
«Perché sei tu.» sorride e pensieroso, aggiunge: « Henry Adams ha detto che il caos genera la vita, laddove l'ordine spesso genera l'abitudine.» mi fa l'occhiolino e nel momento esatto in cui lo dice, io capisco ancora una volta di essere completamente fregata. Perché Hunter inizia a piacermi. Mi piace qualsiasi cosa esca dalla sua bocca. Perché non è come l'ho immaginato. Non è come l'ho visto fino ad ora. C'è molto dentro di lui. E ho capito che oltre a capire le persone, sa ascoltare e forse gli piace l'arte. Mi dà l'aria di uno a cui piace sperimentare. Ed è strano. Strano ma meraviglioso. E ho paura. Paura di illudermi e farmi male.
Love you ❤️🌺 che il sole sia con voi. 🐨
La messa è finita...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top