18. Che il sole sia con te

Il tempo è curioso, non pensate? Ci sono giorni che sembrano durare mesi e giorni che passano così in fretta che nemmeno te ne accorgi di come sia volato il tempo.

Il che è buffo, perché appena hai l'umore a terra ti sembra che la giornata sia senza fine, mentre quando stai bene passa velocemente e non ci fai caso a niente.

Quando le nuvole iniziano a sparire poco a poco e lasciano che un raggio di sole illumini la tua giornata, ecco, inizi ad avere un po' paura. Perché succede quasi sempre questo, no? Quando stai troppo bene, ti godi il momento, sì, ma vivi un po' stando sull'attenti. Anche quando stai bene e dovresti soltanto fregartene di tutto, ecco, non abbassi mai la guardia, perché sai che la domandau che spesso ti frulla per la testa, ovvero " Quanto durerà questa calma?", troverà sempre una risposta, e spesso anche subito.

Io mi trovo in questo stato ora. Come quando la tempesta si placa piano piano, i nuvoloni iniziano a spostarsi e il cielo diventa nuovamente chiaro. Non so a cosa sia dovuto  questo mio stare bene, ma forse è perché negli ultimi giorni ho parlato di più con Kayden, mio fratello sembra essersi ricordato di avere una sorella e mia madre, beh, nonostante il nostro rapporto non sia esattamente bellissimo, si sforza a fare andare bene le cose. E, ovviamente, cerca sempre di fare la mamma, come adesso.

« Stai attenta in campeggio. » mi punta il dito contro il petto, facendomi capire esattamente cosa le stia passando per la testa.

« Con chi dovrei fare sesso, mamma? Con il tronco di un albero, o cosa? » domando, ormai impaziente di uscire fuori di casa.

« Oh, certe volte gli adolescenti sono davvero ingenui e fanno cazzate a costo di provare piacere, sai che una ragazza è morta per colpa di una carota? » non la prenderei sul serio, ma è davvero seria e non voglio sapere perché in questo momento la sua mente stia pensando a questo.

« Una carota? » chiedo, un po' perplessa.

« Le carote si mangiano, tesoro, non si ficcano nella vagina. Impara dagli errori degli altri. » i miei occhi probabilmente finiranno per uscirmi fuori dalle orbite. Perché non si limita a dirmi "Stai attenta" e basta? Come fanno tutte le mamme, magari?

« Non guarderò mai più le carote allo stesso modo... » sento Ethan dietro di me. Finisce di scendere le scale, con il borsone su una spalla, e resta dietro a nostra madre.

« È successo davvero! Ma non è questo il tuo caso, tesoro. Preferisco che tu perda la verginità usando un pene, non una carota. » perfino lei sembra un po' turbata, perché scuote lentamente la testa, come se volesse scacciare via dalla mente una scena orribile.
« In ogni caso, ci sarà anche Ethan! Divertitevi in campeggio! »

Ethan batte piano le palpebre, incredulo. « E cosa proponi? Dovrei badare a mia sorella? » Appena nota la mia espressione offesa, aggiunge: « Certo che ti tengo d'occhio, ma non mi interessa chi ti scopi. »

« Ma io vado a stare a contatto con la natura, mica a scopare! » alzo la voce, mia madre si fa da parte.

« Insomma, ragazzi! State attenti e basta. Sono una madre sola, voi siete nell'età in cui si combina cazzate, e vi pregherei di non finire nei guai. E per te, Ethan, qualsiasi cosa tu faccia ricordati di non finire in una cella, di nuovo. » lo rimprovera. Ethan rabbrividisce al ricordo.

« È successo una volta. » si difende.

« Due. » puntualizza mia madre.

« Oddio, sono un criminale. » si porta teatralmente una mano sul petto.

« Non penso tu abbia mai visto la furia di una madre con una ciabatta in mano. » gli dice con un sorrisetto diabolico.

E io inizio lentamente ad avanzare verso la porta.

« Ricordatevi, niente cazzate! Sarete in natura. » ribadisce mia madre.

« Al massimo mi scopo la figlia del forestiere. » tenta di scherzare mio fratello.
Mia madre gli dà un ceffone e alzo gli occhi al cielo.
Ethan mi raggiunge, con un espressione nauseata, poi usciamo fuori.

« L'autobus parte tra mezz'ora. Muoviamoci. » mi sprona mio fratello. Mette i borsoni sul sedile posteriore e saliamo in macchina. Appena metto la cintura di sicurezza, si gira verso di me e dice: « Sembri luminosa, oggi. »

« Ho dei brillantini sulla faccia? » gli chiedo, alzando un sopracciglio.

« Ah ah ah. Simpatica. » accende il motore e torna a guardarmi. « Oggi sembri felice. È bello vederti così. Per un secondo ho avuto paura che fossi tornata come tempo fa. Per fortuna non è così, vero? » dice con un sorriso nervoso.

« Già. Ora, puoi guidare? » cambio argomento. Vedere l'insicurezza marcata in modo così profondo sul suo viso, mi fa male. Perché, ecco, succede questo ogni volta. Ti chiedono se stai bene, preoccupati, tu dici di sì, e poi finisce là.

Non voglio far stare male la mia famiglia. Più che altro perché, vista l'ultima esperienza, so che scoppierebbe il caos, quindi preferisco stare male in silenzio.

Mia madre inizierebbe a portarmi dallo strizzacervelli perché sua figlia è di nuovo depressa, papà incolperebbe mia madre perché " È tua figlia, sicuramente il tuo modo di comportarti ha influito sul suo umore", e poi ci sarebbe Ethan che "Se provi ad ucciderti, ti ammazzo io". La mia famiglia è così prevedibile che mi fa passare la voglia di parlare.

Forse è per questo motivo se mi trovo così bene a parlare con Kayden. È la prima persona che capisce realmente come mi sento, senza spiegarglielo a parole.

E penso lo abbia capito anche Hunter e questa cosa mi fa paura, perché non voglio che lo usi contro di me. Nonostante a volte abbia la faccia da arrogante, non penso che arriverebbe a fare davvero lo stronzo usando il mio dolore contro di me.

Se c'è una cosa che ho imparato io, è che non devo mai giudicare le persone che non conosco. Non so il loro passato, non so il loro presente e, soprattutto, non conosco i loro pensieri.

Ho imparato ad ambientarmi in questa società un po' strana, fra persone della mia età che dicono "Voglio morire" e non muoiono mai, e tra persone che "Se mi ammazzassi, a quante persone mancherei?", e poi ci sono io, che provo ad ammazzarmi senza problemi e non mi chiedo a quante persone mancherei, perché la risposta sarebbe spaventosa.

Perché sono tutti amici, finché non vengono a sapere dei tuoi problemi. E piano piano se ne vanno tutti. Quindi, una persona che non ha nessuno, a chi diavolo potrebbe mai mancare, a parte alla famiglia?

Quando ho provato a togliermi la vita non ho pensato agli altri, perché quando stai male pensi soltanto a te stesso e ai tuoi problemi, ai pensieri che ti uccidono e ti spingono a farlo. Una persona che è così stanca, da volerla fare finita, non penserà mai agli altri. Forse in rari casi, quando hai un attimo di lucidità. Ma, nel mio caso, mia madre mi ha dato dell'egoista e ha iniziato a urlarmi contro non appena mi ero ripresa.

"Come hai potuto fare una cosa del genere? Sei soltanto egoista, non hai pensato a noi e al dolore che avresti potuto causarci". E quando senti una frase detta così, capisci ancora di più il perché del tuo gesto estremo, e non ti vergogni ad ammettere che lo faresti di nuovo.

Perché è un po' buffo quando sono spesso i genitori e i loro problemi a portarti ad uno stato depressivo, e poi ti incolpano se provi a toglierti dai piedi, soltanto perché causeresti dolore a loro. Ma loro mica pensano a quanto ti faccia schifo la vita, o al tuo dolore?

I veri egoisti forse sono queste persone, che non si sforzano minimamente a capire. Quindi mi limito a fare l'unica cosa che mi riesce bene: sorridere e tentare di scherzare. Tutti abbiamo le nostre giornate no, e quando capita a me, è sempre una guerra contro me stessa. Da una parte vorrei farla finire, dall'altra scaccio via i pensieri. Avere autocontrollo su me stessa è la cosa che più apprezzo di me. Ma non sarò forte all'infinito, soprattutto se continuo di questo passo.

Siamo quasi arrivati a scuola. Il cellulare vibra e sorrido, forse perché so chi potrebbe essere.

Kayden: Che il sole sia con te, mia sposa cadavere :)

Il mio sorriso si fa sempre più ampio. Nessun "Divertiti" e nessun "Buon viaggio" o "Stai attenta". Ma penso che la sua frase sia piena di significato. Una frase che soltanto noi possiamo capire.

"Che il sole sia con te" è l'espressione più bella che qualcuno mi abbia mai detto, inteso come un " Ti auguro di essere felice, tieni sotto controllo la pioggia".
E io ci proverò. Lo farò per me stessa, soprattutto.

Io: Hai detto di essere il colore nero. Il nero si abbina con tutto. Tu ti abbini con la mia vita. Grazie, Kayden.

Rimetto il cellulare dentro la tasca senza smettere di sorridere. Quando arriviamo a scuola, scendiamo dalla macchina con i nostri borsoni e andiamo verso l'autobus.

Vedo Stacy, Scott, Rachel e Bella insieme. Stacy sta toccando le guance a Scott, Bella si sta mettendo il rossetto e Rachel sta cercando di chiudere la zip della borsa, che sicuramente si è incastrata.

« Vai dai tuoi amici? » chiede Ethan e annuisco. Vorrei spiegargli il significato di "amici", ma sarebbe inutile.
Potrei definire amico soltanto Kayden.

Raggiungo il gruppo e sorrido.
« Ciao, ragazzi. » dico un po' impacciata. Più che altro perché il professore di educazione fisica sembra trafiggermi con lo sguardo.

« Siete arrivati in ritardo! Chi non rispetta le regole, si beccherà una punizione anche in campeggio! » tuona, guardando soprattutto me ed Ethan.

Ed è così che dieci minuti dopo mi ritrovo seduta accanto al finestrino, con Rachel accanto a me a parlare ininterrottamente. Oggi è più logorroica che mai.

« E poi lui mi ha detto "Oddio, cosa ti è successo?", e niente la prima volta è stata un incubo. Insomma, sai che imbarazzo? » chiede, sgranando di poco gli occhi.

« Cosa stavi dicendo, scusa? » chiedo abbozzando un sorriso.

« Mi senti, Hayra? Ti stavo dicendo la figuraccia che ho fatto quando ho fatto sesso la prima volta. »

« Beh, ripetilo di nuovo... » e questa volta cercherò davvero di ascoltarla senza perdermi nei miei pensieri.

« Ti ho detto che la prima volta, a causa della troppa emozione e anche del poco tempo a disposizione, mi sono depilata una gamba sì e l'altra no! E quando mi ha toccato le gambe è rimasto un po' perplesso, quindi me ne sono uscita con. "È una nuova moda, se non ti piace la prossima volta me le depilo entrambe". » fa una smorfia di disgusto.

« Capisco... »

« No, non capisci un cazzo. In realtà ha pianto per una settimana. Lo sa tutta la scuola. » si intromette Bella.

« Concordo! » risponde Garrett. Rachel diventa rossa come un peperone e cerca di nascondersi la faccia.

« Ehi, stai bene? » le chiedo.

« È lui il ragazzo. » sussurra imbarazzata. Ah... Wow.
Accanto a Garrett c'è Hunter. Per un secondo mi si mozza il respiro. È bello. Lui è sempre bello. E io mi sento inferiore a tutti e fa un po' schifo.
Appoggio la testa al finestrino e ripenso alle sue parole. Ha detto che non ha un colore. Nemmeno io ce l'avevo, prima. E quando non hai un colore a volte è peggio che essere del colore grigio o nero. Perché non avere un colore a volte significa quasi annullarsi del tutto, non avere più autostima di se stessi, guardare il mondo con indifferenza, diventare completamente apatici. E quando, poi, nella mia vita, è subentrato il nero, ho iniziato a provare qualcosa: rabbia, tristezza, odio. Non avevo nulla di positivo nella mia mente. È per questo che ho fatto quel che ho fatto. E da quando mi è stata regalata una seconda opportunità per vivere, mi sono mantenuta stabile sul grigio.

E se Hunter si sentisse davvero così? Perché non avere un colore significa non conoscere più se stessi. E anche se fosse trasparente, esattamente come l'acqua, vorrei dirgli che basterebbe una goccia di un altro colore per renderlo più vivo.

Il cellulare vibra di nuovo.

Hunter: Certe volte mi sembra di capire Kayden. Forse ha ragione. Certe volte sei come una lucciola. Illumini l'oscurità, fai sentire la tua presenza e questo basta.

Mi acciglio, un po' confusa, e poi mi giro verso di lui. Lo trovo già con lo sguardo puntato verso di me. Mi sorride. Uno di quei sorrisi "Sorrido solo per te grazie a te". Mi mordo il labbro e abbasso la testa. Mi arriva un altro messaggio.

Hunter: Sei bella quando sorridi.

Io: Hai detto che non sono il tuo tipo, eppure questo sembra un flirt. Illuminami.

Hunter: Infatti, non sei per niente il mio tipo, Masy. Non posso illuminarti, aspetta stasera, quando ti farò vedere la mia torcia. ;)

Siccome la mia mente è pervertita, molto direi, penso al peggio. Affogherò nell'acqua santa un giorno.

Io: No, grazie.

Hunter: Ti lascio tenerla in mano ;) è grande.

Io: Non sono interessata al tuo cazzo.

Hunter: Io parlavo della mia torcia...

Penso di essere diventata rossa, perché Hunter è scoppiato letteralmente a ridere e Garrett lo sta guardando male.

Io: Te la sbatto in faccia

Hunter: Oh...

Io: La sedia. 

Hunter: Fregata. Qui non ci sono sedie.

Io: Sei uno stupido. Hai visto quella roba per terra?

Hunter: Dove? Cos'è?

Io: È il tuo cervello che sta scappando via.

Hunter: Sei bella anche quando ridi. Mi ricordi tanto una foca asmatica.

Io: Tu quando ridi mi ricordi un cavallo.

Hunter: Il cavallo ce l'ha grande... Mi stai facendo un complimento?

Io: Ci rinuncio.

Non voglio sapere cosa succederà esattamente in campeggio. Ho paura per la mia sanità mentale.

Ce l'ho fatta ad aggiornare :) spero vi sia piaciuto e che vi siate fatti una risata verso la fine. ❤️ Grazie di cuore per l'appoggio. Sono davvero contentissima che vi piaccia questa storia. 🙈

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